Un Governo intenzionato a ridurre il gap di innovazione dovrebbe puntare sulla crescita di nuove imprese in settori ad alto contenuto tecnologico. Un obiettivo non irraggiungibile: l’Italia ha elevati tassi di formazione di nuove imprese, storie imprenditoriali di successo nel low e medium tech e incoraggianti segnali per le giovani aziende ad alta tecnologia. Come incoraggiarne la nascita? E come finanziarle senza incorrere in effetti indesiderati? Creando un ecosistema favorevole, che coinvolga imprese, università e istituzioni finanziarie. Un Governo intenzionato a ridurre il gap di innovazione dovrebbe puntare sulla crescita di nuove imprese in settori ad alto contenuto tecnologico. Questo obiettivo, già proposto da Alfonso Gambardella, non è irraggiungibile: lItalia ha avuto, e ha, elevati tassi di formazione di nuove imprese, oltre a storie imprenditoriali di successo nei settori low e medium tech, e non ne mancano neanche nellhigh-tech. Per il periodo più recente, lanalisi di alcuni indicatori evidenzia incoraggianti segnali di risveglio delle giovani imprese ad alta tecnologia, New Technology Based Firms, o Ntbf. Segnali positivi e carenze storiche I segnali di risveglio nellalta tecnologia sono confermati da una maggiore propensione delle imprese ad alta tecnologia a brevettare e a partecipare a progetti di ricerca Unione Europea (tabella 1); tassi di natalità in crescita delle start-up accademiche (Academic Start-ups, Asu) rispetto al totale delle Ntbf (tabella 2). Se le Ntbf svolgono in generale una funzione trainante nei settori high-tech, quelle originate dalle università ne rappresentano la porzione più innovativa, della cui crescente presenza non si può non rallegrarsi. Una politica per linnovazione Ma quale politica per linnovazione andrebbe attuata in Italia? Riteniamo si debba partire da interventi che creino un ecosistema favorevole alla nascita e crescita di Ntbf ad alto potenziale e che coinvolgano imprese, università e istituzioni finanziarie. Soggetti che dovranno avere ruoli distinti, seppur fra loro sinergici, senza nessuna funzione supplente delluno rispetto allaltro: ricerca di base delle università ricerca applicata, sviluppo e ingegnerizzazione delle imprese; ruolo sussidiario del finanziamento pubblico rispetto a quello privato. Per saperne di più: SullEnterprise Investment Scheme nel Regno Unito:
Se le giovani aziende ad alta tecnologia sono cruciali, un quesito al quale occorre dare risposta immediata riguarda gli strumenti attraverso i quali la politica dellinnovazione può favorirne la nascita. E far affluire verso di esse i finanziamenti necessari alla crescita, senza incorrere allo stesso tempo, nelleffetto peso morto e nelleffetto sostituzione perché entrambi determinerebbero un uso improprio di risorse pubbliche Il primo, infatti, si manifesta tipicamente quando a beneficiare dellagevolazione sono imprese che sarebbero state comunque avviate con mezzi propri o finanziamenti a tassi di mercato. Il secondo emerge quando vengono agevolate imprese intrinsecamente marginali o comunque non in grado di innovare.
In questi ambiti, scontiamo carenze storiche dellazione di policy. Le risorse impegnate sono poche, a causa del ruolo subordinato della politica per linnovazione rispetto ad altri interventi. Senza dimenticare che le cifre ufficiali sovrastimano i trasferimenti effettivi alle imprese, perché conteggiano come contributo lintero ammontare dei crediti agevolati concessi anziché, come sarebbe corretto, il solo delta interessi. Inoltre, le risorse sono spese male: i criteri di selezione sono discutibili, si privilegia lallocazione a soggetti localizzati in aree depresse, vi è incertezza dellerogazione, i meccanismi tecnici sono mal congegnati (credito agevolato con procedure di selezione dei beneficiari affidata alle banche).
Sono carenze da sanare nel corso della nuova legislatura, altrimenti lobiettivo di ridurre il gap tecnologico diventerebbe irraggiungibile.
Questi interventi possono essere realizzati miscelando una serie di ingredienti. Si potrebbero introdurre interventi fiscali automatici orizzontali di sostegno alla creazione di imprese innovative (analoghi allEnterprise Investment Scheme, Eis, nel Regno Unito) e allattività di ricerca e sviluppo svolta da tali imprese, come il Plan Innovation in Francia, finalizzato alla valorizzazione dei risultati economici di R&S. Data la tendenza degli interventi automatici a generare comportamenti opportunistici, questa azione richiederà una delimitazione rigida e una definizione accurata dei criteri di eleggibilità, per evitare elusioni. Ad esempio, le agevolazioni potrebbero essere limitate ai salari di personale ad alta qualificazione addetto alla ricerca e ai contratti con istituzioni pubbliche di ricerca.
E si dovrebbe pensare a una fiscalità asimmetrica per favorire lallocazione di capitali finanziari verso Ntbf ad alto tasso innovativo e ad alto rischio, che contrasterebbe leffetto perverso di spiazzamento generato da una tassazione moderata del capital gain indipendentemente dalle caratteristiche dellinvestimento (attrazione fatale verso imprese mature in settori protetti).
Una misura ulteriore potrebbe consistere nella creazione di un “fondo di fondi”, evitando nello stesso tempo di riproporre nuovi soggetti pubblici in competizione con quelli privati.
Infine, si dovrebbero adottare politiche di allocazione delle risorse finanziarie al mondo accademico che premino le istituzioni, e allinterno di esse i gruppi di ricerca, che eccellono dal punto di vista della produzione scientifica. Questo renderebbe luniversità tassello fondamentale della politica dellinnovazione, restituendole il ruolo istituzionale di promotrice dello sviluppo scientifico e dellinnalzamento del livello delle conoscenze di base.
Sul Plan Innovation in Francia: http://www.recherche.gouv.fr/plan-innovation/index.htm
Tabella 1 – Intensità innovativa delle NTBF per sottoperiodo e settore di attività SETTORE BREVETTI PROGETTI UE 1992-1995 1996-1999 2000-2003 1992-1995 1996-1999 2000-2002 Manifatturiero ICT 2,79% 3,51% 6,83% 1,39% 2,69% 3,23% Automazione e Robotica 0,88% 0,65% 3,92% 2,63% 1,96% 2,00% Biotecnologie, Farmaceutica, Chimica e nuovi materiali 6,49% 11,58% 10,20% 0,00% 7,37% 9,46%
Tabella 2 – Indice di specializzazione anagrafica relativa delle start-up accademiche (ASU)
ANNO DI FONDAZIONE | Percentuale ASU/Percentuale NTBF |
1980-1984 | 0,43 |
1980-1984 | 0,43 |
1985-1989 | 0,31 |
1990-1994 | 0,53 |
2000-2003 | 2,10 |
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venturoli massimiliano
Giustissimo il futuro è l’ innovazione teconologica unito ad una formazzione maggiore del personale. Farebbe aumentare il valore aggiunto dei prodotti del made italy.
Ritengo, personalmente, che la defiscalizzazione siano l’ unico mezzo per finanziare questa ” conversione “. Ma rimane ” il problema di ogni problema ” su che parametri applicarlo? In che zone applicarlo? Su tutto il territorio Nazionale indistamente?
Oggi come ieri, ed ogni Governo pecca dello stesso peccato, il Governo rimane concretamente ” muto “, cioè non propone nulla di concreto e dettagliato.
Provvedimenti come questi, hanno un ” costo ” per il bilancio molto limitato, eppure il Governo, nonstante ametta l’ urgenza di un intervento in tal senso, non si muove.
Ritengo ” accdemicamente ” molto utili queste dissertazioni, sull’ innovazioni tecnologiche da inserire nel sistema italia, ma concretamente inutile se il Governo non si pronuncia su tutto ciò.
Il Paese non ha bisogno che il Governo ” vada in conclave “, ma necessita, che il Governo si occupi concretamente del Paese!!!
Venturoli Massimiliano
La redazione
Grazie per i commenti. Tra i punti che lei solleva, quello sulla delimitazione territoriale dellintervento ci pare estremamente importante.
A nostro giudizio, se in Italia si è fatto poco per favorire il riposizionamento in settori high-tech ciò è in parte dovuto proprio al ruolo subordinato della politica per linnovazione
rispetto a quelle per il riequilibrio territoriale. Riteniamo sia infatti imprescindibile una netta rescissione del nesso
improprio fra politiche dellinnovazione e politiche di riequilibrio territoriale, nella consapevolezza che le NTBF nascono e prosperano in un ecosistema favorevole. In questo caso è sicuramente meglio far piovere sul bagnato
venturoli massimiliano
una sola domanda:
lo stato, quando promuovere un settore specifico ( attraverso una defiscalizzazione o attraverso dei contributi), si serve, nel concreto, sul territorio delle Associazioni di Categoria. Dopo gli scandali che hanno coinvolto queste associazioni, non sarebbe stato meglio riformare i meccanismi interni di queste associazioni, prima di utilizzarle come ” mediatori ” tra Stato e Aziende??
Era una riforma troppo costosa?! Personalmente trovo più dispendioso servirsi di Associazioni, trasformatosi nel tempo, in ” pescecani”!!!
sergio
Riguardo al mondo imprenditoriale italiano vorrei presentare una web chat organizzata dall’ambasciata americana mercoledi 14 marzo alle ore 17:00 che si chiama Capturing Creativity: Incontra I Nuovi Imprenditori, per incoraggiare i ragazzi a farsi strada da soli nel mondo dell’imprenditoria proponendo modelli di giovani imprenditori che verranno intervistati e parleranno di come hanno avuto successo grazie alle loro capacità. Coloro che seguiranno l’intervista potranno interagire con gli ospiti tramite la chat facendo domande o proponendo nuovi spunti di cui parlare. Per seguire l’intervista andate sul sito: http://www.italy.usembassy.gov/Face2Face è un’iniziativa interessante che vale la pena prendere in considerazione