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I tempi della Relazione

La legge dice che la relazione sull’andamento dell’economia e quella sui conti pubblici dovrebbero essere pubblicate entro febbraio. Un termine mai stato rispettato. Ma se tra il 1999 e il 2001 il ritardo medio è stato di ventinove giorni, dal 2002 al 2005 è salito a cinquantasette. Forse perché in marzo vengono diffuse le previsioni della Commissione europea: maggiore la distanza tra le date di pubblicazione, più ampio il divario tra dati governativi ed europei. La Trimestrale di cassa è attesa per i prossimi giorni. Un buon segno? Non necessariamente.

Ogni anno in primavera il ministro dell’Economia diffonde due documenti, la relazione trimestrale di cassa e la relazione di aggiornamento: dovrebbero fare il punto rispettivamente sulla situazione dei conti pubblici e dell’economia per l’anno in corso. Il candidato premier del centrosinistra ha chiesto che vengano pubblicati tempestivamente, in particolare la relazione trimestrale di cassa. Gli ha risposto dieci giorni dopo il presidente del Consiglio sostenendo che ciò non è possibile in quanto il primo trimestre dell’anno in corso non si è ancora concluso.

COSA DICE LA LEGGE 

Il presidente del Consiglio avrebbe forse fatto meglio a consultarsi con il proprio ministro dell’Economia che lo avrebbe istruito sulle norme che regolano la pubblicazione del documenti di finanza pubblica. Riportiamo per i lettori la norma relativa alla trimestrale di cassa.
Legge n. 468/1978, articolo 30, comma 1: “Entro il mese di febbraio di ogni anno, il ministro del Tesoro presenta al Parlamento una relazione sulla stima del fabbisogno del settore statale per l’anno in corso, quale risulta dalle previsioni gestionali di cassa del bilancio statale e della tesoreria, nonché sul finanziamento di tale fabbisogno, a raffronto con i corrispondenti risultati verificatisi nell’anno precedente. (…) Entro la stessa data il ministro del Bilancio e della Programmazione economica invia al Parlamento una relazione contenente i dati sull’andamento dell’economia nell’anno precedente e l’aggiornamento delle previsioni per l’esercizio in corso”.
È evidente l’impegno, pur non perentorio, da parte dell’esecutivo di pubblicare la relazione sull’andamento dell’economia e quella sui conti pubblici entro il mese di febbraio.

Ma è stata finora rispettata questa norma? La risposta è no, per un problema di fondo. Il legislatore che la scrisse nel 1978 non tenne (stranamente) conto del fatto che i dati relativi all’andamento dell’economia e dei conti pubblici nell’anno precedente, senza i quali è difficile se non impossibile predisporre le due relazioni, vengono resi pubblici dall’Istat in ritardo, all’inizio di marzo.
Negli anni più recenti quindi, i Governi che si sono succeduti hanno sempre diffuso le due relazioni in ritardo rispetto alla scadenza di fine febbraio. Diversa però è stata la dimensione di tali ritardi.

 

1999                                                      18 marzo 1999
2000                                                      4 aprile 2000
2001                                                      4 aprile 2001
2002                                                      18 aprile 2002
2003                                                      18 aprile 2003
2004                                                      7 maggio 2004
2005                                                      29 aprile 2005

Il ritardo medio tra il 1999 e il 2001, quando a predisporre le relazioni fu l’esecutivo di centrosinistra, è stato pari a ventinove giorni. Dal 2002 al 2005, con il Governo di centrodestra il ritardo è salito a cinquantasette giorni, quasi il doppio.

IPOTESI SUI RITARDI

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Come si spiega questa maggiore propensione al ritardo? I tempi tecnici per la preparazione delle due relazioni non sono variati. C’è qualcosa d’altro che è però cambiato e potrebbe avere influito sui tempi della pubblicazione. A marzo di ogni anno la Commissioneeuropeadiffonde le proprie previsioni (le spring forecasts). Qualsiasi Governo si troverebbe in imbarazzo nel presentare previsioni di crescita e disavanzo che differiscano significativamente da quelle della Commissione e preferirebbe quindi ritardarne la pubblicazione. Edè proprio quella che sembra essere successo.
Tra il 1999 e il 2001, quando i ritardi di pubblicazione erano contenuti, il divario mediofra le previsioni di disavanzo della Commissione e quelle presentate dal Governo nella relazione trimestrale era del tutto trascurabile (in media lo 0,1 per cento del Pil). Il divario di previsione cresce invece significativamente (allo 0,5 per cento) tra il 2002 e il 2005, in un periodo in cui il ritardo di pubblicazione passa come si è detto da ventinove a cinquantasette giorni.
La Trimestrale di cassa dovrebbe essere pubblicata nei prossimi giorni, con un ritardo questa volta del tutto fisiologico. Un buon segno? Non necessariamente. Le previsioni della Commissione verranno infatti diffuse solo all’inizio di maggio. Manca quindi il riscontro con le valutazioni della Commissione. Sappiamo però che a novembre (con le previsioni di autunno) e ancora a febbraio (con l’opinione per l’Ecofin) la Commissioneesprimeva forti dubbi sull’efficacia di tutta una serie di misure senza le quali il disavanzo si collocherebbe sopra il 4 per cento. La relazione trimestrale sarà più ottimista?

 

Trimestrale di cassa al 31 dicembre 2002

Stima 2003

Il Pil non è nella tabella, di solito è tra le righe nella sezione “previsioni per t+1”

 

 

Commissione europea – Economic Forecast – spring 2003

 Commissione europea – Economic Forecast – spring 2003

 

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Sommario 27 marzo 2006

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Banche e finanza nei programmi elettorali

  1. Massimo GIANNINI

    Il problema é che per qualche giorno sui giornali non si é capito il problema e nessuno ha replicato al Presidente del Consiglio nel senso indicato in questo articolo. Con il rischio ora che a pochi giorni dalle elezioni esca una trimestrale “truccata”. Poco male forse, in quanto trattasi di roba da esperti, ma intanto si é fatta cattiva informazione.

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