Nell’ultimo periodo di programmazione dei fondi europei l’Italia ha mostrato le consuete difficoltà di gestione. Alla fine, ci sono stati anche risultati positivi, ma inferiori a quelli raggiunti negli altri paesi. Il nostro paese si deve dare più efficienti regole di programmazione e valutazione.
Autore: Andrea Ciffolilli
Economista, esperto di politica di coesione, Principal Consultant presso Ecorys Italy. Ha condotto numerosi progetti di ricerca e analisi per la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, e valutato interventi nazionali e regionali. Dottorato in Economia Politica presso l’Università Politecnica delle Marche e Master of Science in Technology and Innovation Management presso lo SPRU, Science & Technology Policy Research Unit, University of Sussex.
Industria 4.0, il piano nazionale presentato dal ministro per lo Sviluppo economico, vuole incentivare gli investimenti nelle tecnologie. In alcune l’Italia ha già vantaggi in termini di specializzazione e di risorse ottenute in sede europea. Quattro suggerimenti per il successo del programma.
I disastri naturali si abbattono spesso sul nostro paese. Per l’elevato rischio sismico e l’incuria con cui trattiamo il territorio. Solo poche regioni destinano risorse alla prevenzione e gestione delle calamità. Generalmente dopo averne subita una. I dati sull’utilizzo dei Fondi europei.
Il programma quadro europeo per la ricerca e lo sviluppo per gli anni 2007-2013 ha messo a disposizione di università ed enti circa 50 miliardi di euro. I progetti italiani se ne sono aggiudicati solo il 6 per cento. Azioni da intraprendere per migliorare la capacità progettuale dei nostri atenei.