Lavoce.info

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Grazie per i commenti. Nel complesso, l’obiezione più ricorrente è che la BCE starebbe correttamente attuando una politica monetaria espansiva, necessaria per sostenere l’economia in crisi. Ben venga quindi l’espansione monetaria. Di altri problemi – come l’inflazione – ci si potrà occupare in futuro.
La mia risposta è che, in questa fase, la massiccia immissione di liquidità da parte della BCE non va a finanziare il settore privato (imprese e famiglie), ma il settore pubblico. Ciò pone due problemi. Primo: la trasmissione della politica monetaria, tramite il settore bancario, è in questo momento inefficace; quindi inondare le banche di liquidità non serve a conseguire l’obiettivo -ufficialmente dichiarato – di sostenere le imprese e le famiglie, alla ricerca di finanziamenti. Secondo: se la vera finalità è quella di agevolare il finanziamento del settore pubblico, si introduce una prassi pericolosa. L’autonomia della politica monetaria dalle necessità di finanziamento del settore pubblico è ormai un principio unanimemente accettato (e giustamente inserito nello Statuto della BCE): violarlo significa porre le premesse per una gestione della moneta orientata al breve periodo e introdurre distorsioni rispetto all’obiettivo della stabilità dei prezzi.
Un lettore (anonimo) chiede di fornire qualche dato a sostegno della mia tesi. Com’è noto, la fase espansiva della politica BCE è iniziata nell’ottobre dello scorso anno. Bene, la detenzione di titoli pubblici da parte delle banche della zona euro è passata da 1.187,7 miliardi di euro nell’ottobre del 2008 a 1.423,1 miliardi nel maggio di quest’anno (+20%). Su base annua, il tasso di crescita del credito concesso dalle banche della zona euro al settore pubblico era dell’8,3% a maggio, contro il 3,1% del credito complessivo al settore privato (-0,2% per le famiglie). Credo che siano dati significativi (tutti di fonte BCE, Bollettino mensile di luglio 2009).

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Inflazione e disinflazione: la versione della Fed

Precedente

PIÙ TASSE PER GLI STUDENTI

Successivo

DUE DOMANDE AL GOVERNO

  1. Luca

    Ottimo articolo, ma non mi è chiara una cosa: se la BCE presta i soldi alle banche e le banche li usano per comprare Titoli di Stato e non per finanziare il settore privato, come può verificarsi questa fiammata inflazionistica?! A quanto pare il meccanismo di trasmissione sembra essersi inceppato da qualche parte ed un suo collega della Bocconi, un certo Perrotti in forza alla BCE, afferma che l’effetto della spesa pubblica sul PIL è praticamente 0 (zero) e, oltretutto, la stessa BCE afferma che bisogna tagliare la spesa pubblica con manovre strutturali?! La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che dedicherà al mio quesito.

  2. Giuliano

    Complimenti per l’analisi, sagace ma allo stesso tempo rispettosa delle scelte delle istituzioni, in parte inevitabili. Purtroppo quello che ne esce in soldoni è che il ruolo delle banche centrali che era stato considerato anacronistico e inadatto ad una crescita equa e durevole è ora ricoperto dalle banche private di cui è lecito dubitare in quanto a lungimiranza ed empatia nei confronti della società civile. Gli istituti privati hanno l’alibi della concorrenza sul mercato e il malcelato difetto dell’ingordigia dei loro azionisti e amministratori. Credo sia giusto considerare il fatto che la crisi è stata sedata, così come si fa con un malato, tramite l’enorme liquidità immessa, ma se non si adottano riforme, soprattutto regolamentari che portino gli operatori a fidarsi gli uni degli altri, il dolore si potrebbe risvagliare ancora più forte per tutti i soldi spesi in ‘sedativi’.

  3. Gianni

    E’ il risparmio il motore della crescita non il credito bancario. Se siamo in questo disastro è proprio a causa della spaventosa crescita degli aggregati monetari prodotti dalla BCE. Tra l’altro è questa l’inflazione non il suo effetto ultimo dell’aumento dei prezzi. Il keynesismo si rivela sempre piu’ come una peste ideologica.

  4. nicoletta forcheri

    Ottimo articolo mi fa solo ridere l’ultima frase, di rito… uscita già fatta, preconcetta, preconfezionata. La BCE insomma finanzierebbe il debito pubblico che gli Stati hanno nei confronti magari degli stessi azionisti delle BC della BCE. Praticamente con queste immissioni di liquidità opera un rifinanziamento o ricapitalizzazione delle sue liquidità, trascinando con sé fette di Stato, rendite, chicche, servitù, privatizzazioni, ecc ecc, come effetto dell’estorsione/debito pubblico. Difficile effettivamente che ne risulta una fiammata infiammatoria nella misura in cui queste liquidità vanno ad autoalimentarsi, rimanendo nei circuiti bancari, e con essi, delle aziende partecipate e/o partecipanti delle banche (grande distribuzione, assicuratori, petrolifere, farmaceutiche, automobili, ecc.) crando una distorsione della concorrenza, visto che questi crediti vanno alle società in cui le banche hanno interessi. Il problema invece è la deflazione per il resto, soprattutto sapendo che recentemente la BCE sta procedendo a un drenaggio delle liquidità in eccesso, soffocando effettivamente quell’indizio di ripresa – se effettivo – sul nascere, preparando un aumento tassi di interesse.

  5. antonio p

    Le banche che possiedono Banca D’Italia hanno fatto fare ai politici "lecca lecca" della prima repubblica quello che loro volevano, fregandosene sempre degli interessi degli italiani salvo dei soliti falliti poteri forti! Che ora non vogliono perdere tutte le sovvenzioni fallimentari ricevute per decenni.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén