Il focus Anvur sull’equilibrio di genere nell’accademia italiana conferma alcuni cambiamenti positivi. Per migliorare ancora va però ampliata la riflessione, individuando le dinamiche che impediscono di raggiungere la parità, sempre a partire dai dati.
Autore: Alessandra Minello
Alessandra Minello è demografa sociale all’Università di Firenze. Studia le differenze di genere in Italia e in Europa, declinate in vari ambiti: omicidi,sessualità, istruzione, fecondità. Ha lavorato all’Istituto Universitario Europeao, all'Università di Bamberg e all’ Università Bocconi (Centro Carlo F. Dondena). Dirige l'indagine SELFY (Sexual and Emotional LiFe of Youths) sui comportamenti affettivi e sessuali degli studenti italiani. Dal 2008 collabora ad un progetto di demografia storica dell’Università di Padova: CHILD (Collecting Hasburgical Information about Life and Death), ed è coautrice del libro “Sweet CHILD of mine”.
La maternità è il momento più critico nella carriera delle donne e l’accademia non fa eccezione. Abbattere il “muro della maternità” è un obiettivo prioritario nella lotta per le pari opportunità. Le università potrebbero dare il buon esempio con quattro azioni.
Il basso numero di omicidi di donne in Italia rispetto ad altri paesi non deve creare illusioni. Per le donne il rischio resta dentro le mura di casa. Come dimostrano anche i numeri di altri reati. Il fenomeno è complesso e i dati aiutano a comprenderlo.
L’Italia è il paese dove le donne corrono il minor rischio di essere uccise. Quando l’omicidio c’è, è molto spesso un familiare a commetterlo. Più in pericolo continuano a essere le straniere. E resta da capire perché il reato diminuisce meno che altrove.