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Ora di finanza obbligatoria

Gli italiani sanno poco di economia e finanza. Lo dimostrano studi e indagini. E se non si organizzano corsi curriculari di educazione finanziaria nelle scuole, l’ignoranza continuerà a regnare, privando i cittadini di conoscenze fondamentali. Perché investire nell’insegnamento della matematica.

La sfida dell’alfabetizzazione finanziaria

Spread, deficit, debito pubblico e tanti altri termini del linguaggio economico-finanziario sono ormai diventati comuni, ancor più in questi anni di crisi. Troppo spesso, però, i cittadini italiani non sanno che cosa significhino. Le cose non vanno meglio tra i giovani: i risultati dell’indagine Pisa 2012 sul tema classificano i nostri quindicenni al penultimo posto tra i diciotto paesi (Ocse e non Ocse) in cui si è svolta.
Secondo Magda Bianco (capo del servizio tutela dei clienti e antiriciclaggio della Banca d’Italia), la sfida sull’educazione finanziaria dei cittadini è pari a quella portata avanti all’inizio del secolo scorso per debellare l’analfabetismo. Bianco scrive: “È ampiamente riconosciuto che competenze economiche e finanziarie siano oggi sempre più necessarie per accrescere il benessere dei singoli, favorirne comportamenti virtuosi, contribuire alla crescita sostenibile dell’intera economia”.
Dunque, bisogna cambiare passo. Le iniziative per le scuole della Banca d’Italia – partite anni fa – sono lodevoli, ma si deve alzare il livello delle ambizioni. È quanto mai opportuno definire un programma strutturato e non basato sulla buona volontà dei docenti (che non hanno alcun incentivo economico) disposti a seguire i corsi di formazione organizzati dalla Banca d’Italia. È necessario inserire un’ora alla settimana di educazione finanziaria all’interno del programma curriculare di matematica, fin dalle scuole elementari suggeriscono alcuni.

Più matematica per capire la finanza

Nel Regno Unito, per esempio, il governo ha deciso di far studiare matematica finanziaria dalle superiori. Secondo Piergiorgio Odifreddi la direzione è quella giusta: “La matematica è uno strumento “antispeculativo”, perché fornisce i mezzi culturali che permettono di evitare le speculazioni di ogni genere, che i “furbi” intentano ai danni degli sprovveduti. (…) Spesso i mercati sono giungle, e se proprio uno vuole avventurarvisi, è meglio che lo faccia armato di maceti matematici, che comunque non gli garantiscono la sopravvivenza”. Richard Thaler, uno dei maggiori esponenti della finanza comportamentale, ritiene che i corsi di “finanza personale” non siano efficaci e consiglia di puntare sui corsi di matematica finanziaria. Posizione condivisa anche da Merryn Somerset Webb, editorialista del Financial Times e direttrice di MoneyWeek.
In Italia, la legge 107/2015 (la Buona scuola) prevede il progressivo inserimento di conoscenze economiche di base nelle scuole secondarie di secondo grado. Non è sufficiente. Il nostro è un paese dai processi lenti, per cui bisogna insistere affinché il ministero dell’Istruzione decida fin d’ora di inserire nelle scuole medie e superiori una specifica ora curriculare ogni settimana incentrata sull’educazione finanziaria, insegnata dal docente di matematica.
Tutte le ricerche Ocse, ma anche l’ultimo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie realizzato dalla Consob non fanno che certificare l’ignoranza degli italiani. Giovani e meno giovani, tutti bocciati in educazione finanziaria.
Esiste in parlamento un disegno di legge (n. 1196) che propone la definizione dei contenuti di “cittadinanza economica”, la costituzione di un comitato scientifico e di gruppi di ricerca per la realizzazione di una specifica iniziativa rivolta agli studenti. Peccato che si parli di forme di “sperimentazione”. L’educazione finanziaria va integrata fin da oggi nei curricoli scolastici.
Oltretutto, sarebbe opportuno investire nella didattica al fine di migliorare la comprensione dei concetti finanziari. Annamaria Lusardi, con altri autori, suggerisce l’adozione di strumenti visivi che vadano incontro alla cultura dei ragazzi di oggi. Se si prendono in considerazione gli ostacoli “cognitivi” nell’apprendimento dei concetti finanziari, l’efficacia dell’insegnamento è rafforzata.
Rimane poi il problema dell’ignoranza degli adulti. Come hanno scritto su lavoce.info Magda Bianco e Roberto Ricci, “è cultura finanziaria anche “il sapere di non sapere” (la consapevolezza di dover chiedere consiglio, supporto)”. La regolamentazione in materia di correttezza e trasparenza dei comportamenti degli intermediari funziona se e solo se i soggetti non sono in una situazione di netta disparità rispetto alle informazioni chiave (asimmetria informativa).

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11 commenti

  1. Pierluigi Molajoni

    È da tempo che penso che siccome è difficile capire la storia senza qualche nozione di economia, i principi basici (non ci sono pasti gratis, l’uso delle risorse che si fa va confrontato con gli usi alternativi, ecc) andrebbero insegnati all’inizio delle medie. Andare molto oltre qualche principio basico diventa difficile per l’immediato apparire di qualche ideologia. Allora dovrebbe entrare nello studio della filosofia.

    • bob

      ..io credo che è molto difficile capire l’ economia senza capire ma soprattutto studiare la Storia. Questo è un Paese che ha bisogno di cultura come l’ ossigeno, per cultura intendo saper minimamente leggere e scrivere, saper capire e ” tradurre” un concetto logico, saper leggere e interpretare un articolo di giornale. Allora le iniziative “spot” una tantum non servono a nulla , sono ” brodini caldi” che non risolvono nulla. Ma per evidenti ragioni storiche questo è un Paese dove la cultura fa paura più che in altri Paesi. Noi siamo il Paese che più di tutti utilizza la rete per gossip e futilita’ varie, ma agli ultimi posti per lavoro o sviluppo dell’economia. Provate a vedere quante aziende operano con una cultura di rete…non credo più del 1% . Allora mi chiedo cosa vuol dire “..incrementare l’ insegnamento della matematica..”? Come se la matematica soprattutto quella finanziaria , dei mercati fosse considerata 2+2 =4 piuttosto che avere un bagaglio culturale e di apertura mentale che ti consente di valutare e smascherare il “ciarlatano” di turno

      • Sfondi una porta aperta caro Bob. Come storico dell’economia appassionato della figura di Paolo Baffi http://fausteilgovernatore.blogspot.it/2016/09/che-bello-presentare-il-mio-terzo_14.html non posso che condividere. Trovo che I ragazzi di oggi, non conoscendo la storia, fanno estrema fatica ad andare alla radice delle cose. Se a una classi di student di 19 anni chiedi chi sono Aldo Moro, Andreatta, Baffi, Mattei, Carli, Sindona, Andreotti, ti guardano come fossi un pazzo. Oltre che finanza bisogna insegnare storia economica. Vaste programme, diceva il generale De Gaulle.

  2. Beniamino, purtroppo esiste una letteratura ormai decennale che dimostra quanto la conoscenza di concetti matematico-economici non serva a nulla nelle scelte di tutti i giorni. Abbandoniamo questo paradigma ‘razionale’: l’uomo è istinto ed emozioni: istinto ed emozioni governano la nostra vita e le nostre scelte. Decidere di accettare questo stato di cose può aiutare a fare qualcosa. Continuare sull’altra strada può aiutare solo una parte del mercato, quello che sulle scelte delle persone guadagna. Un elemento di complessità è che – posso dirlo, dopo anni di esperienza scolastica – che il corpo insegnante (ce l’ho anche in casa) come molti adulti di oggi ha un suo rapporto disfunzionale con il denaro, quindi non se la sente di affrontare questo insegnamento. E lasciarlo come materia matematica (anche qui, il mondo è pieno di esempi) non ha favorito nessuno né ha migliorato le scelte delle persone.
    Oggi il compito difficile è capire come le persone prendono le loro scelte. Più che la matematica ci aiutano le neuroscienze, la psicologia economica, la sociologia e l’antropologia. Studiamo di più e meglio, ascoltiamo le voci indipendenti, nell’interesse più alto che è quello di tutti. Collaboriamo. Con rispetto per le osservazioni di tutti.

    • Alberto

      E’ proprio perché le persone sono istintive ed emotive che nei ragionamenti che sento, sopratutto in TV, ragionano secondo criteri soggettivi in cui lo scopo è vincere l’agone retorico. Non sanno individuare in dettaglio la questione da analizzare e affrontarla con logica razionale. Insegnare a pensare in modo logico, conoscere le fondamenta della statistica per saper interpretare masse di dati e una base degli argomenti che il sofista adotta protegge dai ciarlatani imbonitori che ti consigliano di seminare i zecchini nel campo dei miracoli.

    • Caro Antonio, siamo dalla stessa parte. Quando scrivo “Se si prendono in considerazione gli ostacoli “cognitivi” nell’apprendimento dei concetti finanziari, l’efficacia dell’insegnamento è rafforzata”, intendo dare importanza alla finanza comportamentale. L’homo sapiens è ben diverso dall’homo oeconomicus. Le emozioni e le scorciatoie della mente giovano un ruolo rilevante. Ha ragione Gianni Toniolo che ieri sul Sole 24 Ore invita psicologi ed economisti a collaborare di più.

  3. Alberto

    Come sempre si tenta di dare una soluzione senza sapere qual è il problema. E’ certificata un’ignoranza in economia ? In finanza ? In matematica finanziaria ? Nella gestione del proprio risparmio ? Devono sapere cosa sia l’inflazione, una politica Keynesiana o come si calcolano gli interessi composti o come funziona un derivato ? Nelle scuole superiori, l’insegnante abilitato in matematica è un laureato in matematica, poiché nel piano di formazione non ci sono esami di matematica finanziaria, di finanza o economia. Come si intende far insegnare una materia che non ha studiato ?

  4. Francesca

    Il problema non è inserire un’ora di matematica finanziaria quanto più inserire MINIMO un’ora di economia che possa toccare e approfondire quanti più argomenti possibili nell’ampio spazio che questa si porta dietro. Sarebbe bello riformare l’intera istruzione, snellirla di tutte le figure inutili che si porta dietro, puntare su un bagaglio culturale forte e solido, fare leva sul fatto che questa sia la miglior forma di investimento e fare in modo che sia proprio l’istruzione il vero motore della crescita.

    • bob

      “snellirla di tutte le figure inutili..” Oltre che snellirla di tutti i corsi inutili espressione di una burocrazia insopportabile. Esluso Liceo Classico e Liceo Scientifico gli altri corsi , eccetto alcune eccezioni, dovrebbero essere corsi di specializzazione …che senso ha che un perito chimico nel 2016 fa 5 anni di scuola per diplomarsi . Inoltre distinguere il concetto di: scuola e cultura! Sono due cose diverse. La cultura in particolare dovrebbe ripartire dall’ educazione civica che i “rivoluzionari con il culo al caldo” del ‘ 68 hanno distrutto

  5. SpeculaThor

    Mi occupo di finanza da 20 anni e con profitto. Teoria e Pratica unificate.
    Se scegliamo di non essere ipocriti bisogna dire la verità assoluta.
    Nè il sistema bancario nè Consob vogliono che ci sia Autentica Educazione Finanziaria.
    Le coperture che date da questi Organi di presunta Vigilanza ad operazioni quanto meno spregiudicate sono infinite.
    Dal giro ai clienti dei bond argentini e Parmalat per svuotarsi un portafoglio che scotta, alla cecità del caso Ligresti, alla non pubblicazione dei prospetti probabilistici di rischio voluta da Consob, alla copertura sul classamento di Bond Subordinati e CoCo al retail nel modo più sfacciato (Bail In in Ue fu approvato nel 2014: ma fu tenuto nell’ombra per 2 anni x consentire classamenti senza rumore). Oppure ai mega prestiti agli amici che tutti conoscono perfettamente da decenni, oppure alla mitica clausola Cac sui Btp che speriamo la gente non debba mi scoprire cosa è. Eccetera eccetera eccetera eccetera eccetera.
    Gli Stati sono ormai soggetti Catturati dai poteri economici e Finanziari.
    La Scuola è un Ente dello Stato Catturato. Ho assistito a Corsi di Educazione Finanziaria ad alunni delle superiori presso primari istituti. Personalmente sapevo che facevano robe turche. Eppure a sentirli sembravano agnellini e pontificavano. E molti proff di economia ci credevano a quelle fanfaluche. Quindi Autentica Educazione Finanziaria non si farà mai. Non è una mia opinione. Se lo vorrete e potrette pubblicare Così Parlò SpeculaThor

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