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Bond a impatto sociale per la digitalizzazione della Pa*

I social impact bond prevedono che il ripagamento del titolo sia subordinato al raggiungimento di risultati prestabiliti. Potrebbero rivelarsi uno strumento utile per finanziare il processo di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni locali.

La burocrazia riformata con i Sib

I social impact bond (Sib) sono strumenti di finanza sociale innovativi, basati sul principio di payment by results, dove il ripagamento del bond è collegato al raggiungimento di risultati prestabiliti (outcomes), combinando rendimenti finanziari con obiettivi sociali.

L’utilizzo di questo strumento potrebbe rappresentare un’ottima alternativa all’esclusivo impiego degli esigui fondi pubblici per finanziare il rimodernamento della burocrazia italiana tramite la digitalizzazione dei processi e delle pratiche.

Da anni, infatti, viene messo in luce come la pubblica amministrazione sia troppo dipendente da processi “fisici” e poco orientata al digitale. Il processo di digitalizzazione e dematerializzazione, tuttavia, comporta costi per la pubblica amministrazione, principalmente per la formazione dei dipendenti e per l’acquisto e la gestione dei sistemi informatici. Nelle pubbliche amministrazioni locali (Pal), quali ad esempio i comuni, tali costi potrebbero essere finanziati tramite Sib. Il ripagamento dei bond avverrebbe poi in una forma mista: una parte dei fondi sarebbe garantita dallo stato e una parte andrebbe ripagata con i risparmi derivanti dal processo di digitalizzazione, per esempio quelli sui costi di carta, di stampa, di spazi, di archivi o energetici. Numerosi sono anche i benefici immateriali: migliori servizi per il cittadino, minori tempi di attesa, meno stress per il dipendente, minor impatto ambientale, facilità di accesso ai dati.

Questa forma di investimento genera rendimenti contenuti, dunque è principalmente rivolta a piccoli investitori molto motivati e a grandi investitori istituzionali (ad esempio nell’ambito di programmi di corporate social responsability) per finanziare attività ritenute di interesse sociale.

La proposta

La nostra proposta è schematizzata nella figura 1. Indichiamo con T il target iscritto nel bond: per esempio, il raggiungimento di un certo risparmio derivante dalla digitalizzazione e dematerializzazione dei processi. Il risparmio effettivamente ottenuto dal processo viene indicato con Y. Tale ammontare non include i benefici immateriali (quali la soddisfazione del cittadino) ma solo quelli contabilmente quantificabili. Si hanno dunque 7 fasi e 7 attori principali coinvolti. Per semplificare, in quanto segue assumiamo che non ci siano costi di transazione tra le parti.

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1) Gli investitori sottoscrivono il bond emesso dall’intermediario fornendo le risorse finanziarie necessarie all’operazione. Tali risorse sono pari a T. Si possono quindi avere due scenari:
– Nel caso di successo (Y ≥ T), l’investitore rientrerà dell’ammontare prestato T più un premio garantito dallo stato centrale. L’ammontare sarà funzione dell’eventuale surplus, ovvero Premio = f(Y – T).
– Nel caso di insuccesso (Y < T), lo Stato centrale mitigherà una parte delle perdite garantendo al più il ristoro del capitale prestato. In questo caso l’investitore subirà la perdita relativa al costo-opportunità del capitale investito.

2) L’intermediario trasferisce le risorse finanziarie al service provider (nel nostro caso il gestore delle piattaforme informatiche o i formatori), che le impiega per erogare il servizio contratto nel bond.

3) Il service provider eroga il servizio allo scopo di digitalizzare la burocrazia.

4) I risultati dell’intervento di digitalizzazione (risparmi sui costi sopra elencati) verranno poi raccolti e trasmessi al valutatore terzo e indipendente.

5) Il valutatore svolge una valutazione d’impatto tramite metodi sperimentali o quasi sperimentali come sottoscritto nel bond.

6) In base all’esito della valutazione, il valutatore accerterà se il target T sia stato raggiunto. Si possono quindi avere due scenari:
– Nel caso di successo (Y ≥ T), la pubblica amministrazione locale ripagherà l’intermediario dell’importo T tramite i risparmi derivanti dall’operazione, mentre lo stato centrale coprirà la parte rimanente relativa al premio. L’ammontare Y – T è pensato come incentivo per la Pal in modo tale che essa sfrutti l’operazione in modo efficiente.
– Nel caso di insuccesso (Y < T), lo Stato centrale agirà come garante di ultima istanza mitigando quindi le perdite in capo agli investitori ripagando al più il capitale prestato. La pubblica amministrazione locale Pal trasferirà comunque l’ammontare Y allo stato centrale per evitare comportamenti opportunistici.

7) Infine, l’intermediario avrà il ruolo di trasferire le somme agli investitori.
Il bond comporta un rischio, seppur minimo, in capo agli investitori, per evitare che lo stato si faccia carico dell’intera perdita. Nonostante ciò, l’investimento è particolarmente vantaggioso per gli investitori che sono garantiti comunque dallo stato. Nel caso di insuccesso abbiamo previsto che l’eventuale risparmio Y della Pal venga comunque trasferito allo Stato centrale per evitare comportamenti opportunistici. Se infatti Y restasse alla Pal anche in caso di fallimento, quest’ultima potrebbe non avere l’incentivo a trarre il massimo dall’operazione. Mentre nel caso di successo, la Pal potrà trattenere presso di sé l’ammontare YT, in tal modo da avere l’incentivo a raggiungere il massimo outcome. L’operazione è in ogni caso vantaggiosa per la Pal: anche nel caso in cui l’outcome T non venisse raggiunto, i benefici immateriali rimarrebbero comunque presso la Pal.

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Infine, è opportuno rilevare come il disegno di questi strumenti possa essere flessibile e rivolgersi, come è già avvenuto in altri contesti, a problematiche di varia natura (nel Peterborough Sib, l’obiettivo era il reinserimento di detenuti) e implicare anche altri attori. Ne sono esempio le fondazioni che agiscono per filantropia e le grandi imprese che agiscono tramite le loro attività di corporate social responsability e che possono rimpiegare i flussi derivanti dall’operazione in nuovi investimenti per il sociale qualora il bond avesse successo.

* La proposta è stata presentata dagli autori nell’ambito del concorso di idee lanciato a luglio.

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  1. Enrico D'Elia

    Forse ho capito male, ma non vedo l’incentivo per la PA ad ammodernarsi. Anzi le amministrazioni locali avrebbero interesse a NON raggiungere gli obiettivi per rimborsare meno capitale, scaricando la perdita sullo stato garante e sui sottoscrittori. Questi ultimi, a meno che non siano dipendenti pubbici non avrebbero alcun mezzo per sollecitare la modernizzazione. Forse questi bond funzionerebbero solo se fossero utilizzati per pagare i dirigenti pubblici. Mi chiedo se siano state fatte esperienze siminknin altri paesi e che esito abbiano avuto.

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