Prima che sia troppo tardi, è arrivato il momento di arginare l’eccessivo potere delle big tech e dei loro proprietari. Istituzioni e cittadini devono impegnarsi per riportare le opportunità offerte dalla tecnologia all’interno del contratto sociale.
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Una decisione della Cassazione interviene nel lungo dibattito sulla impugnazione delle delibere assembleari di società. E tocca un problema centrale del diritto: il rapporto tra lettera della legge, certezza del diritto ed esigenze di giustizia sostanziali.
I territori più inclusivi sono anche quelli più ricchi, in Italia come in Europa. Lo conferma uno studio sui Sistemi locali del lavoro. Una ragione di più per apprezzare misure come la proposta di legge di Zan contro l’omotransfobia approvata alla Camera.
Probabilmente per far quadrare i conti, il finanziamento del programma di rinascita urbana è distribuito in un periodo di tredici anni. Una scadenza così lunga può minarne il successo. Forse sarebbe meglio unificare il progetto con un’altra misura.
Per un piano industriale complesso e impegnativo quale quello necessario per rilanciare l’acciaieria di Taranto, il problema maggiore è il difetto della fiducia reciproca che nasce da un senso civico diffuso. Senza il quale qualsiasi paese è condannato a languire nell’arretratezza.
Nel 2018 in Italia si sono giocati quasi 107 miliardi di euro. Ma se i più ricchi restano sui giochi tradizionali, sono i più poveri a dedicarsi a scommesse e slot-machine. I risultati di uno studio sugli effetti distributivi del gioco d’azzardo.
Il Cile è l’economia più sviluppata e la democrazia più stabile dell’America Latina. Eppure, l’aumento del biglietto della metropolitana è bastato a scatenare la protesta. Perché dalla fine della dittatura di fatto non è cambiato il sistema di protezione sociale.
L’aumento dei matrimoni è un segnale incoraggiante, soprattutto in confronto a quanto accaduto negli anni scorsi. Ma perché possa dare un vero impulso di vitalità al paese, si devono potenziare gli strumenti a favore dell’autonomia delle nuove generazioni e di solido accesso al mondo del lavoro.
Il testo unico che riforma le società a partecipazione pubblica riduce la possibilità di costituirle o mantenerle, aprendo realmente alla concorrenza. Ma i criteri sono ampi e lasciano ancora troppo spazio alla discrezionalità. Né si capisce cosa succederà una volta chiuse le vecchie partecipate.
I partiti hanno piegato tutte le dimensioni della società italiana verso la ricerca del consenso elettorale. Ora però nelle urne il successo arride a non-partiti come il M5S. Così si cercano nuove forme partito, avvicinandoci all’esperienza americana. Dove i partiti sono sicuramente meno invasivi.