Dalla fine del 2010 in molti paesi del Nord Africa e del Medio Oriente si sono succeduti dei movimenti di popolo, più o meno pacifici, da cui sono derivati dei forti cambiamenti geopolitici. Bottazzi ed Hamaui evidenziano come le condizioni sociali e politiche siano tra i fattori determinanti della rivoluzione egiziana.
È vero ciò anche negli altri paesi in cui le rivolte sono state particolarmente intense?
Tabella 1 Indicatori economici dei paesi coinvolti dai movimenti popolari
Pil procapite (mgl dollari in PPP)* |
Inflazione* | Tasso di disoccupazione* | Economic freedom index 2011 (score)** |
Global competitiveness index 2010-2011 (score)*** |
Indice del livello di istruzione e formazione 2010-2011 (score)*** |
Indice dell’efficienza mercato del lavoro2010-2011 (score)*** |
||
Algeria | 6.9 | 5.7% | 10.2% | 52.4 | 4.0 | 3.6 | 3.7 | |
Arabia Saudita | 23.2 | 5.1% | 11.7% | 66.2 | 4.9 | 4.5 | 4.4 | |
Bahrein | 27.1 | 2.8% | 15.0% | 77.7 | 4.5 | 4.6 | 4.8 | |
Egitto | 6.1 | 16.2% | 9.4% | 59.1 | 4.0 | 3.6 | 3.4 | |
Giordania | 5.6 | -0.7% | 12.9% | 68.9 | 4.2 | 4.3 | 3.9 | |
Iran | 11.2 | 10.3% | 11.8% | 42.1 | 4.1 | 3.8 | 3.4 | |
Libia | 14.3 | 2.7% | 30.0% | 38.6 | 3.7 | 3.6 | 2.8 | |
Marocco | 4.6 | 1.0% | 9.1% | 59.6 | 4.1 | 3.5 | 3.5 | |
Oman | 25.1 | 3.5% | 15.0% | 69.8 | 4.6 | 4.2 | 4.7 | |
Siria | 4.9 | 2.5% | 8.5% | 51.3 | 3.8 | 3.3 | 3.4 | |
Tunisia | 8.3 | 3.7% | 14.7% | 58.5 | 4.7 | 4.9 | 4.3 | |
Yemen | 2.5 | 3.7% | 35.0% | 54.2 | nd | nd | nd |
* I dati si riferiscono allultimo anno disponibile. ** Livello massimo pari a 100. *** Livello massimo pari a 7.
Fonte: Heritage Foundation, World Economic Forum e CIA-World Factbook.
IL CONFRONTO TRA INDICATORI
Per rispondere a questa domanda abbiamo preso in considerazione i dati (1) riportati nella tabella 1. Tra i paesi considerati notevole è la dispersione in termini di Pil procapite. Il Bahrein risulta avere il reddito procapite più elevato: è infatti circa il doppio di quello della Libia e 10 volte superiore a quello dello Yemen. Nonostante lelevato reddito medio il Bahrein risulta comunque avere un alto tasso di disoccupazione (15 per cento), sugli stessi livelli di quello della Tunisia (2). Con l8,5 per cento la Siria è invece il paese con la disoccupazione più contenuta. Anche in termini di inflazione le differenze sono notevoli. La maggior parte dei paesi si attesta intorno al 3-4 per cento, mentre in Egitto e Iran si registrano variazioni dei prezzi al consumo a due cifre. La Giordania è lunico paese a trovarsi in un contesto di deflazione. Relativamente alla libertà economica si osserva che il Bahrein mostra un indice particolarmente elevato, mentre in fondo alla classifica si attesta la Libia. Sul fronte della competitività internazionale, sul grado di istruzione e formazione e sullefficienza del mercato del lavoro primeggiano lArabia Saudita, la Tunisia, lOman e il Bahrein, mentre i restanti paesi si attestano su livelli sufficientemente vicini.
In sintesi, i dati riportati nella tabella 1 non sembrano segnalare che i paesi coinvolti dai conflitti civili abbiano molti aspetti di natura economica in comune.
Alcuni interessanti spunti di analisi emergono contestualizzando le caratteristiche economiche dei paesi in rivolta rispetto al resto del mondo. Dal ranking mondiale per ognuno degli indicatori considerati, si riscontra che lunico indice per cui nei dodici paesi esaminati nessuno supera la metà della classifica internazionale è quello relativo alla disoccupazione. Lesistenza di mercati del lavoro non in grado di offrire livelli occupazionali adeguati, se paragonato ad altre realtà economiche, può essere quindi individuato come un fattore che accomuna tutti i paesi in cui si sono registrate rivolte popolari. Il problema della disoccupazione è ancor più sentito in questi paesi in quanto cè un connubio tra lalta incidenza della popolazione in età lavorativa e lalto tasso di disoccupazione giovanile (in Tunisia il 70 per cento della popolazione è concentrato nella fascia di età 15-64, mentre il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 31 per cento).
LA PARTICOLARITÀ DELLA TUNISIA
Si può ulteriormente notare come la popolazione tunisina, che si caratterizza per lelevato livello di istruzione e formazione (il relativo indicatore vede la Tunisia al 30° posto su quasi 140 paesi; lItalia in questa classifica si attesta solo in 47° posizione.) sia stata proprio quella ad aver dato il via ai movimenti popolari nel finire del 2010. Tra i fattori che hanno permesso che ciò avvenisse cè probabilmente la maggiore consapevolezza delle proprie condizioni socioeconomiche (in Tunisia circa il 50 per cento dei disoccupati ha un livello di istruzione medio-alto) e la più ampia diffusione degli strumenti di comunicazione. Con riferimento a questultimo punto va rilevato come proprio in Tunisia lutilizzo della telefonia mobile, di Internet e dei social network sia particolarmente diffuso (circa il 21 per cento della popolazione è iscritta a Facebook, contro una media mondiale di poco meno del 10 per cento – cfr. tabella 2).
Tabella 2 – Livello di utilizzo dei mezzi di comunicazione e dei social network
dati in % della popolazione
Utenti Internet 2009 |
Utenti Facebook 2011 |
Utenti telefonia mobile 2009 |
Data di inizio delle rivolte popolari | |
Tunisia | 33,5 | 21,2 | 93,5 | 17/12/2010 |
Giordania | 29,3 | 21,7 | 101,1 | 14/01/2011 |
Oman | 43,5 | 7,7 | 139,5 | 17/01/2011 |
Yemen | 1,8 | 1,1 | 16,3 | 18/01/2011 |
Egitto | 20,0 | 7,4 | 66,7 | 25/01/2011 |
Bahrein | 82,0 | 27,1 | 199,4 | 14/02/2011 |
Iran | 38,3 | nd | 72,1 | 14/02/2011 |
Libia | 5,5 | 4,8 | 77,9 | 16/02/2011 |
Marocco | 32,2 | 9,5 | 79,1 | 20/02/2011 |
Algeria | 13,5 | 4,7 | 93,8 | 22/02/2011 |
Arabia Saudita | 38,6 | 13,6 | 176,7 | 23/02/2011 |
Siria | 18,7 | nd | 46,0 | 26/03/2011 |
Media mondiale | 27,1 | 9,5 | 69,0 |
Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca Mondiale e Facebook.
Si può poi notare come anche in Giordania e Oman, paesi che da un punto di vista cronologico hanno per primi seguito le vicende tunisine, ci sia unampia diffusione di Internet e della telefonia mobile, ad evidenziare come la maggiore circolazione delle informazioni sia tra le principali determinanti di quelleffetto domino che ha provocato lestensione delle proteste in tutta larea del Nord Africa e del Medio Oriente.
QUALI INDICAZIONI PER LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE?
Prescindendo da considerazioni prettamente politiche, dalle informazioni fin qui descritte sembrerebbe emergere che se la comunità internazionale vuole affrontare in modo strutturale il problema delle popolazioni insorte deve intervenire in primo luogo sui relativi mercati del lavoro, favorendone lefficienza e lo sviluppo. LEuropa, in particolare, potrebbe beneficiare di questa politica: da un lato, infatti, si ridurrebbero i flussi migratori provenienti dai paesi interessati dalle rivolte; dallaltro, la crescita di benessere delle popolazioni del Nord Africa e del Medio Oriente potrebbe far aumentare i mercati di sbocco per le merce europee, posto che in quelle aree vi vivono più di 300 milioni di persone.
(1) La lista dei paesi considerati nellanalisi è stata definita sulla base di questa mappa.
(2) La presenza di una forte disoccupazione anche in paesi con elevati redditi procapite discende anche da scelte di natura politica. Come ben evidenziato da Laidi su questo sito. tutti i regimi autoritari hanno interesse a che la popolazione sia dipendente dal potere e dalle sue ricchezze. Si preferisce infatti governare una popolazione disoccupata in quanto è dipendente dallo Stato.
*Le opinioni espresse appartengono esclusivamente agli autori e non sono quindi attribuibili allIstituto di appartenenza.
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