L’ultimo rapporto della Bce sulle abitudini dei consumatori sottolinea la transizione verso una società nella quale l’utilizzo del contante è destinato a diminuire. I pagamenti elettronici, nelle forme più variegate, aumentano sempre più.
Pagamenti: le preferenze dei consumatori europei
Dopo la confusione delle ultime settimane intorno ai Pos e alla soglia minima al di sotto della quale sarebbe stato possibile per gli esercenti rifiutare pagamenti elettronici, prima 30 poi 60 euro, il governo Meloni ha deciso di ritirare la misura. La vicenda si inserisce in un contesto particolare, con le abitudini di pagamento degli italiani ancora molto legate all’uso del contante, che si scontrano però con la necessità di rendere più tracciabili i pagamenti e quindi più efficace la lotta contro l’evasione fiscale.
Il tema era già stato affrontato su questo sito sulla base di uno studio della Banca centrale europea che esce ogni tre anni. Il 20 dicembre è stata pubblicata l’ultima versione del rapporto “Space”, che evidenzia come le preferenze dei consumatori si dirigano sempre più verso una riduzione del contante, che però resta ancora il mezzo più usato.
Figura 1
Il contante resta il metodo più utilizzato per transazioni di piccoli importi e il suo utilizzo si riduce all’aumentare del valore della transazione. L’81 per cento dei pagamenti sotto i cinque euro viene effettuato in contanti, mentre è così solo per il 31 per cento di quelli che superano 100 euro. Il dato dà ancora più valore alle obiezioni che si sono levate da più parti contro la proposta di eliminare l’obbligatorietà del Pos per transazioni sotto i 60 euro. La lettura di questi dati suggerisce infatti che, per scongiurare un incremento dell’evasione, bisognerebbe incentivare l’utilizzo di pagamenti elettronici per transazioni di piccolo taglio. Agli esercenti si potrebbe semmai riconoscere un credito di imposta sulle commissioni.
La pandemia ha però avuto un effetto positivo nell’indirizzare sempre più verso i pagamenti elettronici. Il 31 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto l’utilizzo dei contanti rispetto all’inizio della diffusione del Covid. Tra questi, più della metà ha dichiarato che pagare elettronicamente è diventato più conveniente: chi preferisce le carte ai contanti sostiene che così i pagamenti sono più rapidi e semplici, ma la ragione prevalente (68 per cento degli intervistati) è che grazie alle carte non bisogna portare con sé tanti soldi in contanti.
Benché lo strumento di pagamento preferito nell’Eurozona, esclusa l’Austria, sia il contante, questa preferenza è, in generale, diminuita, come si vede nella figura 2.
L’Italia resta sotto la media dell’Eurozona sia per numero che per valore delle transazioni effettuate con mezzi elettronici. Tuttavia, anche da noi c’è stato un miglioramento: il numero di pagamenti in contante è diminuito di 13 punti percentuali, mentre il valore è sceso di 9 punti percentuali, rispetto al 2019.
Figura 2
Figura 3
L’Italia resta comunque lontana dai Paesi Bassi e dalla Finlandia, dove la quota dei pagamenti in contanti si attesta a circa il 20 per cento, mentre il loro valore è, rispettivamente, del 15 e 12 per cento del totale delle transazioni.
Rispetto al 2019, inoltre, le preferenze dei consumatori per i pagamenti sono diventate più omogenee, soprattutto quelle per età e per livello d’istruzione. La riduzione più significativa nelle preferenze per il contante – meno 12 punti percentuali – si è registrata tra le persone che hanno al massimo una licenza media.
Tabella 1
Ancora una volta, i consumatori, grazie alla facilità dei pagamenti elettronici, hanno confermato che è in atto una transizione verso una società sempre più cashless. Il che non significa che il contante andrà in disuso, ma che i pagamenti saranno sempre più tracciabili, favorendo i controlli antievasione e antiriciclaggio.
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Roberto
E’ possibile sapere da quale cifra in poi si ha la maggioranza delle transazioni elettroniche rispetto al contante? Ringrazio per la risposta.