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400 MILIONI PER FAR FALLIRE IL REFERENDUM *

Abbiamo in questo momento tre obblighi elettorali: elezioni europee, amministrative, referendum sulla legge elettorale. Il buon senso suggerisce di accorparle in un’unica scadenza. Ma il Governo ha deciso di abbinare in un’unica data soltanto le prime due consultazioni. E appare intenzionato a far tenere in data separata il voto referendario. Votare un altro giorno comporta un costo per la collettività di circa 400 milioni di euro. In tempi difficili come questi sarebbe bene utilizzare tali risorse per altri scopi.

Il Governo ha deciso di abbinare elezioni amministrative ed elezioni europee in un’unica data, il 6-7 giugno 2009. Ma appare intenzionato a far tenere in data separata il voto sul referendum sulla legge elettorale. Dato che molti partiti sono contrari al referendum e si propongono di farlo fallire, è molto probabile che alla fine non verrà permesso ai cittadini di recarsi una sola volta alle urne per eleggere i loro rappresentanti al Parlamento Europeo, negli enti locali interessati dal voto e per esprimersi sul quesito referendario.

ALCUNE STIME

Qui sotto forniamo una stima dei costi del mancato abbinamento delle diverse consultazioni. Come si vedrà, si tratta di un costo ingente. I costi diretti si aggirano attorno ai 200 milioni, quasi il costo della social card. Aggiungendo a questi anche i costi indiretti sopportati dai cittadini, si arriva ad un costo complessivo di circa 400 milioni. In tempi di bassa crescita e di stringenti vincoli di bilancio è un’opzione che proprio non possiamo permetterci. Chi è contro al referendum non deve imporre alla collettività un costo così alto. Meglio che spieghi ai cittadini le sue ragioni invece di imporre a tutti una tassa così alta.

Ma vediamo come si arriva a questa cifra.
Tra i costi diretti abbiamo considerato:

1.     La remunerazione dei presidenti di seggio e scrutatori delle 61.212 sezioni presenti in Italia e delle 1.309 sezioni presenti all’estero.
2.     Il costo del trasporto delle schede.
3.     I costi del personale di sicurezza per garantire il regolare svolgimento delle elezioni.

Tra i costi indiretti abbiamo invece preso in considerazione:

1. Il valore del tempo impiegato per recarsi ai seggi due volte anziché una.
2. Il costo a carico delle famiglie con figli che frequentano scuole statali elementari o medie inferiori chiuse il lunedì successivo alle elezioni.
3. La perdita di un giorno lavorato per il personale impegnato nelle operazioni di voto.

Nel nostro calcolo non considereremo quei costi fissi (come la produzione delle schede) che verrebbero comunque sostenuti anche tenendo in un’unica data tutte le consultazioni e altri costi di difficile quantificazione, come l’utilizzazione di scuole e edifici pubblici nonché la pulizia e il riassetto dei locali.

COSTI DIRETTI

Partiamo dai costi diretti. I referendum tenutisi nel periodo 2003-2006 sono costati mediamente 315 milioni ciascuno. Abbinandoli ad altra elezione ovviamente non si potrebbe risparmiare integralmente questa cifra, perché alcune spese (ad esempio la stampa delle schede referendarie) devono essere sostenute comunque.
Per avere una prima stima dei risparmi nei costi diretti raggiungibili tenendo tutte le consultazioni in un’unica data si possono utilizzare le stime sui risparmi conseguibili abbinando europee ed amministrative. La Relazione Tecnica che accompagna il decreto-legge 27 gennaio 2009, n. 3, quantifica i risparmi legati ai soli trasferimenti ai Comuni in 100 milioni di euro. Il Ministro Maroni nella conferenza stampa dello scorso dicembre aveva quantificato i risparmi complessivi legati all’abbinamento di amministrative ed europee in 150 milioni. I risparmi sono ovviamente crescenti nelle dimensioni dell’elettorato dato che il grosso dei costi, come spiegato nella stessa relazione tecnica, consiste nell’allestimento dei seggi, nella remunerazione di presidenti di seggio e scrutatori e nei costi del personale addetto alla sicurezza. Le amministrative del giugno 2009 riguardano un elettorato potenziale di circa due terzi di quello interessato dal referendum. Facendo le dovute proporzioni si ottiene perciò un risparmio di circa 225 milioni tenendo anche il referendum il 6-7 giugno.
Una seconda stima può essere ottenuta analizzando in dettaglio le singole voci di spesa che potrebbero essere evitate tenendo il referendum assieme alle altre consultazioni.
Il primo costo è quello di presidenti di seggio e scrutatori. Li possiamo stimare a partire dai costi sostenuti nel referendum del 2006 (Decreto Ministeriale n. 91517/2006), rivalutati sulla base dell’andamento dell’inflazione. Si tratta di 74,5 milioni di euro di remunerazione per 375.126 addetti. Il secondo costo è quello del personale di pubblica sicurezza. Mantenendo immutato il numero delle forze disposte sul territorio per lo svolgimento del referendum del 2006, la spesa si aggira intorno ai 63,5 milioni di euro. Infine ci sono i costi degli straordinari per il personale dei vari Ministeri coinvolti (Esteri, Interni, Economia e Finanze e Giustizia) (13,4 milioni), quelli per il trasporto delle schede (3,8 milioni), quelli di cancelleria per le sezioni (2,1 milioni), il noleggio delle strutture di voto e l’organizzazione dell’apparato (7,2 milioni), missioni all’estero. Questo porta ad un totale di circa 165 milioni.  Ma vi sono diverse voci del decreto ministeriale che sono difficilmente interpretabili. Quindi si tratta sicuramente di una sottostima.
I risparmi potenziali sono un valore intermedio tra le due stime di cui sopra che, in media, comportano una riduzione di costi di 195 milioni di euro nel caso in cui il referendum fosse anch’esso tenuto il 6-7 giugno assieme alle altre consultazioni.

I COSTI INDIRETTI

Aggiungiamo ora ai costi diretti per le casse dello stato i costi sopportati dai cittadini senza mediazione dello Stato.
Il tempo medio impiegato per andare a votare può essere stimato in circa 30 minuti. Nel caso in cui si tenesse una sola consultazione, i votanti risparmierebbe dunque circa 30 minuti di tempo libero. Il valore del tempo libero può essere valutato a partire dal salario di riserva (il salario minimo che compensa il valore del tempo libero cui si deve rinunciare per lavorare) medio dichiarato nell’ambito delle Indagini sulle Forze Lavoro. Si tratta di un salario orario di 6,3 euro all’ora, ovvero di 3,15 euro per 30 minuti. Certo non tutti i potenziali votanti andranno a votare. Moltiplicando questo valore unitario per il numero dei votanti alle elezioni politiche del 2008, otteniamo un costo totale che si aggira intorno ai 127 milioni di euro.
Consideriamo ora il costo sostenuto dalle famiglie per la chiusura delle scuole il lunedì, dopo lo svolgimento del referendum. Sono più di 3 milioni le famiglie che hanno almeno un figlio nelle scuole pubbliche elementari o medie. Di queste, il 33% non ha nonni a casa ed entrambi i genitori sono occupati, e quindi con ogni probabilità dovranno far ricorso ad un aiuto esterno per la cura dei figli. Il costo medio di una prestazione di 4 ore nei servizi alla famiglia secondo i dati Istat è di 35 euro lordi; dunque i costi sostenuti dalle famiglie nell’affidamento dei figli in un giorno di chiusura delle scuole possono essere stimati in circa 37 milioni di euro.
Infine, consideriamo il valore della giornata lavorativa persa da presidenti di seggio e scrutatori. Prendendo come riferimento le retribuzioni medie di fatto e dividendole per il numero di giorni medi lavorati in un mese si ottiene una stima della produttività media giornaliera di circa 102 euro.  Moltiplicato per il numero di presidenti di seggio e scrutatori questo ci porta a 37 milioni di euro. Ora, molti scrutinatori sono studenti e quindi per loro il costo è più legato alla mancata possibilità di frequentare corsi o di studiare. Questo costo può essere inferiore alla produttività media giornaliera. Tuttavia, il personale coinvolto nelle operazioni di voto ha generalmente una produttività più alta della media, quindi le due fonti di distorsione tendono a compensarsi.
Si giunge così ad una stima dei costi indiretti pari a circa 201 milioni di euro. Tra costi diretti e indiretti si giunge così a un costo complessivo per la collettività di circa 400 milioni di euro.

* A cura di Davide Baldi e Giovanni Soggia

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64 commenti

  1. francesca

    E’ mai possibile che non si passa superare la barriera dell’informazione ‘ossequiente’ e non si riesca a informare correttamente l’opinione pubblica, per mobilitarsi contro queste manipolazioni da un lato e lo spreco di soldi dall’altro, quando tutti noi sentiamo il morso della crisi, mentre dal palazzo nessuno fa alcunché per ridurre davvero i costi? E’ davvero tutto così assurdo, lunare e … molto pericoloso!

  2. giuliano nozzoli

    Nei costi avete sottovalutato i costi sostenuti dai comuni. Per es: le spese per gli straordinari del personale, le spese per le attrezzature informatiche, le spese per il trasporto dei disabili ai seggi e così via.

  3. Nat

    Non ho più alcun dubbio: sono pazzi e troppo pieni di se stessi. Non tagliano le spese neanche a morire e non fanno riforme. Il Pil alla fine dell’anno scenderà del 5% o forse più ed il debito pubblico andrà alle stelle. Come ne usciremo? Non lo so, ma la paura serpeggia e chi ha un soldo in banca presto, se non l’ha già fatto, lo porterà via per cercare di salvarlo. Sono pazzi, pazzi da legare!

  4. Dunia

    Questo Governo vuol fare fallire l’Italia. Ma quello che è drammatico e che non si senta neppure un vagito dall’opposizione. Ma lo sanno, secondo voi? Perché non mandate una mail a Franceschini, mentre è ancora sotto l’effetto dreaming della sua nomina a segretario del PD. Grazie per il vostro otttimo lavoro.

  5. Paolo Rosso

    Se, come risulta, per l’ennesima volta il Governo – grazie all’assoluto controllo dei mezzi di informazione di massa – utilizza con spregiudicatezza l’esasperazione e l’ormai scarsa attenzione dell’opinione pubblica, sempre pià depressa sottoposta com’è ad un fuoco di fila continuo di pessime notizie, perchè non trovare un modo per far intendere che su certi temi si può ancora contare? Incominciamo da subito a fare crescere l’attenzione sul tema referendario progressivamente e inesorabilmente, facendo convergere gli sforzi in modo da arrivare all’appuntamento – se sarà separato ancora meglio – con il giusto livello di preparazione, attenzione e motivazione. Alla fin fine l’evoluzione della maturità dell’opinione pubblica nella storia del dopoguerra nel nostro Paese è proprio stata segnata da alcuni grandi momenti referendari.

  6. Bruno A.

    E’ possibile che l’opposizione non colga l’occasione per far sentire la sua voce? Potrebbe tentare di spiegare agli italiani (all’unisono!) che oltre alla crisi economica vi è una crisi democratica molto più difficile da risolvere? Il tentativo di far fallire un referendum in un modo così plateale, ed a danno delle tasche degli Italiani, è un "nuovo segno" dello strapotere di un governo che mira a diventare sempre più forte a scapito anche del "buon gusto"!

  7. maria di falco

    Cara Redazione, certo che 400 milioni andrebbero usati in un altro modo! Con tutte le fabbriche che chiudono e che chiedono l’attivazione della cassa integrazione, si potrebbero usare questi soldi per rimpinguare le casse esangui dell’Inps che eroga tale trattamento. Bisogna attivarsi e dare battaglia in Parlamento affinché i tre appuntamenti elettorali vengano accorpati. Vi pregherei di prendere contatto con deputati e senatori sensibili a questo problema e portare avanti con convinzione l’iniziativa. Anche attraverso i giornali e lanciando una raccolta di firme tra i lettori dei giornali on line. Vi ringrazio veramente di questa iniziativa, ma va sicuramente ampliata e diffusa.

  8. matteo78

    Al di là della stima dei costi, più o meno puntuale, credo che il dato sia allarmante. Si parla ovunque di efficienza e razionalizzazione dei processi, anche all’interno dell’AP, e poi ci si ritrova a gestire argomenti così importanti prescindendo da qualsiasi logica economica e basandosi su quello che è puro opportunismo politico. Speriamo almeno che questa separatezza permetta alle persone di arrivare alle elezioni con le idee un po’ più chiare sull’argomento oggetto del referendum/elezione; ma a che costo però!

  9. Raffaele Paolo Lavia

    Ma non è una vergogna? Ovviamente i giornali hanno fatto a gara per evidenziare quest’aspetto! La solita casta che si vuole difendere e ti vengono anche a dire che l’installazione del sistema di voto in parlamento a firma digitale per contrastare il fenomeno dei pianisti costa troppo! Quella elettorale è una legge anticostituzionale, che cercano di farla sopravvivere in tutti i modi. Gli italiani devono fare una sola cosa per guadagnarsi la libertà, in questo caso di essere rappresentati: prendersela! E’ semplice! AL REFERENDUM TUTTI A VOTARE.

  10. antoniop

    Ma siete sicuri che chi vuole il referendum non siano colpevoli di voler far spendere soldi inutilmente? Gli ultimi refedrendum o sono stati dei flop tremendi, o sono stati disattesi, o hanno danneggiato gli italiani come l’ultimo sul federalismo non voluto dai sinistrati del centrosinistra.

  11. Claudio S.

    Semplicissimo: il presidente del consiglio vuole far fallire il referendum? Li paghi il presidente del consiglio, tanto può permetterselo. Anziché comprarci con i nostri soldi, una volta tanto ci compri con i suoi. Naturalmente invece continueremo a pagare noi.

  12. nello il giovane

    Vi rendete conto cosa significa gestire tre elezioni contemporaneamente, in un’unica tornata?

  13. de santis umberto

    Penso, inoltre, che il governo abbia deciso di fare di "sua sponte" una modifica formale alla legge porcata elettorale di Calderoli per rendere inutile lo svolgimento del referendum, rigirando la frittata dei quesiti proposti, senza cambbiare o addirittura peggiorando la legge.

  14. Giovanni Maria Mazzanti

    L’analisi dei costi non lascia dubbi su una condotta da cattivo padre di famiglia di chi non vuole accorpare in un unico giorno tutti gli obblighi elettorali. Ancora più pesante sarebbe il bilancio se stimassimo il costo delle non scelte (la non possibilità di esprimersi su una riforma elettorale che il Parlamento per ora non si è dimostrato capace di promuovere) in un sistema soggetto a forti cambiamenti e da tempo afflitto da una carenza di stabilità e credibilità strutturali. I referendum sono strumenti di democrazia, il principale costo che può mandare in default una democrazia è quello di non essere capace di utilizzare strumenti democratici per assumere decisioni tempestive e appropriate e quindi di autoriformarsi. La chiarezza di un sistema elettorale, la democraticità che lo contraddistingue e la governabilità che ne scaturisce contribuiscono in maniera non sostituibile a costruire quel patrimonio di credibilità delle istituzioni indispensabile (ancora di più nel nostro paese) a ricreare fiducia, variabile scarsa senza la quale non sarà possibile uscire dalla attuale crisi internazionale.

  15. david

    Ritengo che con questa decisione di natura esclusivamente politica abbia un forte risvolto antidemocratico. Il governo ha preferito far fallire un progetto piuttosto che porlo al vaglio dei cittadini (trovo praticamente impossibile il raggiungimento del quorum) oltretutto esponendo la stessa collettivita’ ad una spesa assolutamente non necessaria soprattutto di questi tempi. D’altra parte pero’ vorrei porre l’attenzione su due parametri che a mio avviso andrebbero valutati diversamente. Il primo e’ il costo per gli scrutatori. Non vorrei sbagliarmi ma la loro remunerazione e’ indipendente dal numero di ore lavorate ma dipende dal numero di schede da votare (quindi per il referendum si tratta di una scheda), un costo quindi non differenziale che andrebbe sopportato anche nella situazione di unico election day. La seconda e’ relativo alla percentuale dei cittadini che si recano alla votazione referendaria. L’autore ha preso in considerazione il dato delle elezioni politiche 2008 quando piuttosto andrebbe preso in considerazione il dato dell’ultima votazione referendaria di molto inferiore (senza andare a recuperare i dati credo almeno 20 punti in meno).

  16. Mino Cardone

    Capisco che è uno spreco di soldi, ma ritengo che non sarebbe stato corretto accorpare i referendum con le altre elezioni, perchè così come prevede la tanto "amata" costituzione, la consultazione è valida solo se viene raggiunto e superato il fatidico quorum del 50%. Dunque una forma legittima di espressione di voto è anche l’astensione. L’eventuale accorpamento sarebbe stato un grosso favore per farlo superare, compito che invece spetta ai promotori dei referendum, i quali devono convincere i cittadini italiani della bontà della loro iniziativa. Per quanto riguarda lo sperpero di denaro pubblico, esagerando, il discorso potrebbe essere ribaltato. Quegli stessi soldi, anzi di più, sarebbero stati risparmiati anche se quelle consultazione referendarie, non fossero mai state indette.

  17. mirco

    La legge elettorale attuale per le politiche non prevede il voto di preferenza. Lo stesso autore della legge -Calderoli – ha definito la sua legge una porcata. E lo è veramente una porcata perchè sono i segretari dei partiti che determinano l’elezione dei deputati e dei senatori in base alla lista. Una siffatta legge per la casta è una manna. Se l’informazione e i giornalisti che si lamentano già per il caso intercettazioni non si svegliano, le cose possono solo peggiorare.

  18. Furetto

    Sarebbe utile favore farci capire quali sono le difficoltà e i costi di far svolgere le tre votazioni nella stessa tornata! E, dati alla mano, perché conviene spezzettarle in giornate diverse? Aggiungo solo una postilla, io ho partecipato come scrutatore alla tornata referendaria dell’11 Giugno del 1995, dove c’erano 12 schede e posso dire che la cosa è fattibile.

  19. Vincenzo91

    Ho letto con interesse l’articolo e i vari commenti. Certo, come si possono spendere 400 milioni di euro per il referendum? Sono d’accordo quando si dice che questi soldi potrebbero essere utilizzati per la cassintegrazione o per aiutare i cittadini in qualche altro modo. Ma sono d’accordo anche con chi dice che sia impossibile controllare varie votazioni in un giorno solo (anche se non è proprio così). Sono sicuro che non sia intento del governo spostare il referendum per far cacciare agli italiani per l’ennesima volta gli stessi soldi! Quindi il problema è questo. Ora, come decidere riguardo all’election day, cioè fare tutto in una volta o separato? E se separato c’è un modo per evitare tali sprechi? Se questo modo non c’è, cerchiamo di trovarlo, basta polemizzare e diamoci da fare!

  20. Luigi Manara

    Attenzione non facciamoci ingannare dall’importo che costerebbe fare il referendum da solo invece che insieme alle altre elezioni. Anche se la stima fosse corretta non si tratta di distruzione di soldi ma di redistribuzione: se vedete come sono calcolati i costi diretti, una parte significativa dei costi diretti va in tasca al personale impiegato per un weekend in più (presidenti, scrutatori, polizia, personale dei ministeri). Il maggior costo per trasporti, cancelleria ecc è di pochi milioni. Quindi dal punto di vista del sistema Italia nel suo complesso impatta poco. Per quanto riguarda i costi indiretti poi si tratta di costi assolutamente teorici: i 127 milioni di costo del tempo libero non li tira fuori nessuno.

  21. rectoscopy

    E’ sempre difficile addentrarsi in stime quantitative, specie dove il mondo politico si lascia trasportare dalle parole. L’affermazione "Tuttavia, il personale coinvolto nelle operazioni di voto ha generalmente una produttività più alta della media, quindi le due fonti di distorsione tendono a compensarsi" mi incuriosisce. Dalla mia esperienza infatti chi lavora nelle sezioni ha un reddito modesto (o nullo nel caso di studenti). In altre parole, non ho mai visto liberi professionisti come presidenti di sezione.

  22. MORENO

    Una piccola precisazione: possiamo votare nello stesso giorno anche per il referendum, chi vuole farlo fallire semplicemente può rifiutare la scheda referendaria, la legge lo consente.
    E’ stato così anche in occasione di referendum precedenti con molti quesiti. Unico problema: gli scrutatori dovranno lavorare con maggiore attenzione.

  23. Lanfranco Di Lella

    Ho letto l’articolo che trovo interessante e condivisibile. Ma se ragioniamo in questi termini allora dobbiamo chiedere anche di bloccare il pagamento dei compensi dei deputati dell’opposizione che non c’è. Inoltre, dire che questa è una mossa del governo per far fallire il referendum vuol dire offendere ancora una volta gli elettori italiani.

  24. Elisa

    Molto interessante questo articolo! Grazie

  25. rino

    Ammettiamo pure che il referendum si debba svolgere a parte ma perchè proprio la domenica dopo. La Costituzione prevede i quorum e per diversi referendum è stato raggiunto, poi c’è stato un abuso ed ora la maggioranza utilizza questo fatto per approvare leggi che per questa via non potranno mai essere abrogate. Questo significa abrogare di fatto un diritto senza modificare la Carta. Il numero di votanti è in costante calo ad ogni consultazione allora perchè non calcolare il quorum sulla base dei votanti delle ultime politiche svolte. Propagandare l’astensionismo è vergognoso per un Parlamentare (vedi Bocchino)

  26. Giuseppe P.

    Ci risiamo. Ecco la casta che difende se stessa, che ha paura dei cittadini. Si vergognino!

  27. guido ortona

    Come è noto, il premio di maggioranza è una anomalia quasi solo italiana nel panorama dei sistemi elettorali. Il premio di maggioranza ad un solo partito è una barbarie che non ha precedenti, e costituisce un vulnus molto pericoloso al tessuto democratico. In queste condizioni ogni euro speso per fare fallire il referendum è un euro speso bene.

  28. raffy 2009

    Se è vero è una vergogna, perché trovo molto più logico accorpare le votazioni, in una sola giornata, ma ciò che è estremamente grave è la volontà di boicottare questo referendum, innanzituto perché sarebbe un esercizio di autentica democrazia, ma anche perché del sistema elettorale proporzionale non se ne può più, ci sono troppi partiti ed il panorama politico deve essere semplificato attraverso l’introduzione di un sistema tendente al maggioritario.

  29. Claudia

    Rispondo a Mino Cardone che afferma che non sarebbe consentita l’astensione. Questo non è vero in quanto è possibile chiedere agli scrutatori di non avere la scheda relativa al referendum così come è stato fatto l’anno scorso quando ci furono le politiche e amministrative. Io ero ai seggi e più di una persona ha chiesto esplicitamente che non gli fosse consegnata una delle schede. Questo dunque non inficerebbe sul quorum. Per quanto riguarda la spesa, anche se fosse di "pochi milioni" perchè spenderli a fare una votazione separata?La litania che sentiamo per ogni investimento che lo Stato potrebbe/dovrebbe fare è che siamo in un momento in cui bisogna massimizzare i risparmi per la spesa pubblica. E dunque?

  30. Damiano Vezzosi

    Il signor Mino Cardone dice che il diritto all’astensione giustifica di non accorpare referendum e voto per le europee. Una posizione sbagliata perché chiunque volesse votare per le europee e non per il referendum potrebbe tranquillamente farlo anche se fossero contemporanee.

  31. Matteo

    Sicuramente portare gli italiani in cabina elettorale in tre weekend consecutivi, significa far crollare l’affluenza alle urne e questo va contro ogni tipo di buon senso in un paese sviluppato e democratico. La questione dei costi è invece discutibile in quanto in gran parte si tratta di ricchezza che viene distribuita a chi partecipa alle operazioni di voto. Mi auspico che il buon senso ed il pragmatismo prevalgano e ci invitino alle urne in due giornate!

  32. giuseppe

    In Italia stiamo assistendo all’introduzione di una dittatura per ora dolce. Questo referendum era un modo per migliorare la porcata di Calderoli, ma evidentemente la casta politica fa quadrato. Faccio qui un appello a tutti affinché nei rapporti personali, nei blog nei forum frequentati, in tutte le occasioni di informazione e comunicazione indipendente sia veicolata la notizia di andare a votare al referendun sulla legge elettorale perché i cittadini possano riappropriarsi del diritto di scelta del politico da eleggere.

  33. Clara

    E’ incredibile! In un momento come questo, quando tutti cercano di risparmiare, certi politici vorrebbero buttare al vento milioni di euro. E tutto questo perché? Perché temono l’esito del referendum! Hanno una così bassa considerazione dei propri elettori? Votare è un diritto-dovere di ciascuno di noi ed è l’unico modo per far sentire la propria voce di cittadini. Voler far fallire un referendum significa non essere interessati ad ascoltare le nostre scelte, significa non permettere la scelta ai cittadini: c’è sempre la possibilità, invece di astenersi, di scegliere tra si e no!

  34. Calogero

    Cosa farebbe il buon padre di famiglia? In un momento in cui dobbiamo stringere la cinghia per la devastante crisi economica ci permettiamo di sprecare 400 milioni di euro solo perché il ministro Calderoli (autore del "porcellum") rischierebbe che la sua legge venga abrogata. Perché non concediamo un premio, anche di soli 10.000 euro, a chi avvia una piccola iniziativa imprenditoriale? A chi ha il coraggio in questi tempi di rischiare in proprio? Potrebbero nascere 40.000 nuove partite IVA che potrebbere generare altro PIL e, alla fine, questi 400.000 milioni potrebbero ritornare, per altra via, nelle casse dello Stato.

  35. enzo

    Perchè di questi 400 milioni di euro sprecati non si sente nessuna discussione sulle reti nazionali e sui 3 canali mediaset. Ci sono le veline, il grande fratello, la fattoria, etc….. Mi piacerebbe sentire come viene giustificato questo spreco dalle alte cariche dello stato e dai politici di maggior rilievo.

  36. Corazza65

    In fondo la colpa è nostra. Siamo muti, mansueti e inermi. E il nazileghismo trionfa.

  37. Ivan Burrini

    Per sensibilizzare un po’ di persone alla cosa ho dato via ad un’iniziativa su Facebook. Trovate i dettagli a questo link http://apps.facebook.com/causes/236516

  38. ric

    Non solo i costi elencati; aggiungiamone altri: per esempio manifestazioni sportive, manifestazioni pubbliche, sagre,ecc.: la mia società organizza eventi sportivi (non calcio,per questo sport ti danno anche la benedizione); ebbene nel caso di elezioni le prefetture non rilasciano permessi per cui il 14 giugno noi ci vedremmo costretti (come molti altri) ad annullare la manifestazione alla quale stiamo lavorando da mesi, rimettendoci un sacco di soldi (non solo noi, ma anche il nostro indotto).

  39. massatt

    Non riuscirò mai a capire perchè i cosiddetti "difensori della libertà" (quindi tutte le libertà, voglio sperare… anche quella di vedere le cose in modo diverso dal vostro) di sinistra, ogni volta che prevale un’idea diversa dalla loro (quindi storicamente quasi sempre nella nostra repubblica) debbano gridare allo scandalo, alla dittatura, al regime…. il vero problema di quasi tutti i referendum tenuti negli ultimi 20 anni è che non si raggiungeva quasi mai il quorum…. questa è la prima ragione dello sperpero di un sacco di denaro pubblico… l’unica proposta seria sarebbe quella di cambiare il sistema referendario: eliminare il quorum, così chi vuole mantenere le cose come stanno muove e va a votare…

  40. Paolo F.

    Di fronte all’esercizio degli strumenti di democrazia diretta (garantiti dalla costituzione) tutti gli amministratori sono uguali. Come Silvio B., anche Luis Dunrnwalder presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ha negato l’accorpamento alle elezioni europee del referendum provinciale sul miglioramento della democrazia diretta in PAB, e allo stesso modo, con le stesse motivazioni, Guglielmo Valduga, sindaco del mio comune, Rovereto (TN), ha negato l’accorpamento di 4 referendum comunali con le europee. Sembra che in Italia, a qualsiasi livello, sia sempre piu’ difficile esercitare il controllo dei cittadini sulla gestione della cosa pubblica.

  41. lino

    Vorrei sapere se i politici si vergognano quando parlano d’aumentare l’eta pensionabile quando a loro basta fare solo 5 anni di parlamento per avere diritto alla pensione e poi perche fanno i senatori a vita svuotando le casse dello stato pagando persone che già hanno fatto vita politica arricchendosi con gli stipendi che hanno preso, mentre una persona che ha fatto 40 anni di lavoro diventera cavaliere del lavoro senza avere niente di più della pensione che l’aspetta.

  42. Piero

    Siamo davvero un popolo di imbelli. La casta butta via 400 milioni, oltretutto in questo periodo di gravissima crisi, e noi non ci arrabbiamo! Meritiamo questo governo e relativa opposizione. Sarebbe bene che l’Italia facesse testamento biologico perchè con questi personaggi al potere cadrà in coma irreversibile, ma con obbligo di idratazione ed alimentazione! Però, pensandoci bene forse è già in quello stato. Ecco perchè Silvio può fare quello che gli pare; l’Italia è un corpo inerte!

  43. Ale

    400 milioni per far fallire il referendum dice già tutto il titolo del vostro articolo, dovrebbe essere imposto per legge l’obbligo di accorpare il più possibile, secondo criteri di economicità ed efficienza, qualsiasi votazione. In questi casi un governo deve essere vincolato nelle sue scelte.

  44. Marco Di Paolo

    La rete si sta alzando contro ognuno di questi soprusi della Casta, delle False Flag operation, delle mafie, dell’illegalità e di quanto altro. Qui si tratta di buon senso. La colpa è nostra e delle generazioni precedenti, ma ora stiamo facendo rete, e possiamo cambiare molte cose, in questo non solo Lavoce ma anche altre "reti" collaborano a creare questa rete, non mollate ora non siate pessimisti, fate rete, diffondete la vostra opinione e l’informazione di cui siete al corrente. Andiamo in profondità e sradichiamo queste catene che tengono il nostro Paese, la nostra Italia, attaccata al suolo, sanguinante su di un fianco, forse anche un po’ come Gulliver, forse molto molto peggio. Possiamo essere dei giganti, abbiamo delle potenzialità immense in questo paese, e la voce de lavoce e la voce anche della Rete che stiamo facendo ne sono la prova. Qui una causa che sostengo: "difendiamo il nostro Paese" http://apps.facebook.com/causes/226859/2212306?m=6d54c0aa Mettete la bandiera al contrario o con un nodo esposta. Il simbolo è "distress", pericolo. Facciamo Rete e ce la faremo.

  45. bob

    Quando la gente (se) si accorgerà i danni che stanno facendo i masanielli della politica (Bossi, Di Pietro etc) forse sarà troppo tardi. In condizioni normali e in un paese normale questi signori non avrebbero fatto neanche il segretario del dopolavoro ferroviario. Per lavoro vado in zone dove già stanno riassangiando pane di polenta, ma sfruttare la mancanza di cultura è una grande arma di potere.

  46. Gianfranco Fassi

    Ho letto troppo velocemente ma vorrei fare un’osservazione: i costi elettorali (almeno in parte) corrispondono anche a una ridistribuzione di reddito, considerato che i rimborsi pagati a chi lavora a vario titolo nei seggi sono comunque soldi che rientrano nelle tasche di molti italiani (fra l’altro normalmente non appartenenti alle classi agiate). Sono altri gli sprechi che mi lasciano perplesso: per esempio, quanto costano le varie celebrazioni che annualmente impegnano ingenti risorse (cavalli, aerei, bande, interi reparti che esistono quasi unicamente per festeggiare) delle varie armi del nostro Paese? Oggi ho visto in televisione quella dell’Aeronautica, ma nel corso dell’anno si susseguono quelle di Carabinieri, Polizia, GdF, Guardia Forestale, Marina ecc. ecc. Non si potrebbe festeggiare gli anniversari, che so, ogni dieci anni? Avrebbe un senso e si sprecherebbe di meno. Cordiali saluti

  47. luciano siccardi

    Perché i politici non sanno usare un minimo di buon senso, che dovrebbe essere alla base di qualsiasi scelta, come farebbe un padre per la sua famiglia? Ironicamente la risposta la so già, non ne saranno mai capaci anche perché non lo vogliono. La mia opinione è che tutto ciò è ributtante e fa venire il vomito.

  48. Andrea Gentilini

    Perchè non insistere con l’election day così da destinare 400 milioni risparmiati all’Abruzzo?

  49. Enrico Berardo

    Già sostenevo con forza la riunione dei prossimi appuntamenti elettorali.
    Ora poi che potremmo (e vogliamo) dare aiuto anche con questa cifra veramente “spessa” ai carissimi fratelli abruzzesi i nostri parlamentari opportunisti debbono piegarsi alla realtà.
    Ci vuole così tanto?
    Enrico

  50. umbe

    Buon senso ?
    Non può averne e non ne avrà la classe politica italiana.
    Ormai è come un animale impazzito.
    Finirà col divorare se stessa.

  51. Maria di falco

    Mi sembra giusto ed opportuno raggruppare i tre appuntamenti elettorali in modo da risparmiare soldi e darli a chi ha bisogno. In una e.mail precedente avevo suggerito di rimpinguare con i soldi risparmiati i fondi della cassa integrazione, ma ora questa emergenza mi sembra superare anche quella della cassa integrazione. Vorrei lanciare un’idea per il restauro ed il ripristino dei monumenti storici danneggiati dal terremoto. Lanciamo l’iniziativa "Adotta un monumento" e convogliamo sui beni culturali dell’Aquila i soldi e le donazioni che verranno speriamo cospicue anche dall’estero. Mi piace pensare ad un futuro "laboratorio" per la buona ed ottimale gestione dei fondi per la ricostruzione. Tra l’altro questa è anche un’opportunitàper rimpinguare le esangui casse del Min. dei Beni Culturali, dare lavoro a tanti giovani restauratori, ad imprese specializzate in restauro e conservazione degli immobili ed aggiungerei che si potrebbe prendere lo spunto da questa tragedia perchè nel restauro degli edifici storici e nella costruzione di quelli nuovi vengano adottate tutte le tecniche più all’avanguardia per il risparmio energetico, per l’uso di materiali eco-compatibili ed antisismici.

  52. Giorgio Domenicali

    Insistere sull’accorpamento delle prove elettorali, giusto destinare il risparmio per referendum, strumentalmente differito, ai soccorsi, aiuti e quant’altro necessario conseguenti il tragico evento delle terre dell’Aquila.

  53. maurizio sbrana

    A questo punto non ci sono veramente altri ‘conti’ da fare: il Governo deve accorpare le elezioni ed il risparmio subito all’Abruzzo.

  54. Giovanni

    L’idea di accorpare le votazione in un’unica tornata è un’idea ottima. I soldi risparmiati potrebbero essere disponibili subito per i terremotati dell’Abruzzo (altro che le decine di milioni per ora solo promessi). Se non venisse scelta questa linea sarà l’ennesima conferma che la Casta ha ben altri interessi che quelli del nostro Paese. Il giorno delle votazioni, spero di avere almeno la possibilità di dare la mia preferenza ad un candidato che avrà avuto il coraggio di appoggiare la proposta con un voto documentato in parlamento.

  55. Alberto Previdi

    Premetto che a prescindere da tutto ritengo che ormai il notro metodo elettorale è obsoleto e non più adatto alla moltitudine di persone che oggi sono in grado di votare. Presenta inefficacia nella trasparenza del voto, nella rapidità, e nella capillarità dei seggi. A mio modesto parere credo che queste stime siano prive di significato. Do qualche semplice motivo: – gli orari di votazione coprono l’intera giornata, quindi non vedo il motivo di prendere un permesso sul lavoro per votare o "abbandonare la famiglia" e generare costi indiretti che gravano sulle spalle dello Stato – la platea dei votanti come si sà è ben limitata e in genere si organizza (si esce a fare la spesa genitori e figli e si passa a votare). – gli scrutatori sono retribuiti durante la giornata, e se avessero meglio da fare non sarebbero li presenti al seggio, e quindi sarebbero più produttivi per definizione. Come in tutte le cose basta buon senso e responsabilità, credo che ci siano altre materie dove convenga iniziare a fare gli economisti e calcore costi e ricavi del proprio operato. D’altro canto rimango d’accordo sull’accorpamento delle date, effettivamente si economizzano tempi e spazi.

  56. fabrizio muscu

    Visto il momento già difficile che il ns paese sta attraversando, e vista l’aggravante terremoto, credo sia opportuno accorpare il tutto, sarebbe dimostrazione di comprensione e di capacità nell’espletare al meglio, determinati ruoli. Se così non dovesse essere d’altronde non mi stupirei, visto che come dice una canzone (oggi fare il politico è solo fare carriera)!

  57. pieretti paolo

    Non accorpare le date sarebbe da dementi, anche se non ci fosse stato il terremoto. Si risparmia sulla scuola e si buttano via i soldi così.

  58. Alessandro Terracina

    Anche io sono d’accordo sull’accorpamento del referendum con le elezioni europee dato che si otterrebbe un buon risparmio. Però in questi giorni, purtroppo, non si sta parlando dell’unica opzione "pareto efficiente" che farebbe davvero stare meglio tutti: l’accordo tra le forze politiche su una buona legge elettorale con conseguente approvazione parlamentare nell’arco di 1 mese che bloccherebbe automaticamente la consultazione referendaria. Questa sarebbe la vera assunzione di responsabilità da parte di tutti i nostri politici. Sarei curioso di vedere se davvero, in questo clima di profonda drammaticità per le vittime del terremoto, avessero la faccia di bronzo a dire NO ad una possibilità di accordo. Con tale rifiuto farebbero tutti una figura meschina dinnanzi alle migliaia di abruzzesi che in questi giorni hanno perso affetti e beni. E’ su questo tema che andrebbe incalzata la nostra classe politica.

  59. luigi

    Accorpando le date probabilmente qualcosina si risparmia, ma sicuramente a rimmetterci sono sempre l’ultima ruota del carro, quale i cittadini e i membri che gestiscono le operazioni elettorali, dagli scrutatori ai presidenti e alle varie preture e tribunali. Infatti accorpare europee e referendum non sarebbe un male, se in alcune regioni non vi fossero altre votazioni come amministrative e comunali, per di più anche col voto disgiunto. Ecco che nel pensare al risparmio non si valuta la situazione da caos che si instaurerebbe in alcune regioni. Per non parlare che chi va a votare dovrebbe votare per tutte queste cose nell’insieme, magari lamentandosi della fila che troverebbe ai seggi, però sono sicuro che in quel momento non gli fregherebbe nulla del risparmio conseguito. Non si pensa al lavoro di spoglio che si dovrebbe affrontare succesivamente (sopratutto nel caso di voto disgiunto), e di quanto tempo neccessita tale operazione, l’importante è far risparmiare l’italia sulle spalle sempre dei soliti. Quando si pensa a risparmiare sulle elezioni e referendum non si pensa ai membri del seggio, come se questi non siano delle persone che meritano rispetto per il lavoro che svolgono.

  60. Simone Garbuglia

    Innanzitutto complimenti per l’analisi, sono felice che abbia avuto un’adeguata risonanza nel Paese, e che ormai diversi italiani siano informati dello spreco in atto.

  61. Mario l

    risparmiare è il motto che il governo dovrebbe adottare! Bossi, altro che Roma ladrona e voi? Se questi soldi dovevi tirarli fuori di tasca tua quante volte ci avresti pensato? Facile fare il moralista!

  62. bob

    Non voglio entrare nel merito, ma credo che la situazione di questo Paese non sia più un problema che possa risolvere la classe politica. Il solo pensiero che un clan come la Lega detta l’agenda delle riforme fa venire le pelle d’oca a qualsiasi persona di buonsenso. Dovrebbero essere la classe intellettuale quantomeno a dare un segnale per uscire dalla secca, ma spesso vedo interventi di "autorevoli" professori in questo sito che sono palesemente scritti per interessi personali o di parte ( basta leggersi le amenità che si scrivono syl federalismo). Speriamo, come qualche segnale fa intravedere, che si formino associazioni o una forte opinione pubblica moderna e con apertura mentale tale da spazzare via questo clan feudale. Mi sento laico e sono un imprenditore, ma anche la crisi che pervade la Chiesa fa si che si accettino simili condizioni ormai insopportabili.

  63. BOLLI PASQUALE

    Il buon senso non appartiene alla politica.E’ vitale per chi governa, non la razionalità,concretezza e utilità delle soluzioni,ma illudere e far credere che tutto è stato fatto nell’interesse della collettività.Non avere approvato l’election day è giustificato perchè i poveri elettori sarebbero rimasti stressati nell’apporre tre segni di croce invece che due.Che poi questo sollievo costerà milioni di euri è poca cosa,anzi niente.La decisione non influisce direttamente sulle tasche dei deliberanti.Non a caso, i politici di turno nelle diverse reti televisive, affermano soddisfatti che hanno messo i conti in ordine.Che vuol dire? Per chi mastica numeri e non chiacchiere, visto la velocissima corsa del debito pubblico.si suppone che si tratti di conti messi in ordine alfabetico e nulla di più..A proposito,dicono che il governo dovrebbe allargarsi nella sua composizione per far posto a soccorritori e difensori di turno,ma allora,è proprio vero, la supposizione sui conti in ordine alfabetico trova conferma e supporto.ll popolo vuole illudersi e credere perchè,solo così,senza sforzo,è felice.I nostri governanti,per fortuna,sono grandi e come comunicatori e come illusionisti!

  64. Duccio Armenise

    Ci avete già pensato? Direi di scrivere ai giornali avanzando questa ipotesi realistica quanto rovocatoria. Nell’immaginario collettivo i problemi legati al nucleare sono legati ai terremoti. Pensi "terremoto" e la mente corre a Fukushima, ma anche a L’Aquila. Greenpeace ha lanciato una raccolta firme per chiedere a Maroni di accorpare referendum e amministrative per poi devolvere il risparmio a Fukushima. Io penso che sarebbe più giusto proporre di devolverlo a L’Aquila, voi che ne pensate? Quante strutture si potrebbero ricostruire con 400 o 87 milioni di euro?

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