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SE IL CANE DA GUARDIA DORME

Una serie di interventi pubblicati su lavoce.info e ripresi dai giornali hanno innescato negli ultimi giorni una polemica feroce sul valore effettivo dei rientri di capitale legati all’operazione scudo fiscale. Coinvolgendo anche organismi tecnici. Non stupisce che il governo abbia cercato di presentare un provvedimento discutibile e contestato come un grande successo. Preoccupa invece che la stampa indipendente abbia pubblicato con grande risalto e senza alcun controllo i comunicati del ministero. Abdicando così al suo ruolo.

Una serie di interventi pubblicati su lavoce.info (1, 2 e 3) , ripresi dai giornali (1, 2) hanno innescato negli ultimi giorni una polemica feroce sul valore effettivo dei rientri di capitale legati all’operazione scudo fiscale. Un ministro della Repubblica è arrivato fino a prendersela con la Banca d’Italia, rea di assolvere la sua funzione istituzionale di compilare la bilancia dei pagamenti, certificando i rientri di capitale effettivi associati allo scudo.

LA QUESTIONE DEI “RIENTRI EFFETTIVI”

La vicenda, grottesca, si può riassumere in poche battute (una più dettagliata rassegna è presentata da Sandro Brusco su NoisefromAmerika). Giocando sull’ambiguità del termine “rientri effettivi”, il 29 di dicembre il governo ha presentato i risultati tributari della prima tranche del condono come fossero una dimostrazione di fiducia dei mercati internazionali nella forza dell’economia italiana e del suo esecutivo, piuttosto che di una generosissima occasione offerta agli evasori per saldare i propri conti in sospeso. I principali mezzi di informazione, anche quelli che si accreditano di una posizione non pregiudizialmente favorevole al governo, quali per esempio Il Sole 24Ore e Il Corriere della sera , hanno pubblicato integralmente e con gran risalto la velina del governo. In un caso, ciò ha anche condotto all’attribuzione del premio di “uomo dell’anno per l’economia” al nostro ministro dell’Economia. In quell’occasione, lavoce.info si era semplicemente limitata a osservare che una cosa sono i rimpatri giuridici, altro sono quelli fisici, comunque sempre necessariamente transienti in un’economia aperta ai movimenti di capitali. Abbiamo dovuto attendere la pubblicazione dei dati di bilancia dei pagamenti della Banca d’Italia, avvenuta la settimana scorsa, per avere informazioni sui rimpatri fisici. Solo 35 dei 95 miliardi di capitali “rientrati” con il condono corrispondono a rientri “fisici”, potenzialmente cioè investibili nell’economia italiana, a differenza dei 93 miliardi indicati dal governo a dicembre. La notizia, da noi ripresa e da qui rimbalzata sui giornali, ha generato il putiferio prima ricordato, con accuse strampalate da parte del governo alla Banca di Italia, difese che non entrano nel merito del problema da parte dell’opposizione, interventi fuori tono e fuori tema da parte del direttore dell’Agenzia delle entrate e così via.

I COMPITI DELLA STAMPA

La vicenda si presta a parecchi possibili commenti. Il principale ci pare il seguente. È accettabile, anche se comunque disdicevole, che un governo in carica cerchi di presentare le proprie scelte di politica economica come straordinari successi, soprattutto nel caso di un provvedimento così contestato (e contestabile) come l’ultimo condono, così come è normale che l’opposizione attacchi a testa bassa i medesimi provvedimenti. I cittadini ne terranno conto nel valutare le loro prese di posizione. Non è accettabile, invece, ed è successo in questo caso, che organismi tecnici come l’Agenzia delle entrate si prestino ad agire come megafoni del governo in carica perché la gente si aspetta un’informazione non distorta da questi ambiti tecnici. Infine, non è accettabile che giornali che si accreditano di una posizione neutrale nei confronti del governo in carica, si prestino ad agire anch’essi come suoi megafoni, pubblicandone interamente in prima pagina e senza controlli i comunicati. Compito della stampa è quello di verificare che le informazioni contenute nelle dichiarazioni dei governi siano corrette. Non ci siamo solo noi ad avere le competenze per leggere attraverso i comunicati. Perché queste competenze non sono state attivate in questi casi?

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MARIA CECILIA GUERRA RISPONDE AD ATTILIO BEFERA, DIRETTORE AGENZIA DELLE ENTRATE

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UNA TASSA CONTRO LA SOCIETÀ INGESSATA

22 commenti

  1. Claudio Lando Paoletti

    Chi controlla i controllori? Se la notizia diffusa dalla Banca d’Italia è vera, come riportato timidissimamente da taluni servizi nel mass media, non rimane che rivolgersi al famoso "gatto mammone". Trattasi di gatto, com’è noto, infingardo, succube, adulatore, che dorme quasi sempre. Quando non dorme si occupa solamente del fatto che il proprio padrone, o i propri padroni, si approvvigionino costantemente delle cibarie a esso destinate. Quali sono queste cibarie, in cosa consiste il vitto? Ma perbacco, nei vari lauti finanziamenti erogati alla Stampa! Fatto, credo unico e raro in Europa. Tant’è che i vari "gatti mammoni" esteri, vengono tutti da noi, in Italia. Fatto questo da evitare con tutti i mezzi, poichè quando saremo invasi da tali particolari gatti, saremo tutti addormentati.

  2. Donato Didonna

    Uno Stato che voglia combattere seriamente l’evasione fiscale, non incassa 5 mld (chiamandolo un "successo") su 100 mld di regolazzazioni e rimpatri, per farne guadagnare 10 a banche e fiduciarie, ma offre semmai anonimato, impunità e… 5 mld a chi fornisca informazioni utili a recuperarne 95 (come hanno fatto gli USA e la Germania con i conti svizzeri di loro residenti): questa sarebbe non solo "intelligence", ma anche un messaggio temibile per gli evasori.

  3. Carlo Cipiciani

    E’ un tema che sempre più mette a nudo i rischi di scivolare verso una democrazia svuotata. Non so fino a che punto dipenda da effettiva volontà di non disturbare il manovratore, temo che ci sia anche un po’ di "ignoranza". Molto grave la presa di posizione del direttore dell’Agenzia delle entrate, secondo me. Meno male che c’è ancora chi cerca di dire come stanno le cose. Nel nostro piccolo, avevamo cercato – usando naturalmente anche l’analisi di maria Cecilia Guerra – di parlarne. Un caro (e un po’ sconsolato) saluto

  4. Sonia

    "…che organismi tecnici come l’Agenzia delle entrate si prestino ad agire come megafoni del governo". Esistono "ancora" organismi tecnici? Quanti ne conoscete? Lo sapete che sono decenni che non esistono più e che lo spoil system arriva a colpire persino la più piccola realtà aziendale che in qualche modo opera nella galassia della Pubblica Amministrazione? Complimenti per l’ottimo lavoro che svolgete da anni e per la qualità delle tematiche messe in campo.

  5. Roberto Simone

    Mi astengo dal commentare lo squallore nel quale è ridotta l’informazione "libera" del paese. Mi limito solo a complimentarmi con voi per l’ottimo servizio reso. Grazie

  6. Rocco Papaleo

    Scusate, ma c’era qualcuno che pensava che sarebbero rientrati tutti quei soldi? Forse che i problemi della Giustizia, della criminalità, ecc. sono stati risolti? Allora quale motivo doveva esserci per fare investimenti in Italia? Come non arrivano investimenti esteri così non arrivano investimenti di soldi italiani residenti all’estero: che differenza c’è?

  7. claudio olocco

    A me, non particolarmente favorevole allo scudo fiscale, sembra che si stia parlando del sesso degli angeli. Se non ho capito male, i 35 miliardi sono i bonifici arrivati sulle banche italiane e che sono andati sui conti correnti. Da lì le banche cercheranno di convincere i loro clienti ad investirli. Quasi tutti gli altri 60 sono invece azioni, fondi, obbligazioni passati dalle banche estere a quelle italiane, come era già successo negli scudi precedenti. Anche da lì le banche cercheranno di modificare gli investimenti. Quello che è importante, secondo me se ho capito bene, è che il fisco ha incassato il 5% sui 95 miliardi.

  8. aurelio frison

    Da cittadino non posseggo alcuno strumento che mi consenta una valutazione a consuntivo dei capitali effettivamente rientrati; devo confidare nell’obiettività/neutralità/libertà degli organi di informazione, in fondo il ns. pensiero viene alimentato da costoro; nel contempo sulle decisioni governative che hanno legalizzato il rientro con l’imposizione del 5%, devo osservare che i "signori coinvolti" non possono che aver brindato a questa regalia; nessun movimento di capitale, nessun movimento finanziario oggi, gode di un imposizione fiscale al 5%. Con rammarico e non senza ironia constato che il cittadino a stipendio fisso e/o il pensionato non godono di alcuna considerazione.

  9. michele di branco

    1)il servilismo della stampa italiana riflette, secondo me, il tratto biografico della nazione. c’è poi una particolarità. In Italia non ci sono editori puri. hanno tutti interessi in altri settori da far valere. questo soffoca la libertà di inchiesta 2)il servilismo di Befera ha a che fare con l’indole dell’uomo. le istituzioni non sono macchine, sono gli uomini a caratterizzarle. purtroppo lì c’è uno che – al momento opportuno – fa quello che l’autorità politica gli chiede, agognando future ricompense.

  10. moreno

    Non pare differente il trattamento riservato dalla stampa "indipendente" l’informazione sullo scudo fiscale,dall’informazione nel suo insieme. Il compito di una stampa seria e critica nelle democrazie è esattamente il "controllo" e l’eventuale denuncia degli atti di governo (e poteri connessi). Ma in Italia da tempo è più in voga "non disturbare il manovratore"e non allarmare il cittadino, preferendo minimizzare, occultare, banalizzare fenomeni in altri Paesi considerati di grande rilevanza. Ovviamente vi sono, per fortuna, delle lodevoli eccezione (ve ne rendo merito), ma è la gran parte delle testate che si sottrae ai principi e alle modalità della professione: fare il cane da guardia. Al potere e non del potere. L’aspetto economico (leggi aiuto all’editoria), ne è un corollario conseguente, ma non essenziale: si sceglie di fatto di tradire la funzione sociale della propria professione.."chi il coraggio non ce l’ha ….lasci stare"!

  11. Bruno Stucchi

    Anche supponendo che la campana della Voce suoni giusto (non è detto, è solo una della tante interpretazioni possibili) cosa importa adesso? La rogne e la grogne a posteriori sono solo onanismo economico. Questi "studi" post mortem servono unicamente a rivalutare l’arte gentile dei tarocchi e a conferire scientificità e credibilità all’astrologia.

  12. BOLLI PASQUALE

    I nostri politici sono musicisti e cantanti:come dire "loro se la suonano e loro se la cantano".Tant’è che fanno per nostro conto il bello ed il cattivo tempo o per essere più attuali fanno il cattivo tempo per noi ed il bel tempo per loro.Quanto parliamo di loro ci riferiamo non solo a loro,perchè potrebbe essere una fortuna,ma anche,ai loro parenti, amici,seguaci e compari.Non a caso,visto che loro cantano e suonano, chi deve interpretare il coro? Il coro,per esigenze di tonalità,deve essere ben assortito e numeroso e per questo motivo si sono aggregati gli alti funzionari dello Stato,gli imprenditori,la malavita ed alcuni giornalisti.Questi ultimi sicuramente cantano molto bene,specialmente se retribuiti dagli stessi musicisti- cantanti.Lo scudo fiscale che si ostinano a definire un grande successo è stato soltanto uno strumento di grave illegalità che influerà negativamente sul futuro del nostro sistema finanziario.Che dire dei cani di guardia? Non ci sono più essenziali perchè abbiamo perso tutto: risorse,moralità,correttezza e credibilità internazionale.

  13. luca cigolini

    Ieri ho letto su Televideo RAI che alle due cifre oggetto del contendere (circa 35 oppure circa 95 miliardi) se ne aggiunge una terza: il ministro Brunetta si è detto più ottimista del ministro Tremonti e ipotizza un rientro di 120/130 miliardi! Questa è una notizia fondata su dati oggettivi vagliati dalla redazione!

  14. dreag

    Ma quando mai il sole 24ore e il Corriere della sera hanno esercitato un ruolo di critica seria a governi di centro-destra ? Questi "giornali" hanno sempre appoggiato in modo spudorato, al di là delle dichiarazioni pubbliche, governi di destra rappresentativi degli interessi degli industriali . Addirittura non si vergognano di sostenere, in modo raffinato e sapiente certo, l’attuale governo che in paesi civili sarebbe già stato spazzato via , nella speranza che lo stesso governo approvi misure utili per gli industriali quali la riduzione del costo del lavoro, la riduzione alla completa impotenza dei sindacati, la sottrazione continua di risorse da destinare a politiche di intervento pubblico ecc. Per capire come tali giornali siano tutti portatori dei medesimi interessi basta considerare il girotondo dei direttori: De Bortoli dal Corriere al Sole, Riotta dal Corriere al Sole e viceversa . Mieli una volta si ed una no al Corriere etc.

  15. Dario Di Maria

    Secondo un articolo pubblicato su fiscooggi.it, rivista on-line dell’Agenzia delle Entrate, a firma di Stefano Pisani, dirigente della stessa, il tasso di rendimento dello scudo fiscale è stato pari al 4,7%, contro il 5,8% dell’attività di accertamento. Quindi, in sintesi, era meglio dare mandato all’Agenzia di dare la caccia agli evasori, invece di fare lo scudo fiscale. Senza considerare che è anche un problema di qualità della legislazione, compatibilità della stessa con la normativa internazionale (la Corte di Cassazione Sezioni Unite con le sentenze n° 3674 e 3676 del 17 febbrario 2010 hanno sancito l’obbligo di disapplicazione del condono fiscale 2002), di etica e costituzionalità della norma. Se il trend verrà confermato, la Corte di Giustizia Europea prima, e la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione poi, potrebbero, come è stato fatto per il condono fiscale 2002, annullare lo scudo fiscale.

  16. Francesco Burco

    …come le bugie che propina agli italiani controllando l’intero sistema delle comunicazioni nel nostro Paese. Come mai ci troviamo in una situazione del genere è una domanda a cui credo nessuno sia in grado di dare una risposta plausibile. Non resta che rammaricarcene e farci venire il sangue amaro. Tuttavia le bugie, dicevamo, hanno le gambe corte e se non sarà la coriacea Guerra a sconfiggere Golia ci penserà la crisi e gli italiani, maestri nel far cadere di schianto quello che poco prima avevano fatto salire a cuor leggero.

  17. Bruno Cipolla

    Ripristinati per il 2009 i contributi destinati all’editoria (Milleproroghe)

    vendite giornali: “CORRIERE” (-19,2%) “SOLE24ORE” (-19,9%).

    Anche io compravo il Corriere ed il Sole fino a sei mesi fa, poi, constatata la loro faziosità, ho smesso ed ora sono abbonato ad un quotidiano nato il 23 Settembre.

  18. Sergio Secchi

    Poco da stupirsi. La libera stampa italiana, come la vasta categoria dei funzionari governativi, non sfugge alla vecchia regola che presiede all’agire di coloro che tengono famiglia: accarezzare il governo (e il proprio editore) e, per mostrare indipendenza di giudizio, azzannare occasionalmente qualche poveraccio. L’operazione di lavanderia industriale di denaro di (in)dubbia provenienza, al di là delle manipolazioni statistiche, è stata certamente un successo. Se queste risorse vengano poi investite nella nostra economia è per ora da dimostrare. Resta da osservare che da qualche anno l’Italia non sembra attirare significativi flussi di investimento, almeno nell’economia ufficiale (l’elenco delle imprese che chiudono in Italia per delocalizzare altrove si allunga ogni giorno). Pazienza. Potremo consolarci con tanti capitali anonimi ma felicemente regolarizzati a basso costo. Se la qualità dei nostri flussi finanziari non sembra ineccepibile, potremo continuare a sviluppare soluzioni innovative per fare quattrini (ad esempio un listino prezzi per condonare i reati, tipo € 100.000 per un omicidio, 75.000 per rapina, etc.).

  19. O Tempora

    Bravi, questo è "fare giornalismo". Un articolo eccellente, pacato nei toni, stringente sui fatti e franco nella critica ai colleghi "giornalisti". Purtroppo l’Italia è piena di Scodinzolini (come gli Aquilani hanno definito un giornalista RAI) e Vesp…ani come io definisco i giornalisti di ossequio. Annoverare tra i giornali indipendenti il Corriere della Sera mi pare un tantino eccessivo.

  20. Elio Orio

    Ecco perché non leggo più il Corriere della Sera, del quale sono stato in passato anche abbonato. Ma allora era solo perché ci scriveva Montanelli.

  21. Giovanni Latella

    Vi faccio notare che in data 23/2/2010 sul quotidiano on line dell’Agenzia delle Entrate http://www.fiscooggi.it/analisi-e-commenti/articolo/il-rendimento-dello-scudo-comparato-alla-normale-attivita-di-accertament il dr. Stefano Pisani, dirigente Analisi statistico-econometriche per la compliance dell’Agenzia delle Entrate, al fine di giustificare la bontà dell’operazione Scudo Fiscale, fornisce dei dati ad oggi mai comunicati: l’amministrazione recupera a stento il 5% (!!!) di quanto accerta!!!! Come mai nessun giornale ne parla e si continua a fare propaganda sulla lotta all’evasione fiscale?

  22. AM

    Non ho letto la dichiarazione di Stefani citata in alcuni interventi, ma ho l’impressione che vi siano al riguardo idee molto confuse. Ha poco senso confrontare gli accertamenti fiscali con i rientri dello scudo fiscale. Gli accertamenti riguardano infatti redditi presunti e non dichiarati da parte dei contribuenti mentre i rientri dello scudo sono capitali detenuti all’estero senza essere stati dichiarati che non necessariamente, e comunque non totalmente, rappresentano redditi non dichiarati ed imposte evase.

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