Negli ultimi anni i paesi dell’Est europeo hanno notevolmente migliorato la loro posizione nelle classifiche di inclusione finanziaria e in quelle che misurano il benessere della popolazione. Una conferma della validità del progetto di Europa unita.

Il World Happiness Report 2025

A marzo è stato pubblicato il World Happiness Report 2025, una ricerca molto utile per cogliere il grado di diffusione della felicità in molti paesi del mondo e i fattori che la determinano.

Il Rapporto del 2025 evidenzia un aspetto spesso trascurato del benessere collettivo: la gentilezza e la condivisione migliorano la vita non solo di chi riceve, ma anche di chi dona. Il Report di quest’anno analizza, infatti, il legame tra benevolenza e felicità e mostra come la percezione della generosità altrui influenzi profondamente lo stato d’animo delle persone.

Come già negli otto anni precedenti, la Finlandia si è confermata il paese più felice al mondo, con un punteggio medio di 7,736 su 10. Mentre sorprende l’ingresso di Costa Rica e Messico fra i migliori dieci paesi, Regno Unito e Stati Uniti hanno registrato un calo, scendendo rispettivamente al 23° e 24° posto. Ancora più indietro si posizionano Francia (33°), Spagna (38°) e Italia (40°).

Il World Happiness Report offre numerosi spunti, ma ci soffermiamo qui su due punti che ci sembrano particolarmente significativi.

Il grado di inclusione finanziaria

Innanzitutto, i dati sulla felicità elaborati da Gallup per il Report possono essere incrociati con il grado di inclusione finanziaria, il Global Findex della Banca Mondiale.

Il grado di felicità va inteso come espressione di un insieme di fattori che incidono sul livello di benessere e di realizzazione della persona. L’indice Gallup infatti considera varie componenti: il Pil pro capite, poiché all’aumentare del reddito corrisponde un incremento della felicità (almeno in una fase iniziale, cioè fino a un adeguato livello di ricchezza); il sostegno sociale (dato dalle relazioni familiari e con la comunità in cui si vive); le aspettative di vita in salute (più sono alte, più elevata è la felicità); la libertà di poter fare scelte di vita, ma anche la generosità (e quindi la collaborazione fra persone e il sostegno a coloro che si trovano in condizioni svantaggiate); la percezione della corruzione (e quindi il grado di affidabilità delle istituzioni, fra cui possono essere comprese, in un’accezione ampia, anche le banche).

La chiara relazione che emerge fra i due indicatori è coerente con il fatto che l’insediamento bancario si realizza in contesti sociali positivi, di benessere e fiducia.

Il grafico 1, che unisce la diffusione dei conti correnti (prevalentemente bancari) al ranking di felicità a cui appartengono i singoli paesi, è molto chiaro. Tanto più elevata è la felicità, tanto più basso è il valore del ranking (il primo paese è la Finlandia). Analoga distribuzione poteva essere ottenuta, ovviamente, usando il valore dell’indice (da 7,736 riferito alla Finlandia a 1,364 in Afghanistan, l’ultimo paese, ovvero il 147°). 

Figura 1 – Inclusione finanziaria e felicità (% adulti che hanno c/c e ranking Gallup)

Nota: sono stati evidenziati solo i principali paesi dell’Est Europa e i paesi Brics, nonché l’Italia, il primo (Finlandia) e l’ultimo (Afghanistan).
Fonte: nostre elaborazioni su dati World Bank Global Findex e World Happiness Report 2025

Molti paesi dell’Est Europa mostrano un grado di inclusione più elevato rispetto a quello teorico coerente con il grado di felicità mostrato dalla distribuzione complessiva dei dati, vale in particolare per Croazia, Ungheria e Repubblica Ceca.

In Croazia (72° posto) più risulta debole la libertà di fare scelte individuali e più elevata è la distopia, ovvero la visione negativa, rispetto alla vicina di graduatoria, l’Ungheria (69° posto). La Slovacchia ha un Pil pro capite più elevato, ma lo è anche la possibilità di contare sul supporto sociale – insieme i due fattori spiegano la posizione migliore (50a) nella graduatoria. Il supporto sociale è molto basso in Albania e, unito a un Pil pro capite modesto, spiega la 89a posizione. Anche i paesi Brics hanno un grado di inclusione finanziaria più elevato rispetto al contesto di benessere, collettivo e individuale, che risulta basso soprattutto in India (118a).

Dove la migliora la felicità

Per quanto riguarda invece la crescita della felicità, va evidenziato il notevole miglioramento registrato nell’Est Europa. Fra i venticinque paesi che hanno segnato il maggior incremento nell’ultimo decennio, ben dodici appartengono a quest’area. La Serbia guida la classifica, prima fra tutti paesi del mondo.

Figura 2 – Cambiamento della felicità dal 2006-2010 al 2022-2024

Fonte: nostre elaborazioni su dati World Happiness Report 2025.

Si tratta di un risultato da sottolineare in un periodo in cui tanto si discute dei limiti dell’Europa. In altre parole, l’allargamento dell’Unione europea risulta aver portato un netto beneficio in termini di soddisfazione e felicità nella popolazione, nonostante permangano varie sacche di insoddisfazione, come sembra dimostrare l’avanzata dei partiti populisti locali. Ne è un esempio la Romania, che pure ha registrato il quinto miglior incremento.

Tra i paesi con i miglioramenti più decisi troviamo, all’ottavo posto, la Bosnia Erzegovina, che pure è ancora travagliata da profonde divisioni interne. Seguono Ungheria, Polonia e Slovenia, che si collocano fra la 20a e la 24a posizione. Fa eccezione la Croazia, che non sembra avvantaggiarsi del passaggio all’euro – che invece poteva rappresentare un risultato particolarmente positivo in termini sociali – e si è posiziona solo al 61° posto nella graduatoria del miglioramento.

I miglioramenti ottenuti dai paesi dell’Est Europa sono un risultato importante poiché indica che la costruzione di un’Europa unita non è un’utopia, come alcuni la considerano, ma un progetto vivo. I passi in avanti non sono stati compiuti solo in termini di Pil pro capite, ma anche in termini di interazioni sociali, fiducia, sostegno sociale, aspettative di vita, benevolenza e percezione della corruzione.

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