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LA QUALITÀ DELLA SCUOLA PUBBLICA E DI QUELLA PRIVATA

 

Il grafico mostra i punteggi delle scuole pubbliche e private nei test Pisa condotti nel 2006 in Italia. Pisa (acronimo di Programme for international student assessment) è una indagine internazionale promossa dall’Ocse nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di competenze dei quindicenni dei principali paesi industrializzati. Come si vede chiaramente, gli studenti delle scuole private hanno un livello di competenze acquisite nettamente inferiore a quello degli studenti delle scuole pubbliche sia nelle conoscenze matematiche, sia nella comprensione del testo, sia nelle competenze scientifiche. Si noti che queste statistiche non tengono conto del livello di istruzione e di reddito dei genitori (più alto nella scuola privata) che mediamente porta a risultati migliori dei figli. Qualora si controllasse per questi fattori il divario sarebbe ancora più accentuato.

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LA SOLITUDINE DELL’IMPRENDITORE

31 commenti

  1. Sergio Briguglio

    Nulla da obiettare sul contenuto dell'articolo. I grafici, pero', sono fuorvianti per via del troncamento dell'asse delle ordinate: il lettore e' portato a sovrastimare la differenza in percentuale tra i livelli raggiunti dagli studenti dei diversi tipi di scuola.

  2. Broncobilly

    Forse, sull’ argomento, è doveroso confrontarsi anche con le riserve fatte a suo tempo da Luisa Ribolzi intorno a possibili semplificazioni.

  3. giuseppe nicoletti

    Va detto anche che le statistiche non tengono conto della distribuzione delle scuole sul territorio. È presumibile che la distribuzione è più omogenea per le pubbliche che per le private. Per esempio se le private sono più frequenti in zone urbane e centro-settentrionali (ma questo è da verificare) il divario tra i risultati PISA può essere ulteriormente sottovalutato.

  4. Fabrizio Balda

    Le performance della scuola privata non potrebbero essere influenzate dall’effetto selezione, ossia il fenomeno per cui gli studenti che hanno difficoltà nella scuola pubblica si rivolgono ad istituti privati più “accomodanti” per riuscire ad ottenere un diploma?

  5. Danilo De Martin

    Dovrebbero essere disponibili i dati della rilevazione 2009. Non credo in un recupero straordinario del privato, ma la comparazione sarebbe più “fresca”.

  6. Claudio Corti

    Se si sceglie di passare dalla scuola pubblica a quella privata perché alcuni istituti privati sono più accomodanti, significa che questi istituti hanno una qualità notevolmente più bassa rispetto a quella della scuola pubblica. L’effetto selezione non fa che peggiorare la qualità delle scuole private: più la qualità è bassa, più gli studenti che non riescono nella scuola pubblica passano alla privata, così la qualità peggiora ancora e così via.

  7. Mirio de Miro

    Nella scuola "privata" ovviamente cattolica – perché in Italia non possiamo non dirci cattolici – la dirigenza impone spesso e volentieri l’aggiustamento dei risultati. Tale obiettivo si ottiene in due modi: 1) suggerimenti durante lo svolgimento delle prove; 2) accomodamento delle prove ex post (naturalmente avendo a disposizione un vasto set di penne a sfera).

  8. PDC

    Per essere precisi, bisogna dire che le scuole private soddisfano ai bisogni di due categorie totalmente differenti di persone. La prima, minoritaria, è quella di chi vuole garantire un livello di eccellenza all’istruzione dei propri figli ed ha i mezzi per farlo. Sta (starebbe) allo stato rispondere a questa domanda di qualità in modo convincente (ovviamente lo stato sta facendo tutto il contrario). La seconda, prevalente, è quella di chi vuole che i propri figli ottengano un pezzo di carta (legalmente attestante una preparazione fasulla) nonostante evidentemente non abbiano la volontà o la capacità di farlo per la via normale. Qualcosa a metà tra una truffa agli utenti che ed una truffa alla società. Forse sarebbe meglio chiudere questa seconda categoria di scuole e forzare queste persone a fronteggiare i propri fallimenti (cosa sempre educativa).

  9. Davide Prandi

    Ecco il link ai dati freschi. Pur essendo per una scuola pubblica, purtroppo non credo che la qualita’ rispetto alle private sia incontestabilmente migliore. C’e’ molto da lavorare in questo senso anche nel pubblico.

  10. ALBERTO OLMI

    Il merito è quali elementi istituzionali e gestionali possono permettere al sistema educativo di essere più efficace all’interno di vincoli di risorse e di replicabilità in tutto il paese? Apprezzo la chiarezza non altrettanto l’approccio dell’articolo. (Easy logic direbbe Keynes?) Ancor meno la prevalenza ideologica quindi disorientata della maggior parte dei commenti. Tutti i governi sono tentati di facilitare i gruppi di interesse a cui si avvicinano maggiormente. La scuola pubblica e la scuola statale sono due prospettive molto diverse. Paradossalmente se le direttive che disciplinano la qualità minima che devono avere le scuole paritarie fossero abbastanza rigorose nella situazione attuale molte scuole statali non riuscirebbero a raggiungere tali livelli. Ringrazio tutti per il dibattito fondamentale per il nostro futuro.

  11. Fagiani

    L’obiettivo di B. non è quello di consigliare la migliore scuola per i propri figli per quanto riguarda il profitto dello studio. L’obiettivo è quello di dirottare il maggior numero possibile di ragazzi verso quelle scuole che per loro genesi ed interessi saranno portatrici di (dis)valori sociali, in armonia, appunto, con la concezione elitaristica e antidemocratica dei loro genitori. La scuola pubblica non si potrà abolire ma se la renderanno misera negli strumenti e nei contenuti, allora avranno ottenuto comunque il loro scopo.

  12. Luigi Calabrone

    Quando si fanno paragoni fra la scuola pubblica e la scuola privata, e si etichetta quella privata come "scuola per ricchi ignoranti", si finge di dimenticare (la responsabilità degli economisti che collaborano a questo sito è più grave) che, per motivi storici l’Italia ha mantenuto, dall’Unità in poi, un sostanziale monopolio dell’istruzione pubblica, cercando, in tutti i modi di mantenere quella privata in una situazione asfittica. Quella pubblica è gratuita; quella privata è a pagamento, e costa cara. Diviene perciò indirizzo di elezione per il gruppo marginale di allievi che a) vanno già male nella scuola pubblica b) famiglie che possono permettersi di pagarne gli elevati costi. Da queste premesse non possono discendere che cattivi risultati. Negli altri paesi d’Europa (es.: Germania, Francia) le scuole private sono finanziate dallo stato e gli allievi non subiscono la selezione negativa sopra indicata. Tra pubblica e privata c’è concorrenza. In Italia continua la propaganda che sostiene il monopolio dell’Istruzione di stato – residuo dello stato nato dal Risorgimento, poi trasformatosi nello stato etico di infausta memoria.

  13. ARIS BLASETTI

    Tanto per essere chiari io vorrei che la Bocconi, la Cattolica e la Statale costassero tutte la stessa cifra (il costo reale con riduzioni per i veri poveri e meritevoli – non come ai miei tempo in cui i figli dei gioiellieri di Montenapoleone godevano della riduzione mentre mio figlio, figlio di funzionario bancario, pagava la tassa più alta). La stessa cosa auspicherei per i licei e così via, una vera possibilità di scelta ed una concorrenza tra pubblico e privato. Programmi controllati dal Ministero ed esami seri (non la burletta dell’attuale esame di maturità – almeno pari a quello che si faceva ai miei tempi ante ’68). Insegnanti scadenti a casa e studenti svogliati a lavorare col badile. Sono esagerato? Penso di sì… Ma se vogliamo salvare la nostra scuola e la nostra nazione non dobbiamo allontanarci molto da questi miei modestissimi consigli. Tutto il resto è solo demagogia, buonismo a buon mercato sindacalismo esasperato ed esagerata voglia di guadagno da chi gestisce il business di certe scuole private.

  14. Marco Spampinato

    Mi sembra che il dato, fondato su una rilevazione poco o per nulla influenzata da fenomeni di "preparazione/abitudine ai test", in qualche misura possibili sui risultati successivi, mostri un risultato del tutto inatteso. Innanzitutto è inattesa la differenza tra scuole private non sussidiate e scuole private sussidiate, a riprova che il sussidio non sembra andare propriamente nella direzione di scuole private di qualità o in "competizione" sul merito con le scuole pubbliche. Alla luce di questi dati, tenendo conto di ciò che qualcuno sostiene in merito alla libertà di scelta, varrebbe forse la pena proporre, intanto, di togliere il sussidio alle scuole private. Si avrebbero allora veramente due opzioni "pulite": la scuola statale e le scuole private (imprese che producono istruzione senza sussidio pubblico), tra loro in competizione. Ci possono essere obiezioni a questa scelta, ma qual’è la ragione di sussidiare scuole private che, prima di ogni altra considerazione, non preparano gli studenti nemmeno al livello medio della scuola statale?

  15. Giuseppe P.

    Le migliori scuole al mondo sono in Finlandia. Guarda caso sono tutte pubbliche…

  16. Michele Intorcia

    Se i dati presentati non vengono aggiustati statisticamente per potenziali fattori di confondimento con le opportune tecniche statistiche, ogni deduzione è totalmente arbitraria e senza fondamenti. Non conosco questo ambito di ricerca, ma credo che potenzianli confondenti siano: età, genere, anni di scolarizzazione, tipo di scuola, area geografica, livello di scolarizzazione dei genitori, livello educativo dei genitori. Ma sono certo che se ne possono trovare degli altri. Senza questa operazione essenziale non possiamo dedurre che la differenza osservata nel test PISA sia associata al tipo di finanziamento della scuola.

  17. Alessandro

    L’esperienza mia e di quelli della mia generazione è che, almeno nella mia provinciale Firenze, chi non passava alle scuole pubbliche andava alla scuola privata. Per cui i risultati dei test confermano questa sensazione. Al di là delle grandi città, dove esistono delle scuole private di grande tradizione, nel resto del paese la scuola pubblica è ancora superiore alla scuola privata.

  18. Popinga

    Sarebbe interessante conoscere la varianza dei risultati. Secondo me, esistono due grandi categorie di scuole private: le scuole che promuovono cani e porci (basta pagare) e le scuole di eccellenza. Tale ipotesi si rifletterebbe in una varianza dei dati nettamente superiore del comparto privato.

  19. alessandra

    L’indagine però non tiene neanche conto del fatto che l’utenza delle scuole private è sicuramente più problematica rispetto a quella delle pubbliche. Spesso gli studenti che si rivolgono al servizio privato sono ragazzi con difficoltà non solo e non sempre di apprendimento, ma che possono riguardare la sfera emotiva. Nella scuola privata l’attenzione a quest’ultimo aspetto è senz’altro maggiore, e spesso i risultati non tardano ad arrivare. Per fare una comparazione adeguata bisognerebbe a mio avviso analizzare non solo i livelli in uscita, ma anche quelli in entrata e misurare il valore aggiunto della scuola e dei suoi operatori.

  20. vito facchini

    La scuola pubblica ha donato all’Italia fior di scienziati, economisti e letterati che, per difficoltà finanziarie o per volontà dei genitori, non hanno potuto frequentare le scuole private. Mi risulta che le scuole private non siano certamente alla portata di tutti, a differenza di quelle pubbliche a cui tutti posso accedere. La qualità, inoltre, della scuola pubblica (con tuttti i suoi problemi) non è per niente inferiore a quella privata.

  21. giancarlo c

    Se una scuola la paghi, è ovvio che ti promuove. Un po’ come le agenzie di rating. PS: lo Stato sociale/democratico di diritto (lo stadio più evoluto di autorità nella storia dell’umanità), pur con tutti i suoi limiti, è la forma migliore di garanzia collettiva di imparzialità del potere e della redistribuzione della ricchezza. Il Mercato è solo un’espressione moderna della legge della giungla e della competizione per la sopravvivenza; lo Stato è un tentativo (progressivo) di cercare un Ordine nella realtà. Ma è possibile che ancora oggi ci sia gente che crede alla fesseria della mano invisibile e dei vizi privati che si trasformerebbero in pubbliche virtù?

  22. Leonardo Azzini

    Fra le scuole private ci sono i tanto bistratati istituti professionali, senza i quali molti ragazzi non avrebbero speranze nelle scuole con tanti concetti e poca pratica. Queste scuole, che certo non fanno soldi con la loro attività, hanno strutture costosissime perchè, per preparare un operaio specializzato, lo devi far lavorare su una macchina a controllo numerico e devi avere degli insegnati che accettano il rischio di far lavorare al tornio un ragazzino. Questi ragazzi sono abbandonati dalla scuola pubblica che non offre alternative allo "stare nel banco". Oggi queste scuole respingono i ragazzi perchè non hanno risorse per organizzare un numero sufficiente di corsi. Mi piacerebbe sapere se il test PISA include anche queste scuole, se il test PISA ha un senso per questo tipo di scuole, e se è possibile sapere a quale tipo scuola privata vengono destinati i soldi pubblici, perchè se a beneficiarne fossero gli istituti professionali sarebbe solo un compensare una grave lacuna del nostro sistema scolastico pubblico.

  23. luciano fedi

    Ma il presidente Berlusconi le ha viste queste statistiche? Qualcuno del suo staff farebbe bene a mostrargliele, anche se non credo servirebbero a modificare il così detto stile berlusconiano di parlare (e sparlare) dei problemi.

  24. Maria Rosa Di Lallo

    Confidando nell’onestà intellettuale dell’articolista, lo inviterei, se non l’avesse già fatto, a leggere alcuni contributi di Giorgio Vittadini, Luisa Ribolzi e Tommaso Agasisti, apparsi su http://www.ilsussidiario.net, che mi sembrano fomulare osservazioni equilibrate sui limiti di PISA e su una corretta interpretazione dei risultati.

  25. angela sfrecola

    Dopo aver letto attentamente i vostri commenti, non posso fare altro che dissociarmi con le vostre affermazioni! Dopo aver fatto la triennale in una scuola pubblica, sto frequentando la specialistica in una scuola privata. Anche io, prima di immergermi in "un’ altra realtà" ero concorde con i vostri pensieri, ma ora non posso solo fare altro che affermare che questi non sono altro che "luoghi comuni". Qui nessuno regala niente, non ci sono sconti, come nella pubblica.

  26. marziano

    Ma se tra le private la statistica ci mette dentro anche i vari lo Studium, Tuminelli, e Oppenheimer (giusto per stare a Milano) allora il paragone è non regge. Dipende dal criterio di selezione dei dati: qualsiasi scuola privata non è un criterio, anzi quelle andrebbero tolte. Senonchè è lo Stato che dà l’ok anche all’Istituto Parificato Mary Poppins (copyright corrado guzzanti); in questi, peraltro, molti insegnanti pubblici arrotondano.

  27. Luigi Calabrone

    La lettura dei numerosi commenti finora apparsi su questo sito conferma l’opinione che questo grafico e e le relative deduzioni – la minore qualità dei risultati della scuola privata rispetto a quelli della scuola pubblica – siano assolutamente infondate, prima di tutto sul piano statistico. I commenti hanno fatto rilevare che la non omogeneità dei campioni utilizzati rende impossibile ogni paragone. Per la credibilità di "lavoce.info" sarebbe utile che l’estensore dell’articolo facesse ampia ammenda di quanto imprudentemente affermato. Altrimenti, i lettori dovrebbero concludere che questo sito – che dovrebbe contenere opinioni motivate di studiosi e cultori di economia – in realtà non si differerenzia per nulla da altri siti di pura propaganda politica, che, almeno, non si presentano con un’aura di "scientificità".

  28. ANTONIO CALCARELLA

    Il nostro presidente del Consiglio non ha neanche la decenza di salvare la faccia, essendo (ahinoi!) un uomo di stato. Sputa sentenze contro le Istituzioni e denigra qualsiasi cosa possa ostacolare i suoi affari privati di qualsiasi genere, salvo ritrattare il giorno dopo o smentire ed accusare gli altri di non aver capito. Pensa di dirigere l’Italia come un’azienda privata e se qualcuno lo contraddice è un eretico e merita fango. Non credo che sia padrone anche di scuole private, ma di certo può ottener qualcosa da chi ce le ha, visto che il mercato delle vacche non chiude mai.

  29. antonio gasperi

    Per parlare con cognizione di causa bisognerebbe sapere se il gruppo private government (schools), tradotto in modo impreciso "scuole private con finanziamento pubblico", corrisponde alle cd. scuole paritarie, ossia le scuole private che in base alla l. 62/00 sono riconosciute dallo stato e rientrano nel sistema nazionale di istruzione. Una legge sulla parità scolastica vecchia ormai di 10 anni, per quanto applicata in modo diverso – stante la competenza concorrente in materia scolastica ex art. 117 Cost. – da regione a regione, dovrebbe quindi aver prodotto dati abbastanza omogenei nel gruppo private government.. Se così stanno le cose, i dati sono effettivamente piuttosto sorprendenti, non tanto circa il risaputo divario fra scuola statale e non (la scuola nacque e restò "giacobina" finché andare in seminario era l’unico fattore di mobilità sociale) ma riguardo ad una competenza "letteraria" che nelle private government è circa la metà del gruppo private independent. Se ne deduce che a) lo Stato finanzia diplomifici, b) nel pressing per i finanziamenti le scuole cattoliche devono rivedere la loro strategia di lobbying.

  30. Wally Z.

    Che la scuola privata fosse un diplomificio o una scuola per l’élite, mi importerebbe fino ad un certo punto, purchè venisse rispettato senza sotterfugi truffaldini il chiaro articolo 33 della Costituzione: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato."

  31. Porcu Silvana

    In Italia non esiste un sistema parallelo di Scuola Publica e Scuola Privata. Le scuole private si concentrano alle elementari ed alle scuole superiori. L’offerta della scuola superiore privata si limita ad un "recupero anni"molto dispendioso ma di bassa qualità. La scuola elementare, invece, è di solito molto migliore della scuola pubblica poichè ne applica i programmi e le modalità che sono validissimi ma, appunto, nella scuola pubblica riamangono troppo spesso sulla carta. Al di là del grafico, comunque, la Scuola pubblica, quando funziona, è validissima poichè offre agli studenti un’opportunità di crescita a 360 gradi. La situazione in Italia è sempre "a macchia di leopardo", così come per la Sanità che ci garantisce la liberazione da un’unghia incarnita ed un trapianto quando ne abbiamo bisogno. Non siamo ancora una nazione ma un’accozzaglia di regioni mal governate.

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