Lavoce.info

Karlsruhe: doppia sfida all’Europa

La Corte costituzionale tedesca non si è limitata a esporre alla Corte di giustizia UE i suoi dubbi sul ruolo e la funzione della Bce e sulla solidarietà europea. Ha espresso una netta visione politica. Dalle risposte che riceverà dipenderanno gli assetti costituzionali dell’Europa del futuro.

DUE QUESITI PER LA CORTE DI GIUSTIZIA

Lo scorso gennaio, la Corte costituzionale tedesca ha posto alla Corte di giustizia UE due questioni relative alla legittimità della decisione della Bce sul programma cosiddetto Omt (Outright Monetary Transaction), che prevede la possibilità da parte del sistema delle banche centrali europee di acquisto illimitato di titoli di debito pubblico nel mercato secondario a favore di quegli Stati che aderiscano alle politiche di condizionalità fissate dall’European stability mechanism. Con la prima questione, la Suprema Corte tedesca vuole sapere se la decisione rientra nella politica monetaria, ovvero se deve ritenersi di politica economica; con la seconda, invece, vuole che gli eurogiuridici di Lussemburgo stabiliscano se il programma Omt è compatibile con il divieto di facilitazione finanziaria previsto dall’articolo 123 del Trattato sul funzionamento della UE.
Non confondano gli esoterismi sia giuridici che economici: le due questioni esprimono una netta visione politica e dalle risposte che verranno loro date dipenderanno gli assetti costituzionali dell’Unione Europea del futuro.
La prima questione riguarda il ruolo e la funzione della Bce. [tweetable]Nei trattati UE è disposto che la politica monetaria sia di competenza esclusiva dell’Unione e quindi sia nella completa disponibilità della Banca centrale[/tweetable], mentre le politiche economiche rimangono di competenza dei singoli Stati membri e l’Unione ha solo un ruolo di facilitazione del coordinamento delle diverse scelte nazionali. Così, se il programma Omt deciso dalla Bce rientra nella politica monetaria, è legittimo; mentre se è qualificabile come atto di politica economica, è inammissibile ai sensi del Trattato. La prima interpretazione consentirebbe alla Bce di operare in autonomia e con pienezza di strumenti, avvicinandola alla Fed americana; in base alla seconda, sarà sempre solo la guardiana della stabilità dei prezzi.
La seconda questione riguarda invece il tema della solidarietà europea. L’articolo 123 del Trattato sul funzionamento della UE vieta ogni forma di facilitazione creditizia della Bce e delle banche centrali nazionali a beneficio degli Stati o dell’Unione. Questo generale divieto di aiuti è finalizzato a sottoporre gli Stati alla disciplina del mercato: se non vogliono veder accrescere il tasso di interesse dei loro titoli pubblici, gli Stati devono mantenere in equilibrio i bilanci nazionali, senza poter contare su alcuna facilitazione da parte delle istituzioni finanziarie comuni. Se la Corte di giustizia dirà che il programma Omt è compatibile con l’articolo 123, vorrà dire che in alcuni casi, e a determinate condizioni, questa “clausola di non-solidarietà” non si applica, e la Bce può intervenire, con gli strumenti dell’Unione, nell’interesse di un singolo Stato membro.

Leggi anche:  È arrivato il tempo di una legge elettorale europea?

L’EUROPA E GLI STATI

Le due questioni, vertendo sulla validità di un atto della Bce, devono essere risolte dalla Corte suprema dell’Unione, ossia dalla Corte di giustizia. È per assicurare il ruolo di garante della coerenza e unitarietà del diritto UE che i trattati prevedono che ogniqualvolta un giudice nazionale abbia un dubbio circa l’interpretazione o validità di un atto europeo, si spogli del problema e lo rinvii, prima di pronunciarsi, alla Corte di giustizia.
Nel caso però, la Corte di Karlsruhe ha assolto a questo suo dovere di rinvio pregiudiziale in maniera assai discutibile e irrituale. Non ha semplicemente espresso i suoi dubbi alla Corte di giustizia circa la compatibilità del programma Omt con i trattati UE, lasciando a quest’ultima la decisione finale. Karlsruhe ha invece: a) con una lunga e ragionata motivazione, già manifestato la sua ferma convinzione che il programma Omt, così come deciso dalla Bce, sia illegittimo e b) fissato le modifiche del programma stesso necessarie per renderlo compatibile con i trattati UE; tra queste, in particolare, la Corte tedesca ha chiesto che sia esclusa la possibilità della Bce di essere coinvolta nella eventuale ristrutturazione del debito pubblico e che l’acquisto di titoli di debito nazionali non sia illimitato.
(pt)Si tratta di una doppia sfida senza precedenti che Karlsruhe ha lanciato alla Corte di Lussemburgo e alla Bce. Nei confronti della prima, attraverso il rinvio pregiudiziale, si è formalmente inchinata, ma nella sostanza ha stabilito le condizioni che si aspetta di veder soddisfatte nella futura sentenza degli eurogiudici. Nei confronti della seconda, non si è limitata a segnalare “in negativo” gli aspetti di illegittimità del programma Omt, lasciando alla Bce la decisione sugli eventuali correttivi, ma ha definito “in positivo” le modifiche che la Bce deve effettuare per applicare il programma Omt.
[tweetable]Karlsruhe ha fatto la sua mossa, assai inappropriata per chi, come chi scrive, crede che le questioni europee debbano essere risolte dall’Europa e non da un singolo Stato[/tweetable]. Lussemburgo dovrà rispondere fermamente, come ha già fatto in passato in molte occasioni. E ricordando Machiavelli: bisogna essere volpe per riconoscere le trappole, e leone per impaurire i lupi.
[print-me]

Leggi anche:  Concorrenza e crescita: un campionato globale

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Agricoltori e cordoni della borsa pubblica*

Precedente

Città metropolitane? No, solo province indebolite

Successivo

Pubblico impiego: tanto a pochi, poco a tanti*

29 commenti

  1. Piero Thor

    Gli Americani (mercati) nel 2011 ci hanno punito per vari motivi (esterni ed interni). Quando sarà necessario ci ri-salveranno (come nel 43) dalla Germania questa volta sparando a lei che come tutti è piena di scheletri nell’armadio. Non è sperare nello stellone. E’ che Noi Piigs da soli non ce la potremmo mai fare, neppure se il Mediterraneo trovasse la forza di allearsi, neppure se facessimo le riforme (cioè tagli e patrimoniali che come noto aiutano l’economia :). Non è che gli Americani siano buoni. Ma perchè ormai gli serve un’Europa Unita ed Alleata in logica Anti-Cina di lunghissimo termine. Quella sarà la vera partita del secolo. Se qualche non-complottista mi spiega come ha fatto un Italiano ex GoldmanSachs ad andare alla Bce contro il parere della Bundesbank allora costui avrà ragione a dire che io sono solo un complottista.

    • Gli americani ci hanno salvato dalla Germania ieri, ci stanno salvando oggi con i Qe (70 miliardi mese), un po’ di liquidità è arrivata in Europa, solo che la Bce non è all’altezza della situazione, la volontà di una moneta forte della Germania sta uccidendo l’economia dei paesi meridionali, le riforme non c’entrano nulla.

      • Piero Thor

        Caro Omonimo.
        Anche per me OMT non servirà perchè Usa (= mercati) non ci attaccheranno se eviteremo di mandar sù l’odiato Silvio.
        Bce rifarà Ltro Maggiorato = rinnovo cambiali = Ri-Capitalizzazione Occulta Banche che comprano Bonos/Btp. Germania ha 800 mld Crediti Commerciali Target2 e più stà in Surplus più aumentano. Non può perderli (elettori tedeschi non lo sanno ; Buba & Elitè sì)

        • Mi limito solo all’economia: condivido che vi sarà una proroga degli Ltro, le banche italiane devono rimborsare ancora 225 miliardi e scadono quest’anno, penso che ciò non sarà possibile.
          Ma il vero problema non è la proroga che è certa, ma l’unione bancaria che verrà messa come condizione per la proroga. Ricordo che l’unione bancaria così come concepita non è altro che un’altro cappio al collo dell’Italia, che verrà in tale modo esautorata dalla leva monetaria.

          • Piero Thor

            L’Italia ha già perso la sovranità monetaria e non solo. Non potendo finanziare deficit pubblici con moneta (come Usa, Uk, Giappone e perfino Cina) dopo un po’ ti costringono a ristrutturazioni sociali con tagli/tasse che una democrazia, spesso clientelare, non avrebbe mai accettato. L’unione bancaria è più pericolosa per la Germania che per i Piigs: noi abbiamo crediti commerciali incagliati (spesso a grossi amici: clientele); loro con Db hanno leve fuori controllo su derivati. Db è peggio di Mps o Bpm. Se gli americani decidono di alzare il velo sono i tedeschi che dovranno chiedere aiuto alla Bce.

          • Maurizio Cocucci

            USA, UK, Giappone e Cina finanzierebbero i deficit con emissione di moneta? Mi è nuova. I deficit sono stati da tutti e quattro (ma è ciò che fanno quasi tutti i Paesi) finanziati con l’emissione di titoli del debito collocati sul primario. Fanno eccezione paesi come l’Argentina che non godono di fiducia dopo le esperienze passate e i risultati si vedono. Le banche centrali dei quattro paesi citati hanno proceduto ad una manovra di Quantitative Easing che ha comportato acquisti di titoli deteriorati da banche e istituti finanziari onde ripristinare la liquidità necessaria.

          • Piero Thor

            Secondario funziona così: compramelo tu che un minuto dopo me lo riprendo io (così tu ci fai pure la cresta e ti ri-capitalizzi). E se serve nei Repo abbasso collaterale. Un es. Europa è Ltro alla faccia del Primario Omt che a te e Buba non piace (e che taglierebbe le creste del bancario). Triangolazioni coprono tutto: bond pubblici, bancario e corporate. Fondi SalvaStati devono raccogliere, Banche Centrali no.Tutto diventa moneta perchè occidente era fallito inclusa tua Germania ad es. con Db&C.

          • I crediti incagliati aumenteranno sia con la stretta e che con l’unione bancaria, qui siamo allo sfascio totale, i crediti clientelari stanno anche in Germania, anzi li con il capitalismo renano abbiamo solo credito clientelare.
            La Germania ha accumulato surplus nei rapporti tra euro che gli permette una potenza finanziaria senza precedenti, solo la rottura dell’asse valutario la riporterà alla realtà se non vuole fare vere politiche monetarie espansive.

    • Maurizio Cocucci

      I tagli alla spesa pubblica sono l’unica via per poter ridurre le imposte che sono il motivo principale della crisi in quanto hanno progressivamente ridotto la capacità di spesa dei cittadini. Aumentare viceversa la spesa pubblica pensando di finanziarla chiedendo ai mercati denaro in prestito è velleitario e inutile. Si può spingere un’auto se ha la batteria scarica ma se le manca la benzina la si può spingere finché si vuole ma non si metterà mai in moto. Un incremento di spesa da parte dello Stato avrebbe lo stesso effetto degli incentivi pubblici, ad esempio come quelli che ci furono per le autovetture o per gli elettrodomestici. Darebbe una spinta limitata nel tempo e nelle dimensioni. Occorre invece ridare carburante alleggerendo le imposte verso le famiglie e le imprese aumentando così il reddito disponibile dei cittadini in maniera anche da ricostituire il ceto medio, ovvero quello che con la sua capacità di spesa costituisce la maggior parte della domanda aggregata interna. Le imprese dal canto loro potrebbero dipendere meno dal sistema bancario. Quanto ai riferimenti storici sarebbe opportuno evitarli, soprattutto se citati erroneamente. In quel conflitto noi non fummo vittime, ma coloro che si schierarono a fianco dell’aggressore pertanto parlare di liberazione lo trovo decisamente stridente con la realtà storica.

      • Piero Thor

        Picco max ci furono 400k partigiani su 40 milioni. Ma in media credo fossero la metà = 0,5% popolazione. Ci salvarono dai nostri errori e dalla nostra viltà. Ed anche dalla Germania che era molto ma molto ma molto peggio della già pessima Italia. Ci salvarono da tutti e due. la spesa a debito noi ce la siamo giocata negli anni fine 70 / 80 spesso con derive clientelari. Ora paghiamo. Clientelare è anche l’evasione di massa. Clientelare sono anche leggi a favore degli ordini professionali. Visco si è lasciato sfuggire: quando potevamo monetizzare la politica (e la gente in massa aggiungo io) ha sperperato, quindi è meglio che oggi nn si possa più stampare. Spesso quelli di destra citano solo spesa e quelli di sinistra solo evasione/professioni. Diceva Hegel: la Verità è l’Intero. Venendo a tempi più recenti unirono Est/Ovest furono scaricati tonnellate di aiuti sull’Ue e nessuno fece bah. Anche x i Tedeschi vale l’Intero : non è tutta colpa loro, ma non è neppure vero che son dei puri.

  2. andreag

    Ho qualche dubbio di natura giuridica.
    Intanto cosa accadrebbe qualora un paese dovesse trovarsi sotto attacco e chiedesse l’applicazione del programma Omt mentre stiamo ancora attendendo un decisione della Corte di Giustizia Europea. In secundis, cosa accadrà se dal Lussemburgo accolgono la legittimità tout court delle Omt e Karlsruhe conferma la linea intransigente di non permettere ad “alcuna Autorità tedesca, compresa la Bundesbank, di aderire al programma o parteciparvi”? A logica ritengo dovrebbe venire sanzionata la Germania per mancato adeguamento ai Trattati o per loro intralcio, però qui poi si entra nella spirale delle disquisizioni dotte quanto inutili sulla priorità di un diritto (comunitario) rispetto ad un altro (costituzionale), alla faccia del fatto che l’euro dovrebbe essere un ideale cui tendere anche tramite compromessi.

    • La Germania deve essere già sanzionata per l’eccessivo surplus della sua bilancia di pagamenti, si figuri se verrà sanzionata se non decide di aiutare un paese già morto; tanto in Europa il peso politico della Germania, ormai con una economia che è stata ritenuta da tutti di traino dell’Europa, è cresciuto e tutti i paesi si adeguano.

    • Pietro Manzini

      Il fatto che Karlsruhe abbia sollevato la questione pregiudiziale milita a favore della futura osservanza della sentenza. Se ciò nonostante essa cessasse di rispettare il diritto Ue non potrà poi pretendere che gli altri Stati lo rispettino. Per questa via l’Unione si smembra in 6 mesi.

  3. Vincesko

    1) Funzioni della BCE.
    Obiettivi- “L’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi”. Inoltre, “fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nella Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell’articolo 2” (articolo 105, paragrafo 1, del Trattato che istituisce la Comunità europea).
    Gli obiettivi dell’UE (articolo 2 del Trattato sull’Unione europea) sono un elevato livello di occupazione e una crescita sostenibile e non inflazionistica.
    http://www.ecb.int/ecb/orga/tasks/html/index.it.html
    2) Come risulta dal suo statuto, essa ha come compiti istituzionali non solo la difesa dei prezzi, ma anche la crescita economica e dell’occupazione. Rammento, per inciso, che l’attuale tasso di inflazione UE è ai minimi storici, anzi ci sono rischi reali di deflazione generalizzata.
    3) Primo Levi scrive ne “La Tregua” che i Tedeschi sono arroganti. Dostoevskij scrive (‘Memorie dalla casa dei morti’): “Di certo si doveva credere un uomo molto intelligente, come accade per solito a tutti gli uomini ottusi e limitati”. L’arroganza dei Tedeschi rasenta l’ottusità, ma ovviamente c’è anche un calcolo egoistico da bottegai: l’attuale UE li favorisce ed essi inclinano irresistibilmente a prendere solo i vantaggi e non ad assumersi anche gli oneri di Paese leader (per inciso: l’Italia finora non ha preso neppure un euro ed ha contribuito al Mes in ragione della sua quota nella Bce, come la Germania in ragione della sua).

    • Sono d’accordo, ma temo che la Corte di giustizia europea affermerà che gli Omt che a mio avviso non servono a nulla, sono contrari al Trattato. Tanto gli Omt non entreranno mai in funzione, è un procedimento molto complicato, servono solo a raccogliere i cocci di un paese già rovinato.

    • henricobourg

      Ottimo #1 e #2, fuorviante #3. L’Italia è un rischio per la Germania (e i suoi alleati per merito); l’Italia è nell’euro perché l’ha richiesto promettendo ma non ha mantenuto le promesse e sembra più incerta, più inaffidabile che mai (fiscal compact): chi osa dire come fare per far quadrare i conti (tenere le promesse, adempiere agli impegni)? Non se ne parla nemmeno, si devia la discussione su una revisione delle regole Ue. I tedeschi arroganti hanno ragione di aver paura degli Italiani così umili e gentili, ma furbetti.

      • Maurizio Cocucci

        Tedeschi arroganti? Perché difendono i propri interessi o perché non fanno quelli degli altri, in particolare i nostri? Arroganti perché se ritengono che una misura presa da un organismo internazionale sia contraria ai trattati osano presentare un ricorso agli enti competenti? O forse dipende dalla lingua? Francamente sono molto curioso di sapere perché a fronte di politiche monetarie condivise da almeno 25 Stati su 28 ad essere additati sono solo i tedeschi.

      • Vincesko

        L’appellativo di arrogante alla Germania è meritato, sulla base di un’analisi (anche storica) dei fatti (condivisa peraltro da eminenti tedeschi). I fatti talvolta (o spesso, in Italia) troppe persone li aborrono ed inclinano all’analisi superficiale o alla propaganda faziosa, avulsa dai dati e dai fatti.
        So che cosa pensano i Tedeschi dei furbi Italiani: più o meno quello che penso io. E questo, perciò, non m’impedisce di pensar male degli altrettanto furbi “bottegai” tedeschi, quando fanno i furbi.
        Poiché anche i Tedeschi sono inclini alle furbizie, come quando, per fare qualche esempio, a) per accrescere la competitività dei loro prodotti rispetto ai loro partner Ue (tra cui l’Italia), finanziano la deflazione dei salari tedeschi (400 euro mensili per oltre 7 milioni di minijobs) attraverso il loro robusto welfare (reddito minimo garantito di 364 euro mensili e sussidio integrale all’affitto), che configurano aiuti di Stato surrettizi alle imprese; oppure b) impongono misure draconiane di risanamento ai Paesi per evitare che le banche tedesche perdano i loro prestiti (ad esempio la gran parte dei prestiti anti-crisi fatti alla Grecia); oppure ancora c) quando si atteggiano a salvatori che si svenano per la patria Ue, e danno lezione all’Italia, quando l’Italia non ha preso un euro e contribuisce al fondo salva-stati, in ragione della sua quota nella Bce, esattamente come la Germania, in ragione della sua; oppure ancora d) “nascondono” l’aumento del debito pubblico o gli aiuti alle imprese nell’equivalente della nostra Cdp; e) non si assumono, come Paese leader ed avvantaggiato dalla moneta unica a cambio fisso, l’onere del riequilibrio della bilancia commerciale infra Ue accrescendo i suoi consumi e fa per giunta concorrenza sleale deflazionando i salari e integrandoli col welfare. Secondo la Banca d’Italia, negli ultimi 15-20 anni, l’aumento del debito pubblico è dovuto agli interessi passivi, non alla spesa primaria; agli interessi passivi si sono aggiunti ora, per decisione dell’Ue, i conferimenti al Mes (aiuti ai Paesi in difficoltà) ed il pagamento dei debiti della Pa (autorizzati dalla Ue). Infatti, da anni esiste un avanzo primario (cioè il saldo tra la spesa pubblica e gli interessi passivi): cospicuo durante il breve 2° governo Prodi, quasi azzerato dal precedente e dal successivo governo Berlusconi-Tremonti; avanzo poi ricostituito negli ultimi 3 anni ed ora il più alto nell’Ue a 27, al prezzo di manovre correttive nella scorsa legislatura per 330 miliardo cumulati, addossate (in particolare dal governo Berlusconi) in gran parte sui ceti medio e basso ad alta propensione al consumo e quindi con forti effetti recessivi. Alcune riforme strutturali (le pensioni) sono state fatte e stanno portando e porteranno risparmi per centinaia di miliardi entro il 2060 (resta inevasa unicamente la questione delle cosiddette pensioni d’oro); ora il sistema pensionistico italiano è tra i più solidi dell’Ue e a 67 anni di età pensionistica di vecchiaia arriveremo prima dei Tedeschi. In conclusione la crisi economica dura da 6 anni e perdurerà a lungo; io sono convinto che l’Italia debba completare i compiti a casa (in particolare, imposta patrimoniale e/o prestito forzoso di 150-200 miliardi, per evitare che il Paese vada a fondo (stanno chiudendo o delocalizzando migliaia di imprese), sulla metà del decile più ricco che peraltro ha contribuito pochissimo al mastodontico risanamento dei conti pubblici e si è ulteriormente arricchito con la crisi, a bassa propensione al consumo e perciò con scarsi effetti recessivi; lotta severa all’evasione fiscale, alla corruzione e alle mafie; efficientamento della cruciale Pa e della giustizia civile, ma sono altrettanto convinto che la Germania debba smettere il proprio atteggiamento egoistico, furbo, ottuso ed arrogante.

        • Maurizio Cocucci

          Trovo puerile la prima parte del suo commento così come tutti i luoghi comuni riferiti a popolazioni. Si ricordi che la Germania è la destinazione principale di molti nostri connazionali che qui non trovano lavoro e vengono bistrattati mentre una volta all’estero spesso vengono apprezzati per le loro capacità e li viene data la possibilità di dimostrare il loro valore contribuendo al successo delle aziende per le quali lavorano. Se non è arroganza (italiana) questa. Ma preferisco passare ai punti successivi che ha menzionato e che anch’essi sono frutto di una conoscenza alquanto superficiale e confusa. Per quanto riguarda i minijob le consiglio di leggere l’articolo pubblicato qui recentemente: “Il Segreto della Ripresa Tedesca” e di leggersi anche i commenti tra i quali ho replicato a molte errate interpretazioni che abbiamo di questo tipo di contratti. I minijob in fondo li abbiamo anche noi, sono tutti quei lavori pagati ‘in nero’. Non hanno abbassato nulla perchè trattasi di contratti atipici, in fabbrica si applicano quelli regolari a tempo pieno o a tempo parziale o eventualmente si fa ricorso al lavoro interinale esattamente come avviene anche qui da noi. I tedeschi non impongono nulla, tutti i vincoli di bilancio che siamo tenuti a rispettare, così come tutti i Paesi aderenti alla UE, derivano da trattati che abbiamo sottoscritto volontariamente. Quanto all’uso della KfW esso corrisponde a quello che avviene qui con la Cassa Depositi e Prestiti o in Francia con la Caisse des Dépôts et Consignations. E’ perfettamente lecito perchè non si configura come aiuto di Stato. La Germania alla fine degli anni ’90 era in forte crisi e aveva un alto tasso di disoccupazione, le riforme dei governi Schröder che hanno visto una riduzione della pressione fiscale accompagnata da un taglio alla spesa sociale ha permesso all’economia di uscire dalla crisi. Va incluso anche il patto tra le parti sociali in base al quale i salari sarebbero cresciuti meno della produttività per aumentare la competitività ma comunque in linea con quello dei prezzi per non far perdere potere di acquisto. Con una strategia del genere è evidente che l’obiettivo fosse di tenere bassa il più possibile l’inflazione. Noi, abituati a non considerarla come un fattore negativo, abbiamo proseguito con una cultura imprenditoriale arretrata e una classe politica incapace di guidare un Paese, il tutto senza badare alla sfida che il mercato globale ci ha riservato. Pensare che i benefici per i Paesi del nord Europa (non solo per la Germania) e i problemi per i Paesi mediterranei derivino dall’adozione di una moneta unica è ridicolo, così come pensare che la Sicilia non è competitiva come la Lombardia perchè condividono la stessa moneta.
          La Germania ha sforato il rapporto deficit/Pil, ma chi era di presidenza all’epoca e avrebbe dovuto attivare una procedura di infrazione? Se loro contravvengono ai trattati ne devono rispondere così come tutti.

          • henricobourg

            Ottimo. La cancelliera ha riconosciuto pochi mesi fa che la D ha commesso, insieme alla F, circa dieci anni fa un errore politico (oltre che una violazione dei patti) quando hanno sforato il rapporto deficit/PIL. Quando è successo, tutti (cioè veramente tutti, anche la stampa eco-fin) in Italia sostenevano il PConMin e il Min delle Fin che rivendicavano per l’Italia gli stessi “diritti” dei loro partner europei (le elezioni si vincono più facilmente sforando). Ho scritto al Sole 24 Ore e forse anche a LaVoce.Info, non ricordo, per dire perché questo era un errore ben peggiore in Italia che non in D e in F, ma non essendo nessuno, non ho ricevuto alcuna risposta. La Merkel adesso ha capito che quello era un brutto precedente e un brutto esempio dato dai virtuosi ai deboli. I deboli non solo non dovrebbero imitare che non rispetta i parametri, ma dovrebbero anche recuperare l’eccesso di debito. Fin quando non saremo paragonabili come debito/PIL, non saremo “uguali”. E ci aiutano pure: apparentemente basterà votare un paio di riforme promesse da 20 anni per poter sforare. Spero che questa volta ci controllino!

        • L’imposta patrimoniale, 150/200 miliardi, e’ la soluzione?
          Non penso, abbiamo il peso fiscale più alto in Europa, un aumento delle imposte porta ad una ulteriore contrazione dei consumi, verranno colpiti i lavoratori.

  4. Maurizio Cocucci

    La questione sollevata dalla Bundesbank è di carattere strettamente tecnico-giuridico e personalmente non vedo il motivo di sorprendersi visto che i trattati parlano chiaro. Quanto alla sentenza della Corte Costituzionale tedesca la ritengo ragionevole. Per ciò che potrà essere la decisione della Corte di Giustizia Europea è ipotizzabile che sia in linea con la posizione di Karlsruhe perché un intervento illimitato da parte della Bce in sostegno ad un Paese non può, a mio avviso, essere considerato rispettoso dei trattati e nel caso della Germania in linea con la Legge Fondamentale (Grundgesetz) che vieta impegni finanziari da parte loro se non sono approvati dal Parlamento. Che i trattati così impostati non vadano incontro al concetto di una Unione Europea è materia politica e tocca ad essa valutare l’opportunità di modificare alcune norme, non alle banche centrali o ai tribunali.

    • Guest

      Non mi pare che si tratti di mere questioni giuridiche. Indipendentemente dalla questione specifica dell’art.123 del Trattato di Lisbona, e degli Omt. Il solo Esm si basa principalmente sul supporto di quattro paesi, tra cui la Germania (27.1 per cento). Le garanzie a supporto delle Financial Stability Facility valgono 211miliardi di euro (182 miliardi di sterline). Se l’Esm presta a pieno regime (500 miliardi di euro) e il “recipient” fallisce, le responsabilità tedesche potrebbero ammontare a circa 280 miliardi. Gdp di circa 2.500 miliardi di euro, private household assets stimate ad 4.700 miliardi, 190% di rapporto debito/PIl (includendo le unfunded social liabilities) e via dicendo. Parlerei di false comfort, rispetto alla capacità della Germania di sostenere un simile “burden”. E’ de facto in atto una mutualizzazione del debito, con trasferimenti fiscali “ombra” tra paesi. Pare abbastanza evidente. Quelli sono i temi toccati dalla Corte costituzionale tedesca (ma non nell’editoriale, mi pare). Di giuridico c’è ben poco, se non la preliminare configurazione dell’euro/trasferimenti (che comunque sono in atto, anche fuori dei vari bailouts, vedi Grecia). Ovvio che gli interventi sono “leciti” nel contesto della salvaguardia dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria. Il tema è che né Esm, neé Omt lo fanno. Concretamente sono salva banche nazionali, ergo il tema è solo “indirettamente” di natura politica, se non nel senso che impatta sulla stessa configurazione formale dei Trattati. Sono soldi, tanti, e sono soldi che vanno ad altri paesi in modo “stealth”.

      • Maurizio Cocucci

        Non si offenda ma sinceramente non ho capito. Ha fatto un minestrone di dati e termini di varie lingue senza un filo logico.

  5. Vincesko

    Segnalo, sul tema, questo commento che mi sembra interessante:

    nextville
    L’atto della BCE in questione è l’OMT, che non è un trasferimento di liquidità alle banche (come gli LTRO, che nessuno ha impugnato) ma un programma (per ora solo annunciato) di acquisto di titoli di stato sul mercato secondario. Dal punto di vista giuridico, la BCE non può fare acquisti sul mercato primario e in generale agire con lo scopo di finanziare gli stati (ex art.123 TFEU), ma può (ex art.18 ESCB Statute) fare acquisti di titoli di stato (e altri titoli) sul mercato secondario (cioè non direttamente alle aste pubbliche, ma sul mercato privato dei titoli già emessi) per ragioni di politica monetaria – es. per fare Quantitative easing. Ad es. può, per scongiurare un rischio deflazione, non solo abbassare i tassi ma anche aumentare la liquidità tramite acquisti sul mercato.
    L’OMT è quindi legittimo se gli acquisti di titoli di stato dei paesi membri sono fatti sul secondario e giustificati da ragioni monetarie. La ragione portata dalla BCE a giustificazione dell’OMT non è un generico “to preserve the euro”, ma è più precisamente l’esigenza (fortissima nell’estate 2012) di “riparare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria” che aveva cessato di funzionare per l’interferenza del rischio di ridenominazione, cioè perché i mercati temevano che alcuni paesi deboli (tra cui Italia e Spagna) fossero costretti a uscire dall’euro e quindi fossero costretti al default sul loro debito (non essendo più in grado di pagarlo con una moneta destinata a rapida e pesante svalutazione). Questo genere di rischi crea un “bad equilibrium”, cioè una situazione che si autoalimenta portando al disastro (= l’aspettativa che un paese sia costretto a uscire fa salire a tal punto i suoi tassi da generare l’evento).
    Per poter ripristinare la sua capacità di controllo sulla moneta tramite le tradizionali manovre sui tassi — quindi per ragioni di politica monetaria (e non fiscale) — la BCE ha minacciato di usare un potere che certamente ha (ex art.18 ESCB Statute) di fare acquisti sul mercato secondario di titoli di stato. Tale minaccia da sola è bastata a eliminare il bad equilibrium e a far tornare progressivamente i mercati alla normalità. E’ proprio questo successo che dimostra che era in atto un bad equilibrium e che la BCE doveva sventarlo, perchè senza sventarlo non sarebbe più stata in grado di ottemperare al suo mandato primario, che è mantenere la stabilità dei prezzi.
    http://studiocataldi.mailupnet.it/f/tr.aspx/?:5Um8d=wstwsu5:5h.=t2yyof-=bhfj/nvkiq3eni5cc40h2f709:fvb6qgma:gl:5c69&x=pv&o2mdnh8imo8cidc70:4mwuo_u10gbNCLM

    • henricobourg

      Ottimo. Non sono esperto, ma capisco abbastanza per sapere che 1. la differenza fra primario e secondario è finanziariamente inesistente, 2. tanto che il mercato non sa come la BCE interpreta il suo ruolo (e potere), la testerà, 3. a noi tutti (“arroganti” e “umili”) conviene avere una BCE forte, con tanti poteri. Speriamo bene.

      • nexville

        La differenza tra primario e secondario è giuridicamente rilevante (dato che l’art.123 che pone il divieto di finanziamento agli stati si riferisce espressamente al solo primario) ma è anche finanziariamente rilevante perché chi partecipa alle aste nel primario concorre a determinare sia il rendimento del titolo (la BCE potrebbe comprare ad es. a interessi pari all’inflazione, cioè a tasso reale a 0%) che la quantità di titoli che lo stato riesce a piazzare, cioè determina direttamente le condizioni di finanziamento dello stato; mentre chi acquista sul secondario, compra titoli già piazzati con un certo rendimento, le condizioni di finanziamento dello stato restano le stesse chiunque possegga il titolo, cambia solo il valore di mercato del titolo, cioè quanto vale per il suo attuale detentore. Lo stato ne può beneficiare quindi solo in modo indiretto, per il riflesso delle aspettative che si creano sulle aste successive.
        Non si può dire che le due operazioni siano “funzionalmente equivalenti”, come fa la BVG nella sua decisione.

  6. Guest

    Non hanno (ancora) pubblicato il mio precedente post. 1. Questioni sottoposte al vaglio della Corte Cost. Ted (CCT): legittimità delle condizioni della OMT; l’assenza di limiti sugli acquisti; la capacità della BCE di acquistare selettivamente da solo alcuni soci, la mancanza di
    considerazione della qualità del credito delle obbligazioni; la possibilità di acquistare sul mercato primario; la necessità di tenere i titoli fino alla scadenza e l’interazione tra l’OMT e altri strumenti BCE e programma UE.
    2.Pare piu’ che evidente quali siano gli interessi in gioco. La CCT ha anche riscontrato che il programma eccede il limitato mandato di politica monetaria della BCE (ossia, meri strumenti di trasmissione politica monetaria) ed eluda il
    divieto di finanziamento monetario dei membri Euro -Zone. La Corte ha rilevato che il programma è stato un atto di politica economica, out of scope. La stessa CCT avrebbe eventualmente dovuto dichiarare il programma illegale in base al diritto Tedesco. ma non può!
    3. La decisione ha natura politica nella misura in cui riflette la crescente preoccupazione della CCT che il governo tedesco , non possa proteggere i cittadini tedeschi dall’esposizione create dalla BCE e diverse politiche di salvataggio dei paesi membri sotto ‘pressione’.
    Ed ha pienamente ragione!Qualunque cosa accada, il dibattito sulla portata dei poteri della BCE, che sottende l’Euro e il destino di molti paesi europei fortemente indebitati, non è stata risolto. Soldi, eurozona e funzionamento dell’Unione europea, più che mera politica.

  7. Guest

    L’Ufficio statistico federale tedesco ha comunicato la scorsa settimana che i salari reali (al netto dell’inflazione) sono diminuiti nel 2013. Per la zona euro, la deflazione tedesca potrebbe risultare un incubo. Se la periferia vuole diventare più competitiva, ha bisogno di inflazione inferiore a quello della Germania. Ma se anche la Germania è “sgonfia”, allora o la regolazione concorrenziale non avviene o tutta la zona euro va in deflazione. Probabilmente, come dichiarato dalla francese Insee (ufficio di statistica francese), il tasso annuo dell’inflazione corre (senza elementi volatili e le misure fiscali) è in forte calo dallo 0,6 per cento di dicembre al 0,1 per cento nel mese di gennaio. I prezzi di fabbrica sono un altro indicatore forward-looking. Secondo i dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue, sono scesi nella zona euro nel suo insieme di uno 0,8 per cento ogni anno nel mese di dicembre. In sintesi:
    1) rischio deflazione;
    2) armi spuntate ed azzardi morali;
    3) “false comfort” circa la capacità della sola Germania di tirare tutta la baracca con la mera politica della ripresa trainata dalle esportazioni. Ci puoi risollevare uno/due tre stati, non una regione grossa come un continente (l’Europa).
    Di certo vi è che il peso che la Germania sopporta non è poco, ed è nel suo stesso interesse (claims Target 2 ed esportazioni) che gli altri paesi siano vivi e vitali. Forse è ora che l’ircocervo assuma una fisionomia, oppure si studino meccanismi alternativi. Allo stato, lo scenario a tendere più probabile è una integrazione “stealth” (ossia non formalmente attuata mediante incentivi e/o finanziamenti diretti agli stati membri) bensì mediante i vari fondi di garanzia (e bailouts, Grecia) Salvo vedere arrivare meccanismi di Qe, nulla è stato ancora discusso/risolto. L’assetto giuridico, in questo caso, segue ed è consequenziale ad un meccanismo claudicante (o zoppo) fin da principio, che si stenta ancora a non volere disegnare in modo coerente ed organico. Legenda: coerenza, ad esempio, avrebbe voluto, forse, che la Grecia non fosse mai stata ammessa nell’euro. Tutti temi noti. Ed a fronte del 27.1% di sole garanzie Esm, la sentenza della Cct pone dubbi/domande più che legittime. Peccato simili domande non se le ponga la politica europea.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén