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I rischi del canone Rai nascosto in bolletta

Per contenere l’evasione del canone televisivo si è pensato di ricorrere a una soluzione semplice, il pagamento tramite la bolletta elettrica. Il meccanismo però cozza con la funzionalità del mercato dell’energia, non quantifica i costi di realizzazione e non giustifica i maggiori incassi.

Abbonati in fuga
Dopo un paio di anticipazioni televisive, la riforma del canone radiotelevisivo ha trovato ufficiale ratifica nelle coloratissime diapositive di presentazione del disegno di legge di Stabilità 2016. “Lotta all’evasione: pagare meno, pagare tutti. Canone Rai a 100 euro” è lo slogan che, come quasi tutti gli altri presenti nelle 32 slide, in verità, non spiega molto.
Più utili il comunicato stampa: “Canone Rai – Si riduce dagli attuali 113,50 a 100 euro. Si pagherà attraverso la bolletta elettrica della casa di abitazione. Restano in vigore le attuali esenzioni” e il testo del disegno di legge.
Si tratta indubbiamente di una riforma epocale, visto che il canone è antecedente alla Costituzione.
Rinunciamo ad addentrarci in articolate considerazioni, come quelle sul passaggio da tassa per la fruizione di un servizio a imposta per la detenzione di uno o più apparecchi televisivi; oppure come quelle sull’adeguatezza della cifra richiesta (inferiore a quanto previsto in altri Paesi europei, dove però minore o assente è la raccolta pubblicitaria). Tuttavia è difficile non esprimere stupore per l’utilizzo della bolletta elettrica per porre rimedio all’emorragia di “abbonati” Rai (gli introiti del canone dal 2013 al 2014 sono passati da 1.755.600.000 euro a 1.590.600.000 euro del 2014).
Un’idea ricorrente
Il canone in bolletta non è un’idea non nuova. Fu, infatti, ipotizzata da Paolo Romani, da ministro dello Sviluppo economico del governo Berlusconi IV, nel novembre 2010, riproposta anche lo scorso anno, ma abbandonata per le difficoltà di realizzazione e le (notevoli) proteste delle aziende fornitrici di energia elettrica.
E, in effetti, i profili di criticità si sprecano. A cominciare dall’assenza di nesso tra canone tv ed energia elettrica, se non per il fatto che il televisore per funzionare ha bisogno dell’energia elettrica.
È giusto chiarire che chi ha sempre pagato il canone risparmierà, mentre chi finora ha evaso sarà costretto (finalmente) a pagare. Resta, invece, il problema di coloro che finora non hanno pagato il canone perché sprovvisti di televisore e che rischiano di essere ingiustamente penalizzati.
Un nuovo onere in bolletta per i residenti
Il canone in bolletta sarà una nuova voce per i consumatori elettrici domestici residenti che si aggiungerà alle non poche che già ci sono, con un impatto tutt’altro che trascurabile. I 100 euro annui, che sicuramente verranno propagandati nella più accattivante formula dei neanche 17 euro a bimestre, meno di un caffè al giorno, rappresenteranno per la famiglia-tipo (2.700 kWh annui e 3kW di potenza impegnata), che oggi spende 505 euro all’anno, un aggravio di spesa intorno al 20 per cento.
torta sileo
Il canone quindi, almeno per i residenti, supererebbe di molto ogni altra imposta, ponendosi subito dietro la famigerata componente A3, che contiene gli aiuti alle fonti rinnovabili e assimilate. Contro gli aiuti negli ultimi anni si è condotta una guerra senza quartiere proprio perché pesavano troppo nella bolletta. E più volte e da più parti si è proposto lo spostamento in fiscalità generale.
Troppi dubbi e rischio cresta
Oggi, in una torta che si vorrebbe più piccola e molto meno guarnita, arriva dall’etere una fetta che da sola pesa poco meno della metà del totale dei costi di approvvigionamento e di commercializzazione al dettaglio dell’energia. Tanto che verrebbe da chiedere qual è il contributo della televisione, per esempio, al contenimento del riscaldamento globale.
O ancora, se il canone non c’entra nulla con il sistema elettrico italiano, perché inserirlo in bolletta e perché inserire solo il canone e non il servizio di igiene ambientale, come ha già proposto il delegato Anci Energia e Rifiuti, o anche la bolletta dell’acqua anch’essa afflitta da morosità.
Eppure, tutti concordano nel ritenere la bolletta elettrica poco comprensibile e trasparente. A gennaio, dopo ampio e partecipato processo di consultazione, dovrebbe partire la cosiddetta “bolletta 2.0”: dove andranno i 16,7 euro e rotti a bimestre? Si farà in tempo a inserirli? Davvero la Rai dovrà fidarsi e non organizzarsi per le consuete e spesso simpatiche pubblicità per destare gli abbonati? E se, poi, aumentassero i morosi elettrici?
È, infatti, spiacevole anche il momento storico. Lo stesso governo che nel disegno di legge sulla concorrenza, appena incardinato al Senato, ha previsto il superamento della maggior tutela per il 2018 scommettendo sullo scatenarsi della concorrenza nella vendita al dettaglio dell’energia elettrica, affibbia i 17 euro a bimestre agli operatori, prima ancora che ai consumatori, comprimendo non poco i già risicati margini di manovra nella formulazione delle offerte. Inoltre, e anche in questo caso qualche malpensante potrebbe ritenere sospetta la coincidenza, si ipotizza l’introduzione, con i nuovi misuratori di energia elettrica, del prepagato proprio per contenere la morosità.
Nascondendo e diluendo il canone in bolletta forse si riuscirà ad addolcirne l’esazione, ma di certo si avvelenerà la concorrenza.
Infine, 100 euro sono senz’altro una facile cifra tonda, ma non tengono conto dei costi per l’implementazione del processo fatturazione da parte delle aziende di vendita dell’energia: già previsti nella bozza del disegno di legge. Andrebbe, inoltre, considerato che passando dalla bolletta la platea dei pagatori aumenta. I clienti elettrici domestici residenti infatti sono quasi 23,5 milioni e verserebbero qualcosa come, sempre per stare sulle cifre tonde, 100 milioni in più rispetto a quanto avrebbe potuto incassare la Rai se tutti avessero pagato il canone da 113,5 euro: circa 2,25 miliardi.
Se poi ricordiamo che tra gli abbonati rientrano anche gli esercizi commerciali e a scopo di lucro diretto o indiretto (per esempio alberghi, bar, ristoranti, uffici e anche case di riposo), che sono tenuti a pagare un più oneroso canone speciale, valido anche dopo la riforma, pare chiaro che i 100 milioni di cresta aumentano.
 

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11 commenti

  1. Roverto Bellacci

    A proposito di cresta sul canone, mi sono fatte alcune semplici considerazioni, senza entrare nel merito di calcoli e variabili complesse Prendo per vera le affermazioni del governo che da detto: ”L’evasione è del 30%”. Perciò pagando attualmente un canone di 113 euro, il 70% di tale somma e cioè 79,10 euro, si riferisce al canone vero e proprio, mentre 33,90 euro è la somma che pago per sopperire all’evasore del canone.
    Se “Pagare tutti, per pagare meno!” fosse vero, dovremmo pagare solo 79,10 euro e non 100,00 euro. Quindi i furbetti del quartierino prevedono invece, da ciascuno di noi, 20,90 euro di aumento (per arrivare a 100 euro), cioè ben il 26,42% in più. Insomma la cresta c’è e si vede.

    • piero rubino

      Concordo pienamente con la tesi principale esposta dall’autore – ossia che l’introduzione di un’ulteriore, e per di più estranea, componente in bolletta rischierebbe di accrescerne la complessità, di per se già elevata (vedi l’esilarante satira di Crozza di venerdì scorso …), nonostante gli sforzi di trasparenza e di semplificazione compiuti dall’Autorità di settore. Tuttavia, la soluzione-foglia-di-fico per minimizzare il danno esiste ed è semplice: le aziende dovrebbero fatturare in bolletta con il canone isolandolo in modo chiaro ed evidente dalle voci della spesa elettrica, in modo da evidenziare, anche visivamente, che esse agiscono come se (il rifermento è improprio) da meri “sostituti d’imposta” per conto terzi. Cari saluti

  2. Massimo GIANNINI

    Che le bollette della luce o del gas siano poco trasparente e incomprensibili con alcune voci che non si giustificano è ormai assodato. Aggiungerci ora la voce canone RAI serve solo a trasformare il fornitore/distributore d’elettricità in esattore ovvero gli si fa fare quello che fa Equitalia. E’ un controsenso e un pericoloso precedente. In futuro qualsiasi tassa potrebbe esser messa in una bolletta. Che poi uno per non pagare il canone debba auto-certificarsi e chiederne l’esonero e ristorno è un metodo anch’esso iniquo e contorto. Insomma ammesso e non concesso che far pagare il canone RAI sia giusto, il metodo scelto è davvero degno di un Stato che non sa più che pesci prendere…e lo fa con metodi illegali.

  3. Lorenzo

    “Resta, invece, il problema di coloro che finora non hanno pagato il canone perché sprovvisti di televisore e che rischiano di essere ingiustamente penalizzati”.
    Ma quanti saranno; io non ne conosco nessuno, neanche nelle fasce più povere.
    Viceversa credo che siano di più coloro che “assorbono” energia elettrica (e hanno televesori, antenne, computer etc.) senza avere un contratto.

    • giorgio pezzuto

      Ciao. Io sono uno di quelli. Non ho la TV non perché sia povero ma perché non mi piace. Pare siamo il 5% della popolazione e scommetto che non siamo tra i poveri. Per me il canone in bolletta sarà una nuova tassa, una tassa su Internet perché (pare) il canone dovrà essere pagato anche da chi, anche senza TV, abbia una connessione internet fissa (cioè associata ad un indirizzo come la bolletta delle luce).

  4. Eugenio MORASSI

    Nell’articolo si dice che il tutto potrebbe penalizzare chi non ha mai pagato perché non ha un televisore.
    Solo che la norma non prevede che a pagare debba essere solo chi ha un televisore, ma un qualunque strumento atto o adattabile alla ricezione di programmi radio-televisivi.
    Quindi, ad esempio, un computer che può collegarsi via Adsl o rete cellulare a rai.tv (giusto per fare un esempio).
    Forse sarebbe intanto il caso di chiarire che chi NON ha interesse alcuno verso la TV (ad esempio il sottoscritto che non la vede e non la possiede dal 1996) non dovrebbe essere ricompreso in questa tassa sul flogisto che serve solo a mantenere gente che cucina, urla simpaticamente a gente che sceglie pacchetti o singhiozza in presenza di Al Bano.
    Il problema, dunque, non è il canone (che canone non è), ma una imposizione fiscale che serve a mantenere un baraccone inutile (e per certi aspetti dannoso per il paese). La tecnologia per una tv on-demand c’è da anni, che se la paghino coloro che la vogliono vedere.
    Che forse sarebbero nella partizione paretiana minore.
    Eggià…

  5. peppino

    Non ho più parole …. cioè tu “stato” con un atto assolutamente arbitrario hai la pretesa assoluta di credere che io abbia la tv ..e con un atto assolutamente dittatoriale me inserisci il canone rai in un altro servizio che non ha nessuna attinenza … quindi siccome io della corrente ne ho bisogno x forza e quindi pago il sopruso ..asserisci che ..io abbia per forza la tv ..e che oltretutto ce l’ho da innumerevoli anni e devo pagare anche gli arretrati! ….

    • Andy Mc TREDO

      Certamente ! lo stato è arbitrario per natura (se non lo è non esiste). Si sta solo cercando (facendo la necessaria confusione) di far pagare a tutti (o comunque ridurre un evasione di una tassa/imposta ad un livello “normale”) quello che è comunque considerato un “iniquo balzello”. Chiaro che molti che prima riuscivano a non pagare ora siano chiamati a rispondere anche degli arretrati ! E comunque visto che il balzello ha la caratteristica di dover essere pagato da chiunque abbia il possesso di un apparecchi atto alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive il solo fatto che noi siamo qui a scrivere implica il fatto che si debba pagare, anche se la tv la usiamo solo ogni 4 anni peri mondiali di calcio….

  6. piero ubino

    Aggiungo solo che nel punto centrale del suo parere reso noto oggi AGCM, ovviamente con ben maggiore autorevolezza, sottolinea l’elemento di necessaria trasparenza / distinzione fra componenti di costo che richiamavo nel mio post di qualche giorno fa: http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/4993-s2390serviziopubblicoradiotelevisivopdf.htm

  7. Cincera

    I rischi del canone Rai nascosto in bolletta Siccome la pubblicità copre tutte le spese Rai il Canone andrebbe semplicemente abolito

  8. prendo 1068 euro di pensione – 400 di casa luce acqua siamo in tre dobbiamo pagare 100 euro anno per tv come facciamo a vivere? lo stato sti conti come mai non se li fa’

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