La Bce prepara il lancio dell’euro digitale, per modernizzare i pagamenti nell’Eurozona. La nuova moneta elettronica punta a garantire più autonomia, più sicurezza e costi più bassi per utenti e imprese. L’incognita è come sarà accolta dai consumatori.

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Autonomia strategica per l’Europa

La Banca centrale europea spinge sull’acceleratore per lanciare il suo euro digitale, la versione elettronica della moneta unica pensata per modernizzare il mercato dei pagamenti e ridurre la dipendenza dell’Europa dai giganti internazionali come Visa e Mastercard.

Secondo le previsioni della Bce, il sistema sarà in grado di gestire subito fino a oltre 50 miliardi di transazioni all’anno, con l’obiettivo di arrivare, a pieno regime, a coprire circa il 40 per cento del mercato dei pagamenti elettronici. Un potenziale enorme, se si considera che nel 2023 le transazioni con carta hanno superato gli 84 miliardi di operazioni per un valore complessivo di 3,2 trilioni di euro.

L’euro digitale non è solo una questione di tecnologia. L’idea della Bce è di rafforzare la sovranità economica europea, riducendo la dipendenza dai circuiti internazionali che oggi regolano circa due terzi delle transazioni con carta nell’area euro.

Significa anche proteggere i dati delle operazioni, sempre più preziosi in un contesto geopolitico in rapida evoluzione.

Opportunità e rischi per le banche

Per le banche, l’euro digitale rappresenta sia una sfida sia un’opportunità. Da un lato, gli istituti potranno offrire portafogli elettronici e nuovi servizi ai clienti, fidelizzandoli e contrastando la concorrenza delle big tech.

Dall’altro, le associazioni di settore temono che il nuovo sistema possa ridurre i margini di guadagno, visto che gran parte delle loro entrate deriva dalle commissioni sui pagamenti. Secondo le stime dell’Autorità bancaria europea, le commissioni rappresentano oltre un quarto dei ricavi da servizi degli istituti del continente. Se l’euro digitale venisse offerto con costi bassi e limiti di detenzione elevati, i depositi bancari potrebbero ridursi, con effetti sul credito a famiglie e imprese.

Consumatori divisi

Un’altra sfida riguarda l’adozione da parte del pubblico. I sondaggi mostrano segnali contrastanti: una ricerca di BearingPoint evidenzia che un cittadino su tre nell’Eurozona sarebbe disposto a utilizzare l’euro digitale, con maggiore apertura tra i giovani. Al contrario, un’indagine di Payments Europe rivela che oltre la metà dei consumatori non è convinta di volerlo usare. La Bce dovrà quindi lavorare per spiegare i vantaggi del nuovo sistema e costruire fiducia intorno alla sicurezza e alla semplicità d’uso.

Investimenti e tempi

Il lancio ufficiale non avverrà prima del 2028, ma i lavori tecnici sono già in corso. Una volta superati i passaggi legislativi al Parlamento europeo, il Consiglio direttivo della Banca centrale dovrà approvare un investimento stimato in 1,5 miliardi di euro per completare lo sviluppo e avviare la diffusione della moneta digitale.

Una rivoluzione possibile

Se il progetto dovesse avere successo, l’euro digitale potrebbe ridurre i costi dei pagamenti, aumentare la concorrenza tra gli operatori e dare all’Europa una maggiore indipendenza nei sistemi finanziari globali. Ma il percorso non sarà privo di ostacoli: il coinvolgimento dei cittadini e il dialogo con le banche saranno determinanti per trasformare questa ambiziosa innovazione in una realtà di uso quotidiano.

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