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ANDATE A VOTARE. COMUNQUE

La legge elettorale è incivile. Ma ci sono almeno tre motivi per votare comunque. Le liste bloccate danno molte informazioni sulle vere priorità dei partiti e su come interpretano il rinnovamento della classe politica: dalle quote rosa eluse al ringiovanimento spesso solo di facciata, mentre nella nuova Camera ci saranno almeno dodici deputati già condannati. Non è vero che i programmi dei due maggiori schieramenti sono uguali. L’unica cosa che hanno in comune è il fatto di essere libri dei sogni. E sulla legge elettorale, non tutti i partiti vogliono davvero cambiarla.

Il 13 e 14 aprile andremo a votare con una legge elettorale da paese incivile. Sembra fatta apposta per incoraggiare l’astensione al voto. Ci ha fatto assistere, prima, all’avvilente spettacolo di segretari di partito che contrattano con potenziali alleati e correnti interne sui nomi, oltre che sul numero, dei singoli deputati e senatori sicuri. Grazie a questa legge ignobile abbiamo poi potuto leggere sui giornali nomi e cognomi dei “nostri” eletti nelle varie circoscrizioni un mese prima del voto. Naturale chiedersi: ma perché andare a votare se tanto hanno già scelto loro?
Eppure ci sono tre motivi per cui andremo a votare e invitiamo tutti voi a fare altrettanto.

1. POSSIAMO SCEGLIERE LE PERSONE SCEGLIENDO I PARTITI

Il primo motivo è che le liste fatte a tavolino sono, in realtà, molto informative circa le vere priorità dei partiti, cosa vogliono fare in Parlamento, e come interpretano il rinnovamento della classe politica. In queste settimane le abbiamo studiate a fondo. Ci siamo concentrati sulla Camera, dove è molto più facile prevedere i nomi degli eletti. Vi ricordiamo i fatti più rilevanti che abbiamo scoperto. Trovate molte altre informazioni nelle schede qui a fianco.
Le quote rosa sono state eluse relegando le donne per lo più a posizioni in lista da cui non verranno sicuramente elette. Gli esempi peggiori sono quelli dell’Udc (solo due donne su trentaquattro probabili deputati), della Lega e dell’Italia dei Valori (una donna ogni sei deputati in entrambi i casi). Il Partito democratico è l’unico che farà aumentare in modo sensibile la quota di donne in Parlamento: perché è, assieme al Pdl, il partito che avrà una quota più alta di seggi e perché ha quasi un terzo di donne tra i probabili deputati contro meno del 20 per cento nel caso del Popolo delle Libertà .
Il ringiovanimento è più di facciata che effettivo: anche i giovani sono per lo più relegati nelle posizioni di coda delle liste, in cui sono sicuri di non essere eletti (l’età media scende da 50 a 45 anni passando dai sicuri eletti ai sicuri non eletti). Solo quarantaquattro i probabili deputati con meno di 35 anni, di cui quasi la metà ex-parlamentari o funzionari di partito. La Sinistra Arcobaleno è il raggruppamento che contribuisce di meno al rinnovamento della classe politica: ben l’83 per cento dei suoi probabili eletti era già stato parlamentare nella XV Legislatura. Anche l’Udc rinnova poco: solo poco più del 30 per cento dei suoi probabili eletti non sedeva già nel Parlamento uscente. 
Un livello più alto di istruzione è in genere associato a un minor tasso di assenteismo e a una maggiore produttività nell’attività parlamentare. I partiti che porteranno in parlamento meno laureati sono la Sinistra Arcobaleno e la Lega: solo sei su dieci contro circa tre su quattro in media per gli altri gruppi. I partiti sono molto specializzati nelle professioni. Quasi il 40 per cento dei deputati della Lega sono liberi professionisti. Nel Popolo delle Libertà e nell’Italia dei Valori un deputato su cinque è avvocato, la categoria, assieme ai medici, col tasso più alto di assenteismo. Nel Partito democratico e nella Sinistra Arcobaleno ci sono più docenti universitari o insegnanti (circa uno su cinque) e funzionari di partito (addirittura uno su quattro nella Sinistra Arcobaleno). L’Udc ha la più alta percentuale di dipendenti pubblici: il 13 per cento.
Nella nuova Camera ci saranno con ogni probabilità dai dodici ai quattordici deputati che sono stati condannati, perlomeno in primo grado (senza che i gradi di giudizio successivi dei processi in corso li abbiano scagionati), per reati diversi: i più frequenti sono quelli contro il patrimonio, corruzione, favoreggiamento o associazione mafiosa. La concentrazione più alta di persone con precedenti penali è nell’Udc (quasi il 9 per cento degli eletti), seguita dalla Lega (7 per cento), dal Popolo delle Libertà (che porterà in Parlamento 3 deputati con condanne definitive e 1 deputato che ha scelto il patteggiamento), Sinistra Arcobaleno (quasi 2 per cento, come il Pdl) e Partito Democratico (0,6 per cento). L’unico partito ad aver rispettato l’impegno con gli elettori di non portare in parlamento persone con precedenti penali è l’Italia dei Valori.

2. I PROGRAMMI NON SONO TUTTI UGUALI

Non è vero che i programmi dei due maggiori schieramenti sono uguali. L’unica cosa che hanno in comune è il fatto di essere libri dei sogni.
Quello del Pdl, ad esempio, propone di portare la pressione fiscale sotto il 40 per cento riducendo contemporaneamente il debito, senza tagliare la spesa pubblica, ma solo con interventi straordinari, una tantum, come la vendita del patrimonio pubblico. Quello del Pd ha anch’esso obiettivi ambiziosi di riduzione della pressione fiscale (un punto di aliquote Irpef in meno all’anno) e del debito pubblico (portato sotto il 90 per cento) e, per lo meno, ammette che dovranno essere necessariamente finanziati da riduzioni della spesa corrente. In entrambi i casi, il saldo non torna: le promesse costano molto di più dei finanziamenti indicati.
Anche nei dettagli le differenze sono tutt’altro che secondarie. Ad esempio, se entrambi i programmi si propongono di ridurre il prelievo fiscale sul lavoro, quello del Pdl agisce di più nel senso di spingere chi lavora già a lavorare di più (con provvedimenti come la detassazione degli straordinari e il quoziente famigliare), mentre quello del Pd va più nella direzione di incoraggiare a lavorare chi oggi non lo fa .
Più che i programmi contano comunque i risultati ottenuti durante le precedenti esperienze di Governo. Qui sotto riassumiamo i principali risultati in termini di gestione dei conti pubblici, crescita, investimenti, occupazione e distribuzione del reddito. A voi giudicare chi ha fatto meglio (o meno peggio).

       
1997-2000 2002-2005 2007
Tasso di crescita Pil reale (media annuale) 2.2 0.6 1.5
Investimenti fissi lordi (% Pil, variazione) 1.3 0.3 -0.1
Disuguaglianza nei redditi
(Coefficiente di Gini, variazione)
-1.3 -0.2 -0.8
Tasso di povertà relativa (variazione) 0.3 -0.9 0.0
Tassi d’occupazione (variazione) 1.3 1.1 0.3
Tassi di disoccupazione (variazione) -1.1 -1.4 -0.7
Debito pubblico (% Pil, variazione) -13.4 -2.5 -2.8
Deficit pubblico (% Pil, variazione) -6.2 1.1 -1.5
Avanzo primario (% Pil, variazione) 0.1 -2.7 1.8
Pressione fiscale (% Pil, variazione) 0.0 -0.7 1.2
Incassi da condono 377 milioni
(0.035% Pil)
10.2 miliardi
(0.76% Pil)
Spesa corrente primaria
(% Pil, variazione)
-0.8 2.3 -0.1
Partite correnti (variazione) 52.8 miliardi -16.9 miliardi 11.0 miliardi
Investimenti diretti esteri (variazione) 64.2 miliardi 39.5 miliardi 55.8 miliardi (1)

Note:
I dati su disuguaglianza e povertà si riferiscono ai periodi 1998-2000, 2002-2004 e 2004-2006.
Le variazioni sono 2000 su 1996, 2005 su 2001 e 2007 su 2006.
(1)Stimato sulla Variazione I sem. 2007 -I sem. 2006.
Fonte: ISTAT, BdI e Eurostat (elaboraizone dati Davide Baldi e Pietro Biroli)

3. PENSIAMO AL REFERENDUM

Sul dopo voto incombe comunque il referendum sulla legge elettorale. E per fortuna che c’è. Vuol dire che, scegliendo bene questa volta, possiamo sperare di non andare mai più a votare con questa ignobile legge elettorale. Alcuni partiti hanno indubbiamente più responsabilità di altri nell’averci consegnato le liste bloccate. E non tutti vogliono davvero cambiare la legge elettorale. Possiamo ricordarci anche di questo nel segreto dell’urna. A proposito, bene che sia un segreto davvero. Aspettiamo ancora che, in risposta al nostro appello, i candidati Casini e Santanchè dicano chiaramente che non vogliono i voti delle mafie e che non accetteranno il voto di scambio.

Tito Boeri, Andrea Boitani, Massimo Bordignon, Agar Brugiavini, Daniele Checchi, Francesco Daveri, Daniela Del Boca, Marzio Galeotti, Pietro Garibaldi, Francesco Giavazzi, Maria Cecilia Guerra, Luigi Guiso, Tullio Jappelli, Marco Onado, Marco Pagano, Fausto Panunzi, Roberto Perotti, Giuseppe Pisauro, Michele Polo, Carlo Scarpa, Francesco Vella

Sono temporaneamente in aspettativa Silvia Giannini, Pietro Ichino e Daniela Marchesi

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34 commenti

  1. Cosimo

    Andare a votare con questa legge elettorale non ha niente a che fare con la democrazia. C’è stato un effettivo colpo di stato dei partiti, ai quali il voto popolare rimette la sovranità. Magari con qualche distinguo di facciata, ma i partiti ricavano troppi vantaggi dagli attuali meccanismi elettorali (e di finanziamento) perché siano interessati al cambiamento. Il numero di deputati condannati in via definitiva (12, 20 o 100) è un indicatore molto parziale del livello di onestà – o mancanza della stessa. Molti parlamentari non sono mai stati condannati in via definitiva, spesso grazie ad azioni legislative intervenute durante gli anni del processo, ma se non altro per ragioni morali non dovrebbero presentarsi in parlamento, ed invece sono in cima alle liste dei partiti. Infine i partiti – per loro stessa natura di associazioni clientelari – non proporranno mai azioni legislative veramente in grado di ridurre strutturalmente la spesa pubblica, favorire la meritocrazia, e tanti altri interventi che servirebbero al paese. Io non voto per i partiti, naturali vettori di logiche assistenzialiste, corporativiste, anti-meritocratiche, stataliste. Mi auto-auguro buon weekend di sci! yuppi

  2. Stefano

    Contro una legge elettorale incivile credo che l’astensionismo sia oggi lo strumento migliore per esprimere il proprio dissenso. Votare e` un diritto e un dovere. Certo, ma quando i destinatari del voto sono i primi a non rispettare gli interessi di una nazione ma unicamente i propri, allora il voto diventa solamente uno strumento per foraggiare il loro prosperare sulle spalle di tutti. Io non voto con una legge elettorale che non mi rappresenta. Io non voto per alimentare lo sperpero di campagne elettorali insignificanti e folli spese burocratiche. Io non voto per avere, con un buon margine di probabilita`, un parlamento con gli stessi problemi che hanno afflitto la passata legislatura riducendola all’immobilismo piu` assoluto a danni della nostra nazione. Spero in una percentuale di astenuti mai vista dal dopoguerra ad oggi, che sia l’indice piu` significativo della reale voglia di cambiare, di non farsi piu` prendere in giro da questi partiti politici.

  3. negri

    Anche se tutto puzza andiamo a votare . a suo tempo Montanlli diceva otturatevi il naso ma votate. ma chi dare il voto? a Uolter e ai cattocomunisti che con prodi ancora presidente del PD (ex PCI ex DS ex PDS ex ex) ci hanno ridotto a raschiare il fondo del barile ? o al Berlusca ? la tentazione di non andare a votare è tanta ! anche perchè con questa legge elettorale ci impediscono di fare le scelte dei nostri rappresentanti e allora datemi una giustificazione del perchè devo eleggere un Fassino e la dolce consorte , perchè devo contributire a riportare in Parlamento 70 tra ministri sottosegretari portaborse del governo Prodi , il segretario di Fioroni o di franceschetti ancora un Marini che dopo aver distrutto con la sua azione insipiente di sindacalista i lavoratori e in particolare i pensionati. Mi dovete spiegare perchè devo eleggere soggetti di questo genere che con la contyribuzione figurativa all’INPS godranno ,oltre all’assegno vitalizio, anche di una pensione pagata con i contributi dei lavoratori oltre ai fring di gui godon come parlamentari. allora allora ecco i miei dubbi dell’andare a votare. alfonso negri

  4. Diego

    Meglio andare a votare. Come si fa a sostenere per 4 anni (o meno) le proprie idee se poi non si agisce? Che senso ha discutere per anni sostenendo le proprie idee se poi non si vuole concretizzare con una bella X ?Suggerirei l’astensionismo a tutti coloro che non si informano, che si rifiutano, che ritengono la politica una cosa noiosa o non interessante. Loro si, sono pericolosi… Perché potrebbero sentire, per sbaglio, affermazioni del tipo "Mangano è un eroe" oppure "la Sinistra ha messo l’Italia in ginocchio". Le notizie vanno verificate, indagate, a partire da chi le scrive, fino a ogni dato in esse comprese. Andate a votare. Comunque. E continuate a leggere lavoce.info

  5. franco benincà

    I partiti concorrono alla vita democratica. E’ attraverso questo precetto che essi, nell’ambito della società civile, intervengono come attori della vita politica. Come organizzazioni possiedono una struttura che ne deve garantire la sopravivenza: quindi un resarch market, un opinion service, studi rivolti a monitorare l’elettorato attivo ed, a sua volta, far nascere nel loro seno l’elettorato passivo. Disconoscere queste organizzazioni, significa minare la democrazia così come voluta dal Costitutente italiano. E’ la società civile nel suo complesso che attraverso una azione di dialogo interorganizzativo deve riformare la nostra democrazia ed indurre i partiti, per mezzo dei rappresentanti eletti, a modificare le distorsioni delle leggi elettorali che, altrimenti, sarebbero espressioni di lobbies elitarie interne ai partiti stessi e non strumento di scelta elettorale, diritto civile del cittadino. I partiti a loro volta non devono essere estranei alla gran parte dei comuni cittadini: il confine tra tessuto sociale e organizzazione politica deve essere fluido ed impercettibile. Votare significa anche questo.

  6. Bruno Simili

    Mi sembra difficile concordare con Cosimo. E’ vero: nonostante le critiche nei confronti della politica, lo scenario resta pressoché immutato. Ma tirare ancora una volta in ballo la legge elettorale non basta più. Le impressioni di una maggiore linearità nelle proposte illustrate agli elettori si sono rivelate in buona parte ingannevoli: al minor numero di simboli presenti sulla scheda si è infatti andata a sommare la grande incertezza dovuta al rischio di annullamento di molti voti. Il continuo richiamo a possibili brogli e le varie sparate quotidiane mantengono il clima avvelenato, rendendo la politica italiana molto distante da quella delle principali democrazie occidentali. Ciò nonostante concordo con lo spirito dell’invito rivolto dalla redazione della “voce”: votare bisogna. Come due anni fa la partita decisiva sarà quella che si gioca nel grande campo degli indecisi. E con l’aria che tira sarà dura, a destra e più che mai a sinistra, convincere molti elettori a recarsi alle urne, ancora una volta, “turandosi il naso”. All’aria quasi irrespirabile della politica italiana c’è il rischio che molti, questa volta, preferiscano quella più salubre dei nostri monti.

  7. Bruna Cibrario

    Penso che votare sia scegliere, e che gli argomenti per scegliere non manchino. Condivido il giudizio che la legge elettorale sia una porcata (e’ l’unico punto su cui sono d’accordo con Calderoli, che di questa legge e’ il padre degenere), ma non dimentico che l’ha voluta il governo di centro-destra per lasciare una polpetta avvelenata al centro-sinistra, e che il c-s in questi 20 mesi di governo ha elaborato diverse proposte di riforma che il c-d ha sempre rigettato. E comunque: Damiano non e’ Maroni, Padoa Schioppa non e’ Tremonti, D’Alema e’ apprezzato nel mondo, Amato non ha sulla coscienza i manganelli di Bolzaneto, Veltroni non possiede televisioni ne’ stallieri mafiosi, non farebbe mai le corna ai Ministri UE ne’ darebbe del kapo’ a Shultz…

  8. marcomarchiori

    Non è solo questione di inciviltà o di "suinità" dell’attuale legge elettorale. Si sovrappongono due problemi: il senso di frustrazione dato dal totale disinnesco dello spirito riformatrice degli anni ’90 e la palese contraddittorietà delle attuali proposte politiche ("detassiamo gli straordinari!", "costruiamo case!", "detassiamo le case!") che non convincono né nello spiegare i problemi, né nel mostrare una soluzione. E’ vero che non conviene rinunciare al voto: il mio voto sarà però leggero, cioè sceglierà tra molte proposte contraddittorie, quella meno rivoltante. Chi fa informazione deve però evidenziare le contraddizioni, almeno quelle evidenti, altrimenti finisce per permettere i politici di dire e promettere impunemente qualsiasi cosa.

  9. paolo mariti

    Si parla tanto dell’importanza dell’ innovazione per l’Italia restringendo però il termine quasi soltanto al campo della tecnologia, della produzione, dei servizi, dell’organizzazione privata e pubblica, del management e quant’altro. Ora siamo di fronte alla più grossa innovazione politica da decenni. Certo: possiamo decidere di non votare e volare alto, per tutte le ragioni dei precedenti commenti ed innumerevoli altre ancora. Personalmente penso, secondo un orientamento di etica della convinzione, che votare sia la scelta migliore. Per qualsiasi lista si voti, chiunque vinca. Poi occorrerà essere "vigili come il serpente", come questo stesso sito insegna.

  10. Isabella

    Invito tutti al voto. Io andrò a votare. La legge elettorale fa schifo e allora voterò per chi si è più battuto per cambiarla (PD). I problemi del paese sono tanti ma tra le forze politiche alcune sono più in grado di risolverli di altri (PD) ed il governo Prodi ha fatto ottime cose, che verranno rivalutate con il tempo. Non mi aspetto per il futuro l’ottimo ma mi aspetto una prospettiva di cambiamento di piccoli passi che possa garantire un futuro ai miei figli. Le critiche generiche ai politici mi hanno stufato; i politici non sono tutti uguali, basta leggere i giornali ed ascoltarli. Il PD non inneggia alla mafia e alla camorra e riconosce i fondamenti dello stato repubblicano, ha a cuore la democrazia ed il futuro dei giovani. Le proposte del programma sono incomplete? Verranno completate e migliorate. I propositi di astensionismo espressi da alcuni commenti non fanno neppure i conti con le ultime dichiarazioni di Dell’Utri e di Berlusconi, personaggi indegni di pun paese civile. Chi si astiene di fatto vota Berlusconi. Per favore non astenetevi!

  11. FRANCESCO COSTANZO

    Io a votare non andrò, per impegni familiari e perchè non voglio viaggiare per 200 km e tornare nella mia città di residenza solo per perdere tempo. Io mi ritengo un cittadino estremamente rispettoso delle istituzioni, provengo da una famiglia che lo è altrettanto, perciò direi che è preoccupante che questa affermazione arrivi da uno come me, che oltretutto ha solo 37 anni ed è laureato. Per me non si può parlare di rinnovamento della classe politica se le prime linee (che decidono) sono sempre Casini, Berlusconi, Fini, Bertinotti, Storace, Bossi, Maroni, con l’aggiunta di un "finto nuovo" come Veltroni. Per me è una presa in giro votare programmi che sono libri dei sogni, la vita quotidiana è fatta di altri problemi e io mi sono sentito offeso personalmente come cittadino dalle esternazioni quotidiane dei nostri politici, che ormai praticano come sport il lancio dello slogan con la collaborazione attiva dei giornalisti che fedelmente riportano tutte le polemiche di questo teatrino. La politica per il momento è lontana dai problemi del Paese, bisogna aspettare tempi migliori…

  12. Mauro Molinaris

    30 anni fa avevamo i salari più alti d’Europa, un Paese che cresceva in un clima d’ottimismo… eravamo la 5° potenza industriale… e all’avanguardia in Europa per l’informatica (l’Olivetti era la prima azienda Europea ed il PC l’M24 veniva venduto addirittura negli Stati Uniti)…. ed eravamo il Paese più visitato del mondo ! In 30 anni hanno distrutto un Paese a furia di collocare i loro amici dappertutto ! Abbiamo i salari più bassi e ci hanno tolto qualsiasi speranza e qualsiasi voglia di lavorare (la produttività è crollata sopratutto per questo !) Per diffusione di banda larga siamo agli ultimi posto in Europa, di computer made in Italy non ce ne sono e le imprese sono costrette a pagare le tasse anticipate di un anno… per non parlare delle 21.000 leggi spesso inutili, assurde e controproducenti…. Purtroppo ci sono sol 1200 caratteri… altrimenti potrei dilungarmi sulla caduta di Alitalia, sui rifiuti, sulla lunghezza dei processi, sulla mozzarella adulterata, e sui vini all’acido di cui si parlerà nei prossimi giorni…. Votare significa scegliere…. ma l’unica cosa che possiamo scegliere il 13 e 14 aprile è di NON votarli più !

  13. marco ajello

    Solo con questa legge alle scorse elezioni si è potuto sedere in parlamento Khaled Fouad Allam. le liste bloccate credo saranno la norma nel futuro; si tratta solo di vedere se saranno precedute da delle primarie, ma che allo stato attuale sconsiglio nella nostra nazione. In fondo le liste bloccate sono responsabilità totale dei partiti, mentre la preferenza, specie quando si parla di elezioni politiche e non di amministrative locali, son tutto fuorchè "democratiche" in senso alto. l’alternativa quale sarebbe? il maggioritario, magari a due turni (suvvia!)? il proporzionale con 1-3 prefernze?

  14. tiziana

    La legge elettorale è stata per Prodi quello che la guerriglia irachena è stata per Bush :un nido di serpenti e per tutti noi Italiani una disgrazia.Ma io andrò lo stesso a votare e sono orgogliosa che anche mio figlio ventunenne lo farà. Degli astensionisti i politici si riempiono la bocca e se ne preoccupano solo quando tornano a votare; l’importante è che ci sia sempre qualcunaltro che lo faccia . basta infatti avere un solo voto in più per vincere. Ritengo sbagliato dire poi che i politici sono tutti uguali , pensate al piacere di sentire esporre le idee con abilità ,competenza, semplicità e libertà. Libertà di dire sempre quello che si pensa,di scusarsi, di dimettersi, e di essere si anche sinceri. Quelli potremmo essere anche noi. Se non votiamo ,poi, non possiamo lamentarci di scelte fatte da altri.Votate ! non è vero che poi non cambia nulla. Il Voto è una grande conquista.

  15. GIANLUCA COCCO

    Ci saranno anche dei motivi per votare degli schieramenti composti prevalentemente da dei cialtroni, ma ce ne sono un’infinità per andare al mare, tempo permettendo. Al di là della legge elettorale incivile, anche se ce ne fosse una civilissima, perchè dovremmo votare dei rappresentanti che hanno ampiamente dimostrato di non perseguire interessi collettivi, ma di perpetrare politiche tese a conservare l’Italia dei notabili, l’Italia delle clientele, l’Italia delle istituzioni mafiose, l’Italia dei bassi salari, l’Italia dell’evasione fiscale, l’Italia della maldistribuzione della ricchezza, l’Italia dei disoccupati cronici, l’Italia dei precari da ricattare, l’Italia degli omicidi sul lavoro, l’Italia degli sprechi, l’Italia dei privilegi, l’Italia delle galere lager e quella dell’indulto, l’Italia dell’informazione asservita, l’Italia derisa in tutto il mondo, l’Italia dei processi mediatici, l’Italia degli anziani più longevi, ma sofferenti. W L’ITALIA, L’ITALIA DA DIMENTICARE…

  16. Peppe Dantini

    Sull’analisi delle candidature ovviamente vi siete concentrati sui partiti che già siedono in parlamento. Niente da dire. Quanto ai motivi per votare invece avrei gradito un discorso più ampio, che tenesse in conto anche le cosiddette proposte alternative. Del resto, se in parlamento ci sono sempre gli stessi, è colpa nostra. Certo che la legge fa schifo, certo che le segreterie decidono il bello e il cattivo tempo, certo che i veri interessi sono altri; ma se non raccolgono i voti necessari tutti i loro progetti vanno a farsi benedire. Quindi se raggiungono i loro obiettivi, la colpa è solo la nostra che votiamo sempre allo stesso modo. E se un medico ti ha rovinato, non ci torni più; vai da un altro. O siamo disposti a cambiare l’Italia, cominciando dal cambiare il nostro voto, oppure possiamo smettere anche di lamentarci.

  17. as

    Mi pare di essere l’unico fra i commentatori che voterà Berlusconi… Il governo uscente è stato il più anti-impresa privata che ricordi, con tutta una serie di vessazioni fiscali e burocratiche senza precedenti (aumento dell’irpef, schedatura dei conti correnti e delle partite Iva…da ultimo la certificazione degli impianti domestici e la tassa sugli assegni “liberi”) Mentre l’economia cresceva solo del 2% le entrate tributarie aumentavano a due cifre col risultato da avere "il convento ricco (ovvero lo stato) ma i frati (i cittadini) poveri", al punto che molte famiglie non arrivano alla fine del mese. Sulla cosiddetta questione morale la sinistra dovrebbe avere la decenza di tacere, dopo che hanno fatto fuori due magistrati che hanno lambito nella loro attività il presidente ed il vicepresidente del consiglio (cosa che se fosse accaduta con Berlusconi a Palazzo Chigi avrebbe scatenato la piazza). Un ultima considerazione: se il governo Prodi ha fatto così bene, per quale motivo il professore è sparito dalla circolazione e dagli schermi televisivi (assieme a Padoa Schioppa e Visco) e non si è impegnato nella campagna elettorale in prima persona?

  18. Giuliano Ferrari

    Voglio presumere che chi legge, e scrive, questi commenti sia persona attenta a ciò che succede e desiderosa di far migliorare il Paese. In quasi tutti, però, traspare un senso di impotenza e di "turiamoci il naso" che deprime. Stiamo andando a votare con l’entusiasmo di chi entra all’Agenzia delle Entrate, con l’unica e recondita speranza di uscirne il meno malconci possibile. Molti di noi voteranno non chi desiderano nel profondo ma chi, pur non piacendoci, si pone ad argine di un male ancor peggiore. Ma come abbiamo fatto a ridurci così?

  19. Giuseppe Caffo

    La legge elettorale è brutta.Ma condivido che le liste bloccate danno molte informazioni sulle vere priorità dei partiti. Sono dei veri biglietti da visita per gli elettori che vogliono prendersi la briga di andare a vedere chi sono i candidati proposti dai partiti. A questo punto il problema è degli elettori,se hanno voglia di impiegare tempo ed energie per conoscere meglio i candidati e quindi esprimere un voto consapevole.Secondo me uno dei motivi della grave situazione politica in cui ci troviamo è data dal fatto che molti onesti cittadini partecipano poco alla "politica attiva"delegando troppo ai partiti dai quali si aspettano molto,mentre spesso diventano proprio per questo scarso controllo popolare dei comitati d’affare se non di malaffare.Infine ricordiamo Giorgio Gaber : Libertà è partecipazione!

  20. ANDREA POLITI

    Ringrazio vivamente questa redazione tutta intera. State facendo un gran lavoro informativo ed anche formativo. Peccato che siete gli unici che hanno come intenzione reale quella di comunicare e non di pilotare il pensiero politico degli italiani. Spero vivamente che manteniate almeno voi le promesse che fate e che pertanto possa vedere con chiarezza ( prima del voto ) tutti i programmi ( come da voi indicato nell’articolo ) dei candidati premier. credo che questo tipo di informazione sia il primo vero atto della seconda repubblica che GARANTISCE LA PRESENZA DELLE MINORANZE. Come possono quest’ultime far nascere un nuovo pensiero politico se blasonate già dalla nascità? Come può fare un cittadino italiano ricco di idee ( che niente hanno a che fare con i soliti ignoti ) a poter emergere se gli si impedisce alla fonte l’informazione pubblica? Perchè e su quale principio paritario ed egualitario si sostiene che i partiti che hanno più iscritti debbono ( in sede di elezioni ) avere più spazio pubblicitario pubblico? Come si può promettere l’eguaglianza se già dall’inizio questa non viene garantita?

  21. Valentina Porcu

    Ho trovato molto interessante l’opinione del dottor Sartori, soprattutto per chi, come me, era intenzionato ad annullare la scheda o a non andare a non votare http://www.corriere.it/editoriali/08_aprile_10/sartori_voto_sfiducia_costruttivo_ef0d7768-06bb-11dd-b573-00144f486ba6.shtml Suppongo che non sia il massimo per la stabilità del prossimo governo, ma mi sembra una buona alternativa all’astensione.

  22. Paola Pessina

    E ne spiego i motivi 1) Se anche 10 mlioni di Italiani non andassero a votare, i loro 900 e passa parlamentari se li ritroverebbero comunque seduti alle Camere. Preferisco avere qualcuno cui IO posso chiedere il conto perchè IO ce l’ho mandato. 2) Chi non vota non ha diritto di muguno, perché non ha contribuito in nessun modo al risultato su cui mugugnare. Preferisco continuare a esercitare il mio diritto. 3) Le facce nei partiti e dei partiti non sono affatto uguali (e grazie al blog per l’ottimo lavoro di informazione): ce ne sono parecchie spudoratamente impresentabili, specialmente concentrate in alcuni partiti, oltre tutto. Io il PD lo voto, non mi turo il naso: ne faccio parte attiva dalle primarie e questo partito ha la faccia MIA e di tanti come me. Se fossimo ancora più attivi (e lo saremo: ne abbiamo ritrovato la voglia e dipende da NOI) il PD assomiglierebbe ancora di più a noi, gente vera e non vipperia da TV. Pare che repubblica (=cosa di tutti) e democrazia (potere del popolo) significhino proprio questo. Mi fido…di me.

  23. Raffaele Piria

    Vivendo all’estero, sono stupefatto della prevalenza, proprio in questo sito, di chi crede di fare cosa utile non votando, e chiedo loro: Vi e’ davvero indifferente se sarà un esponente del PD o del PdL a rappresentare l’Italia nelle sedi internazionali (UE, da cui dipende gran parte della legislazione italiana, ONU, OMC, NATO, etc.)? Qualunque segnale crediate di inviare non votando, credete francamente che venga percepito all’estero? L’esperienza dimostra il contrario: chi governerà, determinerà la posizione dell’Italia. E dato che e’ il quarto maggiore paese dell’Unione, avrà un peso considerevole, e plasmerà l’immagine dell’Italia all’estero. Vista da Bruxelles, Berlino, Londra, Parigi, la differenza tra i due schieramenti è abissale. Sono certo che il pubblico che frequenta questo sito abbia abbastanza competenza per apprezzarla, la memoria per ricordarsi una serie di episodi vergognosi, e quali personalità italiane abbiano invece riscosso un consenso bipartisan ai massimi livelli internazionali. Vi prego di riflettere ancora, magari con l’aiuto della stampa internazionale di qualsiasi colore politico. Ognuno è responsabile delle sue azioni, anche delle omissioni.

  24. Enrico

    Sono un militante di partito, e vedo problemi e distorsioni del nostro sistema politico dall’interno, ma la verità è che non abbiamo (dico abbiamo e non hanno, voi dove eravate?) ancora inventato un sistema migliore dell’organizzazione delle diverse istanze della società tramite i partiti per la costruzione di un sistema democratico. L’unico modo che conosco per non lamentarmi a vanvera è partecipare, molti di voi saranno professori, professionisti, imprenditori, giornalisti, gruppo dirigente diffuso. Se le cose non vanno la colpa è anche vostra/nostra.

  25. Diego

    Ci spieghi perchè nessuno dei due schieramenti ha spinto per indire il referendum sulla legge elettorale prima delle elezioni (scelta del tutto logica per dare voce ai cittadini); ci spieghi come possiamo scegliere le persone attraverso il voto se le persone sono già state scelte da altri prima del voto stesso (questo è un pessimo surrogato pessimo della democrazia); ci spieghi quale è il valore dei due programmi elettorali se tutti e due sono assolutamente irrealistici a meno di una crescita economica del 10% annuo o della bancarotta e se addirittura un "brillante" come il signor. Polito si permette di andare in tv a dichiarare che il programma è uno specchietto per le allodole (o gli alloccchi scegliete voi); ci spieghino il perchè dei mafiosi, camorristi, fascisti, incapaci, inadeguati (vedi gli spots come l’operaio thiessen, la centralinista i figli di ex senatori o industrial etc.). Ci spieghino poi la storia dei voti utili e di quelli no perchè sotto la voce democrazia non vedo di queste distinzioni o classificazioni. ci spieghino perchè votare in modo più convincente perchè l’esser preso per i fondelli non piace a nessuno e la situazione è altamente degenerata…

  26. Laura

    Votare o non votare…questo è il problema? Vivo all’estero e seguo le vicende italiane con maggiore attenzione del solito e un velo di tristezza! L’italiano non sa più da chi deve difendersi, da un miliardario di Costa che vede nel denaro il segreto del successo o dalla sua brutta copia(e meno male!!!)?. Non c’è alternativa e anche loro ce lo dicono, o bianco o nero, o PD o PDL…sigle che inneggiano alla libertà, alla democrazia..ma dov’è la libertà se non sei davvero libero di scegliere (o di scegliere il meno peggio), dov’è la libertà e la democrazia se la voce popolare è inascoltata? perchè votare se è ormai tutti sanno già tutto? Scoperchiamo il vaso di Pandora e la salsa sarà sempre la stessa, forse cambierà la ciliegina sulla torta, potrebbe essere più amara o più invecchiata, ma comunque marcia!Io vedo nell’astensionismo un segnale forte…forse resterà inascoltato e allore saremo la nazione incapace di ascoltare il proprio popolo…un storia perfetta per la stampa estera e il peggior esempio di democrazia!

  27. Gianluca Brembilla

    Ho trentasei anni e ho sempre votato. Lo farò anche questa volta, nonostante tutto. Capisco i sentimenti di delusione, rabbia e disgusto che tanti cittadini, io compreso, provano a causa della degenerazione dell’attuale classe politica italiana. Probabilmente questa volta ci saranno più astensione e schede bianche e nulle a rimarcare questa condizione dell’elettorato italiano. Ma io sono convinto che la libertà e la democrazia derivino esclusivamente dalla partecipazione. Sceglierò ciò che mi è più vicino per valori ideali e proposte di intervento. Comunque vada non rimpiangerò la mia scelta: io partecipo, nel limite delle mie possibilità, seguendo l’attività del Governo e del Parlamento e mi dà profondamente fastidio ascoltare le generiche lamentele di chi la politica non la segue per nulla. Di questi è la responsabilità maggiore. Io partecipo e voto.

  28. antonio battaglia

    Cara redazione, che ammiro, stimo e seguo così tanto, ho letto il vostro articolo speranzoso di trovare una buona ragione per ritornare sui miei passi di andare in campagna anche sotto la pioggia pur di votare lorsignori! d’altronde, se l’Italia diventa un villaggio turistico per pensionati nostrani e banchieri inglesi, tanto vale godersi gli aspetti positivi… mi ritrovo invece la lista quasi esaustiva dei perchè non votare!

  29. Candido Lobbi

    La realtà è che quando vado a votare sento che non sto votando un partito con degli ideali, dei valori condivisi,delle speranze,ma delle lobbyes economiche che finanziano i partiti e che poi chiederanno il conto nei 5 anni successivi. Spazio per i bisogni dei cittadini ne rimane poco.

  30. Cecilia Travasoni

    Apprezzo moltissimo le Vostre pagine, Vi leggo "avidamente" e Vi ammiro. Ma questa volta proprio non posso andare a votare. Non posso votare consapevolmente per vedere in Parlamento inquisiti e condannati. Non posso votare per un uomo che mi promette di togliere il bollo dell’auto (che razza di elemosina è mai questa in cambio del mio voto? i problemi di questo paese sono ben altri e il calo dei consumi non si risolve togliendo il bollo auto!). Non posso votare per un uomo che promette 1.000 euro mensili ai lavoratori precari (e con quali soldi?). Non posso votare per una donna che promette di riaprire le case chiuse (!?). Mancano i candidati reali, manca la gente che ha voglia di scomodarsi e lasciare il divano e scendere in piazza a parlare di questioni reali, manca la gente vera che ha voglia di rimboccarsi le maniche. E’ un paese senza civismo e abbiamo delegato a politici corrotti e ipocriti la gestione del nostro futuro. Sono affranta e tutto quello che posso fare è invitare a non tacere, a discutere, a smuovere gli animi e a decidere di impegnarsi SUL SERIO per creare una politica diversa. Ognuno di noi può e deve fare qualcosa e agire.

  31. corrado tizzoni

    Mi sembra che il vostro giudizio sul governo Prodi sia ingiusto: le aliquote Irpef con il governo Prodi non sono sostanzialmente cambiate e si è avuta invece una manovra complessiva che ha portato nelle tasche dei contribuenti circa 10 miliardi di euro con particolare riguardo alle imprese ( cuneo fiscale, credito d’ imposta per la ricerca e l’ innovazione, semplicazione della percentuale imponibile) e ai cittadini meno abbienti ( assegni familiari, pensioni , incapienti). Tutte le iniziative che elenca come vessatorie sono finalizzate al controllo dell’ evasione fiscale, all’ antiriciclaggio, ecc. e mi sembrano minime in confronto ai notevoli risultati riscontrati nella lotta all’ evasione fiscale. La lotta all’ evasione fiscale e all’ emersione del lavoro nero ( circa 300.000 posti di lavoro emersi : quasi una una provincia media) sono anch’ esse misure a favore delle imprese oneste e leali. In conclusione mi sembra che il governo Prodi abbia caratterizzato al sua azione sin dall’ inizio con una spinta a favore delle imprese e dei redditi più bassi risanando contestualmente i conti pubblici. In questa ottica occorre andare a votare per sostenere la continuazione di tale opera.

  32. Davide Mantovani

    Molto interessante la tabella con i risultati dei tre precedenti governi, mi piacerebbe però confrontarla con una tabella similare riferita alla media europea (sopratutto per quanto riguarda i tassi di crescita) per capire in che modo i risultati italiani si sono discostati da quelli degli altri paesi europei.

  33. Federico

    Il non voto non è più semplice "contestazione". E’ un atto di consapevolezza: i partiti (tutti tranne uno) hanno ospitato nelle loro liste indagati. Anche il neonato PD ha accolto fra le proprie file ben 18 indagati. La lista Di Pietro ne ha presentati 0, ma ha avuto la pessima idea di apparentarsi col PD per non sparire dal Senato. Scelta politicamente ineccepibile, ma moralmente discutibile. Gli indagati puzzano tutti, di destra e di sinistra. Gli indagati governeranno comunque, ma non in mio nome, non su mia delega. La questione morale, nella gestione della cosa pubblica, non si discute. Non ci deve essere alcun compromesso. Magari fossero solo libri dei sogni…

  34. Bruno Stucchi

    “Il 13 e 14 aprile andiamo a votare con una legge elettorale da paese incivile. Sembra fatta apposta per incoraggiare l’astensione al voto.”
    Se siete tanto bravi nelle analisi economiche… Meglio La Settimana Enigmistica..
    La legge “porcata” ha prodotto -molto piu’ semplicemente- gli effetti di una legge elettorale alla tedesca. Con meno algebra e statistica.

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