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Bollette elettriche: concorrenza non è solo prezzo più basso

Già oggi oltre il 70 per cento delle famiglie compra l’energia elettrica sul mercato libero. Che offre opportunità vantaggiose, ma spesso sconosciute ai consumatori. Un aiuto può arrivare dal Portale offerte, a patto di migliorarlo e potenziarlo.

Consumatori troppo “fedeli”

A luglio 2024 cesserà la “piena” tutela di prezzo per i consumatori domestici, che rimarrà solo per i soggetti vulnerabili. Il principale timore è che i venditori applichino condizioni economiche non aderenti a quelle dei mercati all’ingrosso dell’energia, realizzando extra profitti. Nel mercato al dettaglio dell’energia elettrica vi sono centinaia di operatori, il tema non è quindi la mancanza di offerte commerciali, quanto la resistenza dei consumatori al cambio di fornitore.

Oggi il 72 per cento dei clienti domestici si trova già sul libero mercato, ma i cambi di operatore riguardano un cliente su cinque ogni anno, in prevalenza fuoriuscite dalla tutela: i cambi di fornitore da libero a libero riguardano un cliente su dieci ogni anno.

La realtà è che i consumatori non solo non sono grado di cogliere le opportunità di risparmio, ma forse non sono neanche così interessati al risparmio tout court.

Lo spazio per la concorrenza di prezzo

Per una famiglia media l’energia e la vendita rappresentano tra il 50-60 per cento della bolletta dell’elettricità, ovvero circa 300-400 euro all’anno. La parte restante sono imposte, costi di trasporto e oneri di sistema.

A partire da questi valori occorre poi tenere presente che a loro volta i fornitori devono comprare l’energia sul mercato: se lo fanno in borsa elettrica sostengono costi che nell’ultimo anno sono oscillati da 100 e 300 euro. Questi costi assorbono gran parte dello spazio per la concorrenza: quando va bene lavora su una quota residuale della bolletta, 150-250 euro all’anno. Il costo delle tante strutture commerciali agguerrite contribuisce poi a erodere ulteriormente i benefici economici del mercato libero. Ecco perché in questo spazio di valore ridotto all’osso la concorrenza unicamente basata sul prezzo rischia di non creare benefici tangibili ai consumatori.

Vi è poi un effetto collaterale: i consumatori si trovano a confrontarsi con una offerta molto aggressiva, chiamata a giocare la propria partita soprattutto sul prezzo, con la conseguenza che in molti casi le proposte economicamente più allettanti finiscono per rivelarsi non vere, con un corollario di contratti non desiderati, contenziosi e perfino il fallimento di alcuni operatori. Il mercato libero dell’energia ha finito per essere percepito come uno spazio poco sicuro, creando diffidenza nel consumatore, che spesso ha rinunciato alle potenziali opportunità economiche, preferendo rimanere sotto il paracadute della tutela di prezzo.

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Insomma, si tratta di un modello di liberalizzazione di tipo “far west”, che ha introdotto costi ulteriori con pochi o nessun beneficio economico reale.

Cosa possiamo fare per aiutare i consumatori a confrontarsi con il mercato?

Un ostacolo alla mobilità dei consumatori sembra essere stata finora la scarsa confrontabilitàtra le offerte commerciali. Può venire in aiuto il Portale offerte, un comparatore previsto dalla legge concorrenza del 2017, realizzato e gestito da una società pubblica (Acquirente Unico), pensato per aiutare i clienti a confrontare le offerte commerciali.

A dispetto delle potenzialità, lo strumento è poco conosciuto e poco utilizzato. Per aiutare i consumatori a muoversi nel mercato libero è necessario però che il Portale evolva da mero strumento di comparazione dei prezzi in una iniziativa per recuperare la fiducia dei consumatori. Per farlo occorre che interiorizzi ciò che proprio i consumatori hanno indicato come quello che interessa loro: scegliere un fornitore di energia “certificato”, che offre un servizio di qualità al giusto prezzo, che si prende cura del cliente e lavora per costruire fiducia e reputazione.

Diverse sono le iniziative che è possibile mettere in atto per migliorare il Portale offerte.

La prima potrebbe essere quella di rinforzare la trasparenza del mercato attraverso il Portale offerte. Di recente, Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha chiesto ai fornitori di indicare in bolletta un codice dell’offerta commerciale ricevuta in sede di sottoscrizione o rinnovo, che può essere utilizzato per compararla con quelle presenti sul mercato, accedendo appunto al Portale delle offerte. La maggioranza dei consumatori non sa però di questa possibilità, sarebbe dunque necessaria una maggior sensibilizzazione, anche attraverso campagne comunicative.

Nel corso degli anni Arera ha disciplinato i rapporti tra venditore e utente, a partire dal Codice di condotta commerciale (la figura 1 contiene un elenco non esaustivo delle informazioni già disponibili): linee guida riguardanti la trasparenza e la correttezza dei venditori, le modalità di presentazione dei prezzi dei servizi, gli standard di comportamento, le informazioni e la documentazione da fornire ai clienti, il contenuto contrattuale, i diritti del consumatore, le procedure per informare i clienti in caso di modifiche contrattuali, gli standard minimi cui i venditori devono adeguarsi, le modalità e tempistiche di fatturazione, le procedure in caso di contestazioni.

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Integrare tutte queste informazioni nel Portale offerte potrebbe non solo aiutare i consumatori a farsi una idea della qualità di ciascun venditore, ma potrebbe affermare il ruolo del Portale quale presidio pubblico di trasparenza rispetto ad altri comparatori commerciali. Si tratterebbe di una iniziativa di regolazione trasparente in grado di incoraggiare comportamenti virtuosi da parte dei fornitori, che potrebbero di conseguenza essere premiati dai clienti stessi.

Figura 1 – Monitoraggio mercato retail

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche

È poi necessario rendere più agile l’interrogazione e il confronto tra diverse proposte, prevedendo ad esempio che l’interrogazione avvenga inserendo il codice che identifica ciascun punto di prelievo (Pod), presente in ogni bolletta. Basterebbe rendere interoperabili il Portale consumi e il Portale offerte. Il Portale consumi permette di conoscere il proprio profilo di consumo, che verrebbe poi utilizzato nella ricostruzione della spesa.

Il Portale offerte potrebbe divenire uno spazio anche di informazione e formazione, offrendo supporto al consumatore per meglio comprendere le logiche del mercato, come la differenza tra prezzi fissi e prezzi variabili, l’inquadramento della congiuntura di mercato, la variabilità passata e quella attesa, rendendo possibile una valutazione a posteriori delle proprie scelte (per esempio, nell’ultimo anno con il tuo contratto a prezzo fisso hai pagato così, se avessi per un contratto a prezzo variabile in media avresti pagato così).

Ma più di tutto i dati già a disposizione del regolatore potrebbero essere utilizzati per fornire al consumatore indicazioni sulle caratteristiche del fornitore e sulla qualità commerciale del servizio, per aiutarlo a valutare non solo sulla base di aspetti meramente economici, ma anche e soprattutto di qualità del servizio.

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  1. Savino

    Approccio corretto. Il consumatore vuole stabilità e regolarità nel servizio e vuole un ausilio in caso di disfunzioni. Il problema non è solo risparmiare, ma anche rivolgersi a soggetti qualificati e referenti giusti e chiari, in grado di essere problem solving. La giungla delle offerte non aiuta a scegliere e non rappresenta la vera concorrenza.

  2. Rick

    I risultati delle aste per il servizio a tutele graduali (a cui transiteranno i clienti ora in maggior tutela salvo fasce deboli) hanno prodotto risultati molto interessanti per i consumatori. Sarebbe carino un approfondimento su questo tema.

  3. Stefano Bono

    Sono un “tecnico” del settore poiché mi occupo di consulenza regolatoria in tema di energia elettrica e gas naturale.
    Mi permetto di criticare non tanto l’approccio, che sposo in pieno, quanto i contenuti del PO.
    Di fatto, la visione reale è meno idilliaca di quella parzialmente disegnata dall’articolo.
    Il PO potrebbe effettivamente configurarsi come uno strumento di reale confronto tra le offerte se i meccanismi di calcolo delle offerte fossero corretti e rispondenti alla realtà dei costi delle singole offerte.
    Altrove ho recentemente criticato profondamente la distorsione prodotta dal PO nella rappresentazione numerica del costo delle offerte. Se vogliamo tutelare il consumatore finale dobbiamo fornirgli informazioni veritiere.
    Va da se che anche le società di vendita devono comunicare e pubblicare sul PO dati completi e corretti circa le loro offerte perché, nella mia esperienza, trovo molte “bestialità” inaccettabili in un mercato che dovrebbe essere ormai maturo per una scelta consapevole dell’energia e del gas.
    Un cordiale saluto

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