Lavoce.info

L’artigianato straniero del Piemonte

La regolarizzazione di quasi 700mila lavoratori extracomunitari non è priva di effetti sulle statistiche sull’occupazione. L’analisi dei dati, anche in caso particolare come quello delle iscrizione all’Inps dei dipendenti di imprese artigiane in Piemonte, offre molti spunti di riflessione: sulla congruità delle quote di ingresso e sull’entità della domanda di lavoro rivolta anche a cittadini extra-comunitari. E su come identificare le aree di attività in cui è maggiore l’impiego di stranieri.

L’entrata in vigore della legge Bossi-Fini (legge 30.7.2002, n. 189, e decreto-legge 9.9.2002, n. 195, convertito in legge 9.10.2002, n. 222) non è priva di effetti sulle statistiche sull’occupazione regolare.

Il balzo dei dipendenti

Le diverse fonti statistiche, amministrative e non, hanno sempre mostrato una buona coerenza e l’uso delle fonti amministrative ha assunto un ruolo importante nella produzione statistica.
La preoccupazione è che la regolarizzazione di circa 700mila lavoratori, pari a circa il 3 per cento degli occupati totali, sia stata recepita in modo differente dalle varie fonti e che questo possa generare difficoltà interpretative sulle dinamiche del mercato del lavoro, in particolare in un periodo di tempo caratterizzato da altri provvedimenti di emersione dal lavoro nero e di trasformazioni normative.
Cerchiamo qui di mostrare quale sia stato l’impatto della sanatoria in un archivio e in un’area particolare: l’occupazione dipendente iscritta all’Inps delle imprese artigiane del Piemonte.
Nel 2002, secondo i dati dell’Istituto di previdenza incrociati con le imprese iscritte all’Albo artigiani (la banca dati è ormai regolarmente prodotta dall’assessorato all’Artigianato della Regione insieme all’ufficio studi di Unioncamere), il numero dei dipendenti sale da circa 121mila unità registrate a dicembre 2001 a oltre 129mila.
Nello stesso periodo il numero di imprese (con o senza dipendenti) cresce dell’1 per cento, da 127.500 a quasi 129mila. Il Pil regionale diminuisce dello 0,5% (stime Isae).
La figura che segue illustra l’andamento del numero di dipendenti, la stima per l’ultimo trimestre del 2002 (linea tratteggiata) e l’andamento ciclico. Il grafico mostra un chiaro “problema” a partire da settembre 2002.

Leggi anche:  La risposta all'emigrazione africana è la cultura

fonte: elaborazioni R&P su dati della Regione Piemonte – Osservatorio dell’Artigianato

Cosa è successo? Si osservano gli effetti della sanatoria.

Per convenzione infatti (vedi per esempio la circolare Inps 161/2002), i lavoratori extracomunitari regolarizzati “emergono” tra il 10 settembre 2002 e novembre 2002. Nel caso di apertura di posizione contributiva da parte di imprese non conosciute (dall’Inps), da utilizzare per la denuncia dei contributi relativi al solo personale di origine extracomunitaria oggetto di legalizzazione, le sedi provvederanno a indicare nel campo “data costituzione” la data convenzionale del 10 settembre 2002.
La regolarizzazione dei contributi riferiti ai mesi di settembre (dal 10 settembre) e ottobre 2002, potrà avvenire con il mod. DM10/2 riferito al periodo di paga di novembre 2002.
Così accade che da agosto a novembre del 2002 i dipendenti balzano da 118 a 128mila (il dato andrà confermato poiché al momento delle elaborazioni non erano ancora disponibili gi archivi definitivamente aggiornati).

Chi sono gli imprenditori

I dati a disposizione permettono anche di indagare alcune caratteristiche delle imprese che si iscrivono per la prima volta all’Inps. Le imprese iscritte il 10 settembre 2002 (quasi tutte queste imprese utilizzavano esclusivamente lavoratori extracomunitari irregolari) sono 1.310, nel resto dell’anno se ne contano circa 3mila.
La tabella che segue distingue per area di nascita dell’imprenditore: il 70 per cento degli iscritti il 10 settembre è nato in Italia (o altri paese UE), nel resto dell’anno la percentuale sale a oltre l’85 per cento. Più di una iscrizione su quattro (il 26 per cento) nel 2002 è effettuata per regolarizzare uno o più dipendenti irregolari. Questa percentuale si ribalta nel caso degli imprenditori dell’Est: solo uno su quattro (il 74 per cento) si iscrive per motivi diversi.

Tab. 1: Imprese artigiane iscritte all’Inps nel 2002 e area di nascita del titolare

Si osserva cioè un fenomeno “etnico”: i lavoratori stranieri vengono, in termini relativi, regolarizzati più frequentemente da imprenditori stranieri (per la definizione vale il luogo di nascita).

Leggi anche:  L'immigrazione tra dati e narrazioni

Gli effetti della regolarizzazione

Mancano i dati più aggiornati, necessari per qualificare e verificare la stabilità dei “nuovi” posti di lavoro osservati, l’artigianato piemontese non è un campione rappresentativo dell’Italia, non si osservano tutte le tipologie di contratti di lavoro e assunzioni. Più in generale però gli spunti di riflessione che si dovrebbero ricavare dall’analisi del fenomeno delle regolarizzazioni sono molteplici.
Gli effetti diretti della regolarizzazione sono stati enormi, a differenza di quanto accaduto con altri interventi di emersione.
In gioco però non c’era solo la regolarità del posto di lavoro, ma i presupposti per una permanenza legale in Italia. La condizione di clandestino non è desiderata e se viene offerta la possibilità di regolarizzare la propria posizione, questa viene prontamente colta. Diverso sembra il caso di un lavoratore irregolare, per il quale l’offerta di una sanatoria non riscuote il medesimo successo.
La dimensione del numero di domande di regolarizzazione induce a riflettere sulla congruità delle quote di ingresso e sull’entità della domanda di lavoro rivolta anche a cittadini extra-comunitari.
L’identificazione dei settori in cui si concentrano le regolarizzazioni potrebbe aiutare a identificare le aree di attività in cui è maggiore l’impiego di lavoratori stranieri.
Infine può spiegare, almeno in parte, perché in un periodo di stagnazione l’occupazione è aumentata. Questo dipende però dalle fonti e dalle statistiche utilizzate.
Nel caso dell’Inps, ciò che si osserva ha logiche spiegazioni.

 

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  L'immigrazione tra dati e narrazioni

Precedente

Il Governo del carrello

Successivo

Come lavorare di più

  1. luca cifoni

    Se capisco bene non esiste un dato Inps complessivo (cioè quante nuove posizioni sono di extracomunitari “sanati”). D’altra parte questi immigrati non rientrebbero nelle attuali forze lavoro in quanto in larga parte non erano nelle anagrafi comunali ad aprile 2003. Lei ha qualche elemento in più?
    In ogni caso complimenti per l’articolo.

    • La redazione

      Nelle denunce mensili di versamento dei contributi sono previsti specifici codici di identificazione dei lavoratori dipendenti oggetto di regolarizzazione (cfr. ad esempio la circolare INPS n. 161 del 2002). Quindi INPS può avere il dato complessivo degli extracomunitari “sanati”. Quell’informazione però non c’era nei dati utilizzati dalla
      Regione e quindi si è stimato il dato. E’ probabile che il fenomeno venga colto con tempi e modi differenti dall’indagine sulle forze lavoro e molto dipende da come vengono aggiornate le anagrafi comunali. A riguardo Istat ha sicuramente risposte migliori.
      Grazie
      Michelangelo Filippi

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén