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La Cina in Africa fa prestiti utili*

Aumentano i prestiti cinesi ai paesi africani. Per lo più, servono a finanziare progetti infrastrutturali. Facilitano così la partecipazione alle catene globali del valore, contribuendo alla crescita delle esportazioni e al miglioramento della produttività.

Gli investimenti cinesi in Africa

Negli ultimi anni, la Cina è diventata uno dei principali paesi creditori a livello globale. Nell’ambito della strategia della Belt and Road, i finanziamenti cinesi all’estero si concentrano soprattutto su grandi progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti e dell’energia. Nell’Africa sub-sahariana, tra il 2007 e il 2020, le banche di sviluppo cinesi hanno investito in progetti infrastrutturali più di due volte e mezzo quanto investito dagli Stati Uniti, la Germania, la Francia e il Giappone messi insieme, superando di gran lunga anche gli investimenti delle banche di sviluppo multilaterali.

Le ragioni e gli obiettivi dei prestiti cinesi destinati a piani infrastrutturali in Africa sono al centro di un vivace dibattito. Per esempio, il progetto della Standard Gauge Railway in Kenya, che unisce Nairobi e Mombasa, ha generato speculazioni sul possibile utilizzo del porto di Mombasa come garanzia per il prestito. Tuttavia, sebbene i prestiti dalla Cina spesso includano clausole di riservatezza e accordi collaterali particolari, è importante sottolineare che gli investimenti cinesi in infrastrutture in Africa sono molto diversi tra loro e non dovrebbero essere etichettati automaticamente come predatori o problematici. Ci sono esempi di prestiti recenti, come quello per la costruzione di una superstrada a Nairobi, che adottano modelli di partenariato pubblico-privato simili a quelli di altre regioni del mondo.

Sale la partecipazione nelle catene globali del valore

I prestiti rivolti alla creazione di infrastrutture hanno il potenziale di ridurre i costi commerciali e migliorare l’integrazione commerciale, facilitando la partecipazione alle catene del valore globali. In un recente articolo analizziamo questa ipotesi, indagando se i prestiti cinesi possono aiutare i paesi africani a partecipare in modo più efficace nelle Cvg.

Dati a livello di prestito mostrano notevoli differenze nell’allocazione dei finanziamenti cinesi rispetto a quelli della Banca Mondiale: oltre un terzo dei prestiti cinesi è destinato alle infrastrutture di trasporto e comunicazione, mentre è diretto al settore solo il 10 per cento circa di quelli della Banca Mondiale, che, viceversa, si concentra principalmente sui progetti sociali, come istruzione, sanità e sicurezza alimentare. Qui gli investimenti da parte della Cina sono minimi.

Figura 1 – I prestiti cinesi e della Banca Mondiale ai paesi africani

Fonte: Chinese Loans to Africa e World Bank Projects and Operations 

Per esaminare la relazione tra prestiti di Pechino e della Banca Mondiale e la partecipazione, a monte e a valle, nelle catene del valore globali, lo studio combina i dati a livello di prestito con quelli sul commercio nelle catene del valore globali. I risultati della nostra analisi mostrano che i prestiti cinesi destinati a finanziare investimenti infrastrutturali, in particolare quelli mirati ai settori dei trasporti e delle comunicazioni, che sono più efficaci nel ridurre i costi commerciali, contribuiscono a una maggiore partecipazione delle economie africane alle catene del valore. Questo non avviene, invece, nel caso dei prestiti della Banca Mondiale, in parte a causa della scala più piccola e del diverso tipo di infrastrutture finanziate.

La relazione positiva tra prestiti infrastrutturali cinesi e partecipazione alle catene del valore globali è più forte nella componente a valle, cioè in quelle fasi che prevedono l’uso di beni importati per la produzione di prodotti destinati all’esportazione. Focalizzandosi sulle fasi a valle, che aggiungono valore ai prodotti, paesi ricchi di risorse, ma poveri di tecnologie sofisticate (come lo sono molte economie africane), possono iniziare a produrre beni più avanzati e trarre maggiori benefici dal commercio e dall’integrazione globale, attraverso una crescente specializzazione in settori a più alto valore aggiunto.

Una spinta all’industrializzazione e alla creazione di posti di lavoro

La sempre maggiore influenza della Cina in Africa solleva importanti interrogativi sulle sue politiche di prestito e sul loro impatto sulla crescita economica della regione. La nostra analisi si concentra su un aspetto cruciale della questione: il ruolo dei prestiti cinesi nelle infrastrutture nel facilitare la partecipazione dei paesi africani alle catene del valore globali, che potrebbero avere un impatto significativo sull’industrializzazione e sulla creazione di posti di lavoro in Africa. Tuttavia, per promuovere una crescita economica che sia duratura e per garantire la sostenibilità fiscale, è essenziale che le politiche economiche dei paesi destinatari dei finanziamenti siano mirate a creare un ecosistema favorevole alle imprese e allo sviluppo del settore privato. Solo in questo modo i paesi africani potranno sfruttare appieno i benefici della creazione di infrastrutture e aumentare la loro partecipazione nelle catene globali del valore.

* Le opinioni espresse in questo articolo sono strettamente personali e non rappresentano necessariamente le opinioni del Fondo Monetario Internazionale, del suo Executive Board o del suo management.

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Se torna a crescere l’evasione

  1. Enrico

    Mentre noi ci limitiamo a parlare di un fantomatico piano Mattei, i cinesi e i russi lo attuano da decenni. Con i dazi americani in arrivo, questi finanziamenti daranno a chi li ha erogati un vantaggio competitivo enorme. Alla fine la globalizzazione lanciata dagli USA si concentrerà all’interno dei BRICS, escludendo l’Europa. Complimenti alla lungimiranza UE.

  2. alessandro casanova

    Mi fa specie che si mettano le mani avanti, quasi che il FMI possa non essere d’accordo rispetto alle conclusioni avanzate.

  3. alessandro casanova

    Bravo, bello, complimenti.

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