Programmi svolti durante i mesi estivi e basati su attività di gruppo, giochi e tutoring personalizzati possono essere una risposta alle perdite di apprendimento, in particolare per gli studenti più fragili. I risultati di una sperimentazione.

Quando la scuola è chiusa

Durante le vacanze estive molti studenti e studentesse rischiano di dimenticare parte di quello che hanno imparato durante l’anno scolastico. Il fenomeno – in letteratura noto da tempo come summer learning lossha riguadagnato interesse nel contesto post-pandemico, in cui si registrano ancora pesanti perdite di apprendimento dovute alle chiusure delle scuole durante l’emergenza Covid.

Purtroppo, nel nostro paese, nonostante le vacanze estive siano tra le più lunghe in Europa, del tema si sa ancora poco. Non esistono studi che stabiliscano se vi sia summer learning loss, né tantomeno ricerche sull’efficacia dei possibili interventi di contrasto. La lacuna risulta ancora più grave se si pensa che le perdite di apprendimento possano colpire in particolare gli studenti e le studentesse con meno risorse familiari e che trovano nella scuola l’unica, o quasi, fonte di apprendimento.

A partire dal 2020, Save the Children Italia e Fondazione Agnelli coordinano un’iniziativa nazionale (Arcipelago Educativo) volta al contrasto delle perdite di apprendimento di bambini e adolescenti in condizione di povertà educativa. Nell’edizione 2022, Arcipelago Educativo si è rivolto agli studenti e alle studentesse degli ultimi due anni della scuola primaria e a quelli della scuola secondaria di primo grado segnalati dalle scuole come a rischio di povertà educativa. L’intervento offre due tipi di attività durante l’estate: laboratori didattici ispirati alle metodologie della peer education, dell’apprendimento cooperativo e del learning by playing (88 ore); e tutoraggio personalizzato finalizzato al recupero delle lacune in matematica o italiano (12 ore).

I risultati della sperimentazione

L’impatto dell’intervento sugli apprendimenti in matematica e italiano è stato valutato tramite uno studio randomizzato che ha coinvolto oltre mille studenti e studentesse in nove città italiane del Nord (Milano, Torino, Marghera), Centro (Ancona, Aprilia) e Sud (Bari, Napoli, Rosarno, Palermo). Quattro sono le principali lezioni apprese dallo studio.

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Primo, c’è evidenza di perdite di apprendimento estive, in particolare in matematica. Gli studenti del gruppo di controllo riportano apprendimenti sistematicamente più bassi a settembre rispetto a giugno, in particolare nell’area matematica. Non succede invece per gli studenti del gruppo di trattamento, i quali a settembre mostrano apprendimenti uguali o superiori a quelli di giugno.

Secondo, comparando il gruppo di trattamento con quello di controllo, l’intervento estivo è efficace nell’innalzare gli apprendimenti degli studenti che hanno partecipato alle attività, in particolare in italiano. Si tratta di effetti rilevanti, soprattutto se rapportati alla durata dell’intervento. Gli effetti sono più riscontrati in italiano (+7 per cento) rispetto a matematica (+5.8 per cento). Spicca, nello specifico, il risultato sulla comprensione del testo, dove gli studenti del gruppo di trattamento mostrano un incremento di apprendimenti pari a +9 per cento rispetto ai controlli.

Il terzo risultato è che l’intervento estivo non funziona per tutti allo stesso modo. Gli effetti positivi di Arcipelago Educativo sono principalmente riscontrati tra gli studenti e le studentesse della scuola primaria e tra coloro che sono segnalati dalle scuole come Bes (bisogni educativi speciali). I risultati suggeriscono che interventi di questo tipo possono contribuire a ridurre i divari sociali in istruzione, ma pongono anche una questione circa la definizione delle fasce di età più reattive all’intervento. 

Quarto, non tutti i bambini e le loro famiglie sono interessati o riescono a garantire la frequenza durante l’estate. Nel caso di Arcipelago Educativo, circa tre studenti su dieci non hanno accettato l’invito a partecipare; e, tra chi ha partecipato, le ore effettivamente frequentate in media sono state 71. Non si tratta di valori sorprendenti, considerate le assenze fisiologiche, ma va anche detto che sono verosimilmente sottostimati rispetto a un contesto di attuazione non sperimentale, poiché nell’ambito dello studio le famiglie si erano già pre-impegnate a partecipare. Pertanto, l’ingaggio delle famiglie e la definizione di programmi e calendari sono aspetti cruciali nella pianificazione di questi interventi.

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In conclusione, la ricerca indica che contrastare le perdite di apprendimento, sfruttando i mesi estivi o altri momenti in cui non ci sono lezioni (ad esempio nelle ore pomeridiane), sia un obiettivo possibile nel nostro paese. Tuttavia, trattandosi del primo studio sul summer learning loss condotto in Italia, molte domande rimangono ancora aperte: Gli effetti riscontrati persistono nel tempo? Quali specifiche componenti dell’intervento funzionano meglio? Quali sono gli strumenti più adatti per misurare in modo accurato il fenomeno? Altri studi sull’argomento sono necessari.

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