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CDS ITALIA E SPAGNA A CONFRONTO

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I Cds (credit default swap) sono prodotti derivati che consentono di trasferire il rischio di credito, relativo a una determinata attività finanziaria sottostante, da un soggetto ad un altro (generalmente intermediari finanziari). Il prezzo del Cds (spesso denominato Cds spread), quotato sui mercati, è in sostanza il premio di assicurazione contro il rischio di insolvenza dell’ente che ha emesso l’attività sottostante; quindi è una misura del rischio di credito che il mercato attribuisce a quell’emittente. Il grafico mostra i Cds relativi ai titoli di stato italiani e spagnoli a 5 anni.

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SE IL PROBLEMA È L’OFFERTA DI CREDITO

10 commenti

  1. Piero

    E’ inutile confrontare i due paesi, sono economie diverse, il confronto serve solo per criticare l’attuale governo, che con tutte le insidie, sta svolgendo il suo lavoro egregiamente, a prescindere le questioni morali del premier che al mercato finanziario non interessano. Il Governo è stato capace politicamente di fare tre manovre in tre mesi, nessun Governo nel mondo sarebbe capace di tanto. Per le misure possono non essere condivise, ma sono state tutte eticamente perfette, no condoni, si lotta all’evasione, si alla riduzione delle spse pubbliche, adesso vi sarà il quarto provvedimento per la crescita. Chi vuole bene all’Italia basta con le denigrazioni.

  2. Hanuman

    Il governo sta lavorando egregiamente? Ma mi faccia il piacere…. Questo governo è composto da gente inetta, che è stata costretta a fare ben tre manovre dall’unione europea, perché i primi provvedimenti presi rimandavano il risanamento troppo in là (giusto quel tanto che serviva per non far ricadere su di sé il peso politico di tagli dolorosi che dovevano essere effettuati molto prima). E anche quando i provvedimenti sono stati presi, il governo ha agito scompostamente, tentennando fino all’ultimo e mandando in crisi gli analisti di mercato, inoltre ha scaricato il peso degli stessi totalmente sulle famiglie, lasciando completamente intatto il patrimonio di chi aveva scudato precedentemente (cioè denaro di evasori e delinquenti vari), ha distribuito frequenze TV gratuitamente, ha continuato a sprecare soldi buttandoli nella fornace dalla casta politica. Alla faccia dell’etica!!! Il confronto con la Spagna è perfettamente legittimo, visto che ha problemi simili ai nostri. E le vicende personali del premier minano la credibilità dell’Italia. Lo chieda ai traders internazionali… Se vuole veramente bene al Paese, si informi da sé, e non tramite il miniculpop…

  3. Giana74

    Credo che il commento del sig. Piero, postato il 29 settembre, possa essere unicamente interpretabile come il cadeau di un ammiratore al presidente del consiglio che proprio il 29 settembre ha compiuto 75 anni. Ogni altra lettura di quel commento richiederebbe il ricorso alla psicanalisi più che a scontate argomentazioni politiche.

  4. Anonimo

    E’ inaccettabile il comportamento dell’attuale governo che sta accompagnando il paese nel baratro. Senza cadere in facili critiche la mia opinione è che quanto prima ci liberiamo dell’attuale leadership tanto meglio sarà per quello che rimane di questo paese. Per quanto riguarda il lavoro per salvare il salvabile, tutto da fare, i sacrifici saranno immensi per riportare il paese in carreggiata. Meglio saperlo subito ed essere pronti. Non deve più essere questione di destra o sinistra, qui bisogna salvare questo paese subito e con un’energia e determinazione mai viste.

  5. Vittorio

    Non c’è dubbio: da una contingenza complessa e globale come quella che stiamo vivendo ci si può mettere (paralmente) al riparo con: (1) credibilità della classe dirigente (cedibilità che passa dalla competenza alla questione morale, sihnor Piero.. non è vero che quella sia negletta dai mercati. Tutt’altro! Quella è la spia degli orientamenti della classe politica: con se stessi o con i cittadini. Da noi il dubbio non si pone neanche, purtroppo..) (2) credibilità della azioni messe in essere. Il fatto che le manovre siano state 3 (come il sig. Piero giustamente ricorda) denota una cattiva percezione della ciri, da un lato, ed una incapacità di considerare azioni VERAMENTE efficaci per fronteggiarla. Quindi lungi dall’essere una prova di efficienza, è essa stessa una prova della confusione e della incapacità della nostra attuale guida politica a fare fronte alla situazione. Sarà (almeno) d’accordo, sig. Piero, che nessuna delle due qualità necessarie sia attualmente disponibili nel nostro paese. Rema contro questo paese chi per qualche arcano motivo, finge ancora di non rendersene conto.

  6. Piero

    Perché non guardiamo anche i dati positivi la disoccupazione e’ scesa al 7%, in Italia, cio’ vuol dire che gli Italani hanno un lavoro, la crisi e’ del settore pubblico che e’ improduttivo, in Italia per mandare avanti la pubblica amministrazione si puo’ ridurre i dipendenti di un terzo, anche questi sono stati assunti da Berlusconi? Ma voi pensate la prima misura che in tale situazione avrebbe preso Prodi o Amato? Una bella patrimoniale per sanare le inefficienzempubbliche. Se vogliamo parlare di economia leggiamo i dati, se vogliamo parlare di politica Berlusconi per me puo’ governare per sempre, sicuramente non antepone i propri interessi “economici” prima di quelli pubblici (vedi in passato gli imprenditori creati dalla sinistra con i nostri soldi, per tutti Colannino)

  7. Giorgio Massarani

    Oltre a questi paragoni del breve termine con la Spagna (spread sul Bund 10 anni e CDS) credo sia interessante paragonare il nostro lungo termine del passato con il Belgio. Quel paese aveva negli anni novanta, all’epoca della formazione dell’Euro, un debito pubblico in rapporto al PIL molto simile all’Italia; poi l’opera di risanamento della finanza pubblica belga è stata condotta con molta più perseveranza a paragone con noi ed all’inizio della crisi 2007-9 il Belgio aveva un Debito/PIL di circa il 90%, che ha potuto accomodare l’incremento generato dalla crisi senza oltrepassare il 100% e dunque beneficiare di tassi decisamente inferiori ai nostri anche prima di questi ultimi tre mesi. Credo che il caso Belgio rappresenti food for thought in fatto di gestione politica dell’ultimo decennio e forse anche per il nostro futuro.

  8. emiliano 4ever

    Mi fa ridere quello sopra chi dice gli italiani hanno un lavoro…semmai gli italiani over 45 hanno un lavoro! Tra i giovani lavora 1 su 3! Voglio vedere se continua questo andazzo che futuro avrà questo paese..

  9. Marco

    Diverte leggere chi continua a sostenere che l’attuale PdC non antepone i propri interessi privati a quelli pubblici, perché è veramente lungo l’elenco: norma sul lodo Mondadori (per permette alla propria azienda di non pagare il risarcimento civile a CIR), norma “evasione legalizzata” per permettere a Mondadori di non pagare il dovuto allo stato, condono fiscale di cui le sue aziende sono state le prime ad approfittare, abolizione dell’imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni, depenalizzazione del falso in bilancio, decreto “salva-calcio”, decreto “salva Rete 4”, norme sul digitale terrestre, estensione del condono edilizio alle aree protette (di cui ha approfittato), aumento dell’IVA ai concorrenti delle sue aziende…l’elenco è lungo (e in questo caso incompleto), ma serve a rinfrescare la memoria a chi l’ha troppo labile.

  10. michele

    L’idea di un possibile default dell’euro, più ci penso, più mi sembra paradossale. L’idea che un’intero continente possa andare in default sembra ragionevole? Credo che un euro in crisi di fatto sta solo aiutando la ripresa dei sistemi Usa e Giappone, drenando verso quelle aree le risorse dei fondi sovrani dei paesi emergenti in cronico surplus di risorse: null’altro che questo. L’idea di un default dell’euro è solo il frutto di mera speculazione e null’altro.

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