L’andamento dell’economia italiana ed europea è condizionato da molte incertezze, dalla Brexit alle questioni geopolitiche. Paradossalmente, però, l’aumento della volatilità sui mercati finanziari potrebbe favorire le riforme strutturali e un aumento delle liberalizzazioni. I risultati di uno studio.

Incertezza e riforme

La grande recessione, la crisi dell’euro e più di recente la Brexit hanno generato un aumento notevole della volatilità dei mercati finanziari e dell’incertezza sull’evoluzione dell’economia in molti paesi. Un’elevata incertezza può provocare effetti economici negativi in termini di investimenti e crescita, come dimostrato per esempio da Nicholas Bloom (qui e qui). D’altro canto, questi avvenimenti hanno anche evidenziato, in particolare in paesi come l’Italia, la necessità di adottare riforme strutturali che rendano più flessibili i mercati. In un lavoro recente mettiamo in relazione le due osservazioni e studiamo empiricamente se l’incertezza può influire sull’adozione di riforme strutturali. I risultati mostrano che periodi di alta turbolenza ne facilitano l’adozione.
Ma come misurare le riforme e l’incertezza economica? Nel nostro studio valutiamo le riforme strutturali come la variazione annuale in ciascuno dei sei indici di liberalizzazione, su scala da 0 a 1, compilati dal Fondo monetario internazionale relativamente a: il mercato finanziario nazionale, i flussi internazionali di capitali, il commercio internazionale, i pagamenti delle partite correnti, i mercati di energia e telecomunicazioni e il mercato dei prodotti agricoli di base.
Il nostro indicatore di incertezza economica è la deviazione standard a livello annuale dei rendimenti giornalieri del mercato azionario.
Il campione consta di 56 paesi con dati annuali dal 1973 al 2006 per sei tipi di riforme strutturali, per un totale di 6700 osservazioni per settore-paese-anno.

Strategia empirica e risultati

Come primo passo, stimiamo varie equazioni che mettono in relazione le riforme adottate in un anno con i valori ritardati di volatilità, indice di liberalizzazione, variabili politiche, indicatori di recessioni e crisi e livello di sviluppo. Inoltre, includiamo effetti fissi per settore-paese e anno per controllare per altre caratteristiche omesse.
I risultati mostrano che le riforme strutturali sono positivamente correlate con l’incertezza economica. Inoltre, crisi finanziarie e recessioni, spesso caratterizzate da elevata volatilità, sono associate all’adozione di meno riforme. Tuttavia, i coefficienti stimati a questo stadio possono essere interpretati sia come l’effetto dell’incertezza sulle riforme che come il suo contrario. Per identificare la direzione di causalità, usiamo variabili strumentali, ossia determinanti della volatilità che siano esterne rispetto alle riforme.
Il primo strumento è la volatilità media registrata nel resto del campione, che non è influenzata dalle riforme di un solo paese ed è in grado di spiegare buona parte della volatilità domestica, dati l’integrazione dei mercati azionari e l’importanza degli shock finanziari a livello mondiale. In alternativa, usiamo quattro indicatori di eventi come disastri naturali (per esempio, terremoti, eruzioni vulcaniche, inondazioni), shock politici (colpi di stato e rivoluzioni) e attacchi terroristici. È stato dimostrato che queste variabili sono determinanti significative della volatilità e sembra poco probabile che siano influenzate dall’adozione di riforme. Infine, usiamo anche la media degli shock dello stesso tipo registrati nel resto del campione. I risultati corroborano le tre serie di strumenti e soprattutto confermano che l’incertezza promuove l’adozione di riforme strutturali.
I risultati rimangono inalterati se replichiamo l’analisi escludendo i paesi membri della Unione Europea o quelli dell’Europa Centro-Orientale, o se controlliamo per le riforme adottate in paesi della stessa area geografica.
A livello quantitativo, le nostre stime suggeriscono che periodi di elevata volatilità (una deviazione standard sopra la media) generano un aumento dell’intensità delle liberalizzazioni compreso tra il 7 e 30 per cento e più che raddoppiano la probabilità che sia adottata una riforma.
Perché la volatilità stimoli le riforme rimane una domanda aperta. Una possibile spiegazione è che l’incertezza faccia percepire come più urgente l’adozione di riforme. In alternativa, come suggeriamo in un articolo recente, può darsi che la volatilità riduca la percezione che i governi hanno del costo politico di adottare riforme.
La nostra analisi ha portato alla luce l’esistenza di un effetto positivo dell’incertezza economica sull’adozione di riforme strutturali. Il risultato ci sembra particolarmente importante in questa fase di turbolenza nei mercati e speriamo che incoraggino i governi ad “approfittarne”, per adottare in tempi brevi le riforme, come quella del sistema bancario, che in tempi più tranquilli sarebbero più difficili da far passare.

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