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DUE DOMANDE AL GOVERNO

Una lettura attenta della legge di assestamento del bilancio dello Stato per il 2009 approvata dal Senato e ora al vaglio della Camera, fa sorgere due interrogativi di fondo, su cui sarebbe opportuno avere chiarimenti dall’esecutivo. In che cosa consistono le maggiori spese proposte dalla legge? Che cosa è successo al Fondo Strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale e, dunque, come verranno finanziate le spese della ricostruzione dell’Abruzzo?

L’analisi della legge di assestamento del bilancio dello Stato per il 2009 approvata dal Senato e ora al vaglio della Camera, pone due interrogativi di fondo, su cui sarebbe opportuno avere chiarimenti dall’esecutivo.

1.    In che cosa consistono le maggiori spese proposte dalla legge?

Con l’assestamento del bilancio dello Stato per il 2009, il saldo netto da finanziare di competenza peggiora di quasi 37 miliardi di cui 26,2 di minori entrate e 10,7 di maggiori spese nette.  Quasi la metà di questo incremento delle spese nette (circa 4,5 miliardi) è dovuta a misure proposte proprio con il ddl. Vi sono poi altri 3,5 miliardi di incrementi di spesa discrezionali compensati da minori spese. Si tratta di una vera e propria manovra inserita dentro una legge di assestamento. Data l’entità inusuale dell’intervento sarebbe stato più opportuno (e trasparente) varare una manovra correttiva. E’ comunque possibile avere ora delucidazioni sulla natura di queste spese aggiuntive? Di cosa si tratta esattamente?

2    Che cosa è successo al Fondo Strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale? Come verranno finanziate le spese della ricostruzione dell’Abruzzo?

Il primo decreto anticrisi (185/2009) ha istituito, presso la Presidenza del Consiglio,   il Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale.  Con  Deliberazione n. 4 del 6 marzo 2009 il Cipe ha previsto  una Riserva di programmazione strategica a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri  di 9 miliardi, costituita con risorse del Fas (Fondo aree sottoutilizzate). Si tratta della provvista per alimentare il Fondo strategico.
Ma nel disegno di legge di assestamento di questo fondo strategico non c’è traccia alcuna.
Il problema è serio: il decreto  legge 39/2009 prevede che gli interventi di ricostruzione e le altre misure relative al terremoto abruzzese siano finanziati, tramite apposita deliberazione del Cipe,  per un importo non inferiore a 2 miliardi e non  superiore a 4  miliardi di euro nell’ambito della dotazione del Fas, a valere sulle risorse complessivamente assegnate al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale.
Se il Fas non va al Fondo strategico (come invece dovrebbe in base alla deliberazione Cipe di marzo) non può neanche venire via dal Fondo strategico per finanziare la ricostruzione (deliberazione prevista dal dl 39/2009). Ma il Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale dov’è? Come verranno allora finanziate le spese per la ricostruzione delle aree terremotate?

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10 commenti

  1. Cicci di Gongo

    Se le cose stanno come riportate nelle nota e in difetto di modifiche legislative, mi pare abbastanza palmare che verranno finanziate con il credito privato. In effetti non cambia molto, sempre buoni del tesoro a collaterale si devono mettere, con la differenza che le banche li devono comprare e caricare i costi sui mutui per la ricostruzione. Da quanto detto se ne evince che la garanzia dello Stato risulta essere alquanto aleatoria, nei soliti limiti della usuale per il debito sovrano. Sui collaterali messi dai privati (ammesso che valgano qualcosa) suppongo le banche vorranno dei diritti reali di garanzia che non sono previsti ope legis, ma nulla vieta che siano, diciamo, volontari.

  2. Aram Megighian

    I vostri puntuali articoli sono un reale esempio di corretta informazione. Un povero ignorante come me capisce innanzitutto i punti fondamentali di una materia complessa come l’economia e le sue interazioni con il mondo che ci circonda. Oltre a questo aprite gli occhi su certi aspetti che, come quello citato nell’articolo, passano generalmente sotto silenzio sia per l’incapacità dei poveri cittadini di scovarli, sia, va detto, per l’incapacità dei giornali (che vengono meno al loro ruolo di controllori democratici) di trovarli, analizzarli e denunciarli. Ponete 2 domande cui il Governo deve rispondere. Io mi limito a chiedermi se tutti questi articoli passati sotto silenzio, emendamenti introdotti a caso e nel silenzio, siano esempio di un modo di governare alla “pasta e fagioli” che accumuna oramai pubblico e anche privato in Italia, oppure siano esempio di un modo di fare che è al limite del truffaldino, nel silenzio, nel retrobottega? A quando un amministratore che gestisca il potere alla luce del sole e con perizia tecnica, insomma, a quando un modo di fare non più alla “pasta e fagioli” ma alla “mousse alle fragoline di bosco”?

  3. maurizio sbrana. Lucca

    Altra domanda al Governo: ma davvero pensate che siamo tutti ‘cretini’ ed ‘analfabeti’?

  4. mattioli giovanni

    A proposito di tutta la politica economica messa in campo dal centro destra in Italia, ad opera di G. Tremonti e del ns. satrapo S.B., sono assolutamente sicuro che come dice la famosa romanza: "un bel dì vedremo… un fil di fumo…" nel senso che quello è ciò che ci aspetta in ogni caso. Da un bel pò di tempo agli italiani piacciono i venditori di fumo, anche a tante anime belle che scrivono sui giornali, che predicano dai pulpiti, che popolano le TV, considerati attendibili e degni di essere ascoltati come autorevoli saggi, ma in realtà solo viscidi cortigiani e venditori di acqua calda, senza ormai più un briciolo di coraggio, e neppure di pudore. Per cui il fumo diventa una cortina dove tutto si perde che tutto nasconde (a quanto sta il ns. debito?), ma noi italiani non vogliamo vederlo, non ci piace e pertanto lo meritiamo. Poi un bel giorno, chissà quando, il fumo sarà quello delle macerie di un paese ormai ripiegato su sè stesso sia economicamente che civilmente, allora, forse, voglio sperare che gli italiani vedranno il fumo di questo arrosto grottesco e pazzesco ma il conto sarà a loro carico e la sinistra sarà fregata di nuovo.

  5. vincesc

    Allora ha ragione l’On. Bersani, sono sempre i medesimi soldi che girano girano e non si fermano mai.

  6. cesco

    In tutto questo parlare di fondi Fas penso sia bene chiarire da dove provengono questi fondi: mi sembra che ci sia grossa confusione e se non si chiarische questo punto di partenza non si capsce il resto.

  7. guagnano vito

    Ma secondo voi c’è un punto di non ritorno per il nostro debito pubblico? Punto dopo il quale c’e il fallimento dello stato italiano come avvenuto in Argentina?

  8. jacopo

    non metteranno mica altre tasse?

  9. Roberto

    Per capire dove sono andate le maggiori spese basta andare a leggersi il testo della legge e le annesse tabelle. Voi che siete esperti economisti dovreste essere in grado di farlo e di spiegare a noi comuni mortali il tutto…

  10. massimiliano cese

    Con il superenalotto. In sei mesi ha generato un gettito di 900 miliardi a favore dell’erario.

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