Approvato un decreto-manovra. Rimanendo in attesa di una spending review, vediamo perché è fondamentale tagliare la spesa pubblica in Italia, anche alla luce del dibattitto sulle politiche per uscire dalla crisi.
Mario Draghi non l’ha detto, ma l’ha fatto capire: la Bce che presiede dovrà diventare prestatore di ultima istanza. Lo hanno inteso chiaramente i mercati finanziari reagendo positivamente al suo impegno di difendere l’euro “facendo tutto il necessario”. Ora però dovrà dimostrare di stare facendo sul serio, a partire dal board di giovedi. Gli squilibri nelle bilance dei pagamenti nell’area dell’euro sono uno dei fattori alla base della crisi. Il riequilibrio richiederebbe nell’immediato svalutazioni fiscali nei paesi del contagio, vale a dire il recupero di competitività sui mercati internazionali attraverso la leva fiscale: aumentare l’Iva (pagata sulle importazioni) e possibilmente ridurre le tasse sul lavoro (dunque i prezzi delle esportazioni).
I dati sul mercato del lavoro sono già di per sè molto brutti. Nessun bisogno di aggravarli mal interpretando i numeri sulle assunzioni a tempo indeterminato.
Sta andando verso il collasso il trasporto pubblico locale in Italia. Perché quando si liberalizza un settore in strutturale perdita economica è indispensabile adottare anche provvedimenti di politica economicache rendano possibile la ristrutturazione e il miglioramento degli indici di produttività.

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