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CASTELLUCCI DI CARTA

Lasciamo ai lettori decidere quale di queste due dichiarazioni, rilasciate nel giro di 50 minuti, corrisponda al vero o al falso.

CASTELLUCCI 1

"Dopo l’investimento in Alitalia (100 milioni, ndr) il Governo ci ha favorito. E’ stata una scelta di business che si può discutere ma é stata presa anche in funzione del ruolo di Atlantia nel Paese. Con il blocco per 4 mesi degli aumenti tariffari abbiamo perso 20 milioni ma con il Milleproroghe ci abbiamo guadagnato molto, molto di più. E dobbiamo ancora negoziare altre concessioni…". (Giovanni Castellucci, Amministratore delegato di Atlantia e di Autostrade per l’Italia, Il Sole 24 Ore Radiocor, 20 marzo 2009, ore 18.05).

CASTELLUCCI 2

"Non c’è alcuna correlazione tra il nostro investimento in Alitalia e il decreto Milleproroghe. Quando un progetto così importante per il Paese viene proposto ad un’impresa importante non si può che guardare con grande attenzione al progetto. Noi l’abbiamo fatto come lo hanno fatto Colaninno, Intesa Sanpaolo e altri soggetti importanti. Ugualmente siamo fortemente impegnati sugli investimenti in Italia e per questo collaboriamo con il Governo affinché le procedure autorizzative siano velocizzate. Cosa che il Governo ha fatto eliminando la norma introdotta dal precedente Governo nel 2006. Con l’eliminazione del divieto ci siamo riallineati agli standard europei". (Giovanni Castellucci, Amministratore Delegato di Atlantia e di Autostrade per l’Italia, Il Sole 24 Ore Radiocor, Roma, 20 marzo 2009, ore 18.58).

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UN REGALO DI OBAMA ALLE BANCHE *

11 commenti

  1. Piero Nasuelli

    Castellucci 1 è vero. Accorgendosi di averla detta grossa (ovvero ha detto quello che tutti sanno, ma che non si può dire) è corso ai ripari. Così va l’Italia!

  2. Ulisse

    Per caso a luglio hanno rinnovato le concessioni trentennali con qualche generosità? Per caso Atlantia ed Impregilo sono "cugine"? Per caso le autostrade anche in Libia le costruisce l’Impregilo? Per caso la Libia ha ricevuto 5 miliadi di euro per patto di amicizia finanziati con 4% su Eni per 20 anni?

  3. nicola box

    Sarebbe meglio titolare: "Castellucci di euro". La prima dichiarazione è quella più reale. Castellucci dà l’impressione di parlare liberamente e così si lascia andare fino ad ammettere il proficuo (per lui) scambio tra il blocco delle tariffe autostradali – che Tremonti ha potuto usare come propaganda vestendo i panni di novello Robin Hood che toglie ai ricchi per favorire il popolo – e quanto l’amministratore di Atlantia riceve in cambio, con il decreto milleproroghe. Ancora una volta la verità va cercata dietro le quinte. La seconda dichiarazione è molto più prudente, dettata in stile giornalistico e solo per gli addetti ai lavori. Una sorta di coperchio che sigilla la pentola piena di monete d’oro e la nasconde agli occhi della collettività.

  4. M.Giberti

    Berlusconi pur di non ammettere che l’italianità dell’Alitalia era una invenzione demagogica senza basi concrete, non solo ha aumentato i licenziamenti ed i costi rispetto alla vendita a Airfrance, ma ha anche svenduto sotto ricatto della cordata raccogliticcia sia la parte polposa di Alitalia sia un coacervo di favori ai partecipanti tipo le mille proroghe per Castellucci, l’eliminazione delle sofferenze di Banca Intesa con Toto, le concessioni gratis a Benetton e Tronchetti e chi sa cos’altro agli altri. Una politica da piazzisti del mercato del bestiame. Batti qua e la vacca è tua! Ed il 50% degli italiani pensa che Berlusconi sia uno "statista"! Che disastro.

  5. Furetto

    Carissima Redazione, state attenti, perché potrebbero accusarvi di frequentare cattive compagnie. Va bene che le dichiarazioni riportate sono di pubblico dominio, ma quello che avete scritto è uguale alla rubrica di La Repubblica "Carta Canta" del 23 Marzo 2009, curata da Marco Travaglio. E si sa che Travaglio è vicino a Grillo, De Magistris e via dicendo. Persone "pericolose". 🙂 Furetto.

  6. matteo

    Un povero cristo con una retribuzione base di 103.750 € anno, con le stock options che avrà, ci vogliamo formalizzare se cambia idea? Ipotizzo che sulla realizzazione del ponte sullo stretto abbia meno dubbi.

  7. Marco Dall'Ombra

    La sensazione è quella di un, ormai abituale, "fuori onda". Entrambe le affermazioni sono vere. La seconda più diretta, di quelle che si concedono agli amici alla fine di una giornata più faticosa del solito. La seconda, a microfoni accesi. I concetti sono gli stessi, la forma, invece, adeguata a due momenti molto diversi tra loro. A proposito: il dott. Castellucci è ancora la suo posto?

  8. Emilio

    Perché mai un gestore di tratte autostradali avrebbe dovuto investire soldi in un’avventura di dubbia sostenibilità economica quali la nuova Alitalia se non per acconsentire ai desiderata del nuovo principe e pertanto ottenere dei benefici nel core business? Se guardiamo la lista dei coraggiosi capitani d’impresa italiani troviamo che molti, se non la quasi totalità, opera in settori nei quali la benevolenza del principe é importante da ottenere per rimanere in sella.

  9. Nicola

    La cosa sconfortante per me è ancora un’altra: se anche non si fosse affannato e rettificare comunque le sue affermazioni avrebbero destato ben poco scandalo. Ormai L’Italia è un paese dove non ci si indigna più per nulla, figuriamoci per uno scambio di favori tra potentati.

  10. GL

    Mi chiedo: ma c’era bisogno dell’outing di Castellucci per sottoporre all’attenzione pubblica uno "scambio" così evidente? Leggo che gli analisti presenti alla conference call del 20 marzo sono rimasti a "a bocca aperta" alle dichiarazioni di Castellucci. E perchè mai? Si meravigliano forse di essere smascherati dal loro committente?

  11. Aram Megighian

    Secondo gli standard europei, il Dott Castellucci potrebbe "gestire" delle Aziende in questo modo? Potrebbe contare sugli sfacciati vantaggi "erogati" dal Principe di turno a danno di un debito pubblico sudamericano? E, soprattutto, potrebbe starsene seduto nel suo ufficio senza temere, non dico di essere rimosso (i manager italiani paiono essere dei "toccati divini"), ma almeno punito per la sua condotta gestionale? Non vorrei fare dietrologia, ma temo che dietro questa insistita voglia di ottimismo rispetto alla crisi mondiale, vi sia il desiderio comune di salvare e mantenere l’attuale status quo finanziario italiano, impedendo un ricambio di persone e mentalità come sta avvenendo ovunque e come normalmente succede in situazioni come quella attuale.

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