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Se non cambia, sarà ancora “un’Europa delle banche”

Se si vuole che l’Unione bancaria diventi un pilastro della costruzione europea, bisogna trarre una lezione dai salvataggi delle banche italiane. La normativa comunitaria appare insieme complessa e lacunosa e non è attenta alla tutela del risparmio.

Chi decide in Europa sugli accordi di libero scambio

La Corte di giustizia ha stabilito che negoziare e concludere accordi di libero scambio con paesi terzi è competenza esclusiva della Ue, con il controllo del parlamento europeo. Si rafforza l’impostazione attuale della politica commerciale comune.

Poca redistribuzione nel bilancio comunitario*

Il futuro dell’Europa si gioca anche sulla riforma del bilancio comunitario. In quale direzione? Oggi, il suo impatto redistributivo e di stabilizzazione è minimo e dovuto in larga parte alla progressività delle entrate. Sul lato delle uscite vanno mantenuti i capitoli di spesa preassegnati.

Rifugiati: la grande ipocrisia della Ue

L’Unione europea benedice un altro accordo per bloccare il flusso di profughi e migranti dai paesi di transito. Eppure si dice paladina del loro diritto all’accoglienza. Comunque, anche in una fase di crisi economica, avrebbe tutto l’interesse ad attrarre persone giovani e desiderose di inserirsi.

Ceta, il bersaglio sbagliato

La Ue ha negoziato con il Canada l’apertura reciproca di gran parte degli scambi nel rispetto di standard elevati. Il Ceta è un’opportunità per l’Europa e dovrebbe essere un modello per altri trattati commerciali, a partire dal Ttip. Perché è stato osteggiato. Il potere di ricatto dei paesi.

Tutti politici i costi della crisi dei rifugiati

Se la crisi dei rifugiati è una sfida per i singoli paesi e per le prospettive future dell’Unione europea, la risposta può essere solo in un nuovo quadro normativo comune. Gestione comune delle domande di asilo prima dell’arrivo in Europa. E un meccanismo di distribuzione dei migranti “flessibile”.

Ma l’Europa delle dogane adesso è più unita*

Proprio nel momento in cui sperimenta divisioni politiche che rischiano di minarne le fondamenta, l’Unione europea fa perno sui propri pilastri e vara il nuovo codice doganale. E seppur seguendo la logica del compromesso, riafferma il vantaggio strategico della sua esistenza per gli stati membri.

Brexit, divorzio all’inglese

Regno Disunito

Il voto pro Brexit ci consegna un Regno Unito molto diviso. È probabile che la Scozia torni a chiedere l’indipendenza. Anche le linee di reddito segnano una divisione: le aree ricche hanno scelto “remain”, quelle meno benestanti hanno optato per il “leave”. E si apre una questione generazionale.

Se sarà Brexit

La vittoria di Cameron alle elezioni rende più concreta l’ipotesi del referendum per l’uscita della Gran Bretagna dalla UE. Le regole sono fissate dai trattati e prevedono un negoziato con il paese che chiede il recesso. Si profila comunque un lungo periodo di incertezza, soprattutto per Londra.

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