La Ue dovrebbe affrontare la crisi da coronavirus con un approccio sistemico, volto alla ricostituzione della quantità di capitale economico, umano e sociale preesistente. Sarebbe un impegno nello spirito del Trattato di Lisbona. Ecco come quantificarlo.
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In Europa si continua a rimpallare una decisione sulla risposta comune alla crisi creata dal coronavirus. Ma quali sono le diverse opzioni? Dai corona-bond al prestito del Mes fino a un intervento della Bei i vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni.
Lo shock da coronavirus richiede un’importante risposta fiscale. Il costo del suo finanziamento dovrà essere distribuito su più generazioni. Lo si può fare attraverso bond perpetui o a lunghissima scadenza, garantiti dalla Bce. Ma bisogna agire subito.
La sospensione di Schengen in alcuni paesi non significa la fine dell’Europa. Perché i trattati la prevedono e perché la Commissione ha coordinato le limitazioni. Il vero banco di prova per la Ue sarà la risposta alle conseguenze economiche della crisi.
Fenomeni potenzialmente catastrofici come il coronavirus richiederebbero l’applicazione del principio di precauzione. Il confronto fra due circolari fa pensare invece che l’attenzione alla massima precauzione possibile a un certo punto si sia ridotta e che l’allarme sia stato sottovalutato.
La Bce vara un piano straordinario da 750 miliardi. Funzionerà? Dipende dalla composizione degli acquisti di titoli di stato: dovrebbe andare incontro ai paesi con debiti più alti. Ma la vera svolta sarebbe svincolare il programma Omt dall’accesso al Mes.
I mercati hanno reagito in modo molto negativo alle parole di Christine Lagarde sullo spread dei titoli sovrani. Invece proprio questo sarebbe il momento di mostrare che anche nella zona euro la cooperazione tra politica monetaria e fiscale non è un tabù.
La Commissione europea annuncia un primo piano per affrontare la crisi da coronavirus: è insufficiente. La mancanza di una capacità fiscale comune e di un coordinamento efficace della politica fiscale è il tallone d’Achille della Unione monetaria.
Di fronte alla crisi dei migranti sul confine greco la Ue torna a subire i ricatti di Erdogan. Ma soprattutto l’Europa liberale e democratica finisce per adottare un approccio non lontano da quello propugnato dai partiti nazional-populisti e xenofobi.
                
Perché i coronabond sono una buona idea
Di Andrea Boitani e Roberto Tamborini
il 07/04/2020
in Commenti e repliche
Sul nostro articolo “Coronabond, titoli di cittadinanza europea i lettori hanno sollevato tante questioni interessanti. E di ciò li ringraziamo. Proviamo a rispondere raggruppando i vari temi, nella speranza di chiarire il più possibile il senso e la portata della nostra proposta disponibile in forma più estesa e in 3 lingue sul sito di Friedrich Ebert Stiftung.
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