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QUANTO CRESCE LA PRESSIONE FISCALE

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Il grafico mostra l’effetto della manovra finanziaria in termini di pressione fiscale ed entrate in percentuale sul PIL

La pressione fiscale arriverà al 44,5 per cento, due punti in più rispetto a prima della manovra. La quota delle entrate (tributarie e non) sul prodotto interno lordo è destinata ad arrivare al 48,7 per cento.
Insomma un euro ogni due generati in Italia andrà all’erario.

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15 commenti

  1. Randolph Carter

    Quindi adesso dovremmo aver raggiunto la pressione fiscale più alta di sempre in Italia e la maggiore dell’unione europea! Un ulteriore successo del governo Berlusconi….

  2. Gheddo

    Sono ansioso di conoscere cosa porterà, in termini di credibilità all’estero ma pure in Italia, le mosse di questo governo (il migliore degli ultimi 150 anni…), anche alla luce dell’analisi di Boeri appena letta sull’Espresso online (07.09),

  3. Anonimo

    Le mutevoli condizioni dei diritti di propretà sono variabili dalle politiche economiche tale per cui la politica di spesa pubblica a sostegno della domanda, dovrebbe essere più efficacie in un regime finanziario con partecipazioni statali nelle imprese di mercato in presenza di diffuse economie di scala “altalenanti”.

  4. Marco

    Dato che la crisi non c’è, e se mai ci fosse stata, l’abbiamo superata e meglio degli altri.

  5. Beau

    Una volta la medicina curava i pazienti con i salassi.Si prelevavano dall’ organismo i liquidi convinti che con essi uscivano anche gli spiriti maligni che causavano il male:Risultato?Il paziente moriva. La medicina moderna ha ribaltato questo tipo di intervento. Anzichè prelevare i liquidi li immette. Le misure adottate dal governo non fanno altro che aumentare la pressione fiscale “viziosa” ovvero depressiva. Misure che non conducono da nessuna parte perchè prelevando “liquidi” deprimono l’organismo economico e non consentono lo sviluppo. E come se bastasse non danno fiducia ai mercati, perchè nessuno dare credito a chi anzichè aumentare la sua ricchezza la diminuisce. Come uscirne? Defiscalizzazione del lavoro e dell’impresa, aumento della spesa per la formazione e l’innovazione. Ma questo potrebbe provocare un buco nel bilancio dello Stato. Come colmarlo? Tassazione delle rendite e patrimoniale. Aumento (ma forse non tanto)della pressione fiscale si, però “virtuosa” perchè innescherebbero la crescita. Tuttavia, e purtroppo, manca la volontà politica di attuare misure di questo genere. Ma il paese può consentirsi questa assenza di volontà?

  6. carlo p

    Il confronto con il PIL non mi pare significativo. Nel Pil come noto entrano gli stipendi della pubblica amministrazione, come dire che se domani la regione Sicilia assume 20.000 dipendenti con uno stipendio di 1.500 euro il PIL cresce di ca 0,4mld, ma come noto gli stipendi della PA sono pagati dal contribuente. Un paese con un alto peso della PA (spesso improduttiva, a mio parere) dovrebbe porsi il problema di indicatori migliori del semplice rapporto entrate fiscali/Pil. Per me sarebbe più indicativo un rapporto tra il PIL vendibile e la fiscalità. Se poi vogliamo essere ancora più pignoli dovremmo considerare anche che si è scelto di calcolare nel PIL anche il “sommerso” per sua natura sottratto al fisco.

  7. annata77

    In realtà il problema è solo di pochi: chi è corretto e pagherà. Non è detto che l’incentivo ad evadere, causata dalla maggiore pressione, non si traduca in minor gettito. Aspettiamo i risultati.

  8. Maurizio

    Prendiamo un barbiere che fa pagare in media €15 (di meno per la sola barba di più per taglio capelli) per un prestazione che dura 30minuti. Significa che se avesse un flusso continuo di clienti incasserebbe ogni anno (€15x16alggx 200gg anno) € 48.000. Ipotizziamo 5.000 di costi solamente più un affitto di 6.000 annui. Andrebbe a pagare 7.000 di IVA , 5.000 di contributi, 500 Imposta sull’insegna, 1.000/1500 spazzatura/acqua, resterebbero in cassa lavorando 40 ore a settimana come un asino sempre in piedi a tagliare capelli 23.000 lordi per 13 mensilità farebbero circa 1.800 lordi al mese ovviamente nessuno riesce ad avere tutti questi clienti. Un parassita pubblico li prende netti ogni mese senza fare quasi nulla. L’unico modo per resistere è dichiarare 5.000 euro e utilizzare l’importo sottratto per sopravvivere. (quanti barbieri conoscete con la Ferrari, la villa, le escort ecc ecc?)

  9. Cesare

    Mi sembra che non vengano presi in considerazione due elementi: sommerso e costi della casta. Un sommerso vicino al 40% del pil, richiederebbe di buttare nel cestino l’attuale sistema fiscale, costruendone uno capace di riequilibrare il carico fiscale e favorire l’emersione del sommerso. Riguardo i costi della casta si dovrebbe imporre all’attuale governo un decreto che tagli del 50% gli emolumenti, le indennità e le auto blu di tutta la casta politica. Ho l’impressione che otterremmo somme superiori al miliardo di euro di risparmi ogni anno.

  10. Nunu

    Il problema non è portare a zero la PA o stanare tutti gli evasori. Il problema è avere una PA efficiente ed onesta e creare un patto cittadino-stato per cui lo stato non esisge più di un 25-30% di tasse, e il cittadino si impegna a pagarle tutte. Inoltre, più che un obbligo di pareggio in costituzione che impedirebbe di operare con un leggero deficit momentaneo per favorire politiche di crescita necessario in alcuni momenti storici, introdurrei un vincolo di destinazione d’uso dei proventi del fisco. Se le tasse sono usate male, se ne pagano di meno. Se usate bene, restano al 25-30%. Ovviamente il sistema andrebbe delegato ai comuni che conoscono meglio i redditi dei cittadini. E poi, allora sì, chi non paga va in galera. Come anche gli amministratori disonesti o corrotti, che sprecano il soldo pubblico o non lavorano. E poi, inutile girarci intorno, se la gente non ha più netto in busta, la domanda interna non riparte. Non possiamo basarci solo sull’export, specie per l’Italia che è sub-fornitore dell’area tedesca principalmente. E se la Germania non riparte, noi restiamo al palo.

  11. A.

    Il nuovo rapporto delle entrate sul PIL è stimato per difetto. E’ vero che il numeratore sale per effetto diretto della manovra, ma occorre aspettare di conoscere le nuove stime ufficiali del PIL che includano gli effetti recessivi della manovra e vedremo scendere il denominatore, facendo salire ulteriormente l’indicatore da voi considerato. Ciò naturalmente vale per tutte le grandezze misurate in rapporto al PIL, debito compreso, ma nessuno ne parla…

  12. Anonimo

    Politiche per la crescita dovrebbero essere funzionali alla maggiore produttività e, in mancanza o anche in presenza di deficit di natura pubblica eo privata, compensate da un’intervento di spesa pubblica, il tutto a sostegno della domanda aggregata in rapporto alle dinamiche dei regimi di tassazione.

  13. Giovanni Sinatti

    Qualunque commento non cambia la situazione. Sostituendo l’attuale modalità di versamento delle tasse e dell’iva ogni 16 del mese tramite Cedacri con un sistema di match algebrico dei codici tributi abbinati alle p.iva che faccia si che scaturiscano gli importi dovuti in automatico e quindi non “imputati” secondo una “contabilità creativa”, la ragioneria di Stato avrebbe sicuramente dei dati di bilancio puntuali e non ipotetici. Inoltre con tale sistema si abolirebbe l’evasione nel giro di 15 giorni. Fantascienza? Provate a pensarci.

  14. Anonimo

    La maggiore tassazione in prevalenza dei consumi provoca un aumento endogeno dell’inflazione dei prezzi (“curva di Phillips”) ai danni di una crescita della spesa pubblica e quindi dei salari e, in generale, un aumento dei costi nella concorrenza intra-fattoriale il tutto funzionale con le decisioni della supply-side economics (curva di Laffer).

  15. Gianfranco Consiglio

    Avete mai provato a calcolare la pressione fiscale di un autonomo soggetto a gestione separata (INPS). Per un imponibile lordo di 100mila euro le aliquote sono il 43% di Irpef, il 26,5% di Inps, il 4,5% di Irap, l’1,5% di add. reg. e l’1% di add com. Poi togliamo le spese per la produzione del reddito e le tasse indirette e ditemi se un autonomo in queste condizioni deve evadere per sopravvivere oppure no, dopo aver guadagnato 100mila euro. Inoltre sarebbe interessante vedere la pressione fiscale su un cittadino che guadagna 100mila euro lordi da dipendente. A parità di lordo dovrebbe pagare le stesse tasse, se è vero il principio di eguaglianza dei cittadini. Siamo proprio sicuri che la tassazione sia uguale?

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