Il deficit accumulato dalla sanità pubblica nel periodo 2002-2005 supera i 17 miliardi. E le previsioni non indicano alcuna inversione di tendenza. Tuttavia, alcune Regioni perseguono armonicamente gli obiettivi di politica sanitaria e di bilancio. Mentre le amministrazioni che hanno disavanzi enormi difficilmente troveranno gli incentivi per migliorare le proprie prestazioni nel vincolo di bilancio soffice imposto dal governo. I risultati di una simulazione che ipotizza un aumento del 30 per cento dell’aliquota dell’addizionale Irpef. Dal 2000, la spesa sanitaria pubblica in Italia è cresciuta mediamente, in termini reali, del 2,5 per cento, ovvero oltre un punto in più rispetto alla crescita registrata per il Pil. Eppure, nonostante il costante e cospicuo aumento delle risorse disponibili, la sanità pubblica sembra vivere in uno stato di cronico sottofinanziamento. Il miraggio del pareggio
La Finanziaria per il 2007 prevede per lo stesso periodo il raggiungimento di un sostanziale pareggio attraverso laumento delle risorse disponibili e risparmi di spesa di 3 miliardi per il 2007, 3,3 miliardi per il 2008 e 4,2 miliardi per il 2009. La recente storia ci dice però che le probabilità di successo sono minime, data la spiccata tendenza dei policy maker a sottostimare il finanziamento necessario e a sovrastimare lefficienza del sistema. E la tabella 2 testimonia che anche tra il 2006 e il 2009 la tendenza sarà di continuare ad accumulare disavanzi, pur se su livelli più contenuti.
Aumento delle addizionali e riduzioni di spesa
Lazio, Campania e Sicilia sono responsabili di oltre il 50 per cento del deficit sanitario nazionale. È dunque cruciale individuare i margini di manovra che queste Regioni hanno per riuscire a ripianare i loro enormi disavanzi.
La tabella 3 riporta i risultati di una simulazione in cui si aumenta del 30 per cento laliquota delladdizionale Irpef regionale. Nelle prime due colonne sono riportate la percentuale di contribuenti con tassazione positiva (non esentati) e la tassazione media. Nelle colonne da 3 a 5 sono riportati i deficit pro capite corretti per il numero di contribuenti effettivi dal 2006 al 2008. Nelle colonne da 6 a 8 sono riportati i rapporti tra deficit pro capite e tassazione effettiva pro capite, al fine di avere unidea di quanto rilevante sia il peso del disavanzo sul totale delle entrate da addizionale Irpef. Infine, le ultime tre colonne riportano i dati che permettono di capire quanto del deficit è colmabile grazie allaumento dellaliquota delladdizionale regionale e quanto dovrebbe eventualmente essere colmato attraverso riduzioni di spesa. La comparazione intertemporale di questi dati mostra come, per il 2006, la manovra fiscale sarebbe stata da sola capace di azzerare il deficit in Valle dAosta, Marche, Puglia e Basilicata, e coprirne una parte comunque consistente in Lombardia, Trentino e Umbria. In tutte le altre Regioni, laumento delle aliquote non sarebbe stato in grado di determinarne lazzeramento. Anzi, si sarebbero generate risorse capaci di coprirne meno del 15 per cento in Lazio, Molise e Campania e solo poco più del 20 per cento in Sicilia. Nel complesso dunque, in moltissimi casi labbattimento del deficit per via fiscale avrebbe imposto un aumento delle aliquote così elevato da risultare politicamente non attuabile.
I dati del 2007 e del 2008, grazie allaumento delle risorse stabilite a livello centrale, evidenziano un importante fattore di novità rispetto al passato. Laumento della tassazione locale riuscirebbe a generare surplus in quasi tutte le Regioni, con leccezione di Lazio, Abruzzo e Molise.
Lapproccio basato sullo stanziamento di maggiori risorse rischia però di penalizzare la razionalizzazione delle spese. Gli unici esempi in questa direzione sono quelli offerti dalle Regioni che hanno sottoscritto i Piani di rientro (Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria e Molise) grazie ai quali, tuttavia, amministrazioni poco virtuose potranno beneficiare di un congruo contributo statale per il ripiano del debito cumulato fino al 31 dicembre 2005.
Il fatto che alcune Regioni riescano ad avvicinarsi al pareggio senza compromettere in modo significativo la qualità dellassistenza, pone una questione dalla quale sarebbe miope continuare a prescindere. Da un lato vi sono amministrazioni che dimostrano di poter essere autosufficienti e perseguono armonicamente gli obiettivi di politica sanitaria e di bilancio; dallaltra vi sono amministrazioni che nel vincolo di bilancio soffice imposto dal governo difficilmente troveranno gli incentivi per migliorare le proprie prestazioni. Lungi da noi lidea che lo Stato centrale non debba mettere a disposizione risorse aggiuntive per una migliore sanità, ma che senso ha continuare a finanziare le Regioni meno efficienti non vincolandole al conseguimento di miglioramenti significativi
Tab.1 – Spesa e finanziamento corrente del SSN (risultati finali di gestione anno 2005 in mln di euro) | |||||
Costi Totali | Ricavi | Rettifiche concordate con le Regioni + | Disavanzo | Disavanzo al netto degli avanzi regionali | |
2002 | 81.025,0 | 78.134,0 | — | -2.890,6 | -2.925,5 |
2003 | 83.668,9 | 81.417,4 | — | -2.251,5 | -2.475,4 |
2004 | 91.986,6 | 85.725,5 | -225,9 | -6.486,9 | -7.081,0 |
2005 | 96.535,2 | 92.148,1 | -84,8 | -4.471,9 | -4.610,4 |
Fonte: Relazione Generale Corte dei Conti (2006) |
Tab.2 – Simulazioni spesa sanitaria (mld di euro correnti) | |||||
Anni | Valori FSN | Valori | Nostre Stime | Deficit | |
(2) (1) | (3) (1) | ||||
2002 | 78,1 | 81,0 | 80,3 | -2,9 | |
2003 | 81,4 | 83,7 | 84,0 | -2,3 | |
2004 | 85,5 | 91,8 | 91,4 | -6,5 | |
2005 | 92,1 | 96,5 | 97,3 | -4,5 | |
2006 | 93,2 | 98,7 | -5,5 | ||
2007 | 99,1 | 102,3 | -3,2 | ||
2008 | 102,0 | 105,4 | -3,4 | ||
2009 | 105,1 | 108,7 | -3,7 | ||
Fonti: Relazione generale sulla situazione economica del paese (2005), Relazione Corte dei Conti (2005), Stime SANIMOD. |
Tab.3 – Effetti di un aumento delladdizionale regionale sul deficit
IRPEF | Deficit per contribuente effettivo (euro) | Rapporto tra deficit per contribuente effettivo e addizionale IRPEF media esistente (%) | % di deficit eliminabile | ||||||||
Contribuenti effettivi | Addizionale media per contribuente effettivo (euro) | 2006 | 2007 | 2008 | 2006 | 2007 | 2008 | 2006 | 2007 | 2008 | |
(1) | (2) | (3) | (4) | (5) | (6) | (7) | (8) | (9) | (10) | (11) | |
Piemonte | 61.6 | 260 | 237,9 | 59,9 | 61,1 | 2,92 | 10,23 | 11,69 | 32,8 | >100,0 | >100,0 |
Val d’Aosta | 64.7 | 170 | 33,4 | 0,0 | 0,0 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | >100 | S | S |
Lombardia | 61.7 | 260 | 88,0 | 10,1 | 9,7 | 39,11 | 46,53 | 49,23 | 88,6 | >>100,0 | >>100,0 |
Trentino | 60.5 | 170 | 69,3 | 0,0 | 0,0 | 60,64 | 70,75 | 80,86 | 73,6 | S | S |
Veneto | 59.4 | 240 | 168,1 | 37,0 | 37,7 | 51,37 | 60,44 | 63,46 | 42,8 | >100,0 | >100,0 |
Friuli | 63.1 | 170 | 193,7 | 33,3 | 33,1 | 31,13 | 38,92 | 38,92 | 26,3 | >100,0 | >100,0 |
Liguria | 61.0 | 170 | 126,9 | 30,6 | 33,6 | 177,15 | 189,37 | 201,58 | 40,2 | >100,0 | >100,0 |
Emilia Romagna | 64.8 | 170 | 252,5 | 39,6 | 40,3 | 88,93 | 102,26 | 106,71 | 20,2 | >100,0 | >100,0 |
Toscana | 59.8 | 160 | 123,8 | 7,6 | 7,2 | 76,16 | 90,80 | 93,73 | 38,8 | >>100,0 | >>100,0 |
Umbria | 56.7 | 180 | 61,4 | 0,0 | 0,0 | 92,42 | 103,97 | 103,97 | 87,9 | S | S |
Marche | 56.6 | 230 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 35,75 | 45,97 | 45,97 | S | S | S |
Lazio | 53.2 | 190 | 520,6 | 104,7 | 114,0 | 301,94 | 322,83 | 334,23 | 10,9 | 54,4 | 50,0 |
Abruzzo | 49.2 | 150 | 291,5 | 54,2 | 58,3 | 242,39 | 263,46 | 274,00 | 15,4 | 83,0 | 77,1 |
Molise | 43.3 | 140 | 670,9 | 93,9 | 102,5 | 359,14 | 359,14 | 410,44 | 6,3 | 44,7 | 41,0 |
Campania | 35.5 | 150 | 390,4 | 31,8 | 35,9 | 416,73 | 449,29 | 465,57 | 11,5 | >100,0 | >100,0 |
Puglia | 42.0 | 210 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 22,43 | 33,64 | 36,45 | S | S | S |
Basilicata | 41.4 | 140 | 0,0 | 0,0 | 0,0 | 0,00 | 28,88 | 28,88 | S | S | S |
Calabria | 35.4 | 140 | 104,7 | 9,5 | 8,9 | 10,04 | 30,12 | 30,12 | 40,1 | >>100,0 | >>100,0 |
Sicilia | 37.4 | 140 | 146,4 | 18,4 | 20,0 | 187,20 | 213,94 | 221,58 | 28,7 | >100,0 | >100,0 |
Sardegna | 43.8 | 150 | 186,5 | 26,4 | 26,5 | 212,90 | 240,67 | 249,92 | 24,1 | >100,0 | >100,0 |
(*) “>100”: laumento delle tasse azzera il deficit e genera surplus.
“>>100”: laumento delle tasse azzera il deficit e genera forti surplus.
“S”: surplus indipendentemente dallaumento delle tasse.
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Mussari Ferdinando
E’ interessante notare come l’approccio di cura sia in tendenza con il comportamento del ministro dell’economia di far pagare di più tasse a chi già paga.
Prendiamo il caso calabria, sicilia e campania; i vostri dati mettono in evidenza che sono il 35% della popolazione che contribuisce a pagare il ripiano con gli aumenti dell’irpef, visto che ci siamo perchè non fargli pagare anche il caffè?
Cerchiamo di fare qualcosa di corretto introducendo metodologie scientifiche all’interno della macchina amministrativa pubblica, e introduciamo elementi di responsabilità economica-finanziaria più stringenti per i professionisti del sistema. la più grande risorsa del SSN sono le persone, è da li che si parte per risolvere i problemi.