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Perché è importante l’educazione finanziaria

Gli investitori dovrebbero saper valutare correttamente rischio e rendimento di strategie di investimento alternative. Per questo l’educazione finanziaria è così importante. Il calcolo dei rendimenti di Btp classici e Btp Italia ne è un esempio.

Valutare un investimento

In tempi difficili come questi, è molto importante che gli investitori siano coscienti dell’importanza dell’educazione finanziaria per valutare rischio e rendimento atteso di strategie di investimento alternative.

Il 21 ottobre 2022 è uscito su Milano Finanza un articolo intitolato “Perché il Btp classico rende più del Btp Italia. Come scegliere bene il vostro bond in questi mercati pazzi”.

Verifichiamo la chiara affermazione del titolo dell’articolo valutando il valore al 21 ottobre 2022, giorno in cui è stato pubblicato, di mille euro investiti a fine giugno 2022 rispettivamente in un Btp classico con (Btp-1AG30 0,95-540339.MOT) e nel Btp Italia (BtpItalia-28giugno30-T49700.MOT). I due titoli hanno date di scadenza molto vicine.

I dati

I due BtpP hanno una durata finanziaria molto simile.

Il Btp classico paga ogni sei mesi il valore di una cedola dello 0,95 per cento.

Il Btp Italia paga ogni 6 mesi il valore di una cedola annuale dell’1,6 per cento rivalutata sulla base dell’indice Istat sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (Foi) con esclusione dei tabacchi. Inoltre, con i Btp Italia la rivalutazione del capitale viene corrisposta semestralmente, con un recupero immediato dell’inflazione.

Il prezzo del Btp classico a fine giugno 2022 era di 85, il prezzo al 21 ottobre 2022 di 77,58.

Il prezzo del Btp Italia a fine giugno 2022 (l’emissione) era di 100, il prezzo al 21 ottobre 2022 di 97,86.

Calcolo del valore del capitale investito a fine giugno 2022 al 21 ottobre 2022

Il valore dell’investimento nel Btp classico è calcolato sommando al valore del capitale il valore del pagamento della cedola acquisito al 21 ottobre 2022 (approssimando la durata del periodo fine giugno 2022-21 ottobre 2022 con (un terzo di un anno).

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Il valore dell’investimento nel Btp Italia è calcolato sommando al valore del capitale il valore della cedola rivalutata con il coefficiente di rivalutazione e il valore della rivalutazione del capitale. Fatto pari a uno il valore del coefficiente di rivalutazione all’emissione, il valore di tale coefficiente al 21 ottobre 2021 è 1,03.

Valore del capitale investito nel Btp classico

Valore del capitale: 1000*(77,58/85)=912.70

Valore cedola: 1000*0,0095*(1/3)*(100/85)=3.73

Valore totale: 916.43

Valore del capitale investito nel Btp Italia

Valore del capitale: 1000*(97,86/100)=978.6

Valore cedola: 1000*0,016*1,03*(1/3)=5.49

Valore rivalutazione: 1000*1.03= 30

Valore totale: 1014,1

Il risultato

Mille euro investiti a fine giugno 2022 in un Btp classico di durata comparabile a quella del BTP Italia valgono al 21 ottobre 2022 916,43 euro, con una perdita nel periodo dell’8,357 per cento

Mille euro investiti a fine giugno 2022 nel Btp Italia 28 giugno 2030 valgono 1014,1 euro con un guadagno nel periodo del 1,41 per cento.

È possibile affermare che il Btp classico rende di più del Btp Italia? Certamente no, guardando al periodo che abbiamo considerato.

E se invece dei rendimenti di periodo si prendessero in considerazione i rendimenti a scadenza?

Consideriamo i rendimenti a scadenza in termini nominali.

Il Btp classico ha un flusso cedolare di .95 per cento all’anno e a scadenza pagherà 100, il Btp Italia ha un flusso cedolare che sarà di almeno 1,6 per cento all’anno (infatti 1,6 rivalutato per l’inflazione) e alla scadenza pagherà un valore sicuramente superiore a 100 (cioè 100 al giugno 2022 rivalutato in base all’indice dei prezzi, oggi sappiamo che questo valore è di 103,1 ma non sappiamo quanto sarà a giugno 2030). Il rendimento nominale a scadenza del Btp Italia non può essere calcolato con certezza, ma risponde in maniera asimmetrica all’inflazione (aumenti dei prezzi aumentano il valore di cedole e capitale, mentre riduzioni dei prezzi li lasciano inalterati). 

Lo scenario che rende i due investimenti molto simili per rendimento a scadenza è quello che vede l’inflazione scendere nel 2023 al 5 per cento, nel 2024 al 3 per cento, per poi rimanere costante a quel livello fino alla scadenza dei due titoli.

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In questo caso sia il Btp classico che il Btp Italia avrebbero un rendimento nominale a scadenza del 4,9 per cento (si veda il foglio Excel scaricabile BTP.xlsx per i calcoli, con la possibilità di inputare diversi scenari per l’inflazione).

Ogni scenario più inflazionistico di questo favorisce il Btp Italia, ogni scenario meno inflazionistico di questo favorisce il Btp classico.

La valutazione di diverse strategie di investimento con diversa rischiosità e diverso rendimento richiede la capacità di calcolare i rendimenti e di valutare il rischio.

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Il Punto

  1. B&B

    Con il 30% di inflazione il titolo dovrebbe rendere 30+1.6=31.6%. Ma chi puo’ essere certo che con inflazione al 30% lo stato sia in grado di pagare le cedole e ripagare a 100 il titolo?
    Il ragionamento di cui sopra con relativi conteggi è vero se e solo se i titoli non dovranno essere venduti prima della scadenza e l’inflazione non superi il 2% . Altrimenti il prezzo del titolo non è piu’ prevedibile e, vista la situazione di incertezza mondiale, potrebbe crollare da un momento all’altro. Infatti non li compro sia per l’incertezza sulla tenuta mondiale, sia perchè non mi fido del debito dello stato.
    Sarebbe bene precisarlo, altrimenti potrebbe configurarsi il caso di pubblicità ingannevole.

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