Nove banche europee lanciano una stablecoin legata all’euro. Avrebbe molti vantaggi per il sistema economico e per i consumatori. Eviterebbe possibili rischi di dollarizzazione dell’Europa. Il problema è un mercato unico dei servizi finanziari incompleto.
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Il governo ha usato il golden power per bloccare l’operazione lanciata da Unicredit su Banco BPM. Con un motivo del tutto pretestuoso non solo è entrato in partita, ma ha anche commesso una scorrettezza. Proprio quello che un arbitro non dovrebbe mai fare.

Tar e Commissione europea hanno messo paletti all’esercizio dei poteri speciali nell’operazione Unicredit-Banco Bpm. Più in generale, l’eccessivo interesse dei governi nazionali per le banche contrasta con la costruzione di un mercato unico dei capitali.
Andrebbe maneggiato con cautela, per garantire certezze agli operatori di mercato, e invece il golden power è usato nel settore bancario in modo molto disinvolto dai governi, compreso il nostro. Un ostacolo alla creazione del mercato unico dei capitali.
Unicredit ha presentato un’offerta per acquisire Banco Bpm. Tra i due istituti si possono costruire oggettive sinergie, ampliando diverse attività. Gli ostacoli all’operazione sono il basso premio agli azionisti e la contrarietà di una parte del governo.
L’acquisizione del 9 per cento nel capitale di Commerzbank da parte di Unicredit ha riacceso il dibattito sulle possibili nuove fusioni bancarie in Europa, in particolare su quelle transfrontaliere. Quale atteggiamento adotterà la Bce verso l’operazione?
Socio al 10 per cento, Leonardo del Vecchio vuole raddoppiare la quota in Mediobanca. Che non è più il “salotto della finanza” ma ha il 13 per cento di Generali. Il mercato, tuttavia, non capisce la strategia dell’operazione.
Chi vincerà gli Europei di calcio che si aprono oggi in Francia? Il verdetto del modello messo a punto da Unicredit è spietato: sarà la nazionale di casa ad aggiudicarsi il torneo, battendo l’Inghilterra. I bookmaker, invece, puntano sulla Germania. Per l’Italia pronostici da metà classifica.
È la legge che ci consegna la definizione di consigliere indipendente nel cda delle società quotate. E a quella bisogna rifarsi per evitare giudizi sommari, perché non si tratta di una patente che rende alcuni amministratori più affidabili di altri da guardare con sospetto. Il caso Unicredit.
Il Cda di Unicredit si appresta a licenziare l’amministratore delegato, imputandogli alcune decisioni non condivise. Ma in un classico caso di porte girevoli all’italiana, sembra poi volergli affidare la presidenza della banca. Conseguenze di un sistema pietrificato, nonostante le riforme.