Il primo ottobre dovrebbe tenersi il nuovo referendum per l’indipendenza della Catalogna. Si usa ormai il condizionale perché l’azione dei giorni scorsi della Guardia Civil spagnola rischia di decretare il fallimento della consultazione popolare: sono state infatti sequestrate 10 milioni di schede elettorali, oltre all’arresto i 14 funzionari ed esponenti del governo regionale catalano.
La questione catalana e la richiesta di indipendenza da parte della regione di Barcellona è una storia che ha radici profonde. In Catalogna si parla una lingua differente dallo spagnolo e la regione vanta una storia di indipendenza.
Ma oltre che attraverso la storia la richiesta di indipendenza può essere spiegata anche dal punto di vista economico. La Catalogna infatti presenta nel 2015 un prodotto interno lordo di 204 miliardi e mezzo, che rappresenta quasi il 20 per cento del Pil spagnolo. A fronte di una popolazione pari al 16 per cento e di un territorio del 6 per cento dell’intera Spagna: una condizione simile in tutto e per tutto a quella Lombardia (che misura 16 per cento della popolazione italiana, il 7,6 per cento del territorio e quasi il 22 per cento del Pil). Se fosse un paese indipendente avrebbe un’economia più importante che paesi come il Portogallo, la Grecia e la Repubblica Ceca.
Fonti: Ine (2015), Wikipedia
La regione catalana ha inoltre uno dei maggiori Pil pro capite in Spagna. Preceduta dalle comunità autonome di Madrid, dei Paesi Baschi e di Navarra (la prima è capitale, le due seguenti sono ben più piccole della Catalogna), vanta un reddito pro capite di 28.590 euro, contro una media nazionale di più di 22mila.
Fonte: Ine (2016)
Nel secondo trimestre 2017, sul mercato del lavoro Barcellona e regione godono di uno tra i più elevati tassi di attività, mentre il livello di disoccupazione (13,2 per cento) non è tra i più virtuosi seppur sia minore della media nazionale (17,2).
Sempre secondo l’istituto di statistica spagnolo, l’indice di produzione industriale catalano è uno tra quelli che più sono cresciuti dalla crisi economica. Se indicizzato ai livelli del 2010, risulta pari a 112,4 (in crescita del 2,4 per cento nell’ultimo anno), mentre gran parte delle altre regioni non hanno ancora raggiunto i livelli pre-crisi.
Le regioni spagnole
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bob
“….che rappresenta quasi il 20 per cento del Pil spagnolo.” Di questo 20% oltre il 50% lo produce sul mercato spagnolo ( mercato interno). Allora? Non entro nei meriti storici ma se ci atteniamo ai numeri mi viene un gran ridere
Alfredo
Desidererei che gli autori citassero le fonti in base alle quali sostengono que “la regione è stata indipendente come un vero e proprio stato per un millennio, fino al 1714 quando fu inglobata al territorio spagnolo.” La contea di Barcellona fu “indipendente” dall’898 al 1143. Il Regno d’Aragona non si può considerare uno stato “catalano” ed in ogni caso si integra nel 1474 al Regno di Castiglia, a seguito del matrimonio dei Re Cattolici. La Catalogna fa parte integrante del Regno di Spagna da almeno 550 anni. Se tali precedenti medievali si considerano come ragioni valide per giustificare oggi un secessionismo incostituzionale, le entità politiche pre-unitarie di Italia e Germania avrebbero di gran lunga più titoli al riguardo.
Lorenzo Borga
Gentile Alfredo, l’informazione è stata individuata da una ricerca incrociata su differenti popolari siti di divulgazione. Dal momento che non abbiamo le competenze per verificare l’informazione da lei riportata, abbiamo modificato l’articolo rendendolo più generico. Grazie dell’aiuto: le critiche costruttive sono sempre benvenute.
Marco
E´la prima volta che devo sgridare La Voce per aver permesso la pubblicazione di un articolo poco documentato storicamente e tendenzioso. L’analisi del problema catalano non si puó limitare a una breve sintesi di qualche dato macroeconómico e pochissimi e imprecisi dati storici (Alfredo ha perfettamente ragione). La “consultazione popolare” é in realtá un referendum ILLEGALE. L’uso delle parole é importante. I funzionari sono stati arrestati perché avevano violato la legge e i dettami del Tribunale Costituzionale. Nelle ultime elezioni catalane piu´del 50% dei votanti diede il suo voto a partiti non indipendentisti. Ció che sta tentando di fare la Generalitat puó essere classificato come un colpo di Stato a livello regionale. É´chiaro che i due autori dell’articolo non sanno praticamente niente delle vicende catalane e hanno solamente letto i dati dell’ INE. Sono veramente stupito che questo articolo sia apparso su La Voce.
Lorenzo Borga
Gentile Marco, in realtà l’articolo non si propone di argomentare una tesi né tanto meno di risultare completo. Appare infatti nella rubrica “La parola ai numeri”, in cui tentiamo di presentare e contestualizzare velocemente dati interessanti e poco conosciuti dall’opinione pubblica, per raggiungere una maggiore consapevolezza sui temi all’ordine del giorno. Ma non si tratta né di un argomentazione, né di un articolo completo sull’argomento.
Alessandro
La Catalogna non è mai stata indipendente come Stato, anche se – va riconosciuto – ha uno dei Parlamenti più antichi del mondo ancora in funzione. Non è mai stata un regno né una repubblica, in quanto era confederata alla Corona d’Aragona, il cui Re doveva consultare il Consell de Cent (il parlamento della città) per tutte le decisioni che coinvolgevano i catalani
PMC
Vero che non ci fu stato catalano vero e proprio e che la corona d’Aragona era anche altro, ma i critici dell’articolo dimenticano i cambiamenti imposti dai Decreti di Nueva Planta nel 1716 e che istituzioni presenti prima poi vennero mutate. Tuttavia gli stati nascono e muoiono continuamente nel corso della storia e le rivendicazioni storiche sono solo cose di parata del tutto strumentali ai fini dei diversi politici. Farne oggetto di discussione allontana dal nocciolo della questione economica che è poi l’unica interessante.
daniele nepoti
Credo che il dato relativo alla quota di PIL della Lombardia sul PIL nazionale non sia corretto. Nel 2015, infatti, risultava secondo Istat (PIL a prezzi di mercato) di 359 MLD su 1.642,4 dunque quasi il 22% (21,85%) e non il 19%. Non ho i dati 2016 ma dubito che si posa passare dal 22% al 19% in un anno, tanto più che in termini di dinamica la Lombardia credo registri un tasso di crescita più alto rispetto a quello medio nazionale.
Lorenzo Borga
Gentile Daniele, si è trattato di un refuso. Il dato corretto è 21,86 per cento. Abbiamo corretto il pezzo: grazie della collaborazione.
franco
Che sia stato o no uno stato indipendente o meno, va considerato che in ogni caso ha sempre avuto una propria lingua ed una propria individualita’. Non si puo’ obbligare un popolo a dover stare forzatamente insieme ad altri, ma cio’ deve essere una libera e democratica scelta, che e’ cio’ che si propone un referedum popolare come quello catalano. La reazione poliziesca di Madrid doveva essere discussa in parlamento, ma il governo ha deciso di agire autonomamente , senza consultazioni democratiche, nonostante cosi’ sia previsto dalle proprie stesse leggi. L’isteria di Madrid e’ stata anticostituzionale non meno del referendum che la Catalogna ha diritto di effettuare: e poi da quando far votare il popolo e’ illegale? Essere federati significa gestire responsabilmente le risorse che il proprio territorio produce col proprio lavoro, destinando una parte alla generalita’ ; significa decidere di stare liberamente uniti conservando la propria individualita’ non solo culturale ma anche politica. In tutto cio’ non c’e’ niente di male, mentre il centralismo a tutti i costi deresponsabilizza chi e’ peggio amministrato a discapito di chi sa far meglio. E poi non dimentichiamoci che i Paesi Baschi godono di un’indipendenza fiscale che il resto della Spagna non ha: questo si’ che e’ discriminatorio, e dimostra che le bombe del passato sono ben servite a qualcosa. Gli esempi di libere consultazioni locali sono molti: Scozia, Quebec, Slovacchia e Repubblica ceca…
Marco
Caro Franco, sulla base di quali dati affermi implicitamente che la Catalogna e’ meglio amministrata che il resto della Spagna? Un paio di anni fa la Catalogna entro in bancarotta e dovette chieder aiuto al governo centrale per poter pagare farmaci, stipendi etc…Ovviamente darono la colpa al governo centrale per non lasciar gestire localmente tutte le tasse raccolte in Catalogna. Pero la Generalitat sapeva benissimo di quante risorse disponeva secondo la legge vigente e semplicemente non fu in grado di controllare la spesa. Sono un buon padre di famiglia se se spendo troppo perche’ penso che devo guadagnare di piu’? I due leader storici della Catalogna (Jordi Pujol e Artur Mas) sono entrambi sotto inchieste per uso privato di fondi pubblici e tangenti…L’ex commissario del Palau della Musica e’ anche lui indagato per incassare tangenti…non esattamente esempi di ammnistrazione cristallina…
bob
Il discorso dell’autonomia o della secessione non è altro che qualcosa basato proprio su quello che Lei espone in maniera onesta e chiara. Minoranze guidate da masanielli che guardano agli interessi propri personali e dei familiari che li circondano. L’esempio dell’Italia regionale è sotto gli occhi di tutti…Roma ladrona forse sicuramente era meglio di 21 fameliche Regioni.