Un Dpef di inizio legislatura può essere molto utile perché ha un orizzonte programmatico lungo. Quello approvato dall’ultimo Consiglio dei ministri e’ ambizioso negli obiettivi sui conti pubblici, ma reticente su come potranno essere raggiunti. Non indica neanche quanta della correzione del disavanzo prevista sia imputabile alle entrate, né entra nel dettaglio dei singoli provvedimenti finalizzati ad aumentare il gettito. Conferma come prioritaria la strategia impostata con il decreto legge 223, che prevede molti provvedimenti di contrasto a evasione, elusione ed erosione fiscale, con ricadute sulle imposte dirette, indirette e sull’Irap. Apprezzabile che si tocchino molti punti deboli del sistema con interventi mirati, ma vi sino diversi aspetti da modificare in sede di conversione del decreto. Necessari anche interventi che affrontino i conti degli enti locali sempre piu’ insostenibili, mentre sono proprio i comuni a effettuare la gran parte degli investimenti pubblici. L’auspicio e’ che a settembre, quando presenterà gli interventi promessi ma non specificati, il Governo mostri lo stesso coraggio avuto col decreto sulle liberalizzazioni. Sulla concorrenza nel commercio il decreto Bersani rivendica competenza statale. Giusto perche’ le Regioni hanno dimostrato di essere molto esposte alle pressioni delle lobbies locali.

Aggiornamento: Kant il Dpef e i Fiscal Councils di Paolo Manasse. Ma la giustizia sportiva è giusta di Diego Corrado.

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