L’aumento dei prezzi registrato negli ultimi mesi ha colpito anche il settore turistico. Pesano in particolare i trasporti, ma anche le strutture ricettive. Gli italiani, però, sembrano comunque disposti a partire.

L’estate del 2022 è caratterizzata da un aumento dei movimenti turistici in Italia: attualmente, secondo un’indagine di Demoskopika, i pernottamenti prenotati arrivano quasi a 343 milioni. Si tratta di una crescita dell’11,8 per cento rispetto all’anno precedente, ma il dato rimane sotto i livelli pre-pandemici. Secondo le stesse stime, si prevede che la spesa turistica arriverà a superare i 26 miliardi di euro, nonostante l’aumento delle tensioni internazionali. La guerra in Ucraina, infatti, porterà ad un calo rispetto alle previsioni iniziali, ma ci si aspetta che questo sia di soli 180 milioni rispetto alle stime pre guerra.

Attuando un confronto con gli anni passati, i dati di Confesercenti mostrano che, rispetto al 2021, i turisti stranieri sono in crescita del 25,7 per cento. Tuttavia, è un valore non ancora sufficiente a raggiungere i livelli dell’estate 2019: rispetto a quell’anno, infatti, si registra il 28,3 per cento di presenze in meno.

Da quanto emerge da alcune elaborazioni sulla base del sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (Siope) e delle recenti pubblicazioni Istat, tra i 30 milioni di italiani che hanno scelto di andare in vacanza nei prossimi mesi, quasi il 90 per cento ha deciso di rimanere nel paese. Infatti, secondo ulteriori indagini di Confesercenti, si stima che la maggior parte delle presenze proverrà dal turismo interno, il 61,6 per cento, contro il 38,4 per cento della domanda estera. Il mercato turistico nel 2019, invece, aveva registrato un maggior peso dei turisti internazionali in Italia: il 47,1 per cento, contro il 52,9 per cento di quello nazionale.

L’inflazione aumenta la spesa per le vacanze

È chiaro, dunque, che gli italiani siano molto più propensi a viaggiare rispetto alle prime due estati che hanno seguito l’inizio della pandemia. È invece più difficile stimare quanto l’aumento dei prezzi di questi ultimi mesi influirà materialmente sulle scelte turistiche e di spesa delle famiglie.

Un’indagine condotta dall’Osservatorio Findomestic, in collaborazione con Eumetra, ci fornisce un primo effetto dell’inflazione. Infatti, secondo lo studio, il 12 per cento degli italiani non farà alcun giorno di vacanza a causa della propria disponibilità economica peggiorata per l’inflazione. In particolare, si afferma che l’incremento dei prezzi degli ultimi mesi incide notevolmente sulle previsioni di spesa per le vacanze degli italiani. Inoltre, il 34 per cento di chi partirà dichiara che si aspetta di spendere di più dello scorso anno.

Per poter comparare, in via preliminare, i maggiori costi che le famiglie italiane sosterranno nella estate 2022 rispetto alle precedenti, possiamo usare i dati forniti dalle serie storiche Istat per la spesa in strutture ricettive per le vacanze e i dati riguardanti l’aumento degli indici dei prezzi del settore alberghiero. Nel terzo trimestre 2019 (quindi per i mesi da luglio a settembre), il dato di spesa media per viaggio si attesta a 518€, mentre nello stesso periodo del 2020 la spesa si è fermata a 459€. Rivalutando questi dati per l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per il settore alberghiero (che sia rispetto al 2019 che al 2020 è pari a circa l’8 per cento), l’aumento stimato per il trimestre 2022 è di 45 euro rispetto al 2019 e di 40 euro rispetto al 2020. Chiaramente, il mercato e i flussi dell’attuale stagione turistica sono molto più simili a quelli del 2019 che a quelli del 2020 (quando il settore ha sofferto le maggiori conseguenze dei lockdown), ma molte sono le variabili che potrebbero alterare ulteriormente i prezzi. Motivo per cui consideriamo questa una stima conservativa dell’aumento. Ovviamente, questo dato non può essere interpretato come una stima puntuale per l’attuale stagione, ma può comunque fornire un’utile base di comparazione.

Per poter avere una visione più precisa sull’aumento dei costi che le famiglie italiane dovranno sostenere per le proprie vacanze, e per comprendere il motivo per cui sono in crescita, è necessario soffermarsi su ulteriori dati.

In particolare, l’aumento delle prospettive di spesa è da imputare principalmente all’aumento dei prezzi, osservabile nella Figura 1. In particolare, da quanto risulta dalla pubblicazione degli indici dei prezzi al consumo Istat di giugno, nonostante i prezzi per ricreazione, spettacoli e cultura siano rimasti a livelli più o meno stabili, sono aumentati considerevolmente i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione, assieme a quelli dei trasporti. Sono infatti gli elevati aumenti dei prezzi dei beni energetici a essere il traino dell’inflazione, e il loro impatto si propaga sempre di più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Per questo, sempre secondo Istat, accelerano anche i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto.

Il prezzo dei trasporti è quello che è cresciuto di più rispetto agli altri. Nello specifico, è interessante studiare l’andamento dei prezzi per il trasporto aereo civile. Analizzando i dati Eurostat, si nota che i prezzi del trasporto aereo sono soggetti a forti variazioni stagionali. Confrontando però i prezzi medi tra Stati Uniti, Unione Europea e Italia, prendendo come periodo di riferimento per la variazione dei prezzi maggio 2019, emerge chiaramente, che, con le tensioni sui mercati internazionali e il conflitto in Ucraina, gli indici di spesa hanno subito un forte rialzo, non correlato agli effetti stagionali. Il consumatore italiano è mediamente quello che ha conosciuto i rialzi maggiori, registrando a maggio 2022 un aumento del costo del servizio aereo di circa il 46 per cento rispetto a maggio 2019. Questo dato, per quanto preoccupante, non supera quello raggiunto in Italia nell’agosto 2019 (59 per cento rispetto a maggio 2019). Comunque, se l’andamento dei prezzi continuerà a essere correlato all’effetto stagionale, come negli anni precedenti la pandemia, è plausibile aspettarsi che questo continui a crescere per tutta la stagione estiva.

L’aumento dei prezzi delle vacanze segnalato da studi di settore privati, dunque, sembra essere confermato anche dai dati preliminari forniti dagli istituti di statistica nazionale, anche se bisognerà aspettare almeno la fine dell’estate per avere un quadro più chiaro. Nell’anno che poteva essere quello del definitivo rilancio del turismo, la guerra in Ucraina e le spinte inflazionistiche già presenti a fine 2021 sembrano aver rallentato il settore. Nonostante i rincari, però, una buona parte degli italiani non sembra ancora disposta a rinunciare alle vacanze.

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