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Ddl concorrenza: l’Armageddon dei notai

Un contratto non è mai a costo zero. L’istituzione-notaio è quella piattaforma che stabilizza le aspettative e riduce incertezze e costi, mentre il giudice è il vero utente finale del rogito dove il plusvalore economico-legale è quindi dato dalla migliore tenuta in causa. Si chiama marketability: nel mercato, ma non-di-mercato.
Il DDL Concorrenza che vorrebbe estendere le competenze notarili ad altri, sembra fiancheggiare il tweet: “Puoi anche credere a Babbo Natale, egregio notaio, ma questo non ti autorizza a imporre i tuoi servizi a chi non li vuole”. Andiamo pure ad osservare i luoghi comuni sulla figura notarile. Chi dice che non ha bisogno che qualcuno gli dica che “lui è lui”, pensa di dire un’ovvietà; capirà che non è così quando Tizio gli ruberà casa perché nessuno, in un atto senza notaio, controllava chi fosse formalmente. Il problema non è: “grazie, so da solo chi sono”, ma: perché dovrei fidarmi di quello che dice una controparte, quando le dò i soldi di una vita per comprare casa “sua“. Sciocchezze? Sì, da noi, perché c’è il notaio. Ma è successo negli Stati Uniti: l’Empire State Building è stato venduto da due giornalisti, per mostrare le criticità del loro sistema immobiliare. Per la stessa ragione in UK, il Land Registry ha un Property Alert Service per dare difesa ai proprietari contro la property fraud, “where fraudsters try to steal your property, most commonly by pretending to be You“. Quindi, se non sono matto, dovrò svolgere costose verifiche della tua identità e della tua proprietà, e che non ci sono ipoteche o pignoramenti. Chi paga? In Italia questo problema è a zero virgola. Se chiedi a un italiano se è sicuro di essere proprietario di casa sua, risponde che ha il “rogito”. Se gli chiedi se teme che qualcuno usi il suo nome per ipotecargli casa e sparire: “sono tranquillo perché serve il rogito”.
Bisogna infatti usare una “prospettiva rovesciata”. Un contratto non è mai a costo zero. Cosa sto comprando? Chi me lo vende è davvero il proprietario? Rispetterà gli impegni? Misurare le violazioni costa; ancor più costoso è essere risarciti. Per ridurre l’incertezza degli scambi entra in gioco l’istituzione-notaio, piattaforma che stabilizza le aspettative e riduce incertezze e costi. Perché si fa un contratto, allora? Per avere un diritto certo e sicuro. Cosa vuol dire “certo e sicuro”? Vuol dire che non ti porta in causa; e se ci finisci, ti fa vincere. Ma chi stabilisce se vinci o perdi? Non l’avvocato, ma il giudice. Il diritto civile italiano è tecnico, il giudice civile, esigente. Il giudice è il vero utente finale del rogito, che deve essere altrettanto sofisticato. E per esserlo, deve essere altrettanto tecnico il suo autore. E’ in ballo la certezza dei diritti e dei contratti, un bene pubblico troppo importante per lasciarlo alla libera contesa in conflitto di interessi permanente, come lo sono – pur legittimamente- i rispettivi “legali di fiducia”. Il senso del notaio, è pertanto l’efficienza della procedura di formalizzazione intesa come plusvalore economico-legale dato dalla migliore tenuta in causa. Si chiama marketability: nel mercato, ma non-di-mercato. Questo costo è minore della spesa che, a posteriori e senza notaio, si dovrebbe affrontare per ricostruire la certezza del diritto, ed è quindi il costo più basso. Ricordate lo slogan: Comprereste una racchetta senza corde, perché costa meno? Occorre una visione preventiva, incardinata in un’istituzione omologa a quella del giudice; e per attestarne l’adeguatezza, finora, non si è trovato di meglio che un concorso specializzante. Solo chi è così “specializzato” ha una formazione certificata, funzionale all’esigenza antiprocessuale. La sua efficienza è testata dalla prassi. Il notaio non ha passato una selezione specializzante in materia penale, e non può difendere in un giudizio penale. Nessun notaio si offende, è così che si ripartiscono compiti specialistici in un ordinato sistema di giustizia; niente di strano che l’avvocato non sia idoneo al rogito, perché il suo “esame specializzante” gli ha fatto ottenere una certificazione anche civilistica ma generalista, non per le competenze richieste per il rogito.
La ricaduta macroeconomica è enorme, perché quei titoli (rogiti) concentrano in se’ valori informativi sicuri e autosufficienti, resi noti attraverso le reti di registri pubblici in cui entrano solo le vicende giuridiche accettate tramite il preventivo controllo di legalità del pubblico ufficiale-notaio, che come il giudice ha condotto un procedimento a legalità garantita in par condicio e piena responsabilità.
Il sistema notarile di certezza della titolarità dei beni e della loro circolazione è così affidabile, da far sembrare che sia nella natura delle cose, mentre è il frutto di un equilibrato modello legale: il rogito non è un prodotto naturale del mercato, che non lo produce affatto, perché anzi produce i fallimenti sistemici all’americana (esecuzioni immobiliari sospese per legge in 23 stati per l’incertezza sui  proprietari e per le frodi delle di migliaia di contratti).
Il costo del rogito è più che ragionevole, per essere sicuri che non vi porteranno via la casa, e che eviterà la causa che vi costerebbe venti volte tanto. Non si deve guardare tanto ad eliminare costi, quanto a proporre –se ci sono- assetti che li riducano, a parità di efficienza. Sennò, sarà l’entropia legale. È questo il senso della massima di J.Schumpeter: “i freni servono per andare più veloci”.
 
Cesare Licini notaio
Consiglio Direttivo UINL – Union International du Notariat

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  1. Roberto de Falco

    Bellissimo intervento e ragionamento ineccepibile.
    Chissà però se sarà in grado di recepirlo chi da anni riduce l’economia tutta alla legge della domanda e dell’offerta

  2. alessandro marzocchi

    I notai hanno mille difetti, uno è quello di non avere evidenziato il valore economico della certezza del dirittto, ed anche di non avere promosso comparazioni su questo argomento fra i sistemi UK ed USA ed i nostri “continentali”, o di di civil law.
    Un secondo difetto è quello di non avere chiarito che – anche in Italia, e da sempre – è possibile comprare immobili e fare mutui senza notai: l’alternativa esiste e nn è colpa dei notai se essa è più costosa e più lenta.
    In altre parole, il notaio è già LIBERALIZZAZIONE, è già CONCORRENZA.
    Il valore economico delle regole emerge anche da due notizie, una riportata da Reuters, su multe a Deutsche Bank per possibile concorso in manipolazioni su Libor.
    http://www.reuters.com/article/2015/04/21/us-deutsche-bank-libor-idUSKBN0NC1RA20150421
    La seconda notizia, su NYT, informa che su Barclays pesa oltre 1miliardo di $ per costi di multe e contenzioso.
    http://www.nytimes.com/2015/04/30/business/dealbook/barclays-first-quarter-profit-1q-earnings.html?emc=edit_ee_20150430&nl=todaysheadlines&nlid=71714189&_r=0
    Carnelutti, grande Maestro del diritto, scrisse: più notaio, meno giudice. E qui vale la pena di confrontare i due sistemi giuridici, common law e civil law, senza pregiudizi come se gli anglo americani fossero il paradiso in terra, gratis e senza difetti: anche lì ci sono difetti e costi, misuriamoli, confrontiamoli.
    Quale ex notaio sono convinto che non usciremo perdenti, nonostante i nostri difetti che dobbiamo eliminare o quantomeno ridurre. Sorry 🙂

  3. gianni scrimieri

    Troppa logica in un momento in cui le parole d’ordine sono pressapochismo e finte liberalizzazioni.
    In una società dove la specializzazione dovrebbe costituire il fondamento per garantire un effettivo apporto alla sicurezza delle scelte, abbiamo una tendenza della politica al “tuttologismo” spinto e coperto solo dalla foglia di fico del “pezzo di carta”: basta la laurea in legge per fare anche i rogiti; basta mettere un laureato di facciata perchè una società possa monopolizzare un settore a proprio utile; basta vincere un concorso per dirigente pubblico per essere messo a dirigere oggi una ASL e domani un ufficio delle entrate e dopodomani un ufficio regionale; basta essere funzionario delle entrate per essere sballottato da un reparto ad un altro, oggi a trattare di IVA, domani di imposte dirette e dopodomani a fare (sigh!) il Conservatore (che è un categoria in estinzione per mancato turn over e per mancato riconoscimento giuridico ed economico della funzione), alla faccia della tutela dei cittadini, che fino ad oggi si sentiti sicuri della propria proprietà non solo per il “rogito” richiamato, ma anche per il “borderò” rilasciato dal Conservatore ed in passato tenuto come una reliquia.
    Sono un Conservatore e vivo ogni giorno le difficoltà già esistenti nel dare certezza ai cittadini sui loro diritti.
    Sono sicuro che questo d.d.l., unito al trattamento dato a noi Conservatori finora, seppellirà definitivamente l’economia: SENZA CERTEZZA SUGLI IMMOBILI NON SI DARANNO MUTUI

    • Patricia

      L’uomo teme sempre il cambiamento, perfino chi lo auspica sente comunque la soggezione dell’ignoto. Mi commuove la preoccupazione dei notai per la difesa della certezza del diritto. E soprattutto per la difesa dei loro clienti. Pero’ esorto loro, e tutti gli italiani, ad intraprendere un cammino speculativo verso il cambiamento di alcuni sistemi, perche’ nulla e’ immodificabile, specialmente nel campo del diritto. Le regole si evolvono e si sperimentano sempre con la realta’ che intendono migliorare. A volte ci riescono (a migliorarla), altre no. Ma il tentativo non e’ mai una sconfitta, anzi e’ un viatico necessario verso l’evoluzione della societa’ e del diritto che la governa. E allora perche’ osteggiare a priori una cosa quando gli effetti sono imperscrutabili. O forse, notai, avete la matematica certezza delle vostre previsioni? In base a quale teorema scientifco visto che la figura del notaio esiste solo in alcuni Paesi mentre ci sono centinaia di milioni di persone che ad oggi hanno costituito societa’ e transato immobili senza avvalersi di questo pubblico ufficiale? Come avranno fatto a sopravvivere (e bene) nei secoli dei secoli sotto la perenne minaccia delle frodi e dell'”incertezza” del loro diritto? E semmai aveste ragione, cari notai, cosa osterebbe a ricambiare ancora le regole tornando al passato o evolvendo ancora verso nuovi sistemi che imparassero dagli errori dei precedenti? Non abbiate paura, siate fiduciosi.

      • Diceopoli

        E se il tentativo va male, glielo va a spiegare lei a chi a perso la casa che “il tentativo non e’ mai una sconfitta, anzi e’ un viatico necessario verso l’evoluzione della societa’ “? Il diritto è una disciplina pratica che cerca di risolvere problemi concreti, a differenza della scienza (?!) economica.

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