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Scegliere bene oggi per lavorare domani

La disoccupazione giovanile in Italia è su livelli altissimi. Se la politica non riesce a trovare soluzioni strutturali, i singoli possono cercare di dotarsi dei requisiti considerati desiderabili sul mercato del lavoro. Ma come? Un aiuto dalle proiezioni sui lavori più richiesti tra dieci anni.

IL TALENTO SPRECATO IN ITALIA

Un recente articolo pubblicato dal Wall Street Journal si intitola “How to Win Talent War”. (1) Si rivolge alle piccole imprese e spiega come competere per attrarre impiegati di talento. L’articolo osserva inoltre che non basta avere assunto l’impiegato “giusto”, bisogna poi investire su di lui (o su di lei) e valorizzarlo affinché non ti abbandoni.
Quasi fantascienza per chi conosce la realtà italiana. La disoccupazione giovanile in Italia ha superato il 45 per cento. Per il paese è un disastro e per sbloccare il mercato del lavoro sono state proposte molte soluzioni, in questo sito principalmente da Tito Boeri e Pietro Garibaldi. Si parla di flessibilità, di apprendistato, di contratti temporanei e altro, ma il tema è molto controverso, con forti interessi contrapposti e la politica lo considera come un filo ad alta tensione.
Se salvare l’Italia è un compito molto difficile, più facile invece è per gli italiani salvarsi da soli, singolarmente, mettendosi nella condizione di trovare lavoro: semplicemente, basta avere i requisiti considerati desiderabili sul mercato del lavoro.
L’uovo di Colombo: ma come si fa ad acquisire i requisiti desiderabili? Come fa un trentenne disoccupato e laureato in filosofia a riorientarsi verso, per dire, la carriera di infermiere? Semplicemente, non può. Il problema è quindi a monte: riuscire ad arrivare sul mercato del lavoro con una formazione approfondita in un campo che “tira”. (2)

I LAVORI PIÙ RICHIESTI FRA DIECI ANNI

È un problema che riguarda in particolare  i quindicenni di oggi (e i loro genitori): prima di scegliere un corso di studi, dovrebbero chiedersi quali saranno i lavori più richiesti quando avranno venticinque anni e arriveranno sul mercato del lavoro, così da essere considerati un impiegato da valorizzare e non uno da sfruttare.
Domanda difficile, da sfera di cristallo. Come si fa a prevedere quali competenze saranno richieste fra dieci anni? Ci dà una mano il Bureau of Labor Statistics americano. In una sezione del suo sito web, http://www.bls.gov/emp/, l’istituto fornisce una proiezione dei lavori che nei prossimi dieci anni avranno maggiore sviluppo. Indicazioni analoghe per l’Europa, si possono trovare in un rapporto dell’European Centre for the Development of Vocational Training (http://www.cedefop.europa.eu/EN/Files/5526_en.pdf figura 25).
La tabella qui sotto riporta le occupazioni ad alta crescita attesa nei prossimi dieci anni negli Stati Uniti e il salario mediano di oggi. (3)
La tabella riserva subito una sorpresa. L’occupazione a maggior crescita attesa (più del 50 per cento in dieci anni) è quella di psicologo industriale. Cosa fa uno psicologo industriale? Applica principi di psicologia e metodi statistici ai dati del personale per scegliere chi assumere, per migliorare la qualità del lavoro e la produttività. Il salario mediano al 2012 è 83mila dollari, niente male. Perché una crescita attesa simile e un salario così alto? Probabilmente, per la grande quantità di misurazioni e dati in forma elettronica che ormai sono disponibili sul personale in ogni grande azienda: una così grande massa di dati si presta ad analisi statistiche e richiede figure specializzate, quali appunto lo psicologo industriale.
Meno sorprendente, ma istruttivo, è l’aumento della richiesta per un’altra occupazione: esperto di sicurezza

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persico

informatica. Crescita attesa del 37 per cento in dieci anni e salario di 86mila dollari annui. Spiccano poi, come ci si può aspettare, una serie di occupazioni nell’industria sanitaria: fisioterapisti, assistenti ai medici e insegnanti di medicina. Tutti con tassi di crescita superiori al 35 per cento e salari maggiori o uguali a 80mila dollari annui.
Naturalmente vi sono anche occupazioni da evitare assolutamente ( http://www.bls.gov/emp/ep_table_105.htm). L’occupazione con le prospettive peggiori è quella di tagliaboschi (-43 per cento in dieci anni), seguita dall’assistente al conduttore di treni (-42 per cento) e l’operatore di macchine per la produzione di calzature (-35 per cento). Per non parlare dei salari – tutti decisamente bassi.
Il trend complessivo è chiaro. La tecnologia rende obsolete certe occupazioni (tagliaboschi) e ne crea di nuove (psicologo industriale). Ma il livello di dettaglio fornito dalle proiezioni del Bureau va oltre ed è interessante perché fornisce una guida pratica per indirizzare le scelte dei quindicenni di oggi.
Sono proiezioni affidabili? Sembra di sì. (4) Certamente non vanno prese per oro colato, ma senz’altro come spunto di riflessione. Per esempio, usando queste proiezioni, il giovane che da grande sogna di operare una macchina per produzione di calzature, potrebbe considerare invece la possibilità di fare il fisioterapista. Secondo il Bls da 24mila si passa a 80mila dollari di salario mediano, e la probabilità di trovare lavoro cresce drasticamente.
Certo, si può obiettare che i ragazzi non possono scegliere in modo così clinico, devono seguire le proprie passioni, andare dove li porta il cuore. Vero. E tuttavia le proiezioni del Bls possono essere utili, assieme a un insieme di fattori e considerate le preferenze personali, a maturare una scelta strategica del proprio percorso professionale. Così da grandi, sul mercato del lavoro saranno considerati impiegati da valorizzare, non da sfruttare.
Insomma, giovani: andate pure dove vi porta il cuore, purché sappiate dove state andando.

(1) http://online.wsj.com/news/articles/SB20001424052702304419104579322934266772724
(2) Non a caso, l’articolo del Wall Street Journal da cui siamo partiti si rivolge ad aziende in settori molto specifici, nei quali il talento disponibile non è sufficiente a soddisfare la domanda.
(3) Il salario è al lordo delle tasse. Per i salari più alti le tasse possono incidere per circa il 35 per cento.
(4) La pubblicazione http://www.bls.gov/opub/ooq/2003/spring/art01.pdf indica che per il 70 per cento delle occupazioni il Bls predice correttamente la direzione della variazione (cioè, aumento o diminuzione dell’occupazione).

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10 commenti

  1. umbedx

    Venti anni fa, ( e siamo nell’ordine di grandezza dei tempi dell’articolo ) vendevo 1 disco da 1 GB a 48 milioni di lire : aveva le dimensioni di 50 cm x 25 cm x 70 cm.
    1 TB di disco sarebbe costato 48 miliardi di lire e avrebbe occupato 93 metri cubi di spazio.
    Avessi dovuto progettare un sistema di trasporto dalla fabbrica al “mercato” , avrei pensato a vagoni ferroviari.
    Il mio disco da un TB l’ho pagato 70 euro e occupa 7 cm x 10 cm x 1,5 cm.

    Penso che tra 10 anni la lettura di queste previsioni ci farà sorridere parecchio…

    Cordialmente

  2. alberto ferrari

    Scusate ma a me pare che bisognerebbe ragionare in termini di valori assoluti e non di percentuali ( quanti posti attesi in più o in meno di una determinata professione rispetto ad altre) altrimenti è come dire che in alcuni paesi la vendita di macchine Ferrari è raddoppiata: se ne vendevano 2 e ora se ne vendono 4. E ciò rischia di creare false illusioni.

  3. Michele Garulli

    Ma seriamente si vorrebbe che un quindicenne (o la sua famiglia) orienti le sue scelte sulla base di simili proiezioni? E’ uno scherzo? A parte che i growth rate vogliono dire poco: di psicologi industriali oggi ce ne sono 2, tra dieci anni saranno in 3 (+50%), ma non sara’ facile per un ragazzino di oggi essere uno dei 3 fortunati… Ma soprattutto meglio un bravo boscaiolo entusiasta del suo lavoro, ultra competente, piuttosto che un esperto di sicurezza informatica svogliato e che guarda tutto il tempo dalla finestra sognando di essere nei boschi!!!

  4. Giuseppe1947

    La frase che viene ripetuta da tutti ”la disoccupazione giovanile è al 45% ” è molto forzata ma fa effetto. Io la considero non veritiera perchè non si può considerare disoccupati i ragazzi di 16 anni che non hanno ancora un lavoro ( ma quale lavoro a 16 anni!! ? ) e non stando studiando. Dai 16 ai 18 è cmq un periodo transitorio dove molti soggetti non hanno ancora capito cosa fare e sopratutto i genitori degli stessi non sono stati in grado di dare stimoli appropriati ai propri figli ( io ad esempio sono tra questi). Va tenuto presente anche questo, quindi bisogna parlare anche dei genitori perchè è anche colpa loro (cioè nostra) se un soggetto naviga attorno ai 25 ai 30 anni e non ha ancora definito bene cosa fare, dove farlo e sopratutto quale impegno metterci. Riguardo all’indagine effettuata negli Stati Uniti penso che tale proiezione delle attività future si attendibile ( ma un buon boscaiolo troverà sempre lavoro). Insisto però sui genitori (dei quindicenni) verso i quali spingere affinchè nascono gli stimoli giusti nella loro prole.

  5. Antonio Carrano

    Trovo questo tipo di articoli un puro esercizio accademico, lontani dalla realtà giacché riferiti ad una realtà non nostra. Cosa importa ad un giovane italiano ancor più alla sua famiglia quale sia la tendenza sui lavori più richiesti tra dieci anni negli Stati Uniti d’America, assolutamente nulla. Quello che interessa ad un giovane italiano e alla sua famiglia è quale saranno i lavori più richiesti in Italia e forse al massimo in Europa nei prossimi anni. Uno studio in tale direzione sicuramente rappresenterebbe un aiuto concreto sia per i giovani italiani sia per le loro famiglie.

  6. Andrea

    Lavoce.info è sempre un ottimo sito per studi e analisi. Sarà il contesto, però , ma molte di queste mi sembrano come puro stretching, o un allenamento prima di partire per la vera corsa.
    Un interessante articolo accademico.

  7. Andrea

    Vorrei precisare che i complimenti NON sono ironici! Non era per criticare uno dei pochi siti di informazione interessanti! Semplicemente l’argomento lavoro (anche per chi lavora) sembra a volte tabù.

  8. Sandra

    Ho letto l’articolo. E devo unirmi ad altri commenti. Questo studio è basato su dati relativi alla situazione degli Stati Uniti d’America. Quindi è rivolto ai 15 enni americani ed alle loro famiglie insomma non serve a nulla a noi italiani/europei. A proposito consiglio la possibilità di fare una ricerca su quali corsi post – laurea fare oggi (quali sono quelli che tirano di più?) cosa richiede oggi il mercato del lavoro … non tra 10 anni e negli Stati Uniti d’America … che noi viviamo nella Repubblica Italiana ed in Europa non negli United States of America.
    Grazie.

  9. Alberto

    Quando ero al liceo con i miei compagni tutti avevamo dei progetti: chi come me voleva fare l’ingegnere, chi l’economista, chi lavorare nella ditta del padre. Solo due non sapevano che fare e si sono lasciati trasportare dalle situazioni con grosse difficolta’ e problemi nel mantenere una famiglia. Voglio solo dire che: 1) ci sono professioni (e non servono studi, tutti le conosciamo bene) che ti faranno fare la fame oggi e fra 20 anni; 2) che per emergere serve lavoro, impegno e sacrificio dedicando la propria giovinezza a studiare e padroneggiare conoscenze che gli altri non hanno. Il resto sono sogni, specialmente oggi con la globalizzazione. Nel ’73,all’uscita dalll’universita’ (finita nei tempi esatti-le multinazionali non assumono chi ha perso piu’ di un anno!), ero fluente in inglese e francese. Risultato: ho sempre lavorato in grossi gruppi americani, svizzeri e tedeschi (poi ho imparato anche il tedesco) e per 15 anni, quando ero gia’ dirigente di vertice, ho dovuto respingere le offerte dei cacciatori di teste. Mia moglie ricorda bene che mentre ero all’universita’ facevo 30 giorni di vacanza l’anno inclusi sabati, domeniche, feste, Natale, Pasqua e Capodanno e ci vedevamo due o tre ore a settimana. Ne e’ valsa la pena? Per noi si, per altri forse no. Buona fortuna

  10. ROMANO

    Dopo la lettura dell’articolo, vi dico che: a) le proiezioni sono assai interessanti, ma indicative, nella individuazioni di prossimità, b) nella traduzione italiana occorre considerare la notevole rigidità del campo professionale. Per il primo caso nel passato ho svolto delle sintesi per aree professionali così di può cogliere le prospettive di area (p.es. il sanitario negli Usa è un pò più ampio del caso italiano). Ricordo per l’area lombarda le ricerche sull’occupabilità universitaria svolte dal progetto Specula edite e curate dalla CCIAA di Milano. Il futuro è guardate avanti e nello specchietto retrovisore.

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