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Rc auto: bonus-malus uguale per tutti

Le polizze Rc auto sono più care al Sud, dove gli incidenti sono più frequenti. Se è accettabile per la prima polizza, non lo è per quelle successive. Che dovrebbero tener conto solo del comportamento individuale, con tariffario bonus-malus uniforme in tutto il paese. Un aiuto alla guida corretta.
IL PRIMO PREMIO. E QUELLI SUCCESSIVI
 Vari esponenti politici hanno protestato contro la penalizzazione degli assicurati al Sud. Un diciottenne napoletano paga per l’assicurazione per responsabilità civile auto il doppio del coetaneo della Val d’Aosta. È giusto? Ed è socialmente conveniente? Il concetto di giustizia è sempre soggettivo. Nelle vecchie assicurazioni sociali si riteneva giusto adottare lo spirito mutualistico, per cui tutti pagavano lo stesso premio indipendentemente dal rischio soggettivo di malattia, e semmai si differenziava il premio in base al reddito.
Nel caso dell’auto, invece, la maggioranza ritiene che sia giusto che ognuno paghi il proprio rischio. I premi sono pertanto differenziati in base a tre elementi: le caratteristiche dell’auto, più o meno potente e più o meno vecchia; le caratteristiche del guidatore, penalizzando il giovane e neopatentato; la “pericolosità territoriale” che dipende dal comportamento degli altri e dalle caratteristiche ambientali e viene valutata di fatto attraverso la frequenza degli incidenti. È questo il fattore che penalizza il Sud. Il sistema, dunque, è articolato in modo grossolano. Ma è un difetto minore, se si considera che nei fenomeni di massa le distinzioni creano sempre complicazioni gestionali e aumentano le possibilità di elusione. Il punto critico è che tale sistema appare giustificato solo per determinare il premio assicurativo iniziale. I premi successivi, invece, dovrebbero adottare come riferimento necessario e sufficiente la storia individuale del guidatore assicurato, secondo un sistema di bonus-malus senza più aprioristiche differenze territoriali. Se un napoletano, guidando con particolare maestria e prudenza, evita ogni incidente nonostante l’alta pericolosità territoriale, non è giusto che paghi di più di un valdostano che guida in modo disinvolto e non incorre in incidenti solo grazie all’attento comportamento altrui.
ADDIO ALLE DIFFERENZE TERRITORIALI
Quale sarebbe la prevedibile conseguenza per le assicurazioni? Supponiamo che il cambiamento lasci invariato ovunque il numero degli incidenti: significa che in ciascun territorio deve rimanere invariato anche il gettito complessivo delle assicurazioni e che tale gettito sarà diverso tra i territori. Come prima, insomma. Ma adesso la differenza deriverebbe non da premi diversificati su base territoriale, bensì da diverse distribuzioni territoriali dei premi (con l’aggiunta che i premi dovrebbero crescere con il numero degli incidenti più in fretta di prima, così compensando le compagnie assicurative della rinuncia alle differenze territoriali). In altre parole, a parità di storia individuale del guidatore, si pagherebbe lo stesso premio in tutta Italia; ma a Napoli risulterebbero più numerosi i casi di guidatori con incidenti alle spalle e quindi soggetti a polizze più costose (e più costose di prima). Il sistema potrebbe essere reso più sofisticato adottando come variabile indipendente il costo anziché il numero degli incidenti; ma qui ci si limita a configurare in linea di massima l’approccio suggerito al posto delle attuali differenze territoriali. Oltre che più giusto, il bonus-malus uniforme in sede nazionale sarebbe socialmente più conveniente, sotto due profili: eliminerebbe i numerosi casi di residenze di comodo, che sono sempre fonte di una catena di altri sotterfugi; e soprattutto diminuirebbe il numero degli incidenti, sostituendo un più forte incentivo individuale a quello misto dell’attuale sistema, che accompagna il bonus-malus (incentivo individuale) alle differenza territoriali (incentivo collettivo). L’incentivo collettivo non funziona in gruppi sociali vasti come la popolazione provinciale, in cui nessuno può sentirsi sicuro che il proprio comportamento virtuoso sarà adottato anche dagli altri. E se non è sicuro, perché sacrificarsi in una guida particolarmente attenta che non incide sul fenomeno collettivo? Se invece il singolo sa che il suo comportamento virtuoso si tradurrà in una polizza molto meno costosa, ecco che si diffonde lo stimolo a guidare con attenzione. Alla lunga, ciò dovrebbe diminuire il monte premi complessivo.
In astratto, la soluzione sembrerebbe vincente sul mercato. La struttura dei premi assicurativi con il bonus-malus uniforme sarebbe infatti più “ripida” di quella oggi vigente con le differenze territoriali (i guidatori bravi pagherebbero meno, gli altri pagherebbero di più), sicché una compagnia assicurativa che volesse proporsi sul mercato con la nuova struttura tariffaria dovrebbe essere scelta dai bravi e abbandonata dai cattivi, venendo così a godere di una “positive selection”. Una esiziale “adverse selection” si manifesterebbe invece per le altre compagnie, che per salvarsi dovrebbero presto adeguarsi alla nuova prassi. Il fatto che ciò non sia avvenuto, implica qualche forma di collusione o è spiegabile anche in uno scenario concorrenziale?  Quesito aperto anche sull’ ipotesi di un intervento pubblico coercitivo. La libertà contrattuale garantita dalla normativa europea ammette restrizioni solo contro le differenze discriminatorie, ad esempio basate sul sesso o la razza, che vengono vietate per una scelta etica anche se dovessero risultare rilevanti come variabili esplicative della frequenza di incidenti. La distinzione territoriale rientra o meno in questa categoria?
Questioni applicative da approfondire, dunque. Tuttavia, non intaccano la conclusione sostanziale che ammette le differenze territoriali nei premi assicurativi per la polizza iniziale, ma postula il bonus-malus uniforme a livello.

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  1. Rick

    La norma è inapplicabile.
    Se applicata porterebbe rapidamente ad una regionalizzazione e miniaturizzazione delle compagnie di assicurazione Per esempio alle Generali converrebbe servire soltanto Friuli, Veneto e Trentino in modo da poter applicare un prezzo più basso ai loro clienti piuttosto che operare in tutta Italia. In questo modo, de facto, le compagnie assicurative che operano in tutto il paese avranno clienti solo al sud (selezione avversa) e ritorniamo al punto di partenza però, appunto, con compagnie di assicurazione più piccole e quindi più deboli.

    • rob

      “pericolosità territoriale” che dipende dal comportamento degli altri e dalle caratteristiche ambientali ”
      In Veneto dalle ore 19 alle ore 12,00 vengono ritirate patenti a go-go per guida in stato di ebrezza. Con una percentuale di incidenti a fine settimana disarmante. Di cosa parliamo. Il Sud paga quello che le compagnie perdono al Nord è una normale legge di chi mette sul mercato un prodotto e lo differenzia per raggiungere i profitti previsti. Un pò come quello che fa un prodotto indentico ma con 2 etichette diverse

  2. Marco

    Aggiungo alla approfondita analisi del prof. Muraro un’altra considerazione: più che le auto andrebbero assicurate le patenti. L’incidente colposo lo fa il guidatore, non la macchina e se io non ho provocato incidenti da più di cinque anni, avrei diritto ad una tariffa di favore, indipendentemente da dove sono residente e da quale auto sto guidando. Naturalmente dovrei esporre un particolare contrassegno, una vignetta come le chiamano in Austria, per dimostrare che sono assicurato. Ma poi potrei guidare qualsiasi auto senza alcun problema. Credo però che le assicurazioni non ci sentano da questo orecchio in quanto tale soluzione gli farebbe perdere una gran parte dei loro profitti. Secondo Voi, questa è una soluzione percorribile?

    • rob

      L’assicurazione auto essendo un “prodotto obbligato” dallo Stato non può e non dovrebbe essere a libero mercato alla mercè delle compagnie che, anche il più ingenuo lo capisce, fanno cartello. La tariffa dovrebbe essere fissata con un minimo e un massimo dallo Stato. Non ha senso il concetto di concorrenza, la concorrenza si ha quando io posso scegliere di acquistare un prodotto a basso prezzo, a prezzo più alto ma anche non acquistarlo! Cosa non possibile con una assicirazione obbligatoria

  3. Nicola

    L’assicurazione determina l’entità del premio in funzione del rischio determinato provincia per provincia in base al numero di incidenti. I bravi automobilisti che evitano incidenti in zone a più elevato rischio dovrebbero essere maggiormente premiati e non penalizzati per la zona in cui guidano. Quindi credo sia giusto prevedere premi più alti per coloro che fanno incidenti e premi più bassi per i più meritevoli laddove il rischio è geograficamente più elevato

  4. Enzo Pisano

    Il primo dato di base è costituito dall’assoluta mancanza di trasparenza nella determinazione delle tariffe. Al premio base, che dovrebbe essere soggetto a controllo statale in conseguenza dell’obbligatorietà assicurativa, dovrebbero essere applicati una serie di coefficienti utili per la determinazione del premio. Uno per l’età del soggetto, sesso, anzianità di patente, rischio territoriale (derivato da dati verificabili) etc.
    Qualcuno è in grado oggi di capire come si forma il premio? Neanche il prof. Muraro sembra porsi la domanda e se per caso ne fosse a conoscenza, per cortesia ci illumini. In un passato prossimo, per giustificare la circostanza per cui il Sud pagava (paga) il triplo che al Nord, si faceva riferimento alle frodi sul presupposto, partigiano, che i meridionali sono più inclini agli imbrogli. Questa tematica sembra essere superata come si rileva dal documento, http://www.ivass.it/ivass_cms/docs/F7406/IVASS_Relazione_Antifrode_2013.pdf.
    Per quanto attiene ai sinistri denunciati, dati IVASS, questi sono diminuiti da 4.125.000 del 2007 a 2.854.000 del 2012.
    Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei premi si rileva che il nord corrispondeva in milioni, 8523 nel 2007 e 7827 nel 2012 cioè quasi 2 miliardi di euro in meno! Il centro ha corrisposto, per lo stesso periodo 120 milioni in meno mentre il sud è passato da 3651 del 2007 a 3865 del 2012!
    E questo è. Credo ci sia poco altro da commentare perché la matematica non è un’opinione! Saluti

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