Quanto ha inciso la pandemia sulla diffusione del premio di risultato e della contrattazione di secondo livello? Oltre a determinare un calo generalizzato dei premi nel 2020, la crisi ha accentuato le già forti differenze dovute alla dimensione aziendale.

Il monitoraggio sulla contrattazione di secondo livello

Da diversi anni, l’Inapp conduce un monitoraggio relativo ai contratti collettivi di secondo livello (aziendali e territoriali), depositati presso l’apposita banca dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per fruire del regime fiscale in favore del premio di risultato, rimodulato dalla legge di stabilità per il 2016 (L n. 208/2015). Tale banca dati rappresenta un unicum informativo sulla contrattazione decentrata, sulla quale non esistono censimenti, ma solo indagini di tipo associativo. Sebbene non esaurisca l’universo della contrattazione decentrata in Italia, la base dati amministrativa restituisce una fotografia di una parte importante della negoziazione collettiva single-employer, relativa cioè a singole realtà aziendali o territoriali.

A cinque anni dalla riforma della disciplina sulla detassazione del premio di risultato – considerando cioè il dato cumulato giugno 2016-febbraio 2021 – poco più di 24mila aziende hanno presentato oltre 66 mila istanze di accesso al beneficio fiscale (66.256) e il premio di risultato ha coinvolto circa 2 milioni di beneficiari all’anno (versione del dataset luglio 2021). 

Le conseguenze della pandemia

Durante la crisi pandemica, la contrattazione decentrata si è dovuta impegnare, necessariamente, oltre che sul sostegno economico dei lavoratori in caso di sospensione o riduzione delle attività produttive, sulla necessità di garantire, ove possibile, lo svolgimento in sicurezza di quelle residue, sperimentando anche soluzioni innovative, come lo smart working.

La frenata economica e il mutamento dei temi trattati nella contrattazione trovano riscontro anche nei dati amministrativi. I quali evidenziano, infatti, una brusca frenata a seguito dello shock pandemico: -48,7 per cento di istanze presentate per l’accesso al regime fiscale di vantaggio (Figura 1).

Figura 1 – Distribuzione nuovi contratti depositati per anno e variazione % pre – post shock pandemico

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Fonte: Inapp, elaborazioni su banca dati Mlps “Deposito contratti aziendali e territoriali e tassazione agevolata dei premi di risultato” (versione luglio 2021)

Effetti più forti sulle aziende piccole

La battuta di arresto è stata più profonda per i contratti territoriali (-62 per cento) rispetto a quelli aziendali (-45,3 per cento) (Figura 2). Il dato può essere sintomatico di maggiori difficoltà organizzative durante la pandemia delle strutture orizzontali delle associazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese. Peraltro, in passato, proprio la contrattazione territoriale aveva garantito la diffusione dello strumento tra le micro e piccole imprese; ora il consolidamento di questa tendenza potrebbe avere conseguenze negative su una distribuzione omogenea del premio di risultato, aldilà dei limiti dimensionali d’impresa.

Figura 2 – Distribuzione nuovi contratti depositati per tipologia e annualità, variazione % pre – post shock pandemico

Fonte: Inapp, elaborazioni su banca dati Mlps “Deposito contratti aziendali e territoriali e tassazione agevolata dei premi di risultato” (versione luglio 2021)

In effetti, dopo l’inizio della pandemia, la dimensione aziendale ha fortemente pesato sull’accesso alla detassazione (Figura 3). Dopo il febbraio 2020, rispetto al periodo precedente, le istanze presentate dalle imprese di più piccole dimensioni (0-9 dipendenti) sono diminuite quasi del 62 per cento e l’andamento del calo, seppur generalizzato, è inversamente proporzionale alla dimensione, mentre nella classe superiore a 250 dipendenti, il calo si è attestato al 40 per cento.

Figura 3 – Distribuzione numero nuovi contratti depositati per dimensione di impresa e annualità, variazione % pre – post shock pandemico

Fonte: Inapp, elaborazioni su banca dati Mlps “Deposito contratti aziendali e territoriali e tassazione agevolata dei premi di risultato” (versione luglio 2021)

Come era lecito attendersi, la pandemia ha inciso negativamente sulla diffusione della contrattazione collettiva di secondo livello e quindi sulle istanze di accesso al regime fiscale dedicato. La contrattazione territoriale, che fin dagli esordi aveva funzionato da volano per una più accentuata equidistribuzione delle istanze tra le diverse classi dimensionali delle aziende, è quella che ha subito la più pesante battuta d’arresto. Il rallentamento di quest’ultimo livello rischia di allargare, anche in questo campo, il distacco tra imprese di micro e piccole dimensioni e quelle medio grandi. 

In un prossimo articolo, utilizzando la stessa fonte informativa, ci concentreremo sulle più recenti dinamiche settoriali e territoriali della contrattazione sul premio di rendimento, nonché sugli altri istituti che la legislazione del 2016 premia (welfare aziendale e partecipazione dei lavoratori) e infine sul mutamento nelle strategie di performance concordate da imprese e lavoratori.

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*Le opinioni espresse non impegnano necessariamente l’istituto di appartenenza. 

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