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L’ECOPASS ELETTORALE

Tra le molte promesse di Letizia Moratti in vista del ballottaggio che la vede partire in svantaggio, c’è l’abolizione del pagamento dell’Ecopass per i residenti a Milano. Eppure proprio il sindaco uscente ha voluto quel provvedimento, salvo poi licenziare l’assessore che l’ha realizzato su pressione degli alleati. Ed era così convinta dell’utilità della pollution charge milanese da sottoscrivere i referendum cittadini per il suo rafforzamento. Al di là dei riflessi sulla salute dei milanesi e sulle finanze comunali, resta da chiedersi quanto la mossa sia credibile.

 

Quanto poco serio è sottacere temi sensibili quando si è candidato sindaco di un’importante città a ridosso di una consultazione elettorale dall’esito incerto? E quanto poco serio è fare invece promesse palesemente o spudoratamente elettoralistiche su temi generali e delicati, magari smentendo se stessi?
Ecopass milanese sembra offrire un’occasione per rispondere a tali quesiti. In vista di un difficile ballottaggio, il sindaco uscente sta facendo una serie di promesse che appaiono la spia delle difficoltà in cui si trova. Tra queste, la promessa di esentare i milanesi residenti dal pagamento del ticket. Letizia Moratti potrebbe avere gravemente sbagliato i suoi conti.

LA STORIA DELL’ECOPASS

Ecopass nasce come strumento per ridurre l’inquinamento da polveri causato dai mezzi privati attraverso la limitazione del traffico nel centro cittadino. Si tratta di una tassa, fortemente voluta dall’allora assessore all’Ambiente Edoardo Croci, della cui necessità la Moratti si convinse al punto da inserire la misura nel proprio programma elettorale. Si tratta di una tassa, non di un divieto, che lascia perciò libertà al conducente del mezzo di pagare e attraversare o meno il centro della città.
Introdotta per un periodo sperimentale, la tassa ha un significativo successo iniziale, ma i limiti del suo disegno – tariffa troppo bassa, eccessive esenzioni, copertura spaziale troppo limitata – ne riducono progressivamente la portata. Correttamente, nelle intenzioni, dopo un periodo di rodaggio per consolidarne i meccanismi di funzionamento e l’accettazione sociale, la misura doveva essere portata a regime. La sua efficacia è stata invece costantemente minata dal fuoco amico. La Lega, importante partito della maggioranza, non ha mai perso occasione per criticare Ecopass denunciandone l’inutilità e preconizzandone l’abolizione, il partito del sindaco è stato per lo più defilato e mai lo ha difeso, i commercianti non lo sopportano, i professionisti non lo amano.
Man mano che si avvicina la scadenza del mandato della Moratti e il nuovo appuntamento elettorale, la polemica monta in misura inversamente proporzionale all’entusiasmo mostrato dal sindaco per la propria creatura. La pressione diventa così forte che l’assessore Croci viene giubilato nel novembre 2009 e le sue deleghe ripartite fra più assessori. Intanto, nel 2010 Milano supera i livelli ammessi di PM10 per 87 giorni, il doppio del consentito. Stessi esiti nel 2011. Tanto più si fanno seri i danni per la salute e urgenti misure decise, tanto più la politica dibatte, soppesa, valuta e rivaluta.
Alla fine il sindaco insedia una commissione di saggi per valutare gli effetti di Ecopass e la validità di possibili alternative. Secondo Corriere.it del 14 marzo 2011, al termine di un congruo periodo di tempo “la commissione riconosce l’efficacia del ticket, indicando anche la strada da seguire per renderlo più stringente. Secondo la commissione di saggi, è necessario estendere il pagamento a tutti i veicoli, esclusi quelli a gas, metano, elettrici e ibridi, mantenendo i divieti per le auto più inquinanti, oltre a una rimodulazione delle tariffe verso il basso”. Intanto l’ex-assessore Croci con il verde Fedrighini e il radicale Cappato promuovono con successo una raccolte di firme per indire cinque referendum cittadini sull’ambiente, tra cui spicca quello su Ecopass. La neonata associazione Milano-Si-Muove tra l’altro propone “ilpotenziamento dei mezzi pubblici, l’estensione di Ecopass e la pedonalizzazione del centro”. Alla fine la consultazione cittadina viene approvata e la data fissata insieme ai referendum nazionali del 12-13 giugno. Il sindaco Moratti dichiara ufficialmente che voterà “sì” a tutti i quesiti (e “sì” anche a quelli su nucleare e acqua pubblica).
A pochi giorni dal ballottaggio che la vede partire in svantaggio e poco dopo un accordo elettorale con il suo ex-assessore Croci, che in campagna elettorale ha definito il sindaco uscente come il candidato giusto per perseguire una seria lotta all’inquinamento da traffico imperniata sulla trasformazione di Ecopass da pollution charge a congestion charge, la Moratti ci ripensa e promette ai residenti che non pagheranno più il ticket.

QUESTIONE DI CREDIBILITÀ

Ci si potrebbe chiedere quali conseguenze la mossa potrebbe avere sul traffico e sull’inquinamento. Ci si potrebbe anche chiedere quali conseguenze potrebbe avere sul bilancio comunale. Invece, ci si deve chiedere quale credibilità la mossa possa avere. Se è vero che a votare sono i milanesi, e che con tale promessa smetterebbero di pagare, sono quegli stessi milanesi a respirare l’aria inquinata della città. Ci crederanno che i polmoni dei loro bambini e degli anziani soffrirebbero meno? Se è vero che sono i milanesi che eviterebbero di sborsare i pochi euro del ticket (pochi per le esenzioni e le tariffe di abbonamento attuali), sono quegli stessi milanesi che si chiederebbero quali efficaci misure alternative di riduzione del traffico verrebbero prese. Ci crederanno che la cinta delle mura spagnole diventerebbe un’unica grande isola pedonale? Se è vero che i milanesi vedrebbero eliminato un balzello forse non troppo odioso, sarebbero quegli stessi milanesi che si chiederebbero cosa finirebbe per compensare le mancate entrate del bilancio pubblico derivanti dalla sua abolizione: servizi sociali, trasporti pubblici, introduzione di altri balzelli meno apparenti?
E infine quei milanesi non si chiederebbero quanto credibile sia un simile annuncio pochi giorni prima del ballottaggio, quando hai voluto e introdotto Ecopass, poi hai mandato a casa chi l’ha realizzato, poi hai sottoscritto i referendum per estenderlo e rafforzarlo e alla fine lo depotenzi?
C’è una importante differenza tra i due candidati sindaco. Vi sono alcune materie dove le promesse dell’ultima ora per l’uno non sono condizionabili ai propri comportamenti passati, per l’altra sì.

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CRIMINE ORGANIZZATO, UNA ZAVORRA ALLA CRESCITA

  1. Edoardo Croci

    Per completezza bisogna dire che anche Pisapia ha innescato la marcia indietro e ha addirittura promesso negli ultimi giorni che abolirà l’ecopass, definendolo inefficace. Il tutto è abbastanza paradossale alla luce sia dei risultati positivi di ecopass (tra le valutazioni scientifiche più recenti si veda Invernizzi et alii su Atmospheric Environment di aprile 2011) – nonostante il Comune non li divulghi – che del parere della commissione di esperti e di autorevoli organizzazioni internazionali, da ultima l’OCSE nella recente Economic Review dell’Italia, che esprimono apprezzamento per il provvedimento. A questo punto sarà il voto nei referendum milanesi del 12-13 giugno (www.milanosimuove.it) ad essere determinante per il futuro delle politiche per la mobilità sostenibile.

    • La redazione

      Ho letto anch’io quanto riportato in alcuni organi di stampa secondo cui il candidato Pisapia avrebbe dichiarato di intedere abolire Ecopass. L’origine sarebbe una lancio di Adnkronos del 22 maggio ([7]) ("L’Ecopass sara’ eliminato "perche’ e’ stato un provvedimento sbagliato". A dirlo e’ il candidato del centrosinistra a Milano Giuliano Pisapia che quindi ha negato di voler introdurre un Ecopass da 10 euro per tutti i veicoli spiegando che si tratta di una "invenzione". "Ecopass ha dato risultati negativi – ha spiegato – sia dal punto di vista del traffico, sia da quello dell’aria pulita".). Non ho trovato riscontro in altre fonti o dichiarazioni, mentre sarebbe stato preferibile una conferma da altri organi. Nel suo programma elettorale Pisapia sostiene di volere trasformare ecopass in congestion charge. Il punto in ogni caso è che il sindaco uscente ha dimostrato una totale incoerenza di comportamento in materia (incluso l’apparentamento a sorpresa con la lista "Progetto Milano Migliore con Edoardo Croci" e il conseguente avallo delle idee dello stesso Croci a proposito di ecopass), mentre lo sfidante – se di incoerenza pecca – lo fa sulla base di una dichiarazione non confermata, e non di fatti e comportamenti concreti.
      A me sembra che questo una differenza la faccia.

      Marzio

  2. Gianni Rubagotti

    La Moratti nei manifesti elettorali del centrodestra è indicata come chi "Lo ha abolito"…invito tutti gli elettori di centrodestra a entrare nella zona Ecopass senza averlo pagato e poi ne riparliamo.

  3. Marco Ferrari

    L’Ecopass è un ottima idea, ma come spesso accade, nato male. L’idea era di renderlo progressivo a seconda della classe inquinante. Ma, sebbene i PM10 siano un degli inquinanti peggiori, per qualche anno i diesel EURO4 senza FAP, la fonte principale di PM10, erano esentati "temporaneamente", di 3 mesi in 3 mesi, dal pagare l’Ecopass. Fino a che il TAR non ha bloccato queste proroghe ridicole. Inoltre la zona sottoposta a Ecopass è davvero piccola. Quindi il solito compromesso. Di fatto, di tutti gli ingressi in zona Ecopass, erano sottoposti a pedaggio solo 1 veicolo su 10. Ecopass dovrebbe rappresentare un vero disincentivo all’ingresso in auto a Milano, quindi esteso alla cerchia più grande, quello della filovia 90-91, e a carico di tutti, non solo dei veicolo più vecchi e inquinanti. Perché il problema è anche il traffico, che rallenta i mezzi pubblici e crea inquinamento inutile da coda. L’esenzione per chi abita dentro la cerchia è ragionevole, o comunque uno sconto. Ma non per tutti i residenti, sennò si fa discriminazione fra chi è milanese e abita in periferia e chi immediatamente dietro il confine comunale.

  4. Pietro

    L’Ecopass come già indicato da qualcuno ha colpito solo in minima parte le auto. Le macchine a diesel responsabili in gran parte del Pm10 non hanno mai avuto veri disincentivi. L’Ecopass ha portato solo soldi nelle casse del Comune, per altro male spesi. L’assessore Croci era già stato sbugiardato dalla giunta alla quale appartiene (Moratti) ci prova con un referendum semi-truffa che mischia provvedimenti attuabili all’estensione dell’Ecopass e con l’aumento delle tasse nei confronti dei cittadini (1 quesito). Speriamo che almeno il nuovo sindaco abolisca una volta per tutte l’Ecopass che si è rivelato nei fatti inutile all’ambiente.

  5. edoardo beltrame

    il comune sta varando le nuove tariffe ecopass che, nato per disincentivare l’uso dell’auto, si è trasformato in inutile balzello, tassa o tangente ai commercianti, dimenticando la salute dei cittadini. Dopo ripetute richieste nessuno dell’amministrazione comunale è stato in grado di spiegarmi i danni del PM 10 dopo per es. due giorni e la ragione per la quale si dovrebbero aspettare 7/14 giorni per provvedere. Perchè, mi chiedo, dobbiamo sempre aspettare la pioggia per evitare le sanzioni UE e chi, mi richiedo, stabilisce che il PM 10 è dannoso dopo tot. giorni?

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