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Ma Salvini sa fare i conti sulle pensioni degli stranieri?

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Matteo Salvini sulle pensioni degli stranieri. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.

Previdenza e assistenza

Immigrazione e pensioni. Già da soli sono tra i temi più caldi della campagna elettorale, ma combinati insieme sono una calamita per l’attenzione degli elettori. A suscitare la curiosità degli spettatori è riuscito sicuramente Matteo Salvini che, in un dibattito già molto acceso, ossia quello con Laura Boldrini nello studio di Otto e Mezzo, ha dichiarato:

“Solo di pensioni gli immigrati che non hanno mai versato una lira [di contributi, ndr] prendono un miliardo di euro all’anno”.

Innanzitutto, è necessario fare una premessa di fondo. A prescindere dalla correttezza del numero, Salvini dà una narrazione fuorviante del sistema pensionistico italiano: sostiene infatti l’esistenza di un legame ineludibile tra contributi versati e pensioni ricevute. Vale quindi la pena precisare che le prestazioni dell’Inps non sono solo previdenziali, finanziate cioè principalmente dai contributi dei lavoratori. Esistono anche le prestazioni assistenziali, ossia trattamenti economici riservati a determinate categorie di cittadini in difficoltà, previsti dall’articolo 38 della Costituzione. Per loro natura sono finanziate dalla fiscalità generale e prescindono dai contributi versati dal beneficiario. Quindi, come altri articoli hanno dimostrato, l’Inps non si occupa solo di erogare assegni mensili a lavoratori in pensione, la cosiddetta spesa previdenziale, ma anche di fornire prestazioni come l’assegno sociale e l’assegno familiare. Proprio per questo, il “non aver mai versato una lira” non impedisce a un individuo di accedere alle prestazioni assistenziali, se possiede i requisiti richiesti.
Oltretutto, come emerso dall’audizione parlamentare del presidente dell’Inps Tito Boeri di luglio 2017, gli immigrati regolari versano ogni anno otto miliardi di contributi sociali e ne ricevono tre in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa cinque miliardi per le casse dell’Inps. Come è stato già mostrato, gli immigrati regolari sono dunque contribuenti che danno alle casse dell’Inps più di quanto ricevono – al contrario di quanto suggerito da Salvini. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto sull’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, 2,4 milioni di immigrati lavorano regolarmente in Italia, mentre i pensionati, secondo il Dossier immigrazione, sono appena il 2 per cento del totale.
Fatta questa premessa, andiamo a verificare la correttezza del dato citato dal segretario della Lega.

Davvero un miliardo per le pensioni?

Per controllare se Matteo Salvini ha citato un numero esatto, è necessario consultare i dati sulle pensioni assistenziali (a cui avrebbero comunque diritto anche individui che non versano contributi sociali) erogate a cittadini stranieri.
Dai dati dell’Osservatorio statistico dell’Inps sintetizzati nella tabella 1 emerge che il costo totale delle pensioni di carattere esclusivamente assistenziale (quelle evidenziate in verde) pagate ai cittadini stranieri (extracomunitari e comunitari dell’Europa dell’Est) è pari a quasi 508 milioni di euro, poco più della metà del miliardo citato dal leader della Lega.
Questi dati, tuttavia, non consentono di isolare tutta la spesa assistenziale nei casi in cui il trattamento assistenziale viene cumulato con una pensione da lavoro (righe gialle). Ma anche se ipotizzassimo che le pensioni da lavoro fossero quasi nulle e comprendessimo quindi nel conteggio anche queste casistiche, il costo totale delle pensioni sarebbe pari a 612 milioni di euro, un numero ancora piuttosto lontano da quanto citato da Matteo Salvini.

Tabella 1 – Prestazioni pensionistiche, assistenziali e Ivs (Indennità, vecchiaia e superstiti)

Fonte: Inps

Il verdetto

Il segretario della Lega non solo cita un numero notevolmente più alto di quanto siano in realtà le prestazioni assistenziali ricevute da persone straniere, ma fornisce anche una narrazione sbagliata dei meccanismi che ispirano il sistema pensionistico, quasi a voler dimostrare che i beneficiari stranieri non dovrebbero aver diritto a questi trattamenti. Proprio per questi motivi la dichiarazione di Matteo Salvini è FALSA.

Ecco come facciamo il fact-checking. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.

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17 commenti

  1. Davide

    Fact-checking del fact-checking: gli immigrati che oggi ”pagano la pensione agli Italiani” avranno diritto alla pensione in futuro? Ovviamente sì. Chi pagherà loro le pensioni se i loro contributi sono andati agli Italiani? Una seconda ondata di immigrati? E poi servirà una terza per pagare le pensioni della seconda. E poi una quarta per quella della terza. Questo si chiama schema Ponzi. Il fatto che il sistema italiano sia gestito come uno schema ponzi per giustificare le politiche migratorie spinge a guardare altrove per le soluzioni.E la Fondazione Moressa è notoriamente finanziata dalla Open Society di George Soros per far propaganda pro-immigrazione.

    • Gabriele Guzzi

      Ciao Davide, hai ragione sul primo punto. Ne parla anche Tito Boeri nell’audizione che abbiamo citato. Non è tanto un sistema Ponzi, però il presidente dell’Inps lo descrive così: “Certo, a fronte di questi contributi netti vi saranno un domani prestazioni: gli immigrati di oggi faranno parte dei pensionati di domani. Ma è anche vero che in molti casi i contributi previdenziali degli immigrati non si traducono poi in pensioni. Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno “regalato” circa un punto di PIL di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni. E ogni anno questi “contributi a fondo perduto” degli immigrati valgono circa 300 milioni di euro di entrate aggiuntive nelle casse dell’INPS.”

      • Davide

        Ciao Gabriele, grazie per la risposta. Qual è la motivazione per cui alcuni contributi degli immigrati non si traducono in pensioni? Effetti redistributivi? Mi sembra dubbio soprattutto perché gli immigrati tendono ad avere redditi al di sotto della media e mediana. O muoiono prima, tornano in patria e non la richiedono (ma potrebbero)?

        • Gabriele Guzzi

          Ciao Davide, principalmente perché poi si spostano in altri sistemi previdenziali, sono quindi “contributi a fondo perduto”. La motivazione più significativa è che spesso non maturano anni sufficienti di contribuzione, per esempio perché si spostano in un altro paese.

          • Giorgio Marini

            Gabriele Guzzi: spostarsi in un altro paese europeo non implica affatto la rinuncia alla quota parte dei crediti previdenziali maturati. Ci sono accordi internazionali e procedure per gestire la cosa, glielo assicuro da emigrato. E ci mancherebbe altro.
            Mi sa che confondete “fact checking” col “wishful thinking”.

    • enrico rettore

      Lei ha poche idee, ma molto confuse. Le loro pensioni saranno pagate da coloro che verseranno i contributi a quella data. E quindi? Dove è il problema? Il punto fondamentale è che oggi l’equilibrio del sistema è garantito anche dal contributo dei lavoratori immigrati. Ha idee migliori? Prego, le illustri. P.S.: la prossima volta non dimentichi di citare anche il piano Kalergi.

      • Davide

        Se l’equilibrio presente crea uno squilibrio futuro, da colmare creando un ulteriore squilibrio in data posteriore, è ovvio che si sta solo postponendo il problema invece di risolverlo. In teoria parte del problema si è risolto passando dal retributivo al contributivo. La logica di ”gli immigrati ci pagano le pensioni” però si basa ancora sul sistema retributivo. Sarebbe come dire che la riforma Fornero vale solo sulla carta, in pratica non è cambiato niente. Se conta, ma mancano le coperture per quella fetta di pensioni per cui conta ancora il retributivo (pre 1995), allora si vanno a coprire aumentando la tassazione le pensioni più alte per la fetta retributiva, punto. E non ho bisogno di citare piani Kalergi quando posso postare il bilancio di Open Society: https://www.opensocietyfoundations.org/sites/default/files/open-society-initiative-for-europe-2015-20170424.pdf

      • Stefano

        Che gli stranieri, quelli che lavorano, contribuiscano con i loro contributi ai fondi dell’INPS è innegabile, e che ciò che una persona giovane versa sia oggi una risorsa che consente di pagare una pensione per l’INPS è lapalissiano. Però come è già stato riportato in altri commenti è una plusvalenza per l’INPS fino a quando non si dovranno ripagare le loro di pensioni. Se poi vogliamo fare altri due conti e analizzare a livello di bilancio nazionale si scopre che nel 2014, gli stranieri hanno versato 11 miliardi di contributi pensionistici e 6,8 di IRPEF (8,7% del totale dei contribuenti), ma lo Stato versa pensioni mensili a 100 mila immigrati a cui vanno aggiunti costi per welfare e sanità pubblica a cui ricorrono gli stranieri, le rimesse, i costi per la scuola e sussidi di vario genere. E fino a qui parliamo di quelli regolari e che lavorano, se poi aggiungiamo i costi per i reati commessi da straniere come prevenzione, giustizia, detenzione carceraria non conteggiando i danni subiti dal cittadino per questi reati, i costi dei richiedenti asilo che erano 3.6 mld nel 2015 e oltre 4.2 mld al netto dei contributi EU a cui si devono aggiungere i costi della marina e dei salvataggi… Se è vero che i migranti sono una ricchezza per una nazione, gli altri governi europei dovrebbero fare a gara per prendersene un po’. Se ciò non avviene, evidentemente, è perché questo non è affatto vero.

        • gabriele guzzi

          Ciao Stefano, sempre nel documento dell’Inps, il presidente Boeri ricorda che nei calcoli da lui citati non rientrano tutte le altre spese sociali: sanità, welfare etc. Solamente quello che riguarda la spesa pensionistica, e previdenziale e assistenziale, è invece calcolato nel saldo che riportiamo anche noi nel fact-checking.

  2. andrea

    io non ho parole. Vediamo di fare due conti senza il filtro ideologico dei pro-migranti.
    1) che le pensioni siano pagate da chi oggi lavora (e non da quanto maturato) è una distorsione tutta italiana. Il rimedio è peggio del male.
    2) chi versa oggi i contributi (quelli in regola. Quanti?) avrà diritto alla pensione (e alla revesibilità se coniuge a carico).
    3) il costo reale del mantenimento di questi “pagatori” di pensione è molto superiore al versato (quando presente). Pensiamo solo scuola, sanità e case. Tutto gratis anche quando le persone lavorano in nero totale.
    4) vediamo i contributi. Un nucleo familiare medio-orientale è in media fatto da 5 elementi di cui uno solo contribuisce.
    La matematica non torna. Cosa pensano di fare per il futuro per pagare le pensioni e il sostentamento degli attuali pagatori e non pagatori?
    Non è la prima volta che questi arrivano tali raffinatezze matematiche da questi autori più propensi ad ideologia che alla matematica
    Sarà che la mia è VERA formazione scientifica dove i numeri non si girano per dimostrare una propria tesi ma

    • Cicci Capucci

      Certo, lei ha perfettamente ragione. Per fortuna che cìè la Lega. Salvini, finiti terroni (che gli dovrebbero dare voti, ahahaha) agita la razza bianca, che non è un tipo di vacca ma il pensionato che sta per essere derubato dalla agognata pensione dalla Fornero (che ovviamente sarà costretta a piangere per le di lui legnate) poi dai marocchini e dai medio-orientali che mandano in fallimento l’INPS, avendo precedenza sulla razza bianca.

    • Amegighi

      Se avesse VERA formazione scientifica, inizierebbe a valutare e controllare.
      1. L’art. della Costituzione citato è vero. L’assistenza e la Sanità sono un Diritto (cosa che dovrebbe essere analizzata etimologicamente e capita da chi si professa scientifico) che ci contraddistingue da situazioni come gli USA dove puoi essere lasciato per strada o avere cure di serie C, B o A. Ed è tanto vero che ne beneficia non solo chi non ha, ma anche chi ha tanto (l’altro lato della medaglia che Lei non considera, sbagliando scientificamente).
      2. Lei unisce sia gli immigrati regolari che quelli irregolari. Chiaramente i contributi vengono pagati dai regolari e non mi pare ci siano differenze in questo rispetto ai cittadini italiani. Se poi il tasso di natalità degli italiani (che Lei dovrebbe analizzare scientificamente) è inferiore a quello degli immigrati, questo semmai è un problema sociale nostro da risolvere. Riguardo agli irregolari la parola stessa dice cosa sono e come dovrebbero essere trattati: regolarizzandoli o rispedendoli indietro (dove, come, con quali costi ?)
      3. Il fatto che le pensioni le paghino chi lavora dovrebbe essere semmai un incentivo ad aumentare la forza lavoro e i contributi, a prescindere. Ma il problema sta nel sistema che fino a poco tempo fa si è basato sistema retributivo anziché contributivo e sull’anomalia delle pensioni di anzianità. Cosa di cui dovrebbe giustamente lamentarsi con certe parti politiche sostenitrici ora delle politiche di immigrazione.

    • Gabriele Guzzi

      Ciao Andrea, qui non volevamo dimostrare nessuna tesi a priori. Abbiamo preso una dichiarazione di Salvini e l’abbiamo analizzata. Ovviamente, la sostenibilità del sistema previdenziale va vista sul medio-lungo termine, e qui nessuno ha negato che i contribuenti di oggi saranno futuri beneficiari di pensioni. Bisogna ricordare però che molti contribuenti stranieri non maturano anni di contribuzione sufficiente per poi ricevere una pensione, sono i cosiddetti “contributi a fondo perduto”, che di fatto “regalano” risorse al sistema previdenziale italiano. Ovviamente, poi, facciamo riferimento solo agli immigrati regolari, che possono cioè versare e ricevere contributi.

  3. Alessandro Babbini

    Salve.Vorrei chiedere a Voi che sicuramente NON avete mai messo piede in in una azienda ( forse siete dei BRAVISSIMI TEORICI e professori come il Mortadella !) come mai e quanto ci scostano le pensioni di RICONGIUNGIMENTO che vengono erogate a persone che NON hanno MAI visto l’italietta se non per pochi mesi per poi ritornare al paesesello natio natio -come dimostrato dai servizi delle Iene in tv ??? e vi sembra RAGIONEVOLE rispetto a deri poveri pensionati italiani che hanno la minima e vanno a frugare nei cassonetti delle immondizie e dei poveri giovani robusti immigrati intenti x 24 ore al giorno a LAVORARE con lo smartphone ?Grazie e buona serata.A.B.

  4. Diego

    Ho il dubbio che nel vostro fact checking manchino un po’ di voci aggiungendo le quali si arriverebbe al miliardo di Salvini e forse di più.
    Ad esempio:
    1) pensioni di reversibilità “delle badanti”: credo che dovrebbero rientrare nella categoria “Titolari solo pensione IVS” che non trovo nelle tabelle. Da articoli spulciati in rete (sicuramente voi avete dati più precisi) stimerei circa 30mila straniere beneficiarie di pensione post morte del marito italiano per un importo medio annuale di 7500 euro ciascuna, totale 200-250 milioni (per difetto: se Cupido ha buona mira le avrà indirizzate verso ottuagenari con pensioni più alte della media!) che ci resteranno a carico per decenni (sono giovani!) e che aumenteranno sempre più al ritmo di 5000 nuovi matrimoni (e vedovanze) all’anno; potreste chiarirmi se le avete considerate?
    2) stranieri arrivati qui in mezza età, che col tempo hanno ottenuto cittadinanza italiana e ora sono titolari di pensione: credo che non siano compresi nelle vostre tabelle (peggio: gonfiano le erogazioni agli italiani), eppure sono soggetti arrivati qui dall’estero che hanno maturato il diritto alla pensione pur versando contributi all’Inps solo per pochi anni (o addirittura zero, per poi beneficiare di pensioni assistenziali o di reversibilità). Il fatto che nel frattempo abbiano aggiornato la nazionalità non cambia la sostanza, che è quella descritta da Salvini. Potreste chiarire se anche per loro bisogna aumentare il totale e di quanto?
    Grazie, saluti

  5. Diego

    PS: l’analisi dei flussi di cassa va bene per fare il fact checking sul miliardo di esborsi annui dichiarato da Salvini, ma resta chiaro che per valutare la convenienza di ricorrere agli immigrati per sostenere l’Inps hanno ragione i lettori Andrea e Davide: non ha senso confrontare i flussi di cassa dei contributi versati in un anno da 2,4 milioni di lavoratori odierni con le pensioni erogate oggi a poche migliaia di già pensionati! La valutazione deve basarsi su ricavi e costi per l’Inps nell’arco dell’intera vita di un soggetto medio.

  6. Dario

    Salvini non ha mai messo in discussione gli immigrati regolari che lavorano. Questo lo fate voi giornalisti per creare confusione. Continuate così che Salvini raddoppierà ancora i suoi voti.

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