Le scuole gestite da dirigenti proattivi e dotati di capacità organizzative e manageriali hanno affrontato meglio le problematiche legate all’emergenza Covid-19. È un’esperienza da valorizzare per garantire efficienza ed equità al sistema scolastico.
Il ruolo manageriale del dirigente scolastico
La figura del dirigente scolastico ha subito profonde trasformazioni, dall’introduzione dell’autonomia in poi. Il ruolo dirigenziale del responsabile d’istituto si snoda intorno al peculiare concetto di autonomia-centralizzata che caratterizza il nostro sistema scolastico. Si traduce, da una parte, nel delineare e realizzare l’offerta formativa della scuola; dall’altra, in una discrezionalità gestionale e organizzativa che potrebbe essere più propriamente definita management. Con questa definizione s’intende un ampio spettro di pratiche e azioni intraprese dal dirigente scolastico nella gestione d’istituto. Sono di primaria importanza non solo nel funzionamento stesso della scuola (ambito gestionale e organizzativo), ma anche e soprattutto nel successo scolastico degli studenti.
L’importanza del ruolo gestionale e organizzativo del Ds è stata sottolineata in recenti studi in ambito internazionale, che dimostrano come le azioni manageriali influenzino i risultati degli studenti (solitamente misurati con test standardizzati) generando un effetto la cui entità è seconda solo a quella dell’attività dei docenti nelle classi.
Come cogliere la rilevanza delle pratiche manageriali
In uno studio recentemente condotto insieme alla collega Patrizia Falzetti, abbiamo indagato proprio l’esistenza di una correlazione tra le pratiche manageriali dei dirigenti scolastici italiani e i punteggi ottenuti dagli studenti nei test Invalsi.
L’ambizione di misurare le pratiche gestionali del dirigente scolastico solleva un tema di forte rilevanza, legato alla definizione di management scolastico e alle dimensioni rilevanti nella sua misurazione. Anche in questo caso, la letteratura accademica fornisce spunti utili, come il framework di misurazione proposto dal World Management Survey (Wms) e applicato in diversi contesti, tra cui quello scolastico. I risultati dell’utilizzo di questo modello concettuale per l’Italia sono stati evidenziati da Adriana Di Liberto e colleghi su lavoce.info e dimostrano come la qualità delle pratiche manageriali dei Ds italiani sia piuttosto contenuta rispetto a quella dei colleghi internazionali.
Secondo lo schema proposto dal Wms e adottato nel nostro studio, si definisce management quell’insieme di pratiche riguardanti (i) l’applicazione dei processi operativi e la gestione delle attività scolastiche (operations); (ii) il monitoraggio e la supervisione di tali attività (monitoring); (iii) la capacità di fissare obiettivi chiari per la scuola (target setting); (iv) la gestione del personale (people) e (v) la leadership e la gestione delle responsabilità (leadership). I dati relativi a 586 Ds italiani appartenenti al campione nazionale Invalsi sono stati interpretati alla luce di queste dimensioni e aggregati in un indice unitario di “utilizzo delle pratiche manageriali” (general index). Le domande poste ai Ds prevedono di indicare, per una serie di pratiche manageriali, la frequenza di utilizzo su una scala 1-4 (laddove 1=mai e 4=sempre), oppure il livello di accordo o disaccordo (sulla stessa scala) rispetto a una serie di affermazioni su pratiche manageriali in uso nella scuola.
Il successo educativo
I risultati mettono in evidenza un uso frequente (pari a un valore medio dell’indice di 3.23 su 4) delle pratiche manageriali da parte dei dirigenti scolastici, soprattutto in tema di gestione del personale (media di 3.40 su 4), come mostrato dagli istogrammi di figura 1. Nel momento in cui l’indice relativo alle pratiche manageriali è inserito nel modello di regressione, tuttavia, la correlazione con il risultato degli studenti è positiva, ma non statisticamente significativa. Ciò indica che l’effetto “diretto” delle pratiche manageriali sui risultati degli studenti potrebbe essere difficilmente percepibile, almeno in termini di effetto medio. Risulta di particolare interesse, in questo quadro, l’indagine dell’effetto che le pratiche manageriali hanno su diverse sotto-popolazioni di studenti. Nel dettaglio, quello che i risultati mettono in luce è un impatto positivo e significativo sui risultati degli studenti provenienti da famiglie socio-economicamente svantaggiate (classificate nel primo terzile di distribuzione dell’indice socio-economico). Il dato evidenzia un elemento di particolare rilevanza: un uso frequente delle pratiche manageriali risulta particolarmente efficace per quella popolazione di studenti che più necessita di un ruolo forte della scuola, poiché questa attenua il possibile svantaggio derivante dalla condizione socio-economica famigliare.
Come i dirigenti hanno affrontato la pandemia
Nei mesi di didattica a distanza, le scuole che sono gestite da Ds proattivi e capaci di utilizzare le proprie capacità organizzative e manageriali hanno reagito meglio alla gestione dell’emergenza. Dirigenti scolastici più “manageriali”, infatti, sono probabilmente più capaci di far fronte alle molteplici sfide che si sono manifestate: riprogrammazione dell’attività didattica, utilizzo consapevole della tecnologia, sostegno a docenti e studenti più in difficoltà, comunicazione con le famiglie e molto altro.
Occorre far tesoro di questa loro esperienza: investire sul futuro degli studenti significherà (anche) mettere i Ds nelle condizioni di agire sull’organizzazione della scuola e di garantire il successo educativo.
Resta il fatto che il dirigente scolastico non è un attore solitario; il ruolo sinergico dei collaboratori e la qualità dei docenti sono di fondamentale importanza. Da questo punto di vista, la possibilità di raccogliere dati attendibili su caratteristiche e attività di tutti gli attori permetterebbe di costruire uno scenario più completo. Allo stesso tempo, indagare come i dirigenti scolastici hanno gestito i mesi di emergenza legati al Covid-19 e il ritorno a scuola a settembre, e supportare le loro capacità gestionali, rappresenterebbe una azione importante per garantire efficienza ed equità al sistema scolastico italiano.
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