Il lavoro che è stato fatto e la grande immagine che il nostro paese ha in tutto il mondo e che mantiene e conserva, fanno sì che lItalia continui ad essere la prima destinazione ricercata dai turisti di tutto il mondo. Un viaggio in Italia è il sogno di ogni persona. Michela Vittoria Brambilla, Ministro del Turismo intervistata al Tg4, edizione serale, 18/12/2009
Falso. Secondo lOrganizzazione mondiale del Turismo, lItalia è già da alcuni anni in quinta posizione nella classifica dei paesi con più turisti internazionali e risulta essere al quarto posto per ricavi dal turismo internazionale. Davanti al nostro paese ci sono nellordine, Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina. Inoltre, secondo il recente rapporto del World Economic Forum, lItalia si trova al ventottesimo posto per competitività dellindustria turistica, addirittura ultimi nellEuropa a 15.
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Stefano Manestra
L’ennesima riprova che siamo di fronte a un personaggio le cui "idee" riescono ad essere più banali persino del cognome.
Youssef
Solo al TG4 poteva dire una boiata del genere, che si sa da anni non è cosi. Complimenti per il fegato, riuscite a vedere ancora il TG4.
stefano landi
M.V. Brambilla dice la sua parte di verità: l’Italia è effettivamente, almeno da quando esistono ricerche affidabili in materia (1998), il Paese turisticamente più desiderato del Mondo. Ma non è il più frequentato dai turisti internazionali, per molti motivi, tra cui la conclamata incapacità a promuoversi e commercializzarsi. In una parola, all’ottimo posizionamento di immagine (share of mind) e al forte desiderio (intention to buy), non corrisponde una effettiva praticabilità dell’acquisto (share of reference), nè un volume di acquisti corrispondente. Succede spesso nel turismo: desidero la Costa Smeralda, ma vado a Ostia… Per quanto riguarda la nostra storica incapacità di trasformare il desiderio del mercato in realtà, ci sarebbe un lungo discorso da fare circa l’ENIT (ora Agenzia Italiana Turismo). Ma l’Organizzazione Mondiale del Turismo non è da meno: le sue statistiche, stime e rielaborazioni su dati nazionali molto disomogenei, sono veramente un colabrodo. Tra l’altro, considerando solo i dati internazionali, trascurano completamente l’importanza del mercato interno (che in Italia è eccezionale), e sopravvalutano i flussi trasfrontalieri.
franco riccioni
L’Italia con il patrimonio storico culturale, architettonico, paesaggistico, con l’appeal della sua cucina, secondo la signora Brambilla ha bisogno di casinò e magari di night club con spettacoli sadomaso per richiamare più turismo. Se i titolari di dicasteri così importanti vengono affidati a così elevate incompetenze probabimente ricorderemo con nostalgia quando eravamo al 5° posto nel mecato del turismo.
Cesare
La specializzazione con cui il Governo "sforna" i suoi Ministri è decisamente rivoluzionario. Mi sono chiesto quale sia il metro di valutazione con cui il Min. Brambilla giudica la capacità ricettiva del turismo in Italia. Abbiamo un paese splendido, ma mal gestito in tutti i sensi. Solo il grande senso di responsabilità di alcuni personaggi, capaci di fondere cultura e turismo riescono, ancora, ad attrarre turisti. Il Governo enfatizza tutto, sapendo che i cittadini, molti, credono ai loro editti. Se la professionalità si misura dall’esperienza, mi domando: come è possibile che si possa passare dalla gestione di un allevamento di cani, dai circoli di Forza Italia al Min. del Turismo? Poveri noi e povera Italia.
Ado Sattanino
Il Paese più desiderato, non più visitato. Credo che il Ministro si riferisse al National Brand Index di Simon Anholt, che è una classifica autorevole, e non solo. Francamente non vedo la contraddizione. Appeal di un marchio e quantità di presenze/pernottamenti sono due cose diverse, che si misurano in modo diverso.
Luca
Non a caso è un’intervista rilasciata al TG4. Avere politici che sappiano quello che dicono?
Alessandro
L’Italia questo si merita! Un branco di incompetenti al governo! Speriamo che un giorno vi sarà un governo con dei veri esperti!
Rosanna Lifonti
Mi pare di capire che il dato a cui si riferisce il Ministro del Turismo sia una rilevazione effettuata dall’Agenzia Future Brand e che misura il Country Brand Index, ovvero le mete più desiderate dai turisti a livello mondiale. L’indice 2008 mostra che l’Italia è la quarta meta più desiderata, mentre fino a qualche anno fa l’Italia era la meta più desiderata in assoluto. Il dato di cui parlate voi è invece basato sulle statistiche di arrivo nei vari paesi: in base ai dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, l’Italia è la quinta destinazione turistica al mondo, mentre negli anni ’70 era la prima. Come analista di settore, mi pare di poter dire che il fatto che il nostro paese sia la quarta meta più desiderata al mondo (sebbene ciò sia basato su un campione statistico di 2700 viaggiatori), con un indice di competitività (Travel and Tourism Competitiveness Index) che si posiziona al 28° posto, richieda per lo meno una seria riflessione sulla policy per il turismo attuata dal nostro paese in questi anni. Dovrebbe inoltre far riflettere il fatto che la Francia sia la prima destinazione turistica secondo il WTO.
La redazione
Siamo d’accordo nel sottolineare come i problemi ci siano, e sono annosi. Di indici ce ne sono diversi (anche sulla desiderabilità del
paese, vedi sotto) se ne sono diversi, e enfatizzare l’unico indice sul quale pare che andiamo bene non ci pare molto utile. Comunque, per la cronaca, l’indice di Anholt (una cosa costruita in modo a dir poco misterioso sulla base di consdierazioni qualitative e indagini a dir poco dubbie) l’Italia (Se i soldi non fossero un problema") sarebbe il paese più desiderabile per il turismo.Ci limitiamo a osservare due cose. In primo luogo, lasciano un po’ perplessi indici di "desiderio" che non si materializzano in visite. E i dati purtroppo sono quelli che abbiamo fornito. In secondo luogo, sempre secondo lo stesso Anholt, in termini assoluti, tuttavia, il nostro paese si posiziona solo al sesto posto, e solo al diciottesimo per la politica. Continuiamo a essere perplessi rispetto a indici costruiti senza guardare i dati, ma resta la curiosità di sapere cosa ne penserebbe lo stesso ministro di questo pezzo della valutazione di Anholt…
mario
Non sono d’accordo con il Sig. Stefano Manestra. Madame Brambillà ha poche idee – questo è vero – ma in compenso molto confuse.
Luciano
Condivido il post e le varie riflessioni. In particolare trovo scandaloso che ancora ad oggi non esista un portale del turismo decente (quello del Min. Brambilla e’ una presa in giro). Ma i dati del WTO sono davvero scadenti. Ad esempio all’aeroporto di Shanghai chiunque voli in transito deve farsi timbrare il passaporto in entrata e in uscita. Se questi ingressi sono considerati turistici il dato cinese sembra essere artificialmente (e mi permetto di dire consapevolmente) gonfiato.
giobatta
Non lamentatevi troppo della Brambilla. In Lombardia il turismo è stato affidato ad un certo assessore "dottor Prosperini" che per anni ha promosso la Lombardia, con esborsi multimilionari di denaro pubblico, sulle reti televisive locali lombarde, notoriamente viste moltissimo dagli stranieri. Già questo sarebbe un "delitto" nei confronti del turismo. Ora però il tipo è in galera perché accusato di aver preso tangenti dalle suddette emittenti e anche di essersi fatto pagare dalle suddette i propri spazi politici televisivi, guarda caso, nelle suddette emittenti.
Pietro
Per dirla con una battuta "va tutto bene madama la marchesa….va tutto bene". La sciura, secondo me, beve prima di fare le dichiarazioni.
renato
Chi pensa che la televisione non influenza, sbaglia. Probabilmente la Brambilla conosce le classifiche, ma secondo una linea seguita dalla politica, importante è informare alla TV in un certo modo. Il rischio è di essere contraddetti, ma non ha alcuna importanza. La TV viene vista da un numero maggiore di persone rispetto ai giornali, quindi il messaggio passa positivamente. Poco conta che questi cittadini (rete 4, ed altri) vengano imbrogliati.
corinna juby
Credo che invece di sciorinare ottimismi fasulli sarebbe meglio rimboccarsi le maniche tutti e risolvere i problemi del territorio. Paese turistico? Provate ad esempio ad arrivare alla stazione Roma Termini (La Capitale…) la notte con tanti bagagli. Non c’e un fottutissimo carrello! E’ una vergogna e di esempi ce ne sono tantissimi. Inutile prendersi per i fondelli, abbiamo dei servizi da terzo mondo e tutto questo a mio avviso perche non c’è controllo sulla spesa pubblica. Le imprese turistiche vengono decimate dalle tasse e dai contributi, i lavoratori non arrivano alla fine del mese, la sanità fa schifo e i trasporti pure e non utilizziamo fonti energetiche alternative come il sole ed il mare (come fanno in Israele) e culturalmente e umanamente siamo diventati un paese di paurosi beceri cafoni, chiusi nella nostra italianità fasulla. L’Italia e sempre stata un paese di scambio e di accoglienza, un crocevia di culture e non un cult di trogloditi montanari illetterati. Ottimisti perchè idioti. Cordiali saluti
tafanus
…e la posizione che abbiamo, visti i prezzi degli alberghi e dei ristoranti, i disservizi nei trasporti, e le "sole" tirate ai turisti stranieri, è tutto grasso che cola…
marcop
Ringrazio La Voce per essersi presa la briga di verificare le affermazioni di un membro del governo, cosa che trovo sempre estremamente importante. I dati riportati da La Voce confermano una impressione che avevo gia’ da tempo: l’offerta turistica del nostro paese e’ adagiata sui gioielli artistici e naturalistici che abbiamo la fortuna di avere, ma offre un servizio che appare -e in buona parte e’- scadente. Basta fare un giro a Venezia per rendersene conto: spesso si mira a fregare lo straniero perche’ tanto domani ce ne sara’ un altro. Questo atteggiamento puo’ essere vantaggioso sul breve periodo, ma finisce per logorare l’immagine del paese agli occhi del turista straniero, che ovviamente non vuole essere fregato.
Sapino Claudio
La signora Brambilla dice il vero quando afferma che l’Italia e" la prima destinazione ricercata dai turisti di tutto il mondo…" e che il sogno di tante persone nel mondo riguarda un viaggio in Italia, sarebbe interessante sapere dalla stessa, dopo il sogno e la "ricerca", quanti effettivamente mettono piede nel nostro Paese. Saluti
Michele Intorcia
Evidentemente desideri e realtà non sono conciliabili. L’Italia puo’ essere ben collocata nell’immaginario (appunto) di tanti turisti in quanto la percezione che se ne ha attraverso alcuni dei suoi prodotti (i.e. moda, auto, etc) è elevata artificialmente (dalla pubblicità e da chi gestisce l’immagine). E’ altrettanto evidente pero’ che quando viene il "momento della verità" il turista preferisce investire le proprie risorse in un paese civile, con servizi adeguati, meno costoso o con un adeguato rapporto costi/qualità, dove la gente è cordiale e non cerca di spennarti (i.e. tassisti aereoporto di Fiumicino), etc, etc. Questo paese non è l’Italia. E’ evidente a tutti che abbiamo un enorme potenziale in quanto paese. Ma è altrettanto evidente, e questo della Brambilla è solo un altro esempio, ma si potrebbe anche parlare del blasfemo sito internet creato dal ministro Rutelli (si, quello dell’appello in maccheronisch: please visit Italy), che non abbiamo una classe dirigente all’altezza in quanto troppo ripiegata sui propri interessi e non su quelli del paese.
paolo
Purtroppo anche analizzare i dati e le fonti, testimoniare e argomentare l’inattendibilità delle tesi non fa altro che contribuire al vero obiettivo di questi personaggi: "non importa se bene o male, l’importante e che se ne parli.." E’ l’esatta (e manichea) applicazione del Manuale del Perfetto Politico che si riceve in dotazione all’atto dell’iscrizione al partito (circolo o cos’altro). Il dibatto generato per evidenziare la manifesta incompetenza diviene così esso stesso propaganda perchè restituisce amplificato, in termini d’immagine, presenza, molto più di quello che si è perduto in autorevolezza, specie se questa è già modesta. Senza considerare poi l’aiuto degli esperti di corte mediatica (già all’opera anche in questo caso vedo) a fornire idonei supporti. In altri tempi sarebbe stato sufficiente l’oblio, il non parlarne, il non ritenerlo degno di interesse. Con l’anomalia del sistema mediatico odierno forse ciò non sarebbe possibile (ne intellettualmente onesto), ma si potrebbe almeno cercare di coniugare le due esigenze (corretta informazione + evitare propaganda) limitando il commento alla notizia con due righe asciutte al più venate di sottile ironia.
Anna Herrmann
Di sicuro per il patrimonio artistico, paesaggistico, gastronomico dovremmo essere al primo posto e, in effetti, visitare l’Italia è molto desiderato all’estero; le controindicazioni purtroppo sono: una diffusa difficoltà di prenotazione con sistemi telematici che ormai è il metodo più usato dappertutto (il collegamento veloce a Internet per tutto il territorio nazionale sarebbe un investimento importante, altro che il ponte di Messina), la pessima organizzazione nei trasporti e nelle infrastrutture, i prezzi che anche se non sempre più alti che in altri paesi non sono mai certi e garantiti, infine la probabilità di essere fregati che è elevatissima e gli stranieri se ne sono accorti. Avere come Ministro del turismo una sprovveduta presuntuosa e saccente ma incapace come la Brambilla non è certo di aiuto, anzi!
Dani Nuvolari du Midi
Non mi stupisco più di nulla, dopo trent’anni passati nel settore turistico ad assistere al costante degrado delle strutture e dei luoghi ed al continuo svilimento delle professionalità, dalle più "elevate" a quelle di più "umile" estrazione. Non voglio ricordare i nomi di coloro che sono transitati nei vari enti e nel ministero del turismo poichè la pena sarebbe insostenibile, e le parole rischierebbero di divenire troppo accese. Solo voglio porre l’accento su questioni quasi mai ricordate ma assai dirimenti come la vetustà delle strutture ricettive (alberghi e campeggi) e l’assoluta mancanza di manutenzione "straordinaria" ma anche "ordinaria" alle quali non vengono sottoposte se non in casi estremi,e non mi riferisco alle struttre di minor pregio; lo sfruttamento brutale della manodopera stagionale (quest’anno in Sardegna si pagavano stipendi di 1000 euro tutto compreso!) ed il costante assottigliamento del numero degli addetti che comportano un deterioramento del servizio a livello inaccettabili; la ridotta stagionalità che impone, in pochi mesi, di realizzare budget di previsione sempre più improbabili; la mancanza assoluta di formazione.