Il web è uno strumento attraverso cui semplificare la vita delle famiglie e delle imprese riducendo i costi connessi con la burocrazia. Ma per la digitalizzazione della vita politica e sociale nel nostro paese c’è ancora molto da fare. La bassa diffusione della partecipazione politica attraverso Internet fa ipotizzare che il successo del M5S non sia da attribuire solo agli elettori che tendono a informarsi e interagire tramite web. In prospettiva, ci sono possibilità di crescita per le formazioni che utilizzeranno la rete come primario canale di relazione con l’elettorato.

Il rapporto recentemente pubblicato dalla World Wide Web Foundation, oltre che fornire indicazioni sullarilevanza del web nell’economia di un paese, offre anche interessanti spunti circa l’impatto di Internet sulla vita politica e sociale dei cittadini.

E-GOVERNMENT E E-PARTICIPATION

Nell’indagine è presente infatti un indice sintetico della valenza politica del web. L’indicatore raccoglie le informazioni relative al grado di sviluppo dell’e-government e dell’e-participation, così come del livello di utilizzo del web da parte dei partiti per informare e mobilitare il proprio elettorato. (1) L’Italia, rispetto ai 60 paesi considerati tra quelli avanzati e quelli in via di sviluppo, si posiziona quasi esattamente a metà classica(ventinovesima posizione), ultima tra i paesi europei  (grafico 1).

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WEB E BUROCRAZIA

Per avere un’indicazione di come il web possa semplificare la vita dei singoli cittadini è utile prendere in considerazione la relazione esistente tra le ore impiegate per preparare e pagare le tasse, tempo strettamente legato alla complessità delle procedure burocratiche, e l’indice di sviluppo politico del web. Si può verificare come tra queste due grandezze esista una relazione negativa, soprattutto per i paesi più virtuosi, tra cui sfortunatamente non è compresa l’Italia (grafico 2). In altri termini, il web può costituire effettivamente uno strumento attraverso cui facilitare e semplificare la vita delle famiglie e delle imprese riducendo i costi connessi con la burocrazia.

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WEB E POLITICA

Analizzando nel dettaglio l’andamento dell’indice che rappresenta l’e-participation, che costituisce una componente dell’indice di impatto politico del web, si possono poi trarre alcune considerazioni di natura strettamente politica. In particolare, è interessante considerare il caso dell’Italia e della Germania, paesi che hanno visto negli ultimi tempi crescere fortemente due nuove compagini politiche che sul web basano molto del loro successo: Movimento 5 Stelle e Piraten. Nel dettaglio, l’indice di e-participation è cresciuto in Germania di due decimi di punto negli ultimi due anni attestandosi, secondo l’ultima rilevazione, a 0,8 punti, vicino quindi al massimo di 1 punto osservato in Corea del Sud e ben superiore alla media dei paesi considerati (pari a 0,4 punti). Sulla base di questi dati, quindi, non stupisce il successo che il partito Piraten sta ottenendo in Germania.
Passando all’Italia, l’indice di e-participation è cresciuto negli ultimi due anni di solo un decimo di punto, portando il valore ultimo a 0,3 punti, quindi al di sotto della media dei paesi considerati. Nonostante il basso livello di partecipazione sul web da parte dei cittadini, il Movimento 5 Stelle ha osservato un notevole incremento di consensi: dal 4,4 per cento delle comunali del 2010 all’11 per cento del 2012, secondo le elaborazioni del Centro italiano studi elettorali (Cise).

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UN’OPPORTUNITÀ PER GLI ITALIANI

La strada da percorre per la digitalizzazione della vita politica e sociale del nostro paese è molto lunga. Le linee guida per i siti web della pubblica amministrazione, presentate nel 2011, forniscono indicazioni operative per la realizzazione e il mantenimento dei siti, stabilendo i canoni di usabilità e accessibilità e determinando anche le motivazioni per le quali dismettere un sito internet della Pa (ad esempio per la mancanza di aggiornamento dei contenuti). Tuttavia, allo stato attuale, non hanno trovato piena applicazione. Ed è paradossale che il sito web dell’Osservatorio per l’accessibilità dei servizi della Pa abbia sospeso la possibilità per gli utenti di effettuaresegnalazioni inerenti la qualità dei siti web pubblici. Scarsa è poi la capacità di utilizzo del web da parte degli stessi dipendenti della Pa che non vengono formati adeguatamente.
Sul fronte dell’e-participation, la sua bassa diffusione in Italia offre lo spunto per trarre un paio di considerazioni che rientrano nel campo della politologia: da un lato, il successo del M5S non può essere attribuito solo al fronte degli elettori che tendono a informarsi e interagire tramite Internet, ma deve essere ricercato anche tra i delusi dei partiti tradizionali che non necessariamente sono avvezzi al web. Dall’altro lato, un maggior grado di digitalizzazione nel nostro paese potrà offrire, in prospettiva, ulteriori possibilità di crescita per le formazioni politiche che utilizzeranno Internet come primario canale di relazione con l’elettorato. Per la classe politica ciò costituirà una sfida importante, posta anche la loro attuale bassa capacità nell’utilizzo del web. (2)
Se il cammino è lungo e in salita, va anche ricordato che è “nel mezzo delle difficoltà che nascono le opportunità” (Albert Einstein).

(1) Con e-government si intende la gestione, da parte della pubblica amministrazione, delle pratiche burocratiche attraverso sistemi informatici che facilitino le relazioni sia con altri enti pubblici sia con i cittadini e le imprese. Con e-participation si fa riferimento a processi che, mediante l’utilizzo di Internet, coinvolgano i cittadini nell’amministrazione della cosa pubblica, attraverso ad esempio la partecipazione alla fase di scelta e definizione delle politiche da adottare, e che in generale permettano in più stretto contatto tra il cittadino e il rappresentante eletto.
(2) Si veda al riguardo lo studio condotto da Stefano Epifani per l’Istituto di studi politici S. Pio V.

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