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Autore: Alessandro Lanza Pagina 3 di 11

lanza Direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei, ha conseguito il Ph.D in Economics presso l’University College of London. È stato Chief Economist dell’Eni, amministratore delegato di Eni Corporate University e Principal Administrator dell’International Energy Agency (Energy and Environment Division). È stato consigliere di amministrazione dell’ENEA in rappresentanza del ministero dello Sviluppo economico. Autore di molte pubblicazioni su temi legati ad energia e ambiente è stato anche Autore principale (Lead Author) per il Third Assessment Report ed il Fifth Assessment Report per conto del IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change). Docente all’Università Luiss e alla Luiss Business School. Membro dell’Editorial Board de lavoce.info. Socio Fondatore dell’Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse Naturali e della Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC).

Il Covid-19 può far male anche all’ambiente

Quale sarà l’impatto del coronavirus sulla crisi climatica? Le drastiche riduzioni dell’attività economica non sono necessariamente una buona notizia per il pianeta. Così come sarà fondamentale capire quali saranno le nuove priorità dei cittadini.

Programmazione e riforme: la ricetta per ripartire

Per pensare a una riapertura graduale serve una strategia di lungo periodo che tenga conto di tutti i rischi connessi alla ripresa delle attività. E colga l’occasione per portare a termine quelle riforme strutturali per troppo tempo rimandate.

Petrolio, il mercato ha più di un virus

Nel 2020 per la prima volta da anni si registrerà un calo della domanda di petrolio. L’epidemia di coronavirus ha determinato una frenata delle richieste dalla Cina. Ma sul prezzo del barile influiscono anche le divergenti strategie di Russia e paesi Opec.

Per il clima appuntamento rimandato a Glasgow

La Cop25 di Madrid non passerà certo alla storia. È stata solo una conferenza-ponte verso la Cop26 dell’anno prossimo. Lì i paesi dovranno svelare le loro vere intenzioni sui piani di riduzione delle emissioni, parti integranti dell’Accordo di Parigi.

Ora l’Europa vuol ripartire da clima e ambiente

Con una comunicazione all’Europarlamento e al Consiglio europeo Von der Leyen ha lanciato un ambizioso piano che dovrebbe portare l’Unione a diventare il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050.

Dagli scenari sul clima di domani una spinta all’azione

Il World Energy Outlook descrive alcuni scenari sull’evoluzione del consumo di energia da qui al 2040. Gli fa eco l’Emissions Gap Report. Per entrambi solo perseguendo obiettivi ambiziosi si può limitare l’aumento della temperatura a livelli accettabili.

Ilva: è possibile una fabbrica sostenibile?

Il caso emblematico del dilemma tra tutela dell’ambiente e crescita economica è l’ex-Ilva di Taranto. I numeri su morti e malattie legate alle emissioni dell’impianto sono drammatici. Si può continuare a produrre, ma servono investimenti e tecnologie.

Molto fumo e poca sostanza nel decreto clima

Il decreto clima rimanda i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente e mantiene il “buono mobilità”, la cui efficacia è dubbia. Ma la portata del provvedimento è data dai 450 milioni di investimento, ben poca cosa rispetto ai 54 miliardi della Germania.

Il lato verde della legge di bilancio

La strategia per il rilancio dell’economia delineata dal Documento programmatico di bilancio ha come fulcro la realizzazione di un “green new deal” italiano. Positivo che le risorse per il “decreto clima” vengano dalle aste verdi. Ma resta un’ambiguità.

Misure serie per il clima o sosteniblablablà ambientale?

Uno dei primi atti del nuovo governo doveva essere un decreto per contrastare i cambiamenti climatici e promuovere l’economia verde. È stato bloccato per mancanza di coperture. Ma forse gli faceva difetto anche la riflessione sui problemi da affrontare.

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