L’Istat ha recentemente annunciato i beni che entreranno a far parte del paniere dell’Indice dei prezzi al consumo per il 2020. L’introduzione di nuovi beni lascia ogni anno prove tangibili dell’aumento del benessere e del progresso tecnologico che la nostra economia ha sperimentato nel corso di un secolo.
Differenze tra Indice dei prezzi e deflatore del Pil
Martedì 4 febbraio, l’Istat ha annunciato le modifiche alla composizione dell’Indice dei prezzi al consumo (Ipc) per il 2020. Com’è noto, tale indice misura la variazione del livello generale dei prezzi, ossia l’inflazione, attraverso l’analisi del costo di un determinato paniere di beni che si ritiene vengano normalmente acquistati dal consumatore medio.
Insieme al deflatore del Pil, si tratta di una delle principali misure per calcolare l’inflazione. Mentre l’Ipc si basa su una quantità di beni fissa, ossia quella del paniere di consumo, il deflatore del Pil varia al variare della produzione. Se, per esempio, la produzione di arance cala a causa del maltempo, il prezzo delle arance cresce e la domanda cala. L’Ipc registrerà questa variazione poiché il numero ipotetico di arance consumate rimarrà fisso; il deflatore del Pil invece, non terrà più in considerazione le arance, poiché il loro aumento di prezzo ha reso la domanda tanto bassa da non avere più alcun peso nella variazione di tutti gli altri prezzi. Questo semplice esempio, trattato dal libro Macroeconomics di Greg Mankiw, fa capire come l’Ipc tenda a sovrastimare l’inflazione, mentre il deflatore del Pil tenda a sottostimarla.
Figura 1 – Divisioni di spesa del paniere per il 2019
Fonte: Istat
Negli ultimi decenni, gli istituti nazionali di statistica, tra cui l’Istat, hanno tentato di ridurre la sovrastima causata dall’indice tramite l’aggiornamento annuale del paniere dei beni. Dal 1928, anno della sua introduzione, al 1998, infatti, l’Istat ha adottato nove panieri di consumo, con un aggiornamento medio ogni 7,8 anni. Dal 1999 la modifica del paniere avviene ogni anno, introducendo nuovi beni tipici del consumatore, come un computer portatile o uno smartphone, e rimuovendone alcuni ritenuti obsoleti, come le videocassette o i walkman.
Le novità di quest’anno
Figura 2 – Infografica dell’Istat sul paniere dei prezzi al consumo 2020
Fonte: Istat
Quest’anno nessun bene è stato rimosso dal paniere, poiché “tutti quelli già presenti non hanno mostrato segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione”.
Le novità riguardano sia la metodologia utilizzata per rilevare i prezzi, sia l’introduzione di 174 nuovi beni elementari. Nel primo caso, il monitoraggio dei prezzi della grande distribuzione, finora limitato a ipermercati e supermercati, viene allargato a molti altri negozi, come i discount e le piccole superfici di vendita. Per quanto riguarda i beni e i servizi, si rilevano in particolare: l’introduzione delle auto elettriche e ibride e dei monopattini elettrici tra i mezzi di trasporto e del sushi take-away e del cibo a domicilio tra i servizi di ristorazione. Non è difficile notare come questi elementi siano rappresentativi di alcune tendenze del nostro tempo, come la richiesta di sostenibilità ambientale da parte dei consumatori o lo svuotamento dei luoghi di aggregazione, e quindi di consumo, tradizionali, come i ristoranti, in favore di soluzioni alternative. Un’ulteriore novità è l’introduzione del servizio di barba e baffi e dei trattamenti estetici per uomini, che, rispetto a pochi anni fa, tendono a porre maggiore attenzione nei confronti della cura del proprio corpo.
Perché è importante
La storia delle modifiche del paniere ci dice moltissimo sull’evoluzione delle abitudini di consumo degli italiani. Il primo paniere, utilizzato dal 1928 al 1938, era diviso in sole cinque sezioni: alimentazione, vestiario, abitazione, riscaldamento e luce e varie. Si trovano beni come legna da ardere, carbon coke, polacchi neri (un tipo di stivali) per uomo e per ragazzo, pennini e matite nere e, naturalmente, olio di ricino. Oggi, il paniere Istat ha dodici divisioni di spesa, che variano dai prodotti alimentari alle attività ricreative. Il boom economico e lo sviluppo tecnologico hanno radicalmente cambiato le nostre abitudini di consumo: nel 1928, l’unico mezzo di trasporto all’interno del paniere era il tram, oggi la sezione “Trasporti” comprende nove tipi diversi di mezzo privato, oltre al costo dei voli nazionali e internazionali, degli pneumatici, delle autoscuole e di molto altro.
L’evoluzione del paniere dei beni dell’Ipc, dunque, gioca e continuerà a giocare un ruolo fondamentale per gli studiosi di tutto il mondo nell’analisi delle società contemporanee e della loro variabile fondamentale: il consumo.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Elio Pennisi
Il prezzo dei prodotti ortofrutticoli nel paniere è per il tipo BIO o è quello commerciale?