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Il Punto

Mentre il ministro “degli Esteri” Luigi Di Maio attacca le aperture domenicali e raccoglie il frutto delle sue scelte passate sul caso Ilva, la maggioranza litiga su una legge di bilancio priva di vere coperture anche a causa di un Pil essenzialmente piatto da sette trimestri, con uno zero virgola atteso anche per il 2020. Nonostante tutto, l’industria italiana prova a guardare avanti con l’annunciata fusione tra Fca e Psa. A guadagnarci saranno di certo gli azionisti. Se andrà bene anche agli “altri”:  lavoratori, progettisti, fornitori, rete distributiva e attività post-vendita. Dipenderà dal non scontato successo operativo dell’aggregazione.
Fa discutere la proposta di subordinare l’iscrizione ai social network alla presentazione di un documento d’identità. L’obbligo sarebbe aggirabile e si rischia di trasformare le buone intenzioni di partenza in vincoli alla libertà di espressione. Ma c’è un’alternativa: l’identità digitale protetta. Che ha più senso se introdotta nella Ue e non solo in Italia.
Il rinnovo del memorandum Italia-Libia del 2017 conferma l’intenzione del governo Conte 2 di impedire gli arrivi di profughi attraverso l’azione poco umanitaria di un “paese” nel caos. Ai (pochi) passi avanti nella redistribuzione dei migranti in Ue non è seguita la revisione degli accordi di Dublino. Forse ne manca la volontà da parte della componente M5s del governo.
Il Cile sembrava un’isola felice in America Latina, con alta crescita, bassa inflazione e poco debito. E invece è piombato nello scontro violento tra piazza ed esercito. Sullo sfondo rimane un’economia modernizzata ma ancora dipendente dall’export di rame e piena di disuguaglianze ignorate per troppi anni.

Il podcast de lavoce.info
Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Progettare il salario minimo”, con Andrea Garnero.

Per un web migliore la carta di identità non basta

La diffusione dei social network solleva il problema di bilanciare la protezione della libertà di espressione con l’esigenza di perseguire i reati. L’obbligo di inviare una copia della carta di identità non è probabilmente la soluzione. Meglio una terza via.

Il confine tra cyberbullismo e libertà di espressione

Giusto fermare il cyberbullismo. Ma se è mal congegnata, la tutela di un diritto rischia di danneggiarne altri. Ed è quello che si prefigura con il disegno di legge approvato alla Camera. Le sanzioni potrebbero portare a forme di censura preventiva. Compiti e risorse del Garante per la privacy.

Il Punto

Dall’Expo al Mose, all’affaire Grandi opere, la corruzione fiorisce ovunque. Se non bastano le (troppe) cautele previste dalle norme sugli appalti pubblici, bisognerà dare all’Anac -l’autorità anti corruzione- il controllo preventivo sui progetti a rischio. L’allungamento dei tempi potrebbe essere gestito programmando meglio gli interventi. Un articolo e un Dossier con gli interventi pubblicati su lavoce.info.
Buona notizia: nel 2014 le emissioni di CO2 hanno smesso di crescere. Presto per dire se si tratta di uno stop permanente o transitorio. Ma i grandi inquinatori (Cina e Usa) stanno imparando a crescere con meno carbonio e migliorando l’efficienza energetica.
Con il disegno di legge “La buona scuola” tutto il potere va ai presidi, si dice. Rimangono però nel vago i criteri con cui i dirigenti scolastici saranno valutati. E non si capisce cosa accadrà agli insegnanti la cui performance deluda i loro capi istituto. Va bene che il ministero dia indirizzi all’autonomia scolastica, ma deve dire come.
Da quando ne ha parlato l’ex rettore di Harvard Larry Summers, tanti si sono chiesti come evitare il rischio di una stagnazione secolare causata dalla paura e dal troppo risparmio. Se davvero la crescita se ne è andata per sempre, una minor spesa statale potrebbe essere solo una prudente strategia di sopravvivenza.
L’idea di formare il Cda della Rai per sorteggio -come proposto dal M5s- non è così strana. La logica suggerisce che affidarsi all’estrazione a sorte cioè alla cieca fortuna ha un senso se è difficile valutare oggettivamente le alternative. Oppure se c’è un decisore astuto che ci vede troppo bene.
Sono in ritardo le banche italiane nell’utilizzo dei social network. Che rappresentano una miniera d’oro a cielo aperto se usati per sviluppare i servizi di home e mobile banking.

Banche italiane poco social

Il social banking potrebbe essere una delle chiavi per incrementare nettamente l’utilizzo dei servizi online messi a disposizione dalle banche. Ma gli istituti di credito italiani ancora non utilizzano i social network in modo adeguato. Un’occasione per la ricollocazione del personale in esubero.

La privacy dei lavoratori nell’era social

Il Jobs act prevede la revisione della disciplina dei controlli a distanza sui lavoratori. La riforma è necessaria perché dall’approvazione dello statuto dei lavoratori la tecnologia è profondamente cambiata. Ma il compito non è semplice: manca una disciplina specifica e unitaria della materia.

Anonymous contro Isis: hacker buoni?

In nome della libertà di espressione, il gruppo collettivo Anonymous ha oscurato centinaia di siti, account Facebook e Twitter di fiancheggiatori e reclutatori per Isis. Per i governi occidentali, spesso vittime dei suoi attacchi, Anonymous è ora un inedito alleato nella lotta al terrorismo.

Alla ricerca del tempo perduto (sui social network)

Le stime dicono che gli italiani utilizzano i principali social network per una media di due ore al giorno. Quanto vale tutto questo tempo? In termini di costo-opportunità, si arriva a una cifra pari agli interessi sul debito pubblico di un anno intero. Ragionare sul valore di diverse alternative.

La tecnologia ucciderà il libro. Oppure lo salverà

Quanto influiscono le tecnologie sullo scarso numero di libri letti da bambini e ragazzi? Hanno tutte un effetto negativo o alcune possono stimolare curiosità e condivisione? E quanto conta la famiglia? Un’analisi sui dati dell’Istat. Con una speranza per il futuro e qualche dubbio.

Così i social network portano l’euro in prima pagina

L’uscita dall’euro è diventato un tema rilevante della campagna elettorale grazie a un uso sapiente dei social network, per poi approdare anche sui media tradizionali. Le difficoltà di risposta di chi è a favore della moneta unica e lo sforzo di spostare la discussione su altri argomenti.

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