Ringraziamo tutti i lettori per i numerosi e interessanti commenti. Per brevità ci concentriamo solo su alcuni punti comuni a vari messaggi.
Lo stage, come lo intendiamo nel nostro articolo, non deve essere un’ulteriore aggiunta al panorama già molto complesso di contratti e "contrattini" disponibili alle imprese per avere accesso a manodopera a basso costo. Si tratta invece di uno strumento formativo che permette a giovani ancora nel sistema educativo o tutt’al più recentemente laureati di acquisire un’esperienza sul mercato del lavoro. La letteratura al riguardo mostra che la combinazione di studio e lavoro facilita la transizione al primo impiego dopo il diploma o la laura. Purtroppo però in Italia, come in altri paesi Europei, gli studenti spesso svolgono le due attività in modo sequenziale prima terminano gli studi e poi iniziano a lavorare con il risultato di presentarsi sul mercato del lavoro con poca
esperienza. Lo stage gestito secondo i criteri che suggeriamo nel nostro articolo potrebbe diventare uno strumento utile per rendere la transizione meno brusca.
Siamo coscienti che gli abusi della formula dello stage non verrebbero risolti automaticamente dalle nuove regole che proponiamo, anche se più chiarezza aiuterebbe a ridurli. D’altra parte, la necessità di una convenzione tra scuola/università e impresa avrebbe il vantaggio di responsabilizzare maggiormente il settore educativo nel certificare la qualità degli stages realizzati. D’altro canto potrebbe rafforzare il dialogo tra settore educativo e mondo dell’impresa. I controlli andrebbero rinforzati e bisognerebbe stabilire delle sanzioni per chi organizza "falsi" stages. Gli abusi non svanirebbero dall’oggi al domani ma sarebbero molto probabilmente meno frequenti che nella situazione attuale.
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Economista del lavoro presso il Direttorato per l’Occupazione e gli Affari Sociali dell’OCSE. Ha ottenuto il PhD in economia presso la Paris School of Economics e l’Université Libre de Bruxelles. In precedenza, ha lavorato alla Commissione Europea e come assistente per gli affari economici e il G20 del Presidente del Consiglio. Fa parte della redazione de lavoce.info.
È il direttore per il lavoro l’occupazione e gli affari sociali dell’OCSE dove coordina le attività dell’Organizzazione sui temi del mercato del lavoro, migrazioni, salute e politiche sociali. Rappresenta l’OCSE su questi temi al G20 e G7 e in molteplici fora internazionali. Ha pubblicato su molte riviste accademiche, tra cui American Economic Review, The Economic Journal, Economic Policy e the International Journal of Industrial Organization. Ha conseguito il PhD in economia presso l'Ecole des Hautes Etudes en Science Sociales (EHESS), Département et Laboratoire d'Economie Théorique Appliquée (DELTA) di Parigi, il Master of Science in economia presso la London School of Economics and Political Science, e la Laurea in economia presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
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