Un bando contro la violenza sulle donne
Nove progetti per sostenere interventi di contrasto alla violenza di genere e a ogni forma di discriminazione, promuovendo la parità tra i sessi e superando gli stereotipi. È l’esito del “Bando Donne” promosso dalla Fondazione Con il Sud, che con 2 milioni di euro ha deciso di sostenere iniziative che saranno avviate in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Un caso insolito, nel panorama a cui siamo abituati, che ci fa chiedere cosa possa aver spinto un soggetto privato a destinare un fondo così ingente proprio a percorsi di autodeterminazione rivolti alle donne.
“In Italia sono circa 7 milioni le vittime di violenza fisica o sessuale. Ogni anno 100 donne vengono assassinate dal proprio attuale o ex partner. Le statistiche basate sulle denunce alla polizia ci dicono che negli ultimi cinque anni il fenomeno starebbe decrescendo, ma sappiamo anche che nel 90 per cento dei casi la violenza domestica non viene denunciata” ci tiene a sottolineare Fabrizio Minnella, responsabile comunicazione della Fondazione Con il Sud. “Abbiamo deciso di affrontare questo fenomeno mettendo a disposizione 2 milioni di euro di risorse private non solo perché è necessario ed è giusto farlo, per una questione di diritti negati” continua Minnella “ma anche per ‘provocare’ processi di innovazione sociale, creando delle alleanze di comunità, con la speranza che i progetti finanziati diventino buone pratiche, capaci di influenzare positivamente il territorio ed essere di esempio per innescare altri interventi”.
Il bando in questione si inserisce nella visione più ampia di cambiamento promossa dalla Fondazione, che accanto alle tradizionali linee di intervento dedicate ai giovani – contrasto alla dispersione scolastica e interventi per attrarre i “cervelli” al Sud – alla valorizzazione dei beni comuni – ambiente, cultura, beni confiscati alle mafie – ai disabili e agli anziani, ha deciso di ideare dei “bandi innovativi”. Si tratta di iniziative che propongono una forte innovazione sociale, prevedendo interventi diversi, spiega Minnella. “Nel 2017 ne sono state lanciate tre, un bando dedicato all’integrazione degli immigrati, uno per valorizzare i terreni incolti e un altro per contrastare la violenza di genere. Quest’ultimo affronta un fenomeno purtroppo ancora molto radicato nel paese e nonostante, nel bene e nel male, se ne parli abbastanza, le risposte concrete non sono ancora sufficienti e adeguate ad arginarlo”.
Il bando sulla violenza prevedeva due fasi, nella prima è stato chiesto alle organizzazioni del terzo settore delle regioni meridionali di proporre idee. Quelle ritenute più interessanti e in linea con gli obiettivi del bando hanno avuto accesso alla seconda fase, dedicata a proposte di progetto più strutturate, con partenariati ampi e rappresentativi del territorio. “Abbiamo ricevuto oltre 170 proposte, con centinaia di associazioni, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, enti pubblici e privati coinvolti. In generale, le risposte più presenti hanno riguardato due aspetti cruciali: l’emersione del fenomeno, con interventi e approcci differenti volti comunque alla sensibilizzazione e all’incoraggiamento a denunciare, e la presa in carico delle donne vittime di violenza” racconta Minnella.
Una via d’uscita
Salva (Sostegno alle azioni di lotta contro la violenza per l’autonomia), Sara (Sostegno antiviolenza rete attiva), Be Help-is, Stelle e luci, Dear (Donne emersione autonomia rete), Svoltare, Via delle Donne Sanfra, Amorù sono i nomi dei progetti vincitori presentati e che da quest’anno partiranno nella città di Napoli, nelle province di Salerno e di Avellino, nelle province di Catanzaro, Crotone e Benevento, nella provincia di Foggia, in quelle di Lecce, Taranto e Bari e nella provincia di Palermo.
Tutti i progetti selezionati si occuperanno non soltanto dei servizi di assistenza di tipo legale, psicologico e di contrasto agli stereotipi, ma parlano esplicitamente di autonomia abitativa, in alcuni casi anche co-housing, reinserimento nel mercato del lavoro e autoimprenditorialità. “Su oltre 170 idee ne abbiamo selezionate 30, sostenendo infine 9 progetti. Il processo di valutazione è stato lungo, attento e rigoroso. Le proposte approvate ci convincono tutte e sono potenzialmente esemplari, nel senso che una volta attuati i progetti possono realmente avere un impatto sul territorio”.
C’è da capire cosa accadrà adesso che i fondi sono stati assegnati. Stando ai piani della Fondazione, il lavoro è solo all’inizio e non si esaurirà con la selezione e il finanziamento. “Seguiremo, come facciamo e abbiamo fatto con gli oltre mille progetti sostenuti in questi anni al Sud, ogni fase degli interventi, con un approccio aperto all’ascolto del territorio e un attento e rigoroso monitoraggio, anche fino a 2 o 4 anni dalla conclusione del progetto. L’auspicio è che si riesca ad aggredire il fenomeno” spiega Minnella “in tal senso sono importanti tutti gli approcci, da quelli che privilegiano più la prevenzione e la sensibilizzazione a quelli che prevedono un supporto concreto per offrire una opportunità di uscita e di rinascita a chi ha subito violenza. In quest’ultimo caso, la sfida sarà ancora più dura e i risultati potranno segnare con più forza l’impegno di tutti in questa che, visti anche i numeri, è una battaglia di civiltà”.
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